Giocare è un gran bel modo di passare il tempo. Imparare qualcosa mentre lo si fa, senza accorgersene, lo è ancora di più. Da questa semplice base si fonda uno dei motivi per cui è facile innamorarsi di Kerbal Space Program. È un titolo nato per costruire razzi virtuali da far schiantare, poi diventato uno dei più accurati simulatori spaziali mai creati per il grande pubblico. Non è un caso che il nuovo Kerbal Space Program 2 (in early access) sia stato creato in collaborazione con l’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, grazie al supporto di Private Division come editore.
Un simulatore in espansione
Va subito precisato che Kerbal Space Program 2 è uscito lo scorso 24 febbraio ma è ancora in Early Access. I contenuti più importanti come la Carriera, il multigiocatore, le colonie extramondo e i viaggi interstellari arriveranno in futuro, lungo una road map dichiarata ma ancora senza dettagli precisi sulle tempistiche. Sono presenti bug di vario tipo ma bisogna tener presente la complessità generale e soprattutto la sua natura di gioco in accesso anticipato.

Supportarlo, comprandolo, significa dare fiducia al progetto e a quello che arriverà in futuro. Se arrivate dal primo episodio, espanso nel tempo grazie a contenuti ufficiali e a tantissime mod, potrà sembrarvi contenutisticamente scarso. Se invece non sapete nulla di questo gioco e volete appassionarvi alle avventure spaziali che potrete vivere, siete nel posto migliore al mondo.
Kerbal Space Program 2, in questa sua primissima versione giocabile, permette di imparare nozioni fisiche complesse in modo semplice e soprattutto evidente. Una delle strutture della vostra base, selezionabile appena avviate il gioco, è il Centro di Addestramento. Qui troverete quattro sezioni, divise in più lezioni che vi spiegheranno come decollare, costruire un razzo, entrare in orbita ed seguire trasferimenti orbitali. Per farla semplice: vi verrà spiegato come uscire dal pianeta di partenza per arrivare ad orbitare intorno alla Luna (qui chiamata Mun). Ogni testo sarà inoltre tradotto in italiano.
Tutti possono esplorare lo spazio
Farlo però non richiederà calcoli e conoscenze pregresse, perché tutto verrà gestito da un’interfaccia che imparerete a conoscere. Nessun problema se le parole apoapside e periapside non vi dicono nulla o anzi, vi spaventano. Scoprirete giocando cosa sono, rendendo reali e comprensibili questi punti su una traiettoria dai nomi strani. Completare il Centro di Addestramento arrivando ad orbitare attorno alla Luna terminerà un percorso che avrei desiderato molto più lungo e articolato, visto come è stato spiegato. Già in queste prime fasi ci si trova a “sentire” lo spazio, con la curvatura della Terra (qui chiamata Kerbin) che diventa evidente mentre si sale, mentre si sganciano serbatoi di carburante ormai vuoti e mentre si avviano i motori primari per trasformare la propria salita in un’orbita perpetua.

Terminati i tutorial vorrete iniziare a fare di testa vostra e qui comincia la vera avventura. Senza più una guida a spiegarci cosa dovremmo fare, saranno gli errori a guidarci. Al mio primo lancio per esempio ho dimenticato di fornire alla capsula di comando un motore, così, dopo aver finito il carburante e aver sganciato il serbatoio, il povero kerbin all’interno (creaturina verde che ricorda i gialli minion), si è trovata a proseguire il suo viaggio verso lo spazio, senza più capacità di manovra. Questo è stato il primo dei miei tanti errori che però mi hanno spinto a capire la complessità del gioco e il reale funzionamento di certi strumenti.

Sbagliare è umano… e molto utile
Considerate che non potrete costruire solo razzi, ma anche navette, rover e veicoli che potranno poi essere sfruttati per esplorare nuovi pianeti. Ci sono già da ora circa 350 componenti da assemblare all’interno del proprio hangar, ognuno con caratteristiche differenti. In base a dove vorrete andare potrebbe servirvi più carburante, pannelli solari per ricaricare la vostra navetta di energia elettrica, scudi termici e chissà cos’altro. E non preoccupatevi troppo del tempo che ci vuole per raggiungere un pianeta lontano, perché potrete sempre velocizzare il tempo anche di migliaia di volte per raggiungere in fretta il vostro obiettivo.

Le possibili controindicazioni per un gioco del genere sono molto poche, seppur importanti. In primo luogo dovete essere curiosi e accettare il vecchio detto “sbagliando si impara”. Sbaglierete un sacco all’inizio, correndo il rischio di non veder nemmeno partire il razzo e di non comprendere cosa sia andato storto. Inoltre l’interfaccia di gioco, seppur più chiara che in passato, può spaventare chi non è pratico di simulazioni. Tanti comandi, numeri che salgono e scendono sono parte dell’esperienza e per conoscerli occorre un po’ di pazienza e qualche revisione delle lezioni nel centro d’addestramento. La seconda controindicazione potrebbe invece coinvolgere chi non è interessato alla scienza e alla fisica. In quel caso mi permetto di suggerire di guardare almeno qualche video su Youtube (qui ci vedete alle prese con i tutorial), così da capire il modo in cui questa produzione ci fa giocare con concetti complessi, rendendoli concreti a palpabili.

L’attesa non sarà vana
Kerbal Space Program 2 dimostra da subito di essere un Early Access. Molte modalità mancano del tutto e per ora ci si può divertire solo in quella che potremmo definire una modalità libera. Quello che c’è però è già moltissimo per i giocatori che stanno entrando in questo mondo per la prima volta. Qualche bug arriverà ad affliggere le vostre partite, con razzi che potrebbero rimanere sulla rampa di lancio anche se ogni componente è al suo posto. Può capitare, ed è buffo notare che spesso accade anche nella realtà.

Scoprire come si sviluppa un’orbita è qualcosa di coinvolgente e bellissimo, oltre che finalmente evidente agli occhi di quegli studenti che non ci hanno mai capito molto, per colpa di spiegazioni troppo teoriche e poco pratiche. Più che guardare a quello che c’è ora, bisognerebbe quindi concentrarsi su quello che potrà esserci in futuro. Kerbal Space Program 2 è quindi una scommessa, di quelle che speriamo possa risultare vincente per divertire e appassionare quelli che potrebbero essere i visionari del futuro.
- – L’idea è geniale
- – Può avvicinare i più pazienti ad un mondo incredibile
- – Adatto per spiegare anche ai più piccoli meccanismi complessi
- – Sbagliare = Imparare
- – Grandi aggiunte promesse in futuro
- – Pochi contenuti attuali
- – Per ora è “solo” un sandbox
- – I nomi fittizi dei pianeti possono confondere inizialmente
- – Occorre pazienza e voglia di imparare
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