Arboria

“L’erba cattiva non muore MAI!”

Il mondo Indie è così vasto che ci si può trovare davvero di tutto, e letteralmente ogni giorno esce un titolo nuovo. Io mi sono scoperto un appassionato di giochi rogue-lite e il settore indie ne è davvero costellato, per questo oggi vi vorrei presentare Arboria, un gioco dai tratti dark fantasy sviluppato da Dreamplant e arrivato con accesso anticipato su Steam lo scorso 7 maggio.

Mi è stato possibile mettere le mani su una versione ancora di prova, ben lontana da quello che sarà il prodotto finale e non vi nego che il primo approccio è stato un po’ dubbioso, anche se accompagnato da parecchio stupore. Partiamo con il dire che tutta l’ambientazione è molto peculiare, oscura, ma ben caratterizzata; nel mondo in cui veniamo inseriti è presente questa sorta di clan dove quasi tutti i personaggi che lo abitano hanno le fattezze di particolari “uomini pianta”, i quali possono anche essere ricreati artificialmente nel momento in cui vengono a mancare. Le poche creature di specie diversa sono il capo villaggio, uno sciamano che ci dà la sua benedizione prima di andare in missione, e una particolare fatina che accompagna costantemente il nostro personaggio nei suoi scontri. Dietro a tutta questa strana cultura è presente anche una piccola trama: la fatina, mentre si aggira tra i dungeon sotto il villaggio, si imbatte nel corpo ancora intatto di uno di questi uomini pianta e gli fa riprender coscienza per guidarlo verso l’uscita (parte di tutorial). Durante il percorso questo trova un particolare cappello: la fata cerca di dissuaderlo dall’indossarlo, ma lui disobbedisce e grazie a tale indumento l’essere inizia a prendere una maggiore coscienza e inizia a ribellarsi contro la dottrina imposta dal villaggio scappando nei dungeon. La fata spiega tutto allo sciamano che fa nascere un nuovo combattente per spedirlo alla ricerca del fuggitivo; da qui inizia il gioco in sé verso la ricerca del disertore.

Per chi non conoscesse le dinamiche di gameplay di un rouge-lite cerco di introdurvele brevemente. In questa tipologia di giochi si inizia con un personaggio praticamente disarmato o sicuramente poco fornito di mezzi e abilità per la sopravvivenza, finendo catapultato in un dungeon pieno di nemici, ma anche di varie armi e quant’altro. Procedendo all’interno del labirinto il personaggio via via si potenzia passando di piano in piano, fino ad arrivare ad un temibile boss da affrontare; ogni volta che si affronta un dungeon tutti gli elementi presenti al suo interno e la sua fisionomia cambiano, inoltre più si va avanti, più cose vengono sbloccate e la sfida si fa sempre più difficile. Arboria, rispecchia tutte queste caratteristiche dei giochi rogue-lite, eccetto per la presenza di boss, forse sbloccabile con un maggior quantitativo di ore, ma la vera unicità di questo titolo è rappresentata dal sistema di combattimento. Gli sviluppatori in questo caso hanno voluto optare per uno stile di combattimento alla Dark Souls, con tanto di schivate e rotolate, una scelta molto coraggiosa secondo me, ma devo ammettere ben riuscita. Inizialmente la prima sensazione a questo tipo di combattimento non è stata delle migliori, ma dopo un po’ ci si abitua e diventa tutto più intuitivo, smettendo di apparire complicato o macchinoso.

Oltre ad un puro fattore di gameplay c’è da dire che l’intera costruzione del personaggio è molto profonda e ben strutturata, più di altri titoli rogue-lite che ho provato in precedenza. Nel momento in cui si crea un nuovo combattente, questo può essere scelto tra tre opzioni, ognuno delle quali si base principalmente su una tra le tre caratteristiche base, ossia vitalità, forza e concentrazione. Oltre ad esse sono presenti molte altre statistiche, ma queste rimangono le più importanti, perché alla fine di ogni piano possono essere potenziate e di conseguenza tutte le altre statistiche collegate vanno ad aumentare. In aggiunta a questo, fin dall’inizio il gioco ci informa che esistono tre elementi noti come fuoco, erba e ghiaccio, in contrasto tra loro, che possono caratterizzare armi e nemici. Ovviamente ogni elemento presenta le sue forze e debolezze contro un altro, spingendo ancora più in profondità il gioco verso delle scelte ben ponderate nella costruzione del personaggio.

Per quanto riguarda l’equipaggiamento invece, il personaggio è dotato di un’arma primaria, una secondaria che è considerata più come magia/abilità, un’armatura e le fiaschette per rigenerare la vita. In aggiunta a queste cose sono presenti altri slot per abilità ancora bloccate e in attesa di vederci progredire nel gioco. Ogni equipaggiamento ha statistiche per quanto riguarda danno inflitto, resistenza, velocità e quant’altro, ma ottenere queste aggiunte non è per nulla facile. Anche se in ogni dungeon sono presenti davvero molte casse contenti oggetti, queste possono essere aperte solo affrontando una serie di ondate di nemici, sfida spesso parecchio complicata. È stato poi un peccato vedere come terminato l’ultimo piano della beta non c’era un vero e proprio boss, ma un nemico leggermente diverso, con una tipologia di elemento resistente a quello equipaggiato e nulla di più, ma mi auguro che questa situazione venga poi sistemata nelle prossime versioni che precedono l’uscita ufficiale.

Un piccolo cenno per quanto riguarda grafica e animazioni in generale. Devo dire che forse hanno un po’ esagerato con “l’oscurità” di certi ambienti, ma per tutto il resto il dettaglio in alcune parti è notevole, ancora più in particolare per quanto riguarda le cut-scene, davvero tanto all’interno di questa prova e sorprendenti per essere un tiolo indie; peccato però per la mancanza quasi totale di audio all’interno di queste. Arboria senza dubbio ha ancora molta strada da percorrere, ma tutta l’idea dietro non è da sottovalutare e ci sono molti margini di miglioramento. Attendo fiducioso il prossimo aggiornamento sperando che vengano sistemate alcune delle difficoltà che attualmente macchiano l’esperienza di questa particolare e promettente uscita.

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