Tra i racing game più amati degli ultimi anni, il primo Dirt Rally spicca in modo particolare: il ritorno di Codemasters sui tracciati fangosi non era sorprendente, visto che la sua serie Dirt usciva ormai da diversi anni, ma la grande novità fu l’abbandono di un gameplay più immediato ed arcade per abbracciare una filosofia più simulativa. Sviluppato insieme ad una community di appassionati, il gioco ha oscurato il successivo Dirt 4, facendo sperare in un seguito che ampliasse i già vastissimi orizzonti dell’originale. Ora che Dirt Rally 2.0 è finalmente tra noi abbiamo deciso di giocarlo in ogni modo possibile per darvi un’idea di quello che lo sviluppatore inglese è stato in grado di creare.
Guidare in Dirt Rally era molto vicino alla realtà. Non che io abbia mai guidato una Subaru Impreza WRC per le strade della Grecia, ma la sensazione di adrenalina mista a tensione, specie se dotati di un bel volante, era assolutamente convincente. Quando però si decide di realizzare un seguito le novità devono essere significative e, come potrete immaginare, migliorare Dirt Rally non era un’impresa da poco. Una delle caratteristiche a cui i ragazzi di Codemasters hanno dato una limata riguarda la guida con il semplice controller. Giocare ad un titolo simulativo con un pad può sembrare un controsenso, ma siccome non sono poi moltissimi i giocatori che possono vantare un buon volante, cercare una soluzione per questi amanti delle corse diventava estremamente consigliato.

Il risultato finale è particolarmente positivo, con un modello di guida più gestibile, specie per chi usa un pad Xbox One che, grazie ai grilletti ad impulsi, trasmette adeguatamente slittamenti e asperità del terreno quando si accelera e si frena. Quello che però diventa necessario con questo tipo di configurazione è l’attivazione di diversi aiuti che possano darvi una mano a gestire una fisica altrimenti molto complessa. Non vergognatevi a partire con cambio automatico, ABS e controlli alla trazione anche sulle auto meno performanti, poiché questo è il primissimo gradino per iniziare a prendere confidenza con il gioco, con le sue vetture e soprattutto con i suoi tracciati. Essendo scalabile, usate questi aiuti per “imparare a guidare” con calma facendovi prendere per mano, ma ricordandovi anche che gli schianti contro gli alberi o i voli giù dalle scarpate non sono mai salutari per l’auto.

Finalmente in Dirt Rally 2.0 anche chi possiede solo il joypad può divertirsi senza eccessive frustrazioni. Ma chi possiede una postazione dedicata vedrà compromessa la qualità in favore di questa scelta? Assolutamente no. Gli aiuti di cui vi parlavo torneranno utili anche a chi impugna un volante come il Logitech G29 o il G920 (come nella nostra prova su Xbox One X), ma chi lo vorrà potrà spegnere davvero tutti gli aiuti e provare a vedere cosa succede quando si percorre una stradina che attraversa la natura selvaggia su una potente (ma fragile) quattro ruote. Oltre alle personalizzazioni già menzionate, potreste voler modificare anche la tipologia del cambio, con opzioni che prevedono automatico, semiautomatico, manuale sequenziale, ad H e ad H con frizione, nel caso la vostra pedaliera abbia anche il terzo pedale. Provando quest’ultima e più complessa configurazione, già la semplice partenza si è rivelata… diciamo interessante: frizione pigiata, tasto del freno a mano premuto e altro piede sul gas con la 1° inserita hanno assistito ad una partenza anticipata, una in ritardo, una contro il cancelletto della partenza per via di una leggera pendenza e di una un cui il motore si è semplicemente spento, lasciando me e la mia Lancia Fulvia inebetiti davanti al semaforo verde. Correre è poi una vera avventura, con un navigatore che parla italiano (che può anche essere anticipato o posticipato da menu) che offre indicazioni a dir poco salvavita. Ogni curva, dosso rettilineo o strettoia sono una sfida, chiedendo una concentrazione enorme e totalizzante. Il misto di adrenalina e tensione è quindi più forte che mai anche perché non esiste alcuna funzione di rewind

Parliamo dunque un po’ dei 70 tracciati, suddivisi attraverso 6 diversi paesi tra Spagna, Argentina, Polonia, Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti. Pur non essendo ufficiali del Mondiale di Rally, ad appannaggio della Serie WRC, il loro design è eccellente, con passaggi notevoli sia da attraversare che da ammirare. Il loro essere stati disegnati dagli sviluppatori ha permesso di adattare su di essi anche alcune particolarità che vanno dalle diverse condizioni atmosferiche, al diverso fondo stradale. E proprio il fondo stradale ha subito una grande evoluzione, passando dall’essere statico all’essere dinamico. In altre parole, ad eccezione dell’asfalto, i percorsi su terra, fango o ghiaia ora si modificano in base al numero di auto che li attraversano, creando solchi più o meno marcati in base alla vostra posizione di partenza. Partire per primi può comportare la presenza di detriti in pista che rendono leggermente più scivolosa l’auto, mentre partire per 30esimi vi farà gareggiare su una pista profondamente segnata che proporrà una serie di solchi centrali che possono compromettere la guidabilità facendo sobbalzare l’auto anche quando la pista non ha particolari dislivelli. Se proprio vogliamo trovare un difetto in Dirt Rally 2.0, possiamo riscontrarlo nell’assenza di piste innevate, in arrivo nei prossimi DLC che però saranno a pagamento, aggiungendo ulteriori vetture, ma soprattutto altre location che portano in dote piste coperte dal bianco manto nevoso.
Per gestire al meglio queste diverse situazioni sono stati introdotti diversi treni di gomme da equipaggiare, da quelle morbide con maggiore aderenza, fino a quelle rigide che però temono molto meno le accidentali forature. Anche il tuning è stato arricchito, permettendo a tutti di modificare i tanti componenti a disposizione per poi provare in pista gli effetti delle variazioni. Non mancano nemmeno potenziamenti da acquistare per le varie auto, così come un sistema di progressione del proprio staff, tra co polita e ingegneri.

Avrete ormai capito che guidare in Dirt Rally 2.0 è uno spettacolo, ma va dato merito a Codemasters anche del modo in cui ha gestito la “Carriera”. Dalla schermata principale verremo subito proiettati nel menu Eventi, luogo in cui potremo guidare, correre e possibilmente vincere crediti e gloria. Affiancandosi ad una schermata che permette invece di correre in completa libertà sui tracciati e con le auto che si preferiscono, in Eventi avremo due caselle iniziali dedicate rispettivamente al Rally e al Rallycross (di cui Dirt Rally detiene i diritti del FIA World Rallycross Championship con 8 diversi tracciati), ulteriori eventi che cambiano di giorno in giorno e altri che variano ogni settimana, per un totale di dieci eventi a cui partecipare. Se i primi due ci portano a guidare attraverso stage sequenziali, gli altri sono fatti apposta per farci trovare ogni giorno un motivo per correre, dispensando crediti per acquistare vetture. All’inizio non potrete partecipare ad ogni singolo evento poiché, molto semplicemente, non avete ancora la tipologia di auto nel garage, ma continuando a giocare otterrete guadagni e avrete sempre più possibilità per fare pratica. Questa soluzione, oltre a differenziarsi dalla classica progressione (comunque presente per Rally e Rallycross), evita al giocatore di impantanarsi in una sfida troppo complessa, proponendogli sempre qualcosa per migliorarsi. Inoltre ho trovato molto ben implementata la difficoltà adattiva della CPU, che si regola dinamicamente sulle vostre abilità e sui vostri tempi per proporvi sempre una sfida che si alza quando vincete, ma che si ammorbidisce un po’ quando le cose si mettono male, evitando di farvi finire sempre in fondo alla classifica. Non vanno poi dimenticate le due playlist nel Gioco Libero dedicate a Rally e Rallycross, che hanno invece una progressione più classica e strutturata, con tanto di sblocco di categorie nel caso si raggiunga il podio in quelle precedenti.

Il comparto tecnico di Dirt Rally 2.0 non si evoluto molto rispetto a quello del primo capitolo, spremendo al massimo l’EGO Engine che, probabilmente, sarà pensionato dalla prossima uscita. Quello che questo motore grafica fa anche stavolta però è degno di rilievo, specie per quanto riguarda i rally di Spagna e Argentina. Gli otto tracciati ufficiali del Rallycross sono stati ricreati con cura e attenzione ai dettagli, mostrando una ottima fluidità anche quando corrono altre cinque auto insieme a voi. Qui tra l’altro si rende concreta l’abilità dei piloti guidati dalla CPU, credibili nel comportamento più o meno aggressivo, così come negli incidenti che potrebbero coinvolgerli. Anche se esiste una visuale esterna, credo sia inutile suggerirvi una di quelle interne, per ricreare una maggiore immedesimazione, specie se usate un volante. Gli interni sono ricreati con sapienza e, seppur spartani, offrono feedback visivi sulla condizione dell’auto, con specchietti che rimangono sulla strada e cruscotto che si crepa in seguito ai colpi ricevuti. Di grande aiuto anche il sonoro, credibile e pronto a evidenziare il suono dei detriti sulla carrozzeria, così come il fruscio dell’erba nel caso finiate anche parzialmente fuori dal tracciato. Notevole infine la modellazione delle oltre 50 auto presenti, classificate per categoria e con rombi tutti differenti. Il gioco è tutto tradotto in italiano nei testi, con il doppiaggio del copilota in italiano ma con alcuni video introduttivi di gare reali, che hanno mantenuto un doppiaggio in inglese, comunque sottotitolato.

Mi piacerebbe essere una delle poche persone al mondo adatte per “certificare” Dirt Rally 2.0 come un vero simulatore di Rally visto che su un’auto di questo tipo ci sono salito solo quando era ferma, ma se si parla di sensazioni e di una complessa gestione della fisica della guida, allora posso confermarvi che qui siete nel posto giusto. La guida con il pad è molto meno nervosa rispetto alla prima uscita, a patto di farsi dare una mano dagli aiuti, mentre guidare con volante e pedaliera non ha eguali, con feedback sul volante che sorprendono e fanno fisicamente stancare nelle tappe che superano i 10 km. Il Rally funziona, il Rallycross funziona e così anche i nuovi Eventi che vi offriranno sempre un modo nuovo per correre e ottenere crediti. Qualcuno potrebbe notare la scarsa evoluzione grafica del titolo (che comunque rimane validissimo), ma probabilmente l’unica sua vera colpa è quella di negare tracciati innevati a chi non acquisterà anche i vari DLC (circa 25 euro extra per un Season pass che porta nuove auto e parecchi nuovi tracciati, anche senza neve). Al di là di ciò, il gioco è assolutamente imperdibile per gli amanti dei racing game simulativi che possiedono un buon volante, ma stavolta va davvero incontro anche a chi vorrà iniziare a divertirsi con un semplice controller.
- – Realistico ma scalabile entro certi limiti
- – Immenso con volante e pedaliera
- – Valido anche con il pad
- – Progressione con eventi sempre nuovi
- – 50 e più auto diverse
- – Tappe e tracciati eccellenti
- – Fondo stradale dinamico
- – Audio di motori e co pilota
- – Grafica notevole…
- – … ma simile al primo episodio
- – La neve sarà in un DLC
