Cyberpunk 2077 – Recensione

Il gioco più ambizioso di sempre. Delusione? Ma anche no!

Cyberpunk 2077 è vissuto nel mito per 8 anni, più precisamente per circa 3100 giorni. Tempo impiegato per creare un universo complesso che potesse ospitare uno dei giochi di ruolo più profondi mai creati, con grande impegno di centinaia di persone. Dopo tutto questo lavoro, ad appena 24 ore dal lancio, il titolo divideva la rete tra chi lo annunciava come un capolavoro e chi asseriva di essere stato addirittura truffato. La tempesta è poi aumentata: dopo una decina di giorni scarsi Sony lo ha eliminato addirittura dal suo store online e, insieme a Microsoft, ha permesso agli utenti insoddisfatti di chiedere il rimborso. Partendo da questa situazione atipica, capirete che questa non sarebbe potuta essere una recensione standard: dovremo infatti parlarvi dei grandi pregi di un gioco che potreste comunque odiare e dei pesanti difetti di un’esperienza che potreste amare alla follia. Un buon inizio per i controsensi che ci riserva Night City…

La storia di sviluppo del gioco è interessante e unica quasi quanto quella che ci viene raccontata da CD Projekt RED, ma stavolta non possiamo partire dall’analisi di questa componente. Per parlare di Cyberpunk 2077 bisogna analizzare subito il comparto tecnico. Lo sviluppatore polacco, già autore dell’apprezzatissima trilogia di The Witcher, in questi anni ci ha mostrato video che ci hanno fatto sognare un mondo di gioco incredibile, ma questa qualità e questo dettaglio avevano un prezzo. I continui rinvii hanno alimentato dubbi e, arrivata l’uscita, il disastro si è compiuto: tutti i possessori di Xbox One e PS4 standard si sono ritrovati davanti ad un gioco semplicemente ingiocabile. Rallentamenti enormi che creavano problemi alla mira, cittadini di Night City che sembrano manichini in movimento, bug e glitch così presenti e significativi che hanno costretto CD Projekt RED ad avviare una campagna di rimborsi, oltre ad una continua rincorsa per la risoluzione dei problemi tramite patch anche molto corpose visto che siamo già alla 1.05 in nemmeno due settimane. Su hardware più performanti, passando dalle console mid-gen come PS4 Pro e Xbox One X fino alle nuove PlayStation 5 e Xbox Series X, molte di queste difficoltà però svaniscono e permettono a Cyberpunk 2077 di svelare davvero il motivo per cui lo abbiamo atteso così a lungo.

La versione migliore e più rifinita ad oggi sembra comunque quella PC, da sempre usata per mostrare al mondo il lavoro di CD Projekt RED. In redazione lo stiamo giocando su configurazioni molto diverse, compreso un portatile che monta un processore i7 e una scheda video RTX 1650 Max, su cui gira senza problemi con i settaggi grafici a livello medio, a risoluzione Full HD. Per giocare in 4K, magari combinato con il ray-tracing, le cose si fanno più complesse e tecniche ma, in linea generale, se non avete una scheda grafica di ultima generazione come la GTX 3080, abbandonate l’idea. Stiamo comunque parlando di configurazioni altissime e costosissime che, vogliamo sottolinearlo, non sono necessarie per godersi Cyberpunk al meglio. Bisogna però fare distinzione tra il vedere il gioco al suo massimo splendore e riuscire comunque a giocarlo senza quei problemi che affliggono le versioni delle console old-gen.
Riepilogando un’ultima volta, tanto per essere chiari: avete PlayStation 4 e Xbox One standard? Non comprate Cyberpunk 2077. Avete PS4 Pro e Xbox One X? Potete giocarlo ma non aspettatevi le meraviglie viste nei trailer. Avete PlayStation 5 e Xbox Series X|S? Per ora giocherete benissimo la versione old-gen, dovendo convivere solo con un po’ di bug e glitch, in attesa che arrivi l’aggiornamento gratuito alla versione next-gen e sperando che non porti con sé ulteriori problemi. Avete un buon PC? Il gioco è molto scalabile e potrete godervelo senza problemi a patto di configurare con attenzione i settaggi grafici.

È vero che il gioco è stato ufficialmente rilasciato per console su cui, ad oggi, è praticamente ingiocabile, però affossare un’opera di questo peso, dopo i tanti sforzi fatti da CD Projekt RED per portarci questa intricata avventura sarebbe molto ingiusto. L’inizio potrebbe essere troppo guidato per quello che ci era stato mostrato, ma appena il prologo vi permetterà di andare in giro per una piccola parte di città, capirete la grandezza di questa uscita. Un prologo che già da solo può durarvi anche più di dieci ore nel caso vogliate affrontare sfide opzioni e attività collaterali. Le primissime ore servono per raccontarci qualcosa di Night City e dell’universo fantascientifico in cui verremo immersi. Alcuni tutorial ci insegneranno a gestire il personaggio, ad agire in modo discreto o brutale e a riconoscere le missioni che potremo completare e quelle in cui dobbiamo migliorare ancora. Gestiremo dialoghi in cui potremo scegliere risposte attivabili solo avendo raggiunto un certo valore numerico con la caratteristica interessata tra le cinque presenti, ma potremo anche creare bivi narrativi che determineranno missioni secondarie future o alleanze. Si potrebbe andare avanti per moltissimo tempo riguardo il livello di dettaglio che caratterizza il progresso di Cyberpunk 2077, senza mai scalfirne la superficie. Pensate che la guida ufficiale del gioco raggiunge quasi le 500 pagine.

Se qualcuno si stesse chiedendo cos’è Cyberpunk 2077, si potrebbe fare un paragone con la serie di Fallout, ma invece di girare per lande devastate e solitamente poco popolate, vi aggirerete all’interno di una città vivissima del futuro, con annessi dintorni. Il mondo di gioco potrebbe sembrare più piccolo ma ci saranno ad aspettarvi sei distretti a loro volta suddivisi in almeno altre due aree, con personaggi, missioni e nemici caratteristici. Scegliere chi aiutare, chi tradire, agire d’impulso durante eventi che richiedono una reazione rapida, cambierà lo sviluppo di una storia che, oltre ad avere tre diversi inizi, in base al personaggio che deciderete di creare, avrà anche diversi finali, spingendo a giocare e rigiocare il titolo in modi diversi, fosse solo per il modo in cui migliorerete V, il protagonista che potrà essere maschile o femminile.

Tutta l’esperienza si vive in prima persona, a parte quando si guida, in cui, volendo, potrete selezionare la visuale esterna. Nel gioco si combatte con armi di vario genere, ma si può anche agire in modo più discreto, facendo progredire tra l’altro le abilità che userete. Vi piace usare lo stealth? Migliorerete la vostra furtività. Usate spesso le pistole? Migliorerete la vostra capacità con quel tipo di armi. Hackerate ogni cosa che vi capita a tiro? Ecco salire la vostra abilità con la tecnologia. Con queste azioni sbloccherete punti talento che potrete poi investire in uno dei dodici skill tree che caratterizzano le vostre capacità, rendendo inizialmente molto complesso scegliere come spendere il vostro punticino, nonostante ogni albero abbia solo pochi talenti disponibili quando sarete ancora di basso livello.

Non fate l’errore di considerate Cyberpunk come un GTA del futuro, perché la sua profondità, così come la gestione di statistiche e numeri da gioco di ruolo, sono infinitamente maggiori. Queste caratteristiche lo rendono inizialmente meno immediato, con menu pensati per essere navigati con il mouse ma che, dopo un po’ di pratica diventeranno familiari anche a chi usa il pad e non sa che quest’opera deriva da un RPG pen & paper. Ma va bene così, perché di tempo per familiarizzare con le sue dinamiche ne avrete in abbondanza. Queste caratteristiche vanno poi contro ad alcune situazioni che ci vedono morire dopo aver sparato entrambi i colpi di una doppietta contro un criminale in canottiera che però “era di alto livello”, ma se si vuole un GDR bisogna accettare le sue regole. Meno accettabili sono invece alcune imprecisioni dell’IA nemica che, specie durante gli approcci stealth, non si dimostra molto sveglia e tende a seguire ronde e comportamenti talvolta irreali. Meglio gli scontri a fuoco, specie quando si iniziano ad avere armi più interessanti e si aggiungono componenti come mirini, silenziatori e quant’altro. La presenza di bottino diviso in varie categorie che vanno dal comune al leggendario, sono poi un’ulteriore spinta ad affrontare più situazioni possibili, senza però risultare obbligatorie per chi preferirà seguire la trama.

E finalmente parliamo della trama, lasciata per ultima perché strettamente legata al mondo di gioco e a come vorrete svolgere le missioni. Il protagonista V è un signor nessuno che può avere tre diverse origini. Tutte convergeranno presto in un filone principale che lo vedranno allearsi con Jackie Welles, un poco di buono dal cuore d’oro che lo farà interagire con pezzi grossi e con lavoretti sempre più pericolosi. Dopo un po’ farete la conoscenza di Johnny Silverhand, il personaggio interpretato da Keanu Reeves che è diventato un po’ l’icona del gioco. Un’icona anche per molti abitanti di Night City, visto che è lui il responsabile di un attentato terroristico nel 2023 che ha dato il via ad una guerra tra corporazioni, potenze che di fatto dominano il mondo grazie ai loro loschi affari. Con una città in cui la disparità sociale è immensa e grazie ad una trama molto più intricata di quello che sembra, vivrete scene memorabili e situazioni che attraversano tutta la gamma delle emozioni, dal tragico al comico.

L’idea poi di avere il vostro destino in mano è concreta e, finito il già citato prologo, inizierà davvero una delle esperienze più significative che ci siano capitate di giocare. Ha i suoi limiti e il gameplay generale non può definirsi originale, ma prende spunti da molti giochi ottimi, li rielabora e li inserisce in un contesto che lascia a bocca aperta per complessità. Ulteriore prova dell’incredibile lato artistico del gioco è il doppiaggio in italiano che, non solo è presente, ma ha accolto tra le sue fila un numero di professionisti enorme, compresi doppiatori che abbiamo ascoltato in produzioni cinematografiche di altissimo livello. Lo stesso Keanu Reeves, interprete di Johnny Silverhand, è doppiato dal grandissimo Luca Ward, sua voce ufficiale al cinema che lo rende più che mai carismatico e magnetico. Sorprende poi anche il lavoro fatto su V che, non solo è stato doppiato sia in versione maschile che femminile, ma in entrambi i casi è sempre in parte e mai decontestualizzato. Musiche ed effetti sonori ottimi completano un quadro mai così ricco e curato, all’interno di un’uscita così vasta.

Onestamente crediamo che la stragrande maggioranza dell’amore o dell’odio verso Cyberpunk 2077 possa essere ricondotta all’hardware su cui lo farete girare. Anche se per ora non può essere davvero giocato su old-gen come promesso, il gioco ha dei numeri che non possono essere ignorati. Night City è caratteristica e ben strutturata, le missioni sono tantissime, così come le scelte da effettuare. Può non piacervi il suo stile GDR, potreste rimanere delusi dal fatto di non poter davvero parlare con ogni abitante della città, potreste rimanere delusi dall’IA dei nemici durante le fasi stealth, ma sbraitare su internet getta solo fango su un’opera d’ingegno che sta riscontrando problemi ma che, con pazienza e attenzione, sta anche venendo risistemata.

Con un esempio del genere, chi si prenderà di nuovo la briga di tentare qualcosa di così grande e ambizioso? Se vi piace il genere e avete un buon PC o una console next-gen, non abbiate timore e comprate un biglietto per Night City oggi stesso. Se invece avete ancora un hardware della generazione passata, aspettate di passare su una nuova piattaforma per godervi come si deve questa uscita. V e Johnny Silverhand non vanno da nessuna parte e difficilmente usciranno alternative di così alto livello nel frattempo.

Pro
  • – Un’esperienza unica da giocare su nuovi hardware
  • – Gameplay profondissimo
  • – Trama che cattura, specie dopo il prologo
  • – Artisticamente curato all’estremo
  • – Doppiaggio italiano eccellente
Contro
  • – Versioni PS4 e Xbox One standard ingiocabili
  • – Presenta ancora difetti grafici e bug
  • – IA nemica debole, specie nelle fasi stealth

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