Provato Vengeful Guardian Moonrider – Hands-on

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In questi giorni, tra i tanti giochi grossi in arrivo, sono arrivate anche piccole chicche da provare, appartenenti al mondo indie. Tra queste abbiamo provato Vengeful Guardian Moonrider. La demo a disposizione (scaricabile da qui) comprende un tutorial e appena due livelli, ma il gameplay mostrato dal nuovo prodotto di Joymasher per The Arcade Crew, ha saputo offrire un gameplay in linea con certi classici del passato. Vediamolo insieme.

Un futuro old school

Con la sua grafica in pixel art, Vengeful Guardian Moonrider mostra subito l’amore dei suoi sviluppatori verso il mondo a 8/16-bit di diversi anni fa. La storia, narrata da un’introduzione molto classica per l’epoca, ci mostra un mondo futuristico da salvare, in cui l’unica speranza è da riporre nel samurai cyborg che guideremo. Dietro ad una soluzione narrativa molto semplice, figlia di quel periodo, si apprezza la presenza della lingua italiana. Di certo non sembra necessaria per potersi godere il titolo, ma fa comunque piacere vedere un tale livello di cura già da questa breve demo.

Il salto a parete è tra i protagonisti di Vengeful Guardian Moonrider

Premuto il tasto start ci verrà chiesto se voglia affrontare il tutorial. Questa pratica sarebbe anche skippabile, ma questa fase può essere considerata come un primo livello. Oltre ad avere anche un boss finale, già questo tutorial potrebbe far scendere parecchio la vostra barra della salute, dando un assaggio della difficoltà da aspettarsi poi nel gioco completo.

Il bel gameplay di una volta

In questo provato di Vengeful Guardian Moonrider si inizia usando due pulsanti, un po’ come si faceva nell’epoca d’oro del NES. Con un tasto si salta e con uno si attacca, potendo per esempio eseguire combo da tre colpi se si preme rapidamente il tasto. Le cose si amplieranno subito dopo, con un colpo più potente che attinge da una barra dell’energia e con il grilletto destro che attiverà la corsa, quando ci si muoverà a destra o a sinistra, permettendo di aumentare la portata del salto. A queste meccaniche si aggiungono salti a parete e la possibilità di aggrapparsi a speciali rotaie, continuando la serie di deja-vu con i giochi di un tempo.

Ecco il primo (chi ha detto Contra 3?) che ci ha fatto fuori per la prima volta

Portare a termine la demo ci ha preso circa una decina di minuti, con il primo boss che ci ha fatto fuori una volta mentre studiavamo il modo per colpirlo e un secondo stage aereo, molto più platform, che invece sembra finire proprio prima di una boss fight. I contenuti attuali non sono molti, ma la giocabilità riscontrabile è già oggi buona. Giocato con un controller Xbox, il provato di Vengeful Guardian Moonrider va alla grande, dimostrandosi reattivo e preciso.

Cosa aspettarsi

Il level design è molto semplice sia nel tutorial, sia nel primo stage ufficiale ma, appunto, sono solo i primi livelli di un titolo che sembra poter mettere alla prova. Le vite infatti sono contate come una volta, ma cadere nel vuoto non ne fa perdere immediatamente una, segno di una buona calibrazione. Nel trailer che chiude la demo si possono vedere altri stage e altre soluzioni di gameplay, facendo pensare ad un titolo comunque ricco di variabili.

Visibile solo nel trailer, questo stage promette di farci correre più di quanto vorremmo.

Sicuramente è presto per sbilanciarsi, ma l’idea di poter giocare un indie che richiama il caro vecchio Ninja Gaiden per NES ci stuzzica. Con queste premesse continueremo a tener d’occhio il gioco promettendovi di aggiornarvi appena avremo più informazioni su di esso.

Speranze
  • – Il gameplay riporta a certe mitiche produzioni
  • – Controlli reattivi
  • – Buon level design dei primissimi livelli
Dubbi
  • – Il bilanciamento della difficoltà
  • – Non sappiamo quanti livelli ci saranno
  • – Varietà dei nemici e dei boss

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