Mai fare arrabbiare un monaco shaolin
I bei picchiaduro a scorrimento di una volta stanno tornando alla ribalta e per chi ha vissuto gli anni 80 e 90 ancorato ai coin op di una qualsiasi sala giochi, questa è una bellissima notizia. Dove mancano i grandi produttori, tutti lanciati in progetti giganti e dedicati in qualche modo all’online, rispondono gli sviluppatori più piccoli che stanno facendo risorgere questo genere spassoso, difficile e spesso accompagnato da una grandiosa co-op da divano. È questo il caso di 9 Monkeys of Shaolin, produzione russa di Sobaka Studio che, pescando dai film di arti marziali degli anni 70, ci propone un viaggio in un Oriente pieno di combattimenti e bastonate.

Ferito a morte da un nemico potentissimo dopo che questo ha ucciso davanti ai suoi occhi il nonno che lo ha cresciuto, il pescatore Wei Cheng è l’unico superstite di un intero villaggio. Salvato da alcuni monaci shaolin imparerà a migliorare il suo stile di combattimento basato sull’uso di un bastone e si getterà in cerca del misterioso assassino. Anche se i picchiaduro hanno solitamente una storia che inizia e finisce durante la schermata di apertura, 9 Monkeys of Shaolin va leggermente oltre, proponendoci un classico inizio basato sulla vendetta personale che poi però si espande e lascia spazio a dialoghi un po’ più specifici che approfondiscono anche il personaggio protagonista. Il gameplay rimane sempre focalizzato sul picchiare tutti quelli che si incontrano negli stage, ma le piccole pause che il gioco si prende per raccontarci qualche retroscena funzionano anche grazie alla loro brevità. Tutto procede come in uno di quei film in cui ci si mena tanto e si parla poco, dando però un contesto e un motivo per farlo.

Il gameplay è il perno di tutto anche questa volta. All’inizio può sembrare insolita la mancanza della scelta del personaggio, con il nostro Wei Cheng che suona tutti quelli che gli capitano a tiro grazie al suo bastone. Non c’è la varietà che ha reso famosi titoli come Final Fight o Captain Commando, ma andando avanti con il gioco si capisce che in realtà il personaggio e le possibilità che offre sono tante e varie. Ci sono colpi che vanno a segno ad area, altri che colpiscono un solo nemico, dei poderosi calcioni efficaci contro i nemici senza elmo e una schivata che può anche fare qualche danno se eseguita vicino ai nemici. A queste azioni assegnate ai pulsanti frontali si uniscono ulteriori mosse che vi verranno insegnate alla fine di alcuni capitoli e che chiamano in causa anche i grilletti dorsali e una barra a più tacche che potrete riempire nuovamente colpendo con attacchi standard. Tutte queste possibilità finiscono per arricchire i combattimenti in molti modi, garantendo un divertimento che rimane alto in ogni situazione.

Combattere contro nemici interessanti in ambienti validi è altrettanto importante e per fortuna anche qui Sobaka Studio è riuscita a centrare diversi punti. Intanto i cattivi si differenziano in varie categorie anche all’interno della stessa fazione, con pirati semplici, altri con armatura, poi ninja che spariscono e ricompaiono e samurai dai colpi ad area molto potenti. Imparare a difendersi dai colpi, capire quale attacco è più efficace e gestire gli spazi diventa importante anche in virtù dei quattro livelli di difficoltà proposti, con il secondo che si rivela il migliore fin dall’inizio, con il terzo che è dedicato agli esperti visto che non prevede checkpoint di ripartenza negli stage e il quarto che è invece per i perfezionisti assoluti visto che basta un colpo per essere uccisi e far ripartire il livello da capo. E a proposito di stage è bello vedere che il gioco propone un hub dopo ogni missione in cui si possono equipaggiare vari oggetti per ottenere bonus e potenziamenti specifici, si possono spendere i punti abilità ottenuti in tre diversi skill tree, si possono rigiocare le missioni già completate (e ottenere ulteriori punti abilità), attivare eventuali cheat code rinvenuti o attivare la cooperativa insieme ad un amico in locale o online. Inoltre le missioni da affrontare talvolta propongono obiettivi diversi dal classico “vai da sinistra a destra fino al boss”, con anche alcune varianti che ci fanno muovere in ambienti 3D, mantenendo comunque inalterato il gameplay.

La componente tecnica sceglie di appoggiarsi all’Unreal Engine 4, motore grafico che dona ai combattimenti la giusta dose di fisicità. Alcuni colpi fanno sentire tutta la loro potenza e anche se talvolta qualche elemento dello scenario mostra alcuni glitch minori e qualche nemico si accascia al suolo in modo poco naturale, l’azione messa in scena funziona sempre. Le hitbox dei colpi sono precise, le animazioni rapide e precise e in generale si respira un’aria di picchiaduro vecchia scuola davvero positiva. A volte gli stage non sono proprio memorabili, ma se uno non lascia il segno è facile che quello dopo abbia un setting più valido e riuscito. Testato su Xbox One X non ci sono mai stati rallentamenti o problemi e anche i caricamenti si sono dimostrati molto rapidi. Meno memorabili le musiche, centrate sul tipico sound giapponese ma principalmente di sottofondo se non in particolari situazioni, specie contro i boss. Potenti invece gli effetti sonori e buoneoil doppiaggio in inglese che è comunque sottotitolato in italiano.

Dovendo decidere come organizzare il lavoro in redazione mi stavo per perdere questo 9 Monkeys of Shaolin, titolo molto valido, specie se siete tra quelli che hanno riversato fiumi di monetine nei cabinati dei beat’em up d’annata. la presenza di un solo personaggio può sorprendere all’inizio, ma dopo un po’ di missioni e dopo aver iniziato ad arricchire lo skill tree di Wei Cheng, sarete soddisfatti delle possibilità offerte. Il gioco quindi mi è piaciuto molto e, seppur completabile in una manciata di ore, dimostra anche una buona rigiocabilità dovuta sia alle diverse difficoltà presenti, sia alla coop che aumenta ulteriormente la godibilità dell’opera di Sobaka Studios, permettendo anche di attivare il “fuoco amico” durante questa modalità. Tra i tanti titoloni in arrivo, questo può essere un ottimo modo per svagarsi senza troppi pensieri ma mantenendo alta la sfida.
- – Gameplay preciso e ricco
- – Tante missioni, anche rigiocabili
- – Nemici e stage vari
- – Presente la coop anche in locale
- – Non si può scegliere il personaggio
- – Alcuni stage un po’ piatti
- – Breve ma negli standard del genere
