Assassin’s Creed Mirage – Recensione

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Sono passati ben 16 anni da quando il primo Assassin’s Creed ha raggiunto i negozi e catturato i nostri cuori. Sedici anni di storie, contesti, personaggi, emozioni, cospirazioni e chi più ne ha più ne metta. Abbiamo visto questo brand Ubisoft passare da una storiella interessante a un vero e proprio franchise multimilionario. Le release spesso annuali lo hanno reso uno dei brand più famosi di sempre.
Eppure sorge spontanea una domanda: come si fa a mantenere fresca una formula che funziona, ma che nel tempo arranca? Ubisoft prova a rispondere a questa domanda con Assassin’s Creed Mirage, che ritorna alla formula di base del brand. Scopriamo insieme cosa ha da offrirci.

La trama

La storia di Assassin’s Creed Mirage ripercorre in larga parte gli stessi passi già fatti dagli scorsi titoli del brand. Si comincia, come al solito, con le vicende di un personaggio “signor-nessuno”, che cambia le sorti della storia con le sue scelte. Questa volta è il turno di Basim, ladruncolo di strada che sopravvive a Bagdad per prendersi cura degli orfani e dei deboli attorno a lui. Un giorno, a seguito di una soffiata, scopre che gli Occulti (è così che si chiamano gli Assassini, in questo gioco) sono alla ricerca di un tesoro e, per trovarlo, hanno bisogno di una mappa nautica.

Da sinistra, vediamo l’Occulta Roshan in compagnia di Basim.

Da bravo gradasso, Basim parte con una sua compagna e amica per cercare di recuperare sia la mappa che il tesoro. Le cose vanno presto in malora, costringendo il giovane a scappare e dividersi dalla sua amica. Passano alcuni giorni e Basim è ricercato dall’intera città. A causa di questo brutto incidente, sarà costretto e invogliato dall’Occulta Roshan a diventare un Iniziato, lasciando indietro la sua vita di strada. Passa qualche tempo e Basim diventa finalmente un Occulto. È Qui che le cose cambiano, perché le situazioni attorno a lui lo riporteranno nella città da cui è scappato. Stavolta però sarà un adulto e il suo obiettivo sarà di svelare i segreti della città aiutando gli Occulti.

Mirage
Ed eccoli qui, i Templari.

Squadra che vince… dovrebbe cambiare?

Assassin’s Creed Mirage è forse uno dei giochi più fedeli alla formula del primo Assassin’s Creed, perlomeno sulla carta. Chi ha giocato il primo capitolo della storia ricorderà che ogni missione era suddivisa in indagini. In ogni indagine era necessario origliare uomini poco raccomandabili, estorcere informazioni o trovare documenti importanti. Ecco, Mirage fa esattamente la stessa cosa, con la differenza che non ci riesce al 100%.

Assassin's
Il silenzio è d’oro, in Mirage. Forse anche troppo.

Ormai pare quasi una profezia che si auto-avvera, ma glitch e inesattezze a livello di gameplay sono diventati lo standard dei nuovi Assassin’s Creed. Il gioco resta generalmente abbastanza funzionale, ma i suoi comandi risultano astrusi a chi è abituato ai giochi più vecchi del brand.
Avendo molta esperienza con gli Assassin’s Creed di stampo originale – esclusi, dunque gli ultimi, più ruolistici – ritrovarmi in un gioco di questo tipo con uno schema comandi così diverso è stato abbastanza alienante. Per fortuna c’è la possibilità di modificare i tasti dal menu principale. Le funzioni di questo gioco, però, sono talmente tante (e spesso superflue) che, per certi versi, conviene lasciare tutto così com’è per poi abituarcisi giocando.

Assassin's
Le vie di fuga ci sono, ma spesso risultano farraginose.

Un parkour approssimativo

Il combat system, il sistema di parkour e il sistema di Stealth sono presi in maniera quasi identica dai più recenti giochi del brand. Con Assassin’s Creed Mirage, Ubisoft non torna alla raffinatezza del sistema che abbiamo visto in Unity e Syndicate. Preferisce, anzi, sviluppare un sistema contemporaneamente più automatizzato e più macchinoso di quanto si possa pensare.
Ad esempio, partiamo dal Parkour. Tenendo premuto A (o X su Playstation) il nostro personaggio entrerà in modalità Alto Profilo, come al solito. Premendo l’analogico sinistro, invece, il nostro personaggio correrà. Il che, onestamente, lo abbiamo trovato abbastanza strano, ma col tempo ci siamo abituati quanto basta da non confonderci. La pecca principale di questo sistema è, piuttosto, l’inesattezza continua di dove Basim salterà. Questo è un problema molto più comune su console last gen, va precisato.

Creed
Saranno sparsi nel mondo tanti diversivi… Ma spesso non avremo idea di come attivarli.

Anche su Series X capiteranno però momenti in cui salteremo in un punto fuori dal nostro input, oppure faremo dei salti a dir poco irreali. Ad avvalorare questa grossa fallacia di gameplay subentra anche l’estetica generale del gioco, che sfortunatamente non rende chiari i punti a cui arrampicarsi. Se negli Assassin’s Creed fino a Syndicate era abbastanza chiaro dove era possibile arrampicarsi, qui su Mirage saremo spesso costretti a direzionarci sui muri un po’ alla cieca, senza l’opportunità di pianificare dove saltare o dove scendere.

Assassin's Creed Mirage
Le tipologie di nemici sono poche, solo 3. A dirla tutta non risultano neanche tanto varie.

Un Combat System passabile, ma profondamente impreciso

Il Combat System è anche qui piuttosto diverso, pur sempre mantenendo alcune caratteristiche in comune con i vecchi Assassin’s Creed. Nonostante ci siano i soliti attacchi, difese, schivate e rompi-guardia, la cosa più strana è l’aggiunta di una barra di resistenza che si abbassa con quasi tutte le azioni effettuate. Schivate e attacchi consumano indiscriminatamente un po’ di resistenza, rendendo il gioco più lento di quanto dovrebbe essere. Il risultato è che eviteremo quasi sempre gli scontri proprio per non cadere nel rischio di fermare completamente il ritmo del gameplay.

Mirage
Attaccare alle spalle è al 90% la scelta migliore. Non perché il gioco sia difficile, ma perché altrimenti rallenta troppo.

Fortunatamente torna in maniera molto gradita il tasto di uccisione diretta quando non si è scoperti. Allo stesso modo ho apprezzato molto l’aggiunta di piccoli dettagli come lo spostamento automatico del cadavere quando si è nascosti dietro a un angolo. Nonostante queste piacevoli aggiunte, resto ancora un po’ insoddisfatto dalla rigidità complessiva di questo sistema. Assassin’s Creed è un gioco dal ritmo costante, anche nei combattimenti, ma qui sembra che si sia perso qualcosa.
È vero, magari il combat system di Mirage potrebbe essere più interessante dei suoi predecessori, ma troviamo che la mancanza di un ritmo di gameplay adeguato faccia più danni che altro, risultando a piè di pagina come un titolo a tratti singhiozzante nella sua struttura. Non aiutano le abilità sbloccabili tramite un sistema di punti abilità. Sì, sulla carta hanno senso, ma le funzioni sbloccate sono spesso troppo passive o dovrebbero già essere state presenti nel moveset di base. Su un gioco della durata di 15 ore complessive ci saremmo aspettati qualcosa di un po’ più raffinato. E purtroppo neanche altre aggiunte, come il sistema di upgrade di armi e armature, aiutano a raffinare la formula.

Creed
Il Parkour fa il suo dovere, più o meno.

Uno Stealth relativamente funzionale

Il sistema dedicato allo Stealth, invece, ci è sembrato funzionare abbastanza bene. Potremmo definirlo come il principale punto di forza di Mirage, anche se a dirla tutta è una magra consolazione. Mirage aveva (e ha) tutte le carte in regola per essere un Assassin’s Creed degno di nota, ma il pressappochismo nell’esecuzione di una formula ormai già collaudata lo ha reso un gioco a tratti poco piacevole. Resta comunque discreto, ma dopo una lunga stringa di giochi davvero degni di nota, Mirage traballa un bel po’.

Mirage
Carina l’idea di usare le aste per scendere con grazia.

Il Lato Tecnico

Mirage è esteticamente un titolo molto bello. Effetti particellari, character design e struttura generale della città lasciano intendere un mondo vivo e in grado di respirare, pieno di colori e di storie interessanti da scoprire. Le musiche sono forse tra le migliori dell’intera serie. Poche tracce, ma dal leitmotiv intenso, riescono a catturare l’attenzione anche nei momenti morti. Il doppiaggio e la localizzazione, come al solito, sono rigorosamente in italiano, e fortunatamente parliamo di un italiano di altissima fattura. Aggiungo, inoltre, di aver apprezzato tantissimo l’interpretazione di Claudio Moneta nel rappresentare Basim. Davvero molto bella e naturale.

Assassin's Creed
Per fortuna non mancano le viste mozzafiato.

In quanto a stabilità, infine, è evidente che stiamo parlando di un titolo di Current Gen in tutto e per tutto. Certo, gira anche su Xbox One e PS4 – la recensione è stata scritta proprio sulla base della versione Xbox One – ma l’esperienza non è ottimale. A differenza di altri giochi come Lies of P, il frame rate fatica davvero a mantenersi sui 30 FPS, con rare ma fastidiose situazioni in cui perfino il rendering non riesce a mantenersi al passo e arranca qualche secondo più tardi del dovuto nel tentativo di rendere l’esperienza divertente. Insomma, se siete intenzionati a prenderlo consiglio caldamente di giocarlo su un buon PC, su uno Steam Deck o sulle console Current Gen.

Creed
Poteva andar meglio, insomma, ma almeno Ubisoft non si smentisce mai. I suoi ambienti sono sempre molto belli.

Commento Finale

Mirage è un Assassin’s Creed che prova disperatamente a ritagliarsi quello spazio che giochi come Assassin’s Creed II o Black Flag hanno faticosamente tenuto per sé nel corso degli anni. C’è ancora troppo degli ultimi titoli della serie in Mirage, e questo lo trasforma in uno strano tentativo che cerca di catturare una formula che forse si è persa nel tempo.
Non riesce particolarmente bene in nulla, ma questo non significa che il gioco sia brutto, anzi. È solo che, a distanza di quasi 10 anni dall’ultimo Assassin’s Creed di stampo classico, ci saremmo aspettati qualcosa di più solido. Invece ci siamo trovati davanti un gioco che rappresenta un team di sviluppo che ci sta provando, ma forse non sa benissimo dove andare a parare per restituire lo stesso feeling. Consigliamo questo gioco quasi esclusivamente agli appassionati della serie, perché in generale non crediamo che possa lasciare un segno particolare, come hanno fatto certi suoi predecessori.

Pro

– Un ritorno alle origini (in qualche modo…)
– Doppiaggio di alta fattura
– Estetica ben pensata

Contro

– Poco stabile su Old Gen
– Troppe inesattezze di gameplay
– Glitch frequenti
– Sistema di parkour semplificato e impreciso
– Combat system lento e legnoso
– Complessivamente funzionale, ma scarno

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