Death’s Door – Recensione

In ogni porta sai dove entri, ma è difficile dire dove uscirai

Ormai Devolver Digital è un nome famoso per gli appassionati di videogiochi, uno studio che sgomitando si è fatto spazio e si è creato una buona reputazione all’interno dell’industria indie. Anche per questo motivo non appena vediamo il suo logo in una presentazione, la soglia di attenzione sale di un gradino e così è stato per me durante uno degli ultimi Xbox Showcase, con l’annuncio del loro nuovo progetto: Death’s Door, titolo finalmente rilasciato lo scorso 20 luglio sulle console Microsoft e PC.

Devolver Digital sa sorprendere ancora una volta il suo pubblico con il piccolo, ma carismatico Death’s Door

Come di consueto diamo un ordine alle cose, partendo con la peculiarità che contraddistingue il gioco sviluppato dal team Acid Nerve e che attirò fin da subito la mia attenzione, ovvero il suo protagonista: un piccolo corvo munito di spada! Come lo sono anche gli altri NPC visibili nei trailer di gioco, pennuti dediti a svolgere consuete mansioni d’ufficio. Già così l’ambientazione si fa stravagante, ma quando si apre una porta nei loro uffici, c’è un cambiamento radicale di colori, dal bianco e nero iniziale ad un mondo eccessivamente colorato. A questo punto il nostro eroe sguaina la sua spada verso alcuni colossi, neanche fossimo in Bloodborne. Ora con calma cercherò di darvi qualche delucidazione sulla trama, senza incorrere in troppi spoiler; il nostro piccolo corvo in realtà è un “mietitore”, nonchè impiegato di questo bizzarro ufficio che assegna a lui ed altri suoi simili semplici compiti di recuperare anime, delle volte di dimensioni comuni, altre invece decisamente più grandi ed impegnative da conquistare. Avviando il gioco ci verrà chiesto fin da subito di andare a recuperare una di queste anime giganti, aprendoci una porta per un altro mondo. Sconfitto il colosso però, veniamo storditi da un individuo misterioso, il quale non contento, ci deruba anche dell’anima che avevamo appena mietuto. Una premessa di narrativa abbastanza classica, ma ben realizzata che vedrà ulteriori sottotrame e storia di questi bizzarri luoghi man mano che si proseguirà nel viaggio del piccolo corvo.

Il lato più tecnico del titolo ovvero il gameplay si presenta decisamente bene, con pochi input ma ben pensati, dinamici e piacevoli da utilizzare. Girando per le mappe ovviamente ci imbatteremo tra i nemici più disparati, comprese boss fight di diversa intensità. Data la pericolosità dell’ambiente e il lavoro nel nostro piccolo pennuto, questo è dotato di una spada e qualche piccolo potere magico. La spada può essere sguainata con semplici fendenti ripetuti, oppure caricata con un attacco più potente che solitamente garantirà un danno doppio rispetto ad un classico fendente; è anche possibile effettuare un attacco pesante dopo una rotolata. L’arco invece sfrutta una sorta di barra del mana, infatti sotto l’indicatore della vita ne è presente un altro di colore rosso che consuma uno slot per ogni colpo di arco magico. È possibile poi ricaricare questi indicatori mettendo a segno colpi con la spada. Sostanzialmente il gameplay di Death’s Door si basa solo su questo, semplice, ma assolutamente efficace allo stesso tempo. Il titolo in queste dinamiche strizza anche l’occhio al genere Souls Like, ovviamente per la presenza di rotolate per evitare le offensive nemiche, ma anche per la limitazione delle cure. Su questo aspetto infatti bisogna sottolineare che nel gioco di Devolver Digital l’unico modo per recuperare segmenti di vita è in punti prestabiliti, questo vuol dire che non sono presenti oggetti di cura da portarsi sempre con sé. Durante l’esplorazione sarà possibile imbattersi in alcuni semi luminosi, questi possono essere raccolti e conservati, nel momento invece che si incappa in un vaso verde è possibile seminare il seme ed ottenere un fiore che curerà completamente il nostro stato fisico. Questi fiori rimarranno sempre li e dopo un tot di tempo potranno essere riutilizzati, perché sbocceranno di nuovo. Per quanto riguarda le ambientazioni che dovremo attraversare nella nostra impresa si presentano tutte ben distinte e caratteristiche, con un level desing soddisfacente, accentuato della visuale isometrica dall’alto, la quale cambia radicalmente prospettiva e angolo nel momento in cui si scopre un piccolo segreto che può portare ad oggetti unici o anche piccoli potenziamenti. Anche la presenza di enigmi che bloccano il percorso è ben studiata e soprattutto molto intuibili fin da subito, o comunque comprensibili nel momento che si acquista un nuovo power-up, portandoci alla mente la presenza di un’altra via incontrata in precedenza e che sembrava invalicabile. Unica pecca in tutto questo sistema è l’assenza di una mappa consultabile all’occorrenza, portandoci talvolta a vagare un po’ senza meta per la ricerca di un percorso addocchiato tempo prima.

Fattore molto importante di cui parlare, anche perché piccola peculiarità del titolo, sono le molteplici boss fight in cui ci imbatteremo. Ognuna veramente diversa dall’altra, eccezionalmente caratteristica, spesso con due fasi differenti e (ciliegina sulla torta) senza una barra della vita, feature che può sembrare di poco conto, ma così non è perché prende in contro piede il giocatore spingendolo a stare sempre vigile nel combattimento. Va anche detto però che il livello di difficoltà non è così eccessivo, con alcuni scontri terminati senza subire danno al secondo tentativo, fattore che porta decisamente Death’s Door alla portata di tutti. Parlando dei nemici base abbiamo anche una buona caratterizzazione nei vari ambienti, ma allo stesso tempo anche molti di questi riproposti più volte, oppure semplicemente con una skin diversa, ma con il medesimo move set; davvero un peccato anche se le orde sapranno sempre darvi del filo da torcere. Uno degli ultimi fattori di gameplay da citare è la possibilità di potenziare quattro diverse caratteristiche del nostro corvo: forza, destrezza, magia e velocità. Queste possono essere incrementate nell’ufficio centrale e richiedono ovviamente un quantitativo di anime per il miglioramento. La forza ovviamente aumenta i danni, la destrezza la velocità e quantitativo di fendenti, la magia il potere delle abilità magiche, mentre la velocità il movimento e le rotolate. Non abbiamo dei numeri puri a dimostrare questi power-up, ma durante il gameplay e il combattimento sanno rendersi visibili. Inoltre, esplorando le mappe sarà possibile trovare altre armi per sostituire la nostra spada, queste però avranno sì dei numeri per descriverne le caratteristiche e talvolta saranno anche bizzarre, come per esempio un ombrello.

Graficamente e tecnicamente Death’s Door si presenta pulito ed impeccabile; non ho riscontrato alcun problema come bug o cali di frame rate, mentre visivamente è una gioia per gli occhi con cambi di colori costanti nei diversi biomi, per poi tornare alla cupa presenza degli uffici, la quale viene però intramezzata da piccole luci di colore date da alcuni caratteristici oggetti, come può essere banalmente la spada rossa del nostro protagonista. Allo stesso modo le musiche sanno intrecciarsi alla perfezione in ogni momento, anche più incalzanti durante le boss fight per creare un maggiore coinvolgimento nello scontro. Sorprendenti anche le piccole cut scene inserite in momenti importanti per la trama di gioco, dove gli sviluppatori hanno saputo dare animazioni facciali (per quanto semplici) a personaggi che effettivamente una faccia umana non ce l’hanno. In mezzo a tutto ciò l’unico dispiacere può essere rappresentato dall’assenza di un doppiaggio in sé e la mancanza della lingua italiana nei dialoghi; quindi, ogni rapporto tra i personaggi come i menù di gioco sono disponibili in lingua inglese.

Mi trovo a sottolineare i complimenti a Devolver Digital per la loro dedizione e per avere mantenuto quelle promesse di “hype” che inconsciamente mi avevano fornito con il primo trailer. Death’s Door è un gioco sicuramente valido e alla portata di tutti per la non eccessiva difficoltà, ma allo stesso tempo l’impegno che chiede in certe aree sa accentuare la sfida, incitandoti a proseguire anche per la sua trama misteriosa che spinge il giocatore nel voler scoprire finalmente la verità sulle sue vicende. Si tratta solo del secondo gioco di Acid Nerve e i ragazzi hanno già fatto grandi passi. Vanno semplicemente migliorate alcune piccole accortezze come una maggiore differenziazione dei nemici, l’aggiunta di una mappa che sarebbe veramente preziosa e magari l’aggiunta della lingua italiana per il nostro pubblico. Un titolo consigliatissimo anche considerando una cifra di vendita non esorbitate, ma se aveste Xbox Game Pass e un po’ di pazienza, tra qualche tempo dovrebbe affacciarsi anche lì. In un modo o nell’altro giocatelo e non ve ne pentirete.

Pro
  • – Narrazione accattivante
  • – Gameplay semplice ed efficace
  • – Fattore sfida coinvolgente
  • – Tencicamente stupendo
Contro
  • – Ripetività di alcuni nemici
  • – Assenza di una mappa
  • – Assenza della lingua italina

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