Da quando Minecraft è diventato popolare, in molti hanno provato a prendere spunto per proporre qualcosa di simile ma allo stesso tempo diverso. Il tentativo più riuscito è stato sicuramente Dragon Quest Builders, uscita che fondeva il tipico e amato JRPG di Square Enix con dinamiche di costruzione tipiche dei sandbox. Il primo episodio ha convinto, ma l’inesperienza impedì di raggiungere il livello dei due giochi da cui prendeva ispirazione. Ora, dopo alcuni anni l’attesa per Dragon Quest Builders 2 è terminata e io che Minecraft non l’ho mai nemmeno avviato, mi ci sono divertito alla grande.
Come vi ho anticipato non ho mai giocato a Minecraft: il suo essere totalmente libero mi ha sempre frenato facendomi preferire avventure più lineari ma con qualcosa da lasciarmi nel cuore, rispetto alla sola ammirazione verso quei giocatori che hanno avuto non so quante ore e quanta pazienza per ricreare una Minas Tirith fatta di blocchetti. Per la serie: se vuoi farmi costruire qualcosa devi darmi una buona ragione. Dragon Quest Builders 2 questa ragione me l’ha offerta in continuazione, affiancando questa dinamica ad una più esplorativa e avventurosa che, non sarà uguale a quella di un Dragon Quest originale, ma ci si avvicina. Questo non vuol dire che non si possa costruire a piacere, ma che ogni interazione con il mondo è pensata per essere integrata nell’esperienza generale, senza creare stacchi netti tra esplorazione e costruzione.

Dragon Quest Builders 2 prende esempio dal suo predecessore e costruisce la sua storia su quella del suo prequel ufficiale che altri non è che Dragon Quest 2, titolo che però non è mai arrivato in Europa se non con un porting di qualche anno fa per dispositivi mobile. Verrebbe quindi da pensare che la stragrande maggioranza dei giocatori potrebbe perdersi qualcosa, ma per fortuna, a parte alcuni rimandi piacevoli ma tutt’altro che essenziali, non serve sapere nulla al di fuori di quanto detto dal filmato iniziale del gioco. Noi vestiremo i panni di un Costruttore che, nonostante la sconfitta del male in DQ2, è stato fatto prigioniero da una banda di mostri che lo sta trasportando per mare. Questa prima fase è un tutorial molto chiaro che permette di prendere confidenza con i comandi e con le possibilità offerte, compresa una visuale in prima persona che nel primo Builders decisamente mancava. In seguito agli eventi vi troverete su un’isola e scoprirete di non essere soli: insieme a voi ci sarà anche Malroth, misterioso ragazzo che casualmente ha lo stesso nome del demone dell distruzione sconfitto dall’eroe al termine di DQ2 e che soffre di amnesia. Con il nostro costruttore che purtroppo è muto anche questa volta, tocca a Malroth e ai tanti NPC che incontreremo portare avanti una trama originale e divertente, con un viaggio attraverso varie isole che sa tanto di classica avventura JRPG.

Il gioco si svolge sempre in tempo reale facendovi muovere e combattere senza interruzioni, andando anzi a facilitare spostamenti che nella prima uscita erano impossibili o comunque scomodi. Ora per esempio possiamo camminare sui fondali marini, così come solcare i cieli planando grazie ad uno speciale strumento. Funzionano meglio anche i viaggi rapidi per tornare ai checkpoint già visitati, senza nominare la possibilità di tornare anche sulle isole già completate, caratteristica assente nel primo capitolo che invalidava le eventuali creazioni eseguite. Questa volta ogni cosa che creerete resterà ad aspettare il vostro ritorno, permettendovi di personalizzare ogni area, sempre che lo vogliate. Oltre al desiderio di mostrare le proprie creazioni agli altri giocatori che potranno venire e trovarvi tramite connessione online ma che non potranno portare nei propri mondi quello che hanno realizzato, Dragon Quest Builders 2 confeziona anche una gustosa progressione per il proprio personaggio, ulteriore elemento GDR di cui si sentiva la mancanza. Con tanto di Level up per aumentare energie e forza di attacco, eliminando mostri e completando specifiche richieste, potrete aumentare la vostra esperienza e ottenere via via ulteriori ricette da creare. Alcune si ottengono unicamente progredendo nella storia, ma altre finiranno sul vostro libro solo grazie all’esperienza che avrete accumulato.

Il crafting è una componente essenziale in questo genere di produzioni e, se non viene gestito con attenzione, rischia di soverchiare il giocatore danneggiando l’esperienza. Per fortuna in Dragon Quest Builders 2 questo non succede mai, seppur il gioco continui ad inserire nuove meccaniche anche dopo molte ore dall’inizio. Un inserimento pacato ma continuo fa sì che anche il giocatore meno avvezzo a creare oggetti che non siano propriamente utili (come per esempio armi ed equipaggiamento), finisca per appassionarsi a questa pratica, complice anche l’ironia e le situazioni che ci spingono a completare sidequest che nel peggiore dei casi sono comunque piacevoli e veloci. Anche se la liberta concessa è enorme, il fatto che venga sempre convogliata in una qualche attività, la rende più utile e leggibile anche per chi non ha tempo per dedicarsi a costruzioni particolarmente complesse. Questo perché, volendo, la componente dedicata a costruzioni specifiche o ci viene in aiuto tramite i progetti che mi hanno ricordato le istruzioni di montaggio di un LEGO, o non è fondamentale per andare avanti in una trama che sa appassionare.

Il successo di questo episodio passa obbligatoriamente dai controlli che, già dal tutorial, appaiono semplici ma completi, permettendo di spostare blocchi, così come di distruggerli con lo strumento adatto. La visuale in prima persona aiuta a “mirare” meglio certi elementi e ad essere più precisi nel posizionamento, ovviando ad alcuni problemi della telecamera che saltano fuori in ambienti ristretti. Per il resto è tutto portata di mano e anche i menu sono stati gestiti con intelligenza senza farli diventare macchinosi. Il combattimento è abbastanza semplicistico, ma è comunque possibile imparare vari attacchi subito dopo i level up, utili contro i nemici più potenti che talvolta saltano fuori sulla mappa. E a proposito di facilitazioni è bello poter sempre contare su Malroth, potente guerriero che ci segue ovunque e che con il suo fare irascibile e sfrontato sa anche come far divertire, oltre che dare una mano concreta sia in fase di combattimento, sia in fase di raccolta. Non sarà l’unico però a dare una mano, visto che nelle varie isole che esploreremo, faremo la conoscenza di NPC che, migliorando la nostra base con ulteriori level up, si specializzeranno in varie mansioni che, dopo averli aiutati, porteranno avanti automaticamente, arando terreni, seminando, innaffiando, cucinando o estraendo minerali, in base all’isola su cui sarete. Questo, oltre a rendere meno frequenti le fasi di farming puro, fa sentire il giocatore in un mondo vivo in cui la sua presenza e l’aiuto che ha offerto, sono ampiamente ricambiati, aumentando l’immedesimazione e l’ampiezza del suo sorriso.

La grafica di Dragon Quest Builders 2, non più legata a porting su PSVita come il predecessore, può esprimersi molto meglio, pur rimanendo in linea con il primo capitolo. La natura a blocchi del mondo è comunque essenziale al gameplay, ma attraverso una serie di rifiniture che vanno dalle ambientazioni alle ombre, dalle animazioni alle espressioni sul volto dei protagonisti, il passo avanti è notevole. Provato su una PS4 standard il gioco si comporta senza problemi in ogni situazione, ma anche sulla meno performante Nintendo Switch il gioco fa la sua figura, sia quando si gioca sulla TV, sia quando avrete tutto sulla console fuori dal dock. Proprio questa versione è probabilmente la più consigliata, essendo anche l’unica che permette di giocare con un amico in locale e di portare avanti l’avventura insieme. Le musiche si rifanno alla saga originale e già questo è un marchio di qualità, mentre il doppiaggio è totalmente assente, puntando tutto su ottimi sottotitoli in italiano che, con certi personaggi, giocano con i dialetti del nostro Bel Paese. Qualcuno storcerà il naso, ma dopo averci fatto l’abitudine con diverse uscite principali, se non ci fossero più, forse mi mancherebbero.

Dragon Quest Builders 2 non raggiungerà mai la fama di Minecraft ma per un giocatore come il sottoscritto, votato più ad esperienze classiche che non alla costruzione libera, è una manna dal cielo. È riuscito ad avvicinarmi a certe meccaniche che mi sarei sicuramente perso e le ha integrate in un’avventura che funziona, diverte e si evolve continuamente con nuove dinamiche. Il risultato è un gioco piacevole, rilassato e divertito, con musiche allegre, situazioni buffe e anche qualche bel colpo di scena che non guasta mai. I suoi difetti più evidenti sono riscontrabili in un combat system abbastanza blando e in un comparto tecnico che non può e non vuole fare miracoli. Se potete scegliere, puntate sulla versione Nintendo Switch perché vi permetterà di creare in ogni momento, potendo anche prestare un Joy-Con ad un amico per farvi dare una mano tra una risata e l’altra.
- – Gameplay in continua evoluzione
- – Trama ben riuscita
- – Si crea ma si vive anche una bella avventura
- – NPC utili e ben integrati
- – Cose da creare a non finire
- – Su Switch si collabora anche in locale
- – Combat system semplice
- – Impatto grafico

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