Dredge – Recensione

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Non so voi, ma io non ho mai giocato un titolo di pesca. Li trovo lenti e un po’ noiosi e quindi ne sono sempre stato alla larga. Poi però un giorno salta fuori Dredge, un titolo indie che ti chiede di impersonare un pescatore che se ne va in giro sul suo battello, attorno alle coste di alcune isolette più o meno abitate. Il suo scopo ovviamente è pescare, ma l’elemento esplorativo e di navigazione mi prende all’amo (abbiamo il nome “Sailors” all’interno del nostro sito, un po’ marinai lo siamo nel DNA). Scopro così uno degli indie più interessanti dell’ultimo periodo, ad opera di Black Salt Games e prodotto dai ragazzi di Team 17.

Ah! Ma c’è anche una storia?!?

Dredge, la cui traduzione italiana è “dragare”, inizia nel modo più classico. Il pescatore che impersoneremo cerca lavoro e gli viene offerto sull’isola di Midolla Maggiore. Prima di arrivare in porto il suo battello si danneggia e al suo arrivo il sindaco lo informa che ci vorrà un po’ per riparare lo scafo. Mentre la sua imbarcazione viene riparata, ce ne viene affidata una più piccola, sufficiente però per iniziare a pescare. Farlo ci permetterà di vendere il pesce al mercato e guadagnare denaro con cui potremo ripagare le riparazioni e migliorare la nostra situazione.

Il benvenuto del sindaco non è il massimo ma almeno ci avvisa di non passare la notte in mare

Prima di lasciarci andare per mare, il sindaco ci avvisa però di tornare prima del tramonto, per evitare la nebbia che sale e che può creare incidenti contro gli scogli. Se vi sembra sensato e normale, in effetti lo è, ma con il passare dei giorni in game vi accorgerete che nel mare che circonda questi luoghi c’è qualcosa che va oltre dei semplici merluzzi.

No, non è un semplice gioco di pesca

La mia paura più grande approcciando un gioco che sembra puntare sulla pesca, era tutta sulla progressione. In altre parole, temevo di annoiarmi. Invece in Dredge avremo sempre qualche compito da portare a termine. All’inizio ci verrà detto di catturare un pesce specifico, oppure di portare un oggetto ad un abitante che vive in un villaggio vicino. Il diario di bordo ci dice sempre cosa dovremmo fare per proseguire, ma le tempistiche sono a nostra discrezione.

La bacheca delle attività si riempirà presto di “missioni”, dandovi sempre qualcosa da fare e qualche nuovo posto da esplorare

Già che parliamo di tempistiche è bene chiarire che il tempo, in Dredge, scorre solo in due occasioni: quando il nostro battello si muove sul mare e quando peschiamo. Se per esempio ci fermiamo e scrutiamo le acque con il cannocchiale per scoprire le aree di pesca intorno a noi, il tempo non scorre. Se stiamo affrontando uno dei minigame che ci permettono di ottenere un pesce, il tempo riprende a muoversi.

Luce e oscurità

Raggiungere un’area con molti pesci e iniziare a pescarne uno dopo l’altro, potrebbe farci perdere la cognizione del tempo, lasciandoci così in mare aperto dopo il tramonto. A quel punto la stanchezza del nostro personaggi inizierà a farsi sentire e solo raggiungere un porto per riposare potrà metterci in salvo dai pericoli dell’oscurità. Quando scende il buio fanno infatti la loro comparsa pesci decisamente insoliti, ma anche strane apparizioni, compresi scogli improvvisi, da avvistare usando le luci del vostro peschereccio. Il problema delle luci è che se voi vedete davanti al vostro naso, qualcos’altro può avvistarvi e venirvi a cercare…

Tra le cose migliori che possono capitarvi di notte ci sono scogli che sbucano dal nulla. Vi lascio immaginare le altre…

È a questo punto che Dredge si svela per quello che è davvero: un’avventura per mare ricca di tensione, capace di mettervi pressione anche solo facendo calare la notte e la nebbia che l’accompagna. Imbattersi in luci misteriose e vedere strane manifestazioni sono solo alcuni degli eventi a cui potreste assistere mentre i compiti da portare a termine vi spingono sempre più lontani dal porto iniziale. Farete la conoscenza di personaggi che hanno quasi sempre un segreto e la loro scrittura risulta a fuoco e ben integrata in una porzione di mare così fitta di misteri.

La facilità di perdersi in questo mar

L’atmosfera, la narrativa e le emozioni che Dredge dispensa lungo le dieci ore abbondanti per completarlo, sono accompagnate da un gameplay in realtà molto semplice. Tutti i controlli sono immediati da assimilare, così come la gestione dello spazio sulla vostra barca. Diviso in caselle, vi troverete ad incastrare peschi di varie forme all’interno degli slot che rappresentano la vostra stiva. Qui potrete anche ospitare strumenti come luci più potenti, motori più performanti e attrezzi da pesca di vario genere come canne, reti e nasse.

A desta la stiva del vostro battello iniziale, mentre a sinistra l’indicatore che ci dice cosa potremo pescare in questo punto. Da notare che tra le anguille pescate ce n’è una rossa che, beh, non è proprio uguale alle altre.

Ricevere dei danni significa perdere uno o più di questi spazi e se al suo interno c’era un pesce lo perderete, se invece c’era il motore, beh, inizierete a muovervi molto lentamente, con la sola speranza di riuscire ad arrivare in porto. Potenziare la nave tramite materiali di recupero sarà importante e per questo dovrete darvi da fare per dragare i fondali e cercare su coste su cui potrebbero essere affondati pescatori più sfortunati di voi. Tutto è strutturato con una cura eccellente e quello che all’inizio poteva sembrare un titolo complesso e dedicato ad una nicchia di appassionati, si dimostra invece godibile da chiunque.

Comparto tecnico

Il comparto tecnico di Dredge è relativamente semplice, ma non per questo semplicistico. Ogni elemento è ricreato con una grande attenzione per i dettagli e basta guardare l’elenco dei pesci pescati per rendersene conto. Il mare è vivo, con onde che aumentano di intensità quando ci si avventura verso aree aperte, ma anche quando cala la notte e iniziano a comparire strani fenomeni. Le isole che visiteremo sono tutte diverse, con caratteristiche che le rendono uniche e ben riconoscibili nel vasto tratto di mare ricreato. Anche i personaggi hanno molto carattere, con un design spigoloso ma molto netto che dona loro una certa unicità.

Il design pulito permette di ricreare situazioni normalissime e altre decisamente insolite. La fisica del mare e la conformazione delle diverse isole con biomi unici fanno il resto.

Anche la parte audio è di tutto rispetto, con suoni ambientali credibili in varie circostanze, così come per quelle che non appartengono (forse…) a questo mondo. Le musiche poi vanno dal rilassante delle mattine a quelle ben più tese e ansiogene della notte. Dredge ha poi il vantaggio di essere stato tradotto interamente in italiano, garantendo a chiunque la possibilità di navigare e capire i suoi segreti.

Commento finale

In Dredge ci si sente davvero in balia del mare e dei suoi misteri. Ogni volta che si salpa si va verso l’ignoto, scopritori di un mondo affascinante e pericoloso. Se di giorno si pesca e si cerca di spostarsi il più possibile per raggiungere una qualche meta, di notte è un continuo guardarsi le spalle, accendere e spegnere le luci e cercare un porto sicuro.

Un misterioso battello davanti a noi e una strana manifestazione sulla sinistra ci fanno capire che di notte è meglio dormire sulla terra ferma.

Non sempre sarà possibile e in quei casi cercherete di arrangiarvi sperando che l’alba arrivi presto. Il gioco è consigliato dal PEGI per ragazzi dai 12 anni in su, quindi non si dimostra violento o truculento, ma sa trasmettere emozioni che spesso altri giochi più espliciti non riescono a dare. Non fatevi ingannare dal tema, perché si tratta un’avventura vera e propria, originale, ben scritta e che ricorderete a lungo.

Pro

– Originale e appassionante

– Trama ricca di mistero

– Momenti di tensione ben sviluppati

– Gameplay semplice e funzionale

– Tutto in italiano

Contro

– I minigiochi di pesca sono molto semplici

– Breve, se si procede senza il gusto di esplorare

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