Il selvaggio West tutto stealth e pianificazione
I giochi western sono pochissimi e dopo l’uscita di quel colosso chiamato Red Dead Redemption 2, ci vuole molto coraggio per uscirsene con qualcosa che richiami questa ambientazione attualmente poco sfruttata nei videogiochi. Per non andare a mettersi in competizione con un gioco come quello di Rockstar bisogna pensare lateralmente e per fortuna la serie Desperados ha sempre avuto questa capacità, obbligando anche i giocatori a sfruttare questo particolare modo di gestire i propri neuroni per risolvere le situazioni che lo contraddistinguono. Così dopo tanti anni di silenzio da un sequel che non entusiasmò tutti (era il 2006), arriva il terzo episodio che, come capita sempre più spesso è un prequel che ci racconta come tutto è iniziato.

Desperados III ci narra la storia di John Cooper, un giovane cowboy che sta dando la caccia ad un certo Frank. Dal tutorial che lo vede protagonista da ragazzino insieme a suo padre, si capisce che questo Frank non è proprio uno stinco di santo, ma interrompendo la narrazione e portandoci poi parecchi anni dopo, con John ormai adulto e pratico con le armi, si crea una certa suspense che invoglia a continuare a giocare per scoprire cosa sia successo in passato e cosa accadrà nel futuro di Cooper. Ad arricchire ulteriormente la situazione, ci pensa l’arrivo di diversi alleati che, missione dopo missione, si uniranno alla squadra aumentando le possibilità offerte. A dirla tutta la storia, vista da lontano non si può definire particolarmente originale, ma la presenza di tante situazioni diverse, collocate in aree che affondano nell’immaginario del west, crea una serie di missioni sempre stimolanti e divertenti da affrontare.

Parlando del gameplay si arriva a quella che probabilmente è la più grande sorpresa per i giocatori che non conoscono la serie. Le pistole e i fucili spareranno, ma molto meno di quanto state pensando. Desperados appartiene ad un genere tattico/stealth che premia il giocatore che si ferma a pensare e non certo quello più veloce sul mouse o controller che sia. La sua visuale dall’alto, così come la disposizione dei nemici e i loro movimenti richiamano subito un diorama su cui potrete aumentare e diminuire lo zoom, ruotare la visuale e più in generale muovere i vostri personaggi stando attenti ai coni visivi dei nemici. Questa caratteristica che deriva dal primo Indimenticabile Commandos, classe 1998, rende ogni vostro movimento e ogni vostra azione incredibilmente importante. Far fuori un nemico usando le abilità di un qualsiasi personaggio non è mai un problema, ma se vi trovate a dover liberare una zona in cui più pistoleri si sorvegliano a vicenda, allora vi verranno in aiuto le abilità dei cinque personaggi. C’è chi li distrae lanciando una monetina, chi li attira verso le proprie trappole, chi li acceca momentaneamente e chi usa il voodoo per i propri scopi. Capire chi usare e come, sfruttando le distrazioni e i vari eventi ambientali possibili, piazzati per l’occasione dagli sviluppatori diventa il fulcro del gameplay.

Le ambientazioni sono bellissime da vedere e ancor di più da esplorare, con i loro limiti ma anche con le loro possibilità. Alcune poi ci portano in luoghi abitati, con zone franche – basta non eseguire azioni fuori dall’ordinario – e con zone “vietate” che nascondono bersagli e obiettivi utili per terminare la sezione. Camminare accovacciati e nascondersi nei cespugli sono le basi di un nascondino continuo che, se qualcosa non va a buon fine, vi porterà alla morte del personaggio scoperto e al dover ricaricare il salvataggio. Attenzione però: questo tipo di trial & error è la norma in questo genere di uscite. La possibilità di effettuare un salvataggio rapido e un caricamento rapido con un solo pulsante, anche su console, sta ad indicare che se qualcosa va storto, difficilmente si riesce a recuperare, anche perché a quel punto iniziano ad accorrere rinforzi e le energie continuano a scendere. Bisogna quindi coordinarsi al meglio e per fortuna il team di Mimimi Games ha pensato anche questo, introducendo la modalità Resa dei conti. Se il nome fa pensare alla tipica situazione da vecchio West, attivando questa possibilità si ferma il tempo e si ha la possibilità di “programmare” le azioni di più personaggi facendoli poi agire alla pressione di un tasto. Potete così creare sequenze di azioni contemporanee altrimenti impossibili che permettono di trovare soluzioni anche alle situazioni più complesse, con eliminazioni in sequenza e spettacolari momenti d’azione all’interno di un gioco in realtà molto pacato e riflessivo.

Prima di passare al comparto tecnico volevo fare una veloce riflessione sulla difficoltà, visto che la meccanica che porta a progredire a suon di prove ed errori può giustamente spaventare. Anche se fare uno sbaglio porta al game over, questo non è mai un problema grazie al già citato salvataggio automatico che addirittura ci può essere ricordato dal gioco ad intervalli di 60 secondi con tanto di avviso a schermo che non se ne va finchè non si salva e che ricompare passato il minuto. Questo aiuto si può eliminare così come si può aumentare il tempo prima che compaia, ma ci evita di proseguire senza “rete di sicurezza”, trovandoci poi a dover risolvere nuovamente specifiche situazioni. Oltre a ciò il gioco propone ben quattro diversi livelli di difficoltà che vanno ad aumentare e diminuire energie dei personaggi, tempo di rilevamento dei nemici e il numero di pallottole che avrete e che troverete nelle mappe. Se ancora non vi basta, queste dinamiche possono essere regolate e personalizzate come meglio preferite, disattivando anche la modalità Resa dei conti. Infine, se questo aiuta i giocatori alle prime armi, c’è anche un notevole livello di sfida per i più esperti, visto che alla fine di ciascuna missione, vengono rivelate delle missioni nascoste che sapranno sicuramente mettere alla prova chiunque vorrà conquistare tutte le stelle, eseguendo particolari azioni, completando una missione entro un tempo limitatissimo o, magari, senza salvare mai. E se pensate di prendere il gioco su console non preoccupatevi: è vero che con il mouse è tutto più semplice, ma muovere i personaggi e farli agire tramite controller è comunque questione di pochi istanti, facendo capire quanto gli sviluppatori abbiano lavorato per rendere il gioco godibile anche in questo modo. Sono inoltre disponibili diverse configurazioni di tasti e potete anche riconfigurarli se proprio non vi vanno a genio.

L’unico appunto grafico che ho sentito muovere a Desperados III riguarda la sua palette cromatica, forse un po’ troppo accesa a confronto con i colori più sbiaditi tipici del West. Personalmente la cosa non mi è dispiaciuta, ma se potete passare sopra a questo limite, vi accorgerete con quanta bravura è stato usato il motore grafico Unity per ricreare paesaggi tipici della Frontiera americana. Ogni ambiente è ricchissimo di dettagli, con elementi utili alla risoluzione della missione, ma anche con un sacco di oggetti scenici presenti solo per rendere piacevole la vostra incursione tattica nel West. Le animazioni dei personaggi sono ben ricreate, sia quelle esclusive delle abilità, sia i loro movimenti quando si muovono o stordiscono un nemico. Inoltre ogni elemento è sempre leggibile e non si rischia di perdere di vista l’obiettivo o i diversi modi per raggiungerli. Tutta la parte audio è ben ricreata, con le musiche che, fin dal menu principale, rendono appagante l’ingresso del giocatore in questo mondo di circa 150 anni fa. Il doppiaggio è unicamente in inglese, ma tutto il gioco è tradotto in un buon italiano che sottotitola tutti i dialoghi e permette di seguire la storia senza problemi.

Desperados III è un’avventura tattica/stealth perfettamente riuscita, capace di risollevare le sorti di una saga che per troppo tempo era stata tralasciata, così come di un genere che era risaltato fuori con il valido Shadow Tactics, altra uscita di Mimimi Games che evidentemente si trova a suo agio con questo genere. L’unico modo per rimanere delusi è credere di avere a che fare con un’uscita in cui i problemi si affrontano con i proiettili, perché in quel caso ci si scontra con dinamiche più lente e ragionate che richiedono pianificazione, colpo d’occhio e un po’ di sana pazienza. Approcciarsi a Desperados III pensandolo come un grandissimo puzzle da risolvere, con situazioni collegate da una storia e da personaggi stereotipati ma comunque riusciti è invece il modo migliore per godersi una produzione e un tipo di gameplay che a me e a tanti altri giocatori mancava. Ciò comunque non esclude i nuovi arrivati che potranno apprezzarlo proprio per il suo essere diverso dalla moltitudine di produzioni già in giro.
- – Gameplay preciso e intelligente
- – Personaggi ben diversificati
- – Mappe bellissime e tutte da scoprire
- – Ottimo sistema di salvataggio
- – Audio e grafica di alto livello
- – Non adatto a chi ama solo l’azione
- – Per i meno pazienti potrà comunque risultare frustrante
