La coop definitiva?
Il gioco online è stato un’innovazione davvero epocale, ma il gioco cooperativo online è quello che più mi ha divertito negli anni. Per questo giochi come Left 4 Dead hanno regalato a me e amici alcuni dei momenti più spassosi mai affrontati in un videogioco multigiocatore. Peccato che la serie si sia interrotta dopo due grandiosi episodi, lasciando noi cacciatori di zombie virtuali, a secco. Di giochi con mostri e schifezze assortite ce ne sono stati tanti, ma mai come la creatura di Turtle Rock Studios. Oggi però, dopo ben 12 anni dal lontano 2009, gli sviluppatori, grazie a Warner Bros. Games, sono tornati sui loro passi e, dopo aver cambiato il nome per evitare pasticci legali, hanno tirato fuori dal cilindro Back 4 Blood, gioco che prende quanto ci era piaciuto un tempo, lo espande e lo rende attuale.

Il mondo è andato a scatafascio per colpa del Verme del Diavolo, un “qualcosa” che contagia le persone e, nel caso più fortunato, le trasforma in zombie. Ci sono poi i sopravvissuti che cercano di evitare il peggio e infine ci sono gli Sterminatori, otto personaggi, di cui quattro da sbloccare, che per motivi diversi hanno scelto di passare all’attacco grazie alla loro speciale immunità. La storia bene o male è questa, portata avanti da dialoghi che approfondiscono un po’ la situazione ma lasciandoci il gusto di scoprire dettagli anche solo osservando location fatiscenti e abbandonate in fretta e furia. A differenza del passato ora i dialoghi tra i protagonisti sono anche doppiati in italiano e anche quando si scambiano battute nel cuore dell’azione è semplice ascoltare le loro storie o semplicemente il loro modo di affrontare l’apocalisse zombie. Il titolo fa un buon lavoro per rendere credibili ed empatici i personaggi, inserendo anche filmati molto adrenalinici che di solito aprono e concludono uno dei quattro atti presenti. Questi poi non sono schematicamente suddivisi in un numero di stage prefissato, ma offrono un numero variabile di livelli che, nel complesso, raggiungono le 33 unità, aumentando di parecchio il numero rispetto al passato. Va detto che alcuni stage sono più brevi e compatti, ma traggono forza dalle variabili che potremo incrociare lungo il cammino.

Con una storia che fa solo da sfondo, il gameplay assume un ruolo di primo piano, e per funzionare sceglie di essere semplice e immediato: ogni mappa ha un punto di partenza e uno di arrivo; nel mezzo ci sono tantissimi infestati semplici e un bel po’ di infestati speciali. Arrivate in fondo e avrete superato lo stage sbloccando quello successivo. Le variabili però non mancano e Back 4 Blood fa di tutto per rendere diversa ogni singola partita. Intanto lo Sterminatore che sceglierete, avrà una sua dotazione iniziale che potrete poi cambiare, ma anche due bonus passivi, uno per sé stesso e uno per la squadra. C’è che ha più vigore e può scattare più lungo, fornendo un bonus anche al team, c’è chi può portare più munizioni e chi ha più salute. Non mancano però casi più specifici come chi può sentire le minacce prima degli altri e chi offre una vita extra a tutti. A queste variabili si aggiungono quelle relative alle carte che potrete mettere nel vostro mazzo e che sbloccherete giocando. Potrete portare con voi fino ad un massimo di 15 carte e ad ogni livello potrete sceglierne una extra dalle cinque che verranno scelte a caso. La prima sarà poi quella che attiverete immediatamente e quindi mettere per esempio quella che trasforma il pugno corpo a corpo in un coltello, o quella che aumenta contemporaneamente diverse caratteristiche, possono essere tutte buone idee. Il numero totale delle carte è di 156, quindi diventa facile capire quanto la personalizzazione del proprio personaggio sia ampia.

Non sarete però i soli ad avere delle carte da utilizzare, poiché Back 4 Blood si affida anche ad un Game Director virtuale che sceglie casualmente alcune carte corruzione prima di ogni vostra partita. Potrebbe inserire sfide da superare, piazzando una boss fight all’interno dello stage, così come potrebbe far calare la nebbia nell’area; oppure potrebbe disseminare l’area di corvi che, se vi avvicinate troppo o se sparate loro, volano via e fanno immediatamente scattare un’orda. Questi malus possono però portare vantaggi in termini di punti rifornimento, ossia la valuta con cui potrete sbloccare via via oggetti tra skin, emblemi e ovviamente carte per creare il vostro mazzo ideale. Infine, non manca nemmeno la personalizzazione delle armi. In giro per le mappe troverete fucili, pistole, mitragliatrici e parecchie varianti a cui potrete applicare speciali accessori, anch’essi piazzati in scatole da aprire o in porte chiuse a chiave e sbloccabili sono con uno speciale kit. Sia le armi, sia gli equipaggiamenti hanno un livello di rarità che farà salire il numero di stelline dell’arma che solitamente parte da 5. Controllare questo numero è spesso più efficace di altri parametri, comunque visibili, e spinge quindi ad esplorare le mappe e a cambiare spesso l’equipaggiamento, almeno finchè non si raggiunge un’arma con 50 stelline o più. Il posizionamento delle armi, la possibilità di trovare ora una granata, ora una benda per curarsi, così come gli armadietti del pronto soccorso che possono esserci o meno, sono tutte variabili che cambiano le situazioni, specie quando si sceglie di affrontare il gioco alle difficoltà più alte. Queste sono in tutto tre, ma vi assicuro che già alla prima, ci saranno momenti davvero intensi. Iniziate tranquillamente da quella e poi, una volta terminata la campagna dalla durata di circa 20 ore, avrete un po’ di carte per poter tentare la seconda.

Essendo un gioco dove si spara un sacco, il gunplay deve dimostrarsi più che valido e per fortuna questo aspetto non delude mai. Le armi hanno il giusto peso anche quando entrano in gioco le modifiche date dalle carte e ci si trova a far volare piombo ed esplosivi in men che non si dica. I colpi impattano con efficacia sui nemici, con quelli più tosti che danno anche parecchia soddisfazione quando si eliminano colpendo i loro punti deboli. Il numero delle loro varianti speciali è cresciuto e accanto a nuove leve come i Picchiatori e gli Stritolatori, si affacciano anche mostri che sono richiami evidenti del passato. Va poi detto che le situazioni in cui ci imbatteremo sono anche piuttosto varie, come quella in cui bisogna difendere un jukebox che fa da diversivo suonando musiche famose, quelle in cui bisogna trovare e distruggere degli schifosissimi nidi e semplicemente salvare superstiti catturati e imbozzolati. I movimenti sono reattivi e tutto funziona al meglio, soprattutto se starete giocando con amici. Back 4 Blood funziona a pieni giri solo quando giocherete con persone che conoscete, visto che il gioco in singolo con i BOT è possibile ma non offre ricompense da sbloccare (le carte le avrete già tutte dall’inizio). Scegliendo di giocare online con sconosciuti, anche se i BOT potrebbero comparire per riempire una squadra in attesa di ulteriori giocatori, potrete ottenere i punti rifornimento per gli sbloccabili ma non è raro vedere gente che va a zonzo da sola, morendo poi malissimo, o che si allontana dalla console senza scollegarsi, lasciandovi in ogni caso con la squadra ridotta numericamente. Piccola nota finale per la modalità Sciame, l’unica alternativa PvP del gioco che mette 4 giocatori nei panni degli Steriminatori e 4 giocatori nei panni di Infestati speciali. Non siamo di fronte alla campagna mista che avevamo giocato in Left 4 Dead, ma avremo solo alcuni round da giocare in parti di mappa, in cui vince chi resiste più a lungo. Carina, ma da considerare solo come semplice diversivo dalla Campagna Coop.

Abbiamo giocato Back 4 Blood su PC, Xbox Series X, Xbox One e PlayStation 5, testando l’efficacia del cross-play che garantisce a tutti i giocatori di divertirsi insieme anche da sistemi diversi. Inoltre abbiamo constatato che su tutti gli hardware il gioco scorre fluido e senza intoppi. Ovviamente su Xbox One il frame rate scende a 30 fps, ma anche su un PC con una scheda grafica RTX 2060, si riusciva a conciliare una buona risoluzione Full HD con un framerate ancorato ai 60 fps, granitici anche sulle console di nuova generazione. L’ambiente è piuttosto statico ai nostri colpi e talvolta si vede qualche nemico di grosse dimensioni coinvolto in glitch con lo scenario, ma l’occhio, specie quando arrivano le temute orde, avrà altro a cui pensare. In generale sia i nemici, sia i personaggi, sia gli ambienti sono curati e dimostrano la qualità di un gioco fatto per far divertire in compagnia. Tutta la parte audio è molto valida, con armi che suonano in modo diverso ma soprattutto con i rumori ambientali che possono farvi scovare un nemico in agguato o un sopravvissuto da salvare. Notevoli anche le musiche rock e metal che sanno mettere il giusto pepe alle situazioni più movimentate. Il doppiaggio è presente anche in italiano ed è consigliabile attivarlo dalle opzioni per seguire meglio quello che raccontano i personaggi. I professionisti coinvolti tra l’altro prestano le loro voci in modo convincente e spesso, grazie alle battute che pronunciano, riescono anche a strappare un sorriso.

Se aspettavate un gioco cooperativo con cui farvi quattro risate mentre in game succede il finimondo, Back 4 Blood sarà il vostro gioco dell’anno. Insieme ad un gruppo affiatato ci si può organizzare su quali potenziamenti comprare, dove andare, come dividersi le armi che si trovano, chi colpire e quando scappare. Giocare così lo rende uno dei titoli più ingaggianti e divertenti dell’anno, al pari di It Takes Two in ambito cooperativo, ma più rigiocabile per via delle tantissime variabili che saltano fuori di partita in partita. Giocato da soli o comunque online con sconosciuti, perde molto del suo fascino perché, anche collaborando non nascono quelle storie tanto sceme quanto memorabili che si possono vivere solo con amici. La buona notizia è che il gioco è disponibile senza costi aggiuntivi per tutti gli abbondati al Game Pass, facilitando l’incontro dei giocatori Xbox e PC. Comunque anche il cross-play fa un grandissimo lavoro di aggregazione e non è mai stato facile come oggi trovarsi con qualche amico online per affrontare l’apocalisse zombie più spassosa del decennio.
- – Gameplay semplice e veloce
- – Cooperativa eccellente
- – Tante mappe e tantissime variabili
- – Personalizzazione tramite carte
- – Comparto tecnico di valore e scalabile
- – Game Pass e cross-play
- – Da soli o con sconosciuti perde parecchio
- – PvP accessorio
