30 anni di Punch-Out!!-Speciale

Buon compleanno Little Mac!

Fra gli sport di contatto, pochi sono famosi ed apprezzati come la “dolce scienza” della boxe. Uno sport che, come il gioco che andiamo ad analizzare, ha dalla sua un’apparente semplicità che nasconde invece una complessità non da poco.

Nel 1983, Nintendo, reduce dal successo dei cabinati arcade di Donkey Kong, si trovava in possesso di un surplus di monitor che non sapeva bene come utilizzare. Genyo Takeda e Shigeru Miyamoto decideranno così di lanciare sul mercato un cabinato a due schermi, in modo da permettere alla compagnia sia di creare una nuova IP, sia di sfruttare il loro magazzino. L’idea era quella di usare particolari microchip per permettere al gioco di zoomare e ruotare l’immagine sullo schermo in modo da dar vita ad un gioco di corsa, ma la tecnologia dell’epoca non lo permetteva. L’idea successiva fu un gioco sulla boxe. Certo, due schermi sembravano un po’ superflui a quel punto, ma grazie alll’idea di inserire una grande arena di sfondo, barre della vita e punteggi, lo spazio in più si rivelerà indispensabile e una stella degli Arcade, vedrà così la sua nascita: Punch-Out!!. Con un sequel (Super Punch-Out!!, classe 1984) e un seguito spirituale (Arm Wrestling,1985), la serie era pronta per fare il suo grande salto sulle console di casa: il Famicom in Giappone, e il NES nel resto del mondo. Era il 1987, 30 anni fa. E il mondo non sarebbe stato più lo stesso. O forse sì, ma io comunque non ero ancora nato.
Adattare Punch-Out!!, gioco famoso per la sua grafica e i suoi due schermi, poteva essere difficile ma Nintendo escogiterà un trucco niente male. Nel cabinato originale, la figura del protagonista, Little Mac, era trasparente e permetteva di vedere le mosse dell’avversario, come se si fosse davvero di fronte a qualcuno che voleva riempierci di mazzate. Nella versione home console, Little Mac… è davvero Little. Nel senso che il suo sprite era la metà di quello dei suoi avversari, permettendo così a noi videogiocatori di capire il momento giusto per attaccare, e farci capire che “Si dai… ora basta…ne ha prese abbastanza”.

Punch-Out!! è quindi un gioco di combattimento? Sì e no. Certo, i suoi comandi sono semplici e diretti. il pad direzionale ci permette di schivare, parare, o mirare verso il volto dell’avversario, mentre i tasti A, B e START ci fanno sferrare i nostri micidiali pugni. Abbiamo una barra della vita, e una contatore della nostra stamina,e lo scopo è mettere KO una sequela di 13 (più uno) boxer, ognuno con abilità e stili differenti, tutti segnali di un picchiaduro.
Ma Punch-Out!! può anche essere considerato più come un puzzle game che come gioco di botte duro e puro. E intendiamoci, le botte ci sono e gli sprite sono di un’espressività rara che ancora oggi stupisce come allora. Certo, alcuni boxer vengono incontrati più volte nel nostro percorso per diventare campione del mondo, ed è ovvio che molti sprite siano stati riciclati per più personaggi, le limitazioni del NES sono ben note. Ma questo non ferma il gioco dal farti sentire forte e chiaro l’impatto di ogni pugno, dato e ricevuto. La soddisfazione di sentire l’arbitro (che poi è il buon vecchio Mario), dichiarare il tuo avversario KO, o decidere che sì, i punti parlano chiaro, sei tu il vincitore è sempre enorme.

Ma il tutto, come poi è anche la boxe, diventa alla fine un gioco mentale. Si vince uno scontro di Punch-Out!! se si mette KO tre volte di fila un avversario in uno stesso round, se si manda KO l’avversario cinque/sei volte in round diversi e si ottiene la decisione dell’arbitro Mario alla fine dei tre round presenti. E qui i giocatori che come me nel 1987 non erano ancora nati diranno “Eh beh? E dove sta il divertimento, se posso solo dare tre tipi di pugno?”.
Il divertimento sta nel fatto che ogni singolo pugile, come scritto in precedenza, ha uno stile completamente diverso da quello precedente. Si inizia facile, con quel personaggio che è un tutorial vivente (passatemi il termine) che è Glass Joe, per poi salire di livello e trovarsi di fronte avversari che schivano i nostri colpi, che ci bombardano con una raffica di sventole al quale non sempre si riesce a reagire, che aprono la loro guardia solo in determinati momenti che tu giocatore devi capire e sfruttare a tuo vantaggio, perchè ogni occasione persa, spesso vuol dire andare a tappeto.
Un mix di velocità di dita e di memoria che ti rende in grado di prendere i pattern dei tuoi avversari per usarli a tuo vantaggio, dove ogni errore non è colpa del gioco, ma tua che non sei stato abbastanza veloce. Però, se sei così in gamba da arrivare alla fine e diventare campione del mondo, puoi incontrare lui. Mike Tyson.

Esatto. Nel 1987, il campione mondiale dei pesi massimi, era al massimo della sua popolarità, e Nintendo deciderà di chiedere all’altleta di sponsorizzare il suo nuovo gioco, inserendo poi il buon Mike come boss segreto finale. E lì, tutto quello che hai imparato, ma proprio tutto… non serve più. Mike Tyson ti riempie di botte come una pentolaccia, distrugge le tue dita e ti fa pure l’occhiolino. Nelle seguenti iterazioni del gioco, dopo che Tyson farà mosse di carriera discutibili per usare un understatement, il nostro sarà sostituito da Mr Dream, un personaggio inventato che però possiede le stesse mosse e gli stessi pattern del buon Mike.
Io sono nato nel 1990 ed ebbi la mia prima console, un GameBoy Color, nel 1998. Non ho mai giocato a Punch-Out!! – tanto meno sul NES – fino al 2015, quando lo scaricai sul mio Nintendo 3DS: fu amore a prima vista. Perchè Punch-Out!!, è una versione idealmente semplificata degli scacchi. Un gioco di memoria, di mosse e contromosse che ti mette di fronte a chi sei come videogiocatore e ti stimola ad essere sempre più bravo, sempre più veloce. Non esistono salvataggi, solo un sistema di password che ti trasporta ogni volta ad un circuito diverso. E questo, spesso e volentieri, vuol dire ripetere ogni singolo circuito ad oltranza, fino a diventare sempre più bravo, sempre più veloce, e portandoti a scoprire nuove strategie. Per anni non sono mai riuscito a battere il pugile indiano Great Tiger, o almeno non prima del terzo round. Era il mio scoglio, la mia difficoltà più grande. Ma la soddifaszione di buttarlo sedere a terra, in meno di tre minuti, è stata inenarrabile. E poi lui, Mr Dream. Che nella mia testa era e resterà Mike Tyson.L’ho sfidato per tre mesi. Tre mesi in cui i numeri 007 373 5963 ronzavano nella mia testa più che il mio numero di telefono. E poi, alla fine, la vittoria.

Dopo questo suo exploit sul NES, Punch-Out!! si è spostato sul Super Nintendo con Super Punch-Out!!, con meccaniche più reminiscenti della sua versione Arcade, finendo anche per ottenere un valido Remake per Wii nel 2009. Little Mac è poi diventato un personaggio giocabile nell’altro picchiaduro un po’ strano di Nintendo, Super Smash Bros, e questo non può che rendermi felice.
Ma, quando penso a Punch-Out!!, non posso che pensare alla sua versione per NES. Un gioco nato prima di me, che non ho giocato per anni, ma che è diventato in poco tempo il mio gioco preferito di sempre, e che oggi come allora, si rivela un piccolo, grande capolavoro del genere. Che ci mette molto meno di tre minuti per mettere il tuo cuore KO. E tu ti rialzi, prepari i pollici, e premi Start di nuovo. E questa volta, sarà il gioco a perdere. Forse. O forse sarà una vittoria per tutti e due. Punch-Out!! compie trent’anni, o almeno, la sua splendida versione per home console. Sarebbe un peccato non fargli gli auguri.

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