Batman: Arkham Origins – Recensione

La generazione di console attuale è stata davvero ben disposta nei confronti di Batman. E’ dai tempi del Super Nintendo e del mai dimenticato Batman: Returns di Konami che i videogiocatori non muovevano sullo schermo una versione digitale così fedele al personaggio originariamente creato da Bob Kane. Con Batman: Arkham Asylum prima e Batman: Arkham City dopo, gli sviluppatori Rocksteady ha creato una saga incredibile, riuscendo ad accontentare anche i fans più sfegatati del Cavaliere Oscuro. Dopo una conclusione shock del loro secondo capitolo, la direzione di un terzo episodio è stata affidata al team canadese che si occupò della Armored Edition di Batman Arkham City per Wii U. Un cambio che ha fatto discutere gli appassionati e che ha gettato diverse ombre su questo Batman: Arkham Origins. Ombre che, prova alla mano, sono scomparse dopo aver provato a fondo il gioco.

Come suggerisce il titolo stesso, ci troveremo ad affrontare un’avventura che fa da prequel a quanto narrato nei precedenti giochi. Sono due anni che Batman vigila su Gotham City insieme al fidato Alfred ed ha già un’ottima varietà di gadget e di mezzi di trasporto (no, purtroppo niente batmobile…). La sua leggenda sta lentamente crescendo tra i malviventi e i poliziotti corrotti, tanto che alcuni lo reputano un fantasma e una creatura soprannaturale. Nella notte della vigilia di Natale però, un criminale noto come Maschera Nera mette una taglia enorme sulla testa del Cavaliere Oscuro, richiamando l’attenzione di otto criminali che non vedono l’ora di incassarla. Sapendo di non poter ignorare questa sfida per non causare ritorsioni contro i civili, Batman esce dalla Batcaverna a bordo del suo Batwing ed inizia ad indagare.

Questo è l’incipit che viene fornito al giocatore per tornare a muoversi per i tetti e le strade di Gotham come nel precedente Arkham City. Anche questa volta ci troviamo dunque di fronte ad una sorta di free roming supereroistico in cui dovremo andare in giro per la città cercando di fermare i criminali al soldo di Maschera Nera, compiendo missioni secondarie e crimini casuali che si perpetreranno nei vari quartieri della metropoli. Parlando di Gotham City e quindi della mappa di gioco non si può non notare la sua maggiore grandezza rispetto al secondo capitolo. I quartieri che nel futuro della serie diventeranno parte di Arkham City sono al loro posto, seppur modificati per sembrare semplici quartieri, inizierete l’avventura in una zona della città inedita che sarà collegata alla “vecchia” attraverso il grande Gotham Pioneers Bridge, un ponte piuttosto lungo che ricorda quello di Brooklyn.

Se la mappa è raddoppiata, il gameplay alla base della serie è rimasto immutato. Il giocatore avrà sempre un obiettivo principale da raggiungere per portare avanti la trama principale, ma sarà continuamente “disturbato” da una città che propone sempre qualcosa da fare in alternativa. Verrete a conoscenza di un losco figuro chiamato Enigma che ha disseminato la mappa di file compromettenti, oltre ad aver bloccato alcune torri di comunicazione che vi impediscono di raggiungere rapidamente alcune zone della città tramite il Batwing. Avrete così pacchetti di dati da raccogliere alla stregua dei trofei dell’Enigmista delle passate uscite, ripetitori wireless da distruggere e antenne radio da scalare per sbloccare il viaggio rapido da una parte all’altra della città. Oltre a queste attività, compariranno poi crimini da sventare che potranno essere portati a termine per ricevere una buona dose di punti esperienza con cui acquistare i tanti potenziamenti disponibili. Non aspettatevi però chissà quale varietà, visto che tali crimini si risolvono sempre con una zuffa in cui il nostro dovrà mettere ko tra i dieci e i venti nemici che si affollano nel punto indicato.

Approfittiamo dell’argomento per parare del sistema di combattimento che ritorna intatto anche in questo prequel. Un tasto per colpire e uno per contrattaccare saranno sufficienti per sbaragliare i primi nemici che vi troverete davanti, anche se possiamo tranquillizzarvi sul versante vaietà perché non impiegherete molto per veder comparire sulla scena nemici armati di coltelli, di scudi e armi da fuoco, arrivando a incontrare storditori elettrici, giganti e persino una nuova varietà caratterizzata da lottatori che potranno contrattaccare esattamente come voi. A quel punto vi serviranno le schivate, i colpi di mantello per stordire i nemici corazzati, i ko istantanei eseguibili dopo una combo di minimo otto colpi, gadget rapidi come batarang e gel esplosivo e tante altre mosse vecchie e nuove che renderanno gli scontri una vera gioia per gli occhi e per il gameplay. Segnaliamo infine che questi scontri sono stati resi molto più difficili che in passato aumentando la velocità d’attacco dei nemici. Chi guarda probabilmente non si accorgerà del cambiamento, ma il giocatore avrà una finestra temporale molto più breve rispetto ai due capitoli precedenti in cui premere il tasto del contrattacco o comunque eseguire una schivata. Questa cosa si nota principalmente al livello di difficoltà maggiore dei tre disponibili, ma farà sicuramente felici tutti quei giocatori che hanno trovato i precedenti episodi abbastanza semplici anche in modalità difficile. La fisicità degli scontri è quindi maggiore rispetto al passato e anche se moltissime animazioni sono rimaste identiche, si respira un’aria diversa proprio grazie a questo innalzamento generale della difficoltà e all’aggressività dei nostri assalitori che spesso attaccano insieme o comunque molto di frequente.

Chi conosce la serie però sa bene che è sempre stata presente una grossa componente stealth che richiede di liberare alcune stanze al cui interno sono presenti nemici armati di armi da fuoco. In questo caso gettarsi a testa bassa all’attacco comporta morte certa e occorre pianificare attentamente una propria strategia fatta di gadget da utilizzare, di trappole da tendere e posizioni di vantaggio da cui effettuare ko istantanei. Questa parte non è cambiata molto rispetto al passato e se si escludono alcuni gadget che permettono nuove possibilità, si può affermare che la giocabilità è rimasta immutata. Le mappe per queste sfide sono state ben strutturate con condotti dell’aria, grate e posizioni sopraelevate, mentre i nemici agiscono in maniera coordinata per trovarci e sanno diventare imprevedibili quando, presi dal terrore iniziano a voltarsi continuamente per paura di essere messi ko. Alcuni limiti nell’intelligenza artificiale permangono, ma è facile pensare che siano state fatte alcune eccezioni per permettere al giocatore di evitare fastidiosi gameover (capita di utilizzare il rampino per issarsi al sicuro e di non essere visti dai nemici nelle posizioni sopraelevate anche se gli si passa a un metro).

Diverso invece l’approccio relativo ad alcuni casi di omicidio che dovranno essere risolti per mettere l’assassino dietro alle sbarre. La modalità detective torna al completo, con la possibilità di vedere i nemici dietro i muri e di distinguere quelli armati da quelli che lottano a mani nude. Quando però si arriva sulla scena di un crimine (opportunamente segnalata sulla mappa) potremo analizzare le prove presenti e soprattutto ricreare virtualmente l’accaduto guardando quello che è successo. In questo modo potremo mandare avanti e indietro l’azione cercando indizi che possano portarci ad analizzare oggetti e scoprire ulteriori indizi sull’assassino. Questa procedura è piuttosto veloce, semplice e guidata, con tanto di percentuale che ci indica se la scena del crimine è stata analizzata nella sua interezza. Il bello però è che ci si sente realmente coinvolti nel seguire tracce, traiettorie di proiettili e quant’altro, andando ad arricchire l’esperienza di gioco e aumentando ulteriormente l’immedesimazione con il personaggio.

Il sistema di potenziamento è stato leggermente modificato. Come già scritto, tutto ruota attorno ai punti esperienza che potrete ottenere andando in giro per Gotham City, ma questa volta le varie sfide presenti nel menu serviranno a sbloccare particolari gadget che altrimenti non potreste ottenere. Il Batarang shock sonico per esempio, non vi verrà assegnato con il procedere della storia o con il semplice acquisto in un menu, ma dovrà essere conquistato completando una serie di azioni molto specifiche. Per avere tutte le possibilità offensive quindi non dovrete solo ottenere un certo numero di XP, ma dovrete dimostrare di meritarvele, adempiendo a questi compiti.

Per mantenere il disco di gioco nella console, è stata anche introdotta per la prima volta una componente multigiocatore (non disponibile per la versione per Nintendo Wii U). Sviluppata da Splash Damage, riesce ad essere effettivamente originale, grazie ad una suddivisione delle squadre particolare. Otto giocatori potranno sfidarsi in quattro mappe differenti in cui tre faranno parte della banda di Joker, tre della banda di Bane e due impersoneranno i panni di Batman e Robin. Il questo deathmatch atipico i membri delle bande dovranno conquistare e difendere posizioni, mentre i due eroi dovranno cercare di metterli ko aumentando il loro indice di minaccia. Interessante poi notare che i membri della banda che riusciranno a raggiungere un particolare punto della mappa, vedranno il proprio scagnozzo diventare Joker o Bane stessi, godendo così di armi e abilità speciali devastati. Purtroppo il problema di questa modalità multiplayer deriva dal fatto che durante le nostre prove effettuate su Xbox Live non abbiamo incontrato molti giocatori e ci è risultato ostico partecipare in tempi brevi. E’ molto probabile che i giocatori vedano (giustamente) Batman: Arkham Origins come un’avventura per giocatore singolo e che per questo si dimostrino piuttosto scettici verso questa comunque interessante modalità per più giocatori. Possiamo solo sperare che in seguito la situazione migliori.

Batman: Arkham Origins anche graficamente non si discosta molto dai suoi predecessori, soprattutto dall’onnipresente secondo capitolo. La città, costantemente colpita da una nevicata è ben strutturata nella sua planimetria e riesce a rendere bene la cupezza di una città assediata da criminali di ogni risma. Troverete vicoli malfamati, fogne, una galleria che dovrebbe essere adibita allo shopping, così come tanti interni differenti che vanno da una nave da crociera modificata per l’occasione ad un hotel di lusso, passando per una banca, un tribunale e il commissariato di polizia e molto altro. La cura per il dettaglio e la voglia di non proporre nulla di quanto visto in passato hanno la meglio, anche se texture e animazioni sono state in buonissima parte riprese da Arkham City. Il sonoro è curato in maniera incredibile con musiche epiche ed esaltanti a sottolineare le nostre gesta e un doppiaggio italiano perfetto che ripropone le voci già ascoltate nei due capitoli precedenti.
Abbiamo completato il gioco in una quindicina di ore abbondanti, cercando comunque di raccogliere quasi tutti i dati sparsi per la città da Enigma. Nonostante questo rimangano ancora tante cose da fare tra cui sfide di combattimento e sfide predatore da eseguire cercando di ottenere medaglie legate al punteggio o ad azioni specifiche intraprese. Inoltre, anche quando avrete completato il gioco, potrete riaffrontarlo nella modalità Nuova partita + dove i nemici saranno più complessi e meglio armati e una volta terminato anche con quella configurazione, potrete affrontare la sfida definitiva con l’opzione Io sono la notte, una sfida estrema in cui avrete una sola vita per portare a termine il gioco.

Batman: Arkham Origins può essere considerato un “more of the same”, ossia uno di quei titoli che riprendono quanto fatto in passato e lo ripropongono senza migliorarlo in maniera significativa. L’evoluzione che c’è stata tra Arkham Asylum e Arkham City questa volta è assente, ma nonostante ciò rimane un gioco incredibile e ben realizzato. La storia è ben narrata e appassiona grazie a protagonisti interessanti e ben caratterizzati, la realizzazione tecnica è buona ricreando alla perfezione un mondo di gioco vivo e pericoloso e infine la caratterizzazione del protagonista è stata centrata in pieno ancora una volta. Entrare nella tuta di Batman per salvare la propria vita e Gotham stessa è un piacere innegabile, così come giocare con i suoi gadget, mettere alla prova il proprio intelletto e le proprie abilità sul joypad in scazzottate fuoriose e mai così complesse da gestire. Se tutti i “more of the same” fossero come questo ci sarebbe davvero poco da lamentarsi. Ora però vogliamo vedere a cosa sta lavorando Rocksteady e scoprire se l’ipotetico Batman: Arkham World sarà davvero una realtà sulle console di prossima generazione.

Pro
  • – Diventare il Pipistrello è ancora oggi bellissimo
  • – Storia appassionante e boss fight belle e impegnative
  • – Mappa di gioco grande il doppio
  • – Avrete sempre qualcosa da fare, anche dopo averlo completato
  • – Combattimenti più difficili
Contro
  • – Poche novità nel gameplay rispetto al passato
  • – Multiplayer poco giocato
  • – Qualche bug sparso qua e la, ma, dopo alcuni problemi PC poi corretti, niente che ne impedisca la fruizione.

Ultimi articoli

Ultime news

Tchia arriva su Steam

Lo studio di sviluppo Awaceb e l’editore Kepler Interactive hanno annunciato oggi che Tchia, l’amata e sentita lettera d’amore alla Nuova Caledonia, arriverà su Steam

Leggi Tutto »

Questo sito utilizza cookie, anche di proprietà di terze parti, che consentono di inviare messaggi pubblicitari in linea con le preferenze dell’utente. Continuando la navigazione si considera accettato tale uso. Leggi l’informativa cookie: in essa sono indicate anche le modalità con cui potrai disabilitarli in qualsiasi momento.