Il vero ritorno di una leggenda dei platform
Chi ha conosciuto Crash Bandicoot agli esordi su Playstation One, conosce la potenza di quella che fu addirittura eletta come la mascotte di Sony, quando ancora si parlava di personaggi su una piattaforma piuttosto che un’altra. Questi fan si sono giocati tre platform uno più bello dell’altro, uno spin-off con i kart che ideologicamente riusciva anche a speronare quello di un celebre idraulico e poi… il nulla. O meglio una serie di capitoli che lasciavano il tempo che trovavano e che provavano a vivere del nome che portavano. A 22 anni di distanza da Warped, Crash ritorna con Crash Bandicoot 4: It’s About Time, quarto capitolo ufficiale. Con i creatori Naughty Dog che ormai hanno preso altre strade, il compito spetta ad Activision e a Toys for Bob, sviluppatori che hanno già dimostrato di saperci fare quando ci hanno riproposto la trilogia di Spyro.

Avevamo lasciato Neo Cortex, il Dr. N. Trophy e Uka Uka confinati in una prigione extra dimensionale alla fine del terzo capitolo e qui li ritroviamo appena prima di riuscire a fuggire e danneggiare il continuum spazio temporale. L’unica cosa da fare per Crash sarà affrontare una serie di livelli, alcuni boss e diversi mondi a tema per riparare il danno fatto dai suoi nemici. La storia è tutta qui e, come ormai sappiamo, avendo fatto esperienza attraverso altri platform, in questo genere non serve altro. Al massimo ci aggiungiamo alcune nuove maschere quantiche che andranno recuperate e che ci offriranno ogni volta nuovi poteri da usare in sezioni specifiche in qualità di power up momentanei per Crash o Coco (la sorella di Crash che potrete selezionare a piacimento ma che non differisce minimamente dal protagonista). L’avanzamento attraverso i mondi è lineare e meno libero rispetto ad altre uscite precedenti, ma non si sente la necessità di intraprendere strade differenti da quelle su cui ci portano i binari della trama. I dialoghi tra i personaggi ci sono, ma è stata mantenuta la voglia di creare siparietti utili per la storia, senza però lasciarvi con le mani in mano per più di due minuti. Tutto il focus è quindi incentrato sul gameplay ma non mancano collezionabili e attività extra che possono approfondire vari aspetti del mondo di Crash Bandicoot, come mai fatto prima.

E allora parliamo di questo gameplay, ingrediente fondamentale per capire se questo Crash 4 merita di entrare nella numerazione ufficiale. La risposta è un sì immediato, visto che questa nuova uscita fa tesoro dei remake rilasciati 2 anni fa e si ricorda di migliorare alcuni punti deboli di quell’uscita, una su tutti la precisione nei salti. Se prima non era sempre chiarissimo capire la distanza tra Crash e un buco nel terreno, piuttosto che un nemico da colpire tramite lo storico attacco rotante, ora è tutto più semplice, specie per la gestione dei salti. Basta premere il tasto per saltare per vedere sul terreno sotto al nostro marsupiale un indicatore giallo che indica il punto di atterraggio. Sulle prime non mi è sembrato particolarmente elegante, visto che di solito basta l’ombra, ma considerando la selva di situazioni in cui vi troverete in volo, a rimbalzare su casse e altre diavolerie, la scelta è assolutamente funzionale. Sono poi migliorate anche le collisioni con i nemici anche se mi è capitato ancora di perdere una vita contro alcuni soggetti perché a volte l’attacco funziona e altre volte no. Per fortuna è raro, però non è simpatico quando accade senza un apparente motivo. Ad arricchire un’azione fatta di salti e attacchi ci pensano le maschere quantiche, tutte dotate di poteri che ci permettono di interagire con la realtà e di conseguenza con il livello. La prima che incontrerete per esempio fa apparire o sparire elementi dello stage, casse e altre parti, chiedendo di alternare le due realtà, solitamente mentre siete in volo. Senza volervi rovinare la sorpresa per le altre, sappiate che le loro funzioni non sono particolarmente originali, ma sapranno sicuramente complicarvi la vita all’interno di stage già piuttosto complessi.

Una cosa che i vecchi fan ricorderanno dei primi tre Crash (anche grazie alla recente trilogia) è il livello di sfida. Diciamo che la serie ha sempre avuto diversi livelli di difficoltà, pur senza mai mettere un selettore nelle opzioni: si può giocare per il gusto di arrivare alla fine di ogni livello, si può ambire a raccogliere la gemma nascosta rompendo le casse o si possono affrontare i livelli in modalità time attack per ottenere un ulteriore collezionabile. Riuscire a fare tutto era una sfida che solo i giocatori più navigati potevano tentate, ma Crash Bandicoot 4 si spinge ancora oltre, oserei dire, molto oltre. Se siete giocatori inesperti c’è una notizia buona e una cattiva: la buona è che potrete giocare in modalità Moderna, con vite infinite e con vari checkpoint durante lo stage. La cattiva è che anche in questo modo il gioco vi farà morire un sacco di volte, tanto da farmi consigliare questa modalità anche ai veterani, così che possano studiare lo stage senza dover contare le vite che, se esaurite, ci riporterebbero all’inizio del livello. Perché va studiato lo stage? Perché gli sviluppatori hanno disseminato ogni livello con un sacco di trappole fatte apposta per farvi fuori, oltre che con passaggi su casse che vanno affrontati con logica e strategia, oltre che con tempismo, precisione e prontezza di riflessi.

Considerate inoltre che ognuno dei livelli che affronterete, a parte quelli dei boss, nascondono sei gemme da recuperare, di cui tre che vi vengono date raccogliendo almeno il 40%, il 60% o l’80% dei frutti Wumpa, una si recupera superando lo stage senza morire più di tre volte, una si trova nel livello e va scovata e l’altra ve la mettete in tasca solo se romperete tutte le casse. Non manca poi il time attack che vi vuole veder fare tutto il livello entro tempi limite sempre più ristretti per ottenere l’oro, con casse che bloccano il cronometro e che vanno obbligatoriamente colpite, e senza mai morire, pena il ricominciare da capo stage anche piuttosto lunghi. Poi ci sono i livelli invertiti che sono speculari e spesso hanno modifiche alla struttura, poi ci sono 21 livelli flashback che richiedono acrobazie degne di un funambolo, livelli su più piani temporali che vi mettono ai comandi di altri personaggi e infine un premio che potrete ottenere completando ogni livello senza morire e raccogliendo al contempo tutte le gemme in quell’unico tentativo… Tutto questo per dirvi che questo è il Crash Bandicoot con più livelli e più sfide in assoluto, ma dovrete avere la pazienza e la perseveranza di un monaco tibetano se vorrete essere tra i pochi che potranno vantarsi di aver completato al 100% questa nuova uscita.

Se il livello di difficoltà potrebbe essere fonte di diversi intoppi per i giocatori più piccoli e meno navigati (o con nervi meno saldi), il comparto tecnico dovrebbe mettere d’accordo tutti: il nuovo Crash e tutto il suo mondo sono stati ricreati in modo eccellente, con personaggi migliorati anche rispetto alla trilogia remake ma soprattutto con livelli ricchissimi di dettagli e di nemici unici. La fluidità dell’azione garantisce sempre un ottimo controllo, anche durante le tante sezioni in cui rimbalzerete sulle casse, mentre non sono sempre leggibili alcune sessioni sulle rotaie, con passaggi in cui talvolta si viene ingannati dalla prospettiva e si perde qualche cassa per strada (e di conseguenza la possibilità di ottenere una delle gemme e la relativa skin che si sarebbe sbloccata). Valide anche le musiche che ci accompagnano nell’azione e il doppiaggio in italiano che si dimostra di alta qualità, così come la traduzione dei testi. Per gli amanti del gioco con amici in locale vi segnalo che è anche presente una modalità in cui ci si passa il controller, in cui ci si può sfidare a chi arriva più lontano in un livello e a chi riesce a rompere più casse. Nulla di sorprendente ma è comunque una piacevole aggiunta che ci ricorda l’atmosfera anni ’90 delle origini.

Crash Bandicoot è finalmente tornato. Dopo oltre vent’anni e una sfilza di giochi poco ispirati che spesso nulla avevano a che fare con gli originali, arriva un capitolo che prosegue con coerenza questa grandissima serie. Cercando di accontentare tutti però Toys for Bob ha messo un freno all’originalità, non tanto per ambientazioni o nemici, ma proprio sul gameplay, limitando le novità ad espedienti che si vedono ormai da anni in platform tripla A, ma anche in diversi progetti indie. Visto il risultato finale e il rischio che gli sviluppatori si sono presi per riportarci un gameplay tanto amato, questo freno è più che giustificato, ma da un ipotetico Crash 5 ci aspettiamo vere evoluzioni che non siano solo quantitative. Infine occhio al livello di difficoltà: se i giochi della N.Sane Trilogy vi hanno dato problemi, qui potreste averne qualcuno di più, soprattutto se puntate a completare il gioco al massimo delle sue possibilità.
- – Finalmente un nuovo Crash Bandicoot!
- – Il caro vecchio gameplay di sempre
- – Mai così tanti contenuti in un gioco di Crash
- – Sfide a non finire
- – Grafica e sonoro ispirati e fluidi
- – Nessuna vera innovazione per la serie
- – Alcune sfide opzionali sembreranno folli ai più
