eFootball 2022 – Hands-on

Tanti dubbi e poche certezze nel primo test del nuovo capitolo di PES

Strano caso quello di PES: dopo una manciata di anni dove era riuscito a trovare una formula quantomeno interessante per mettere in difficoltà il dominio di FIFA si presenta con un capitolo che doveva consacrare l’impegno e gli sforzi di Konami e che invece, in questa prima battuta, si trova sotto l’occhio del ciclone per un lancio pieno di dubbi e lacune. che rischiano seriamente di vanificarne qualsiasi potenziale. eFootball 2022, questa la nuova nomenclatura scelta per dare idea di un cambio sicuro fin dal titolo, si presenta ai nastri di partenza in uno stadio embrionale da free-to-play che non riesce a convincerci in larga parte, mantenendo comunque una speranza latente nell’ottica dei primi macro-upgrade a pagamento. Consci dei limiti del progetto, abbiamo deciso di testare con mano questa prima formula proposta al pubblico per capire cosa propone.

eFootball2022 inizia come free-to-play poco convincente sia sul fronte qualitativo sia quantitativo

Tutto bene Lionel?

Saremmo dei bugiardi se non vi dicessimo che eFotball 2022 non ci aveva convinto fin dai primi annunci legati alla tipologia di distribuzione. Una struttura sottoforma di demo gratuita, per arrivare in concomitanza del lancio della concorrenza a fine settembre, più diversi DLC a pagamento utili ad aggiungere modalità, feature e magari licenze. Tutto interessante, non fosse che già il primo macro aggiornamento previsto per metà novembre costa sui 40 euro, al netto di un prezzo in sé comunque appetibile (considerato come vero e proprio gioco), e con alle spalle una programmazione che spaventa e non convince sul rapporto qualità/prezzo di ulteriori aggiornamenti non ancora presentati. Insomma, tanta confusione già sul piano comunicativo, ma se il gameplay fosse stato ripreso da quel buon lavoro fatto con PES 2021 season update saremmo già stati in parte rassicurati. E invece parliamo di un lavoro realizzato praticamente da zero, con un nuovo motore grafico (si abbandona il Fox Engine per l’Unreal Engine) che ha mostrato al grande pubblico numerose lacune e incertezze sul lato tecnico. Per molti aspetti un netto passo indietro, riscontrabile nelle fisionomie e proporzioni dei corpi dei vari atleti e con due campioni come Ronaldo e Messi che sono già diventati dei meme ambulanti sul web per i loro volti spiritati e grotteschi a ogni inquadratura. Peccato perché soffermandosi sulla maggior parte dei volti più noti si evideniano dettagli incredibili che non si possono non apprezzare, tra giocatori come Varane, Bruno Fernandes o Dybala riproposti in modo meticoloso. La corsa, invece, di ogni calciatore sembra riprendere quello della leggenda da poco in forza allo United con lunghe falcate a braccia divaricate che soprattutto sui difensori non riescono proprio a convincere.

Il gameplay è troppo macchinoso, al netto di un timido divertimento

Il gioco solo sulla carta spinge sulla simulazione in senso stretto, con compagni di reparto e avversari che spesso non seguono movimenti logici, mostrando molta difficoltà nella lettura dell’azione di gioco, con varchi enormi in fase difensiva e una certa goffaggine nel realizzare fraseggi veloci e precisi. Anche la fisica della palla non riesce a convincerci molto e soprattutto durante le punizioni si denota la trasformazione di ogni calcio da fermo in veri e propri missili terra-aria. Salvabili invece i contrasti, legati non solo alla tempestività della pressione del tasto adibito al tackle leggero o scivolata, ma soprattutto all’utilizzo dell’analogico per la posizione del corpo rispetto alla palla e all’avversario, per una maggiore probabilità di sottrarre la palla senza commettere fallo. Anche sui portieri non possiamo lamentarci più di tanto visto che in questa prova ci sono sembrati decisamente responsivi e realistici per tuffi e reattività, mentre la telecronaca affidata alla coppia Caressa – Marchegiani non ci ha proprio convinto; gli scambi di battute avvengono spesso in modo sconnesso rispetto a ciò che accade sul campo, segnalando addirittura dei presunti errori quando invece una giocata riesce in modo deciso e netto.

Il comparto grafico presenta numerosi alti e bassi

Questa prova di eFootball 2022 ci ha lasciato più dubbi che risposte, a causa di una formula al momento incompleta e con diversi errori (anche grossolani) che mettono in difficoltà il team sul piano dell’opinione pubblica, dopo tutti i buoni propositi professati per oltre un anno per quello che dovrebbe essere il primo vero capitolo next-gen della storica saga. Al momento abbiamo solo potuto testare delle semplici partite offline e online con una manciata di squadre licenziate tra le più famose (e che coinvolgono club come Juventus, Arsenal o Barcellona) riscontrando enormi carenze sia sul pian tecnico, sia della fluidità di gioco. Gli sviluppatori hanno già promesso di essere al lavoro per correggere la maggior parte di questi problemi per arrivare pronti alla vera uscita prevista a novembre con il primo macro aggiornamento che aggiungerà quella modalità che dovrebbe competere con lo storico Ultimate Team della concorrenza. Il dubbio sulla reale necessità di far giocare al pubblico una versione così problematica (anche se in forma gratuita) è lecito, i passi indietro rispetto al precedente capitolo sono diversi e Konami deve rimboccarsi le maniche per ripartire da quel poco che è salvabile (contrasti, finte, e spostamenti della palla con la levetta analogica più responsivi) per confezionare un prodotto adatto al nome che porta; incrociamo le dite speranzosi.

Pro
  • – I contrasti presentano una spiccata fisictà
  • – Buona responsività dei portieri
Contro
  • – Tecnicamente ha troppe incertezze
  • – Gameplay su cui lavorare e da correggere
  • – Tipologia di distrubuzione difficile da digerire

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