Dead Island: Definitive Edition – Recensione

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A cinque anni dall’uscita originale e in attesa di un secondo capitolo ufficiale che continua a subire ritardi, Dead Island decide di approdare sulla generazione attuale di console attraverso una remastered in HD. Con Dead Island: Devinitive Edition, la serie approfitta dell’occasione per includere nel pacchetto finale anche la grande espansione stand alone Riptide e un bizzarro gioco extra che sembra uscito dall’epoca dei 16-bit.

Il protagonista principale di Dead Island: Definitive Edition non può che essere il capitolo originale. Oltre al fenomenale e premiatissimo trailer, chi lo ha giocato all’epoca ricorderà sicuramente l’ambientazione insolita in cui il giocatore veniva trasportato in questo survival-horror con chiare derive free roaming. Voi sarete turisti in resort extra lusso situato su un’isola tropicale quando la situazione precipita e gli zombi iniziano a pascolare tra gazebo, piscine e sedie a sdraio.

Riuscire a scappare dall’isola sarà la vostra priorità e per riuscirci dovrete compiere una serie di missioni che porteranno avanti la trama. Dopo pochi minuti scoprirete il grande spazio che è stato dato alla componente GDR di quello che sembrerebbe uno sparatutto in prima persona e che invece si rileva prestissimo molto più incentrato sui combattimenti corpo a corpo. Essendo ambientato (almeo inizialmente) in un resort, non sarà certo facile trovare pistole o fucili e dovrete quindi fare affidamento su oggetti molto più comuni come assi di legno e remi per eliminare i famelici non morti.

Il sistema di gioco che poteva diventare presto banale, continua ancora oggi a divertire grazie ad una buona varietà di armi e oggetti da scoprire per le location, a cui si aggiunge la possibilità di creare strumenti sempre più devastanti dopo aver rinvenuto progetti che sapranno esaltarvi grazie alla macabra fantasia degli sviluppatori. Ecco dunque che il completamento di una missione secondaria – nonostante una ripetitività di fondo non proprio esemplare che spesso ci chiede di portare un oggetto a qualcuno o comunque di raggiungere una zona – torna molto utile per ottenere equipaggiamenti inediti e accumulare ulteriori punti esperienza con cui salire di livello.

Il level up è una pratica che vi permetterà di acquisire nuove abilità ma non vi darà mai un vantaggio esagerato sui nemici a cui dovrete far fronte, poiché il loro livello aumenterà con il vostro per mantenere sempre adeguata la sfida. Ovviamente avere un personaggi di alto grado fornirà una serie di abilità extra e di bonus che renderanno comunque visibile la differenza tra eroi di grado inferiore. Inoltre bisogna segnalare che i quattro protagonisti selezionabili all’inizio offrono un albero di abilità e talenti piuttosto diverso, con specializzazioni uniche verso armi da impatto, da lancio, da taglio e da fuoco. Chi si aspetta gameplay profondamente diversi rimarrà deluso, ma sceglierne uno rispetto ad un altro rende un po’ diverso l’approccio con cui affrontare l’avventura.

Passando invece a Dead Island: Riptide ci troviamo davanti ad un titolo a metà tra seguito e semplice aggiornamento. La storia per esempio riprende esattamente dalla fine del primo capitolo, proponendo una nuova, lunga serie di eventi che si svolgeranno dopo essere approdati su un’altra isola contagiata. Qui ci troveremo ad affrontare problemi comunque piuttosto comuni per questo genere di produzione, senza rivoluzionare in alcun modo quanto visto nel primo capitolo. La narrazione ci è sembrata più interessante e meno spezzata rispetto al capostipite, con personaggi maggiormente interessanti, seppur sempre limitati dal genere di appartenenza.

Quello che invece non è cambiato è il gameplay che si dimostra praticamente identico al predecessore se non per piccole aggiunte come per esempio alcune zone da difendere da ondate numerose di zombi. Stavolta poi è stato dato un maggior risalto alle armi da fuoco che, senza rubare la scena a quelle da mischia, non vengono confinate nel finale dell’avventura come invece capita con l’originale Dead Island. Tutti e quattro i personaggi tornano al completo, aggiungendo anche un quinto elemento specializzato negli attacchi a mani nude. È interessante notare che giocando al primo capitolo, quando passerete a Riptide potrete importare il personaggio utilizzato in precedenza. In caso contrario, vi verranno forniti dei personaggi già precostruiti o comunque quindici punti abilità da assegnare come meglio credete.

Se queste due esperienze non fossero sufficienti, comprando Dead Island: Definitive Edition farete vostro anche Dead Island Retro Revenge, un gioco arcade a 16-bit che propone una sorta di picchiaduro, incrociato con un endless run. Con un personaggio che avanza inesorabilmente da sinistra verso destra, andrete incontro a zombi di ogni tipo su tre differenti corsie.

Quando l’indicatore a cerchio davanti a voi coinciderà con il simbolo del colpo accanto agli zombi, dovrete premere uno dei tasti frontali per far eseguire una mossa tra quelle disponibili e divise tra colpi a salire, a scendere, in avanti o all’indietro. L’esperienza non è minimamente paragonabile a quella degli altri due giochi, eppure, nel caso vogliate provare qualcosa di concettualmente semplice, potrebbe essere un’ottima occasione per rilassarsi senza troppi pensieri. Non va infine dimenticato che oltre a questi tre titoli, sono presenti anche tutti i DLC rilasciati nel tempo e capaci di allungare ulteriormente la vostra permanenza tra gli zombi.

Portare Dead Island ed espansione sulle nuove console ha permesso il miglioramento del comparto tecnico. Anche se il lavoro svolto su entrambi i titoli è pregevole, è il più recente Riptide ad essere più pulito graficamente. Lo si può notare nella modellazione poligonale degli zombi e dei protagonisti, così come per esempio nella riproduzione dell’acqua che nel “quasi sequel” si dimostra meglio realizzata. La legnosità di alcune animazioni è invece rimasta immutata, poiché probabilmente sarebbe stata necessaria una riscrittura più profonda del codice, ma la pulizia generale ottenuta su entrambi i titoli, specie nelle texture, rende effettivamente più gradevole queste versioni potenziate.

Infine è stata riservata una cura particolare ai tempi di caricamento, ora molto più rapidi, alla fluidità generale che ora dimentica i rallentamenti delle uscite old-gen e all’illuminazione dinamica che stavolta reagisce in modo dinamico e crea luci e ombre molto più realistiche che in passato. Nessuna novità invece per il sonoro che si dimostra lo stesso della versione standard, con un buon doppiaggio in inglese, sottotitolato in italiano. Infine non va affatto dimenticato il comparto online che permette di giocare in cooperativa tutti e due i giochi principali, offrendo partire per quattro giocatori che possono collaborare e divertirsi mentre falciano zombi e crescono di livello. In questo caso il gioco finisce per risultare più semplice di quanto non sia in singolo, ma il divertimento generale guadagna molti punti.

Commento Finale

Anche se le remastered in HD non sono i nostri prodotti preferiti, bisogna ammettere che Dead Island: Definitive Edition è sicuramente una delle migliori sul mercato. I miglioramenti tecnici rendono più belle le isole di Banoi e Palanai, ma sono i giochi stessi ad alzarne il valore. Con due avventure lunghe, affrontabili in cooperativa e capaci di garantirvi almeno una trentina di ore di gioco ciascuna, diventa facilissimo consigliare questa collection a chiunque non abbia mai avuto il piacere di stendere zombi a colpi di pagaia, soprattutto se si considera che il tutto viene venduto ad un prezzo budget di 40 euro scarsi.

Chi invece ha già affrontato entrambe le avventure potrebbe non notare i moderati miglioramenti grafici moderati e ritrovarsi a giocare un gioco divertente, ma a conti fatti, già completato.
Infine un’ultima nota: i contenuti delle versioni scatolate PlayStation 4 e Xbox One sono differenti. Il disco della versione PS4 contiene solo il primo capitolo, con Riptide e Retro Revenge che devono essere scaricati a parte, mentre quello per XB1 contiene tutti e tre i giochi e richiede di scaricare solo un piccolo aggiornamento.

Pro
  • – Edizione ricca di contenuti, venduta a basso prezzo
  • – I due giochi principali divertono ancora, a distanza di anni
  • – Presenza della cooperativa online
  • – Longevità garantita da tonnellate di missioni
  • – Miglioramenti tecnici ben implementati
Contro
  • – Chi li ha già giocati non troverà grandi motivazioni per riaffrontarli da capo
  • – I difetti del gameplay originale sono ancora presenti

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