L’inferno di Marte in VR
Leggenda narra che DOOM 3 alla sua uscita nel 2004 era così pesante da poter mettere k.o. un PC. Non so quante vittime ha fatto con il suo motore grafico, ma il mio computer è effettivamente caduto sotto i suoi colpi. Al primo avvio del gioco, scheda madre e processore hanno dato forfeit e io mi sono ritrovato in assistenza a spendere alcune centinaia di euro. Probabilmente il mio hardware avrebbe mollato il colpo anche avviando Word, ma la pesantezza dell’id Tech 4 era comunque una realtà. DOOM 3 sarebbe poi stato considerato il capitolo meno frenetico dell’intera saga, quello che puntava più sulla componente horror rispetto all’azione, finendo anche per essere quello meno osannato, specie dopo i due ottimi, recenti capitoli. Eppure questa sua progressione più compassata è diventata una qualità da apprezzare nel nuovo DOOM 3 VR uscito in questi giorni per PlayStation VR.
DOOM 3 è stato per certi versi un remake/reboot del primo capitolo che andava ancora a dischetti da 3,5 pollici. Su Marte, in un complesso scientifico iniziano a succedere cose terribili e voi, nei panni di un marine in servizio in questa stazione spaziale, dovrete sopravvivere e cercare di risolvere la situazione, portando a casa la pelle. Al contrario dei più recenti episodi però, qui sarete solo un uomo normale che, arma dopo arma, potrà cercare di far fronte all’inferno che si sta scatenando nella struttura della UAC. Tutti questi ingredienti sulla carta sono perfetti per trasportare su PlayStation VR un gioco in prima persona meno frenetico degli ultimi DOOM, ma che possa anche spaventare il giocatore con la sua deriva horror e i suoi tanti demoni in agguato.

La conversione appena arrivata sul PSN ha però delle limitazioni di un certo peso, specie nelle caratteristiche che dovrebbero renderla più interessante rispetto alla classica fruizione davanti ad un normale schermo. Per prima cosa i controlli tramite Move non sono stati integrati e quindi non si possono sfruttare. Per chi vuole un controller dedicato c’è però il PlayStation VR Aim Controller, periferica che ricorda una pistola/mitraglietta che svolge un buon lavoro e si dimostra la scelta ideale. Per chi non lo avesse restano comunque il Dual Shock 4 e i suoi sensori di movimento, un po’ imprecisi e soggetti ad un input lag non proprio gradevole, ma comunque sufficienti per muoversi nei corridoi su Marte. A questo va segnalata una risoluzione che sulla VR di Sony non è al massimo della forma e vanno aggiunti i ben 17 anni che ci separano dall’uscita originale, un numero che si fa sentire soprattutto in produzioni 3D di questo genere. Bisogna poi far notare che all’interno della vostra visuale compaiono le mani del protagonista che svolazzano davanti al nostro naso impugnando le armi, sporcando il campo visivo in modo più invasivo rispetto ad altre produzioni analoghe e recenti.

Al di là di queste imprecisioni che ci sarebbe piaciuto non trovare sulla riedizione di un titolo storico, ci sono diverse buone notizie. Intanto il gioco comprende il gioco base ma anche le sue due espansioni, offrendo così per 20 euro l’esperienza completa. Inoltre il gioco si dimostra ancora oggi notevole, dotato in questa versione di un’immersività estrema data dal visore e anche dall’impianto sonoro, già ottimo all’epoca e ora ripulito e arricchito con un efficace effetto Surround. Tutto questo concorre a creare passaggi tesissimi che sapranno colpirvi ancora oggi, grazie ad una regia e ad una messa in scena notevole. La maggiore lentezza aiuta anche a gestire l’effetto del motion sickness, quel malessere dovuto all’uso del visore, ma, complice la levetta destra che con R3 vi fa voltare di 180 gradi, non è un effetto da escludere a priori e, a meno che non siate i re delle montagne russe, potreste avere alcune difficoltà, specie in sessioni di gioco prolungate.

Pur con i suoi limiti dovuti ad un porting che non riesce a risolvere diversi problemi (alcuni legati ai controlli, altri legati all’età del gioco), DOOM 3 VR è un’esperienza che farà felice soprattutto chi già conosce il gioco e vorrebbe riviverlo con un livello di immersività maggiore. Ci sono altri titoli in VR migliori di questo, ma difficilmente permettono di vivere una campagna completa lasciando intatta la libertà di muoversi come nel gioco standard. Per questo motivo non possiamo che consigliare il gioco a chi si trova a suo agio con il visore Sony e non ha problemi a prendersi qualche spavento. Il prezzo di 20 euro poi è molto competitivo e tra espansioni e miglioramenti come la pistola collegata alla torcia, questo ritorno su Marte potrà farvi vivere ancora parecchie emozioni.
- – L’atmosfera di DOOM 3… in VR
- – Più lento e gestibile di altri episodi
- – Comparto audio ottimo
- – Prezzo competitivo
- – Comparto tecnico con 17 anni sulle spalle
- – Possibile motion sickness
- – Manca il Move tra i controlli
