Il genere degli X4 non è certo tra i più popolari nel mondo console. Explode, expanse, exploit e exterminate sono azioni che con un mouse vengono sicuramente meglio ma negli ultimi tempi non sono mancate conversioni “miracolose” come quella di Civilization VI su Switch (non abbiamo mai scritto una recensione a riguardo ma vi assicuro che è fantastico!). Il nuovo Age of Wonders: Planetfall è stato concepito per uscire contemporaneamente sia su PC che su Ps4 e XboxOne, ma la vera novità di questo episodio è il cambio di prospettiva, passata dal mondo fantasy dei primi tre, a quello futuristico. Una scelta coraggiosa che, come vedremo, ha ampiamente ripagato.
Age of Wonders: Planetfall propone tre differenti modalità. Oltre a quella online che permette partite tra fino a 8 giocatori che si sfidano per il dominio di una mappa, rimangono la Campagna e la modalità scenario. La prima è la scelta più saggia da effettuare poiché ci porterà in giro per la galassia in missioni in cui dovremo impersonare una delle sei diverse razze che popolano l’universo creato dagli sviluppatori. Tra marine spaziali, cyborg e alieni di varie forme, l’originalità non è proprio ai massimi livelli, ma la differenza tra queste fazioni è comunque evidente non appena si inizia a muoverle sul campo. Il numero di queste missioni si assesta sulla quindicina, compreso un tutorial che spiega le meccaniche principali. Purtroppo questa guida si ferma alle basi, non approfondendo diverse cose che dovranno essere scoperte del giocatore, attraverso prove sul campo. Una scelta discutibile che però preserva diverse sorprese.

Vi dico subito che la Campagna di Age of Wonders: Planetfall non possiede una storia sorprendente, intrecciando le sue razze in una battaglia per il dominio dei diversi pianeti coinvolti senza mai appassionare del tutto il giocatore. Quello che lo farà continuare a giocare sarà il gameplay che potremmo definire doppio tra esplorazione e conquista del pianeta e combattimenti veri e propri. Con i vari pianeti suddivisi in caselle esagonali prima e in regioni da conquistare poi, il nostro compito principale (variabile da missione a missione) verrà svelato man mano che procederanno i turni. La conquista di un’area, così come la costruzione di determinate strutture o unità ci daranno ricompense e un nuovo obiettivo. Essendoci anche missioni secondarie, gli obiettivi potrebbero iniziare ad accumularsi, offrendo così più di un modo per inseguire il successo. Iniziando a colonizzare il pianeta poi otterrete automaticamente risorse che permetteranno l’acquisto di nuove tecnologie e politiche, entrambe utili per fornire bonus alle vostre unità e, più in generale, al vostro modo di intendere la partita. Potrete cercare alleanze, offrire e ottenere favori, così come passare all’attacco, possibilità tutt’altro che remota e anche parecchio divertente.

Le battaglie in Age of Wonders: Planetfall si svolgono in modo analogo al mitico XCOM, con unità di vario genere che si muovono e attaccano attraverso punti azione da spendere all’inizio del loro turno. Entrare in contatto con un nemico nella mappa generale ci trasporta infatti su un campo di battaglia con ripari più o meno resistenti in cui le due forze si daranno battaglia. Evitando la risoluzione automatica del conflitto, utile se le vostre unità sono molto superiori a quelle del nemico, avrete una serie di azioni e menu che riportano alla mente proprio XCOM e il suo seguito, con icone che rispecchiano le diverse possibilità dell’unità che avrete selezionato. Tra attacchi di varia natura, posizioni difensive, trinceramenti, lancio di granate, poteri psionici, getti di acido e modalità di guardia, avrete moltissimo tra cui scegliere. Rispetto a XCOM, dove le vostre unità erano al massimo 6, qui la cosa si fa però più complicata, visto che potrete unire più forze in campo avendo fino a decine di unità da muovere manualmente. Se da una parte questa possibilità rallenta le battaglie, dall’altra permette di mettere in scena scontri su scala molto maggiore, aumentando la sensazione di essere davvero alla guida di un’armata pronta a conquistare un pianeta.

Prima vi ho parlato della modalità Scenario, una scelta apparentemente secondaria nell’economia del titolo. In Age of Wonders: Planetfall la sua importanza è invece di grande rilievo, specie quando avrete finito di “impratichirvi” e di fare la conoscenza delle diverse razze attraverso la campagna. Quella che di solito è il piatto principale in un gioco, qui si dimostra invece una sorta di tutorial molto lungo che ha lo scopo di presentare quello che c’è sul menu. È infatti la modalità Scenario quella che rispecchia le partite più classiche per questo genere di uscite, con un pianeta da conquistare in vari modi mentre si cerca di superare e tenere a bada gli altri avversari. Non essendoci solo la vittoria militare, diventa importante chiedere aiuto e farsi degli alleati, potendo così trarre beneficio dalle complesse dinamiche proposte. Anche in questo modo avrete da combattere contro creature ostili ma slegate dalle altre fazioni, sempre se vorrete mantenere un approccio pacifico. Se invece preferite far cantare le armi ricordate solo che dovrete considerare le ripercussioni con gli avversari, non solo quello attaccato. Sarà infatti improbabile che vogliano stringere alleanze chi attacca gli altri, creando un circolo vizioso che potrebbe creare tensioni difficili da gestire. Nello Scenario potrete comunque scegliere tra quattro tipologie di pianeti, creando comunque ogni volta una mappa differente anche nel caso usiate quella standard. Le altre infatti avranno diverse peculiarità, compresi sismi e terreni instabili che possono cambiare l’approccio che dovrete apportare.

Considerando il genere di appartenenza, Age of Wonders: Planetfall si comporta bene, con mappe ben disegnate e piuttosto varie grazie alla diversa natura dei pianeti che andrete a conquistare. Le unità saranno riconoscibili dopo averci fatto l’occhio e muoverle sul campo sarà piuttosto semplice anche attraverso il controller, adeguatamente mappato per non creare problemi. Ben ricreate anche le mappe degli scontri, con elementi danneggiabili e con un terreno che rispecchia quello della mappa principale su cui starete combattendo. Qui le unità mostrano una modellazione poligonale valida, con animazioni ed effetti speciali che creano la giusta atmosfera. Le fazioni poi sono adeguatamente diversificate anche per quanto riguarda la parte grafica ed è facile appassionarsi al loro modo di combattere e alle abilità che portano in campo.

Buone anche le musiche che sanno passare da momenti più tranquilli in cui starete esplorando a quelli in cui bisogna prepararsi ad affrontare una minaccia. Se fin qui non ci sono particolari riserve sul gioco, compresa una IA non strabiliante ma perfettamente scalabile attraverso tre livelli di difficoltà, il più grosso problema deriva dalla mancata localizzazione del gioco on italiano. Il titolo è ovviamente doppiato in inglese (anche se stranamente non tutte le frasi della campagna lo sono…) ma tutti i testi sono in inglese: seppur questo elemento non mi abbia mai fermato, è innegabile che la mole di testi da leggere inerenti le informazioni riguardanti un’unità, una tecnologia o una politica, possano frenare molto un giocatore, specie se non conosce adeguatamente le meccaniche di un gioco come questo. Tenetelo a mente se decidete di approcciarlo perché può essere il più grande scoglio da affrontare.

Age of Wonders: Planetfall svecchia perfettamente una saga che meritava di rifarsi viva con un episodio rinnovato. L’idea di proporre conquiste fantascientifiche è stata portata avanti con intelligenza e abilità, creando un gioco che prende molto dal suo passato, ma lo rimodella e lo amplia attraverso ambientazioni, unità e tecnologie tutte nuove. Le sei razze hanno tutte qualcosa da dire e la scoperta della loro caratterizzazione sarà uno dei motivi che vi spingeranno a giocarlo più e più volte. La campagna non è memorabile per quanto riguarda la narrativa ma introduce le meccaniche che poi vi verranno utili mentre giocherete contro la CPU nella modalità Scenario o contro altri giocatori online. Gli appassionati del genere X4 avranno il loro bel da fare con un gioco complesso e molto ricco, mentre i curiosi farebbero bene a considerare prima il loro livello di inglese o la loro voglia di giocare con un traduttore sotto mano, poiché la mancata localizzazione rende più ostico del previsto un gioco profondo e altamente rigiocabile.
- – Sei razze ben caratterizzate
- – Gameplay profondo
- – Tante scelte da compiere
- – Combattimento convincente
- – Modalità scenario infinita
- – Grafica e sonori validi
- – Campagna non proprio avvincente
- – Interamente in inglese
- – Alcune dinamiche inizialmente poco chiare per i novizi
