Dynasty Warriors 9: Empires – Recensione

L’arte della guerra secondo Koei Tecmo?

Passano le generazioni e il brand di Dynasty Warriors continua a dividere sia la critica sia il pubblico, tra gli appassionati che riescono a passare sopra quei difetti di gameplay ormai storici e chi invece non riesce proprio ad apprezzare lo stile tipico dei musou. Dynasty Warriors 9 doveva essere il capitolo capace di rivoluzionare la serie, ma l’idea dell’approccio open world non è bastata a fare quel salto qualitativo tanto sperato. A ben quattro anni di distanza da quel capitolo della saga principale, Koei Tecmo torna sul mercato con lo spin-off strategico per aggiungere un po’ di varietà, nello specifico con la pubblicazione di Dynasty Warriors 9: Empires. Basta un ritorno alle origini per ottenere il consenso degli appassionati o si tratta dell’ennesimo inciampo?

Dynasty Warriors 9: Empires è il ritorno del brand sulle contaminazioni gestionali.

Diverse opzioni gestionali, sulle quali difficilmente ci si soffermerà

Unificare la Cina, di nuovo

Dal punto di vista narrativo non abbiamo grandi novità, e anzi anche Dynasty Warriors 9: Empires riprende lo stesso e bellicoso contesto legato alla Cina Imperiale e alla sua suddivisione che ha portato a lotte, alleanze e intrighi tra una moltitudine di condottieri, fino alla formazione dei Tre Regni e conseguente conquista da parte della dinastia Jin. Parliamo ovviamente di tutti quei racconti a metà tra la fedeltà storica e la riproposizione più romanzata che ha portato alla nascita di numerose leggende. Nel caso di Dynasty Warriors 9: Empires, però, non avremo un filone narrativo unico da seguire, ma la possibilità di unificare la Cina sotto un unico vessillo a seconda della fazione impersonata. Qui avremo più date tra le quali poter scegliere come punto di partenza, permettendoci di confrontarci con schieramenti ed eroi abbastanza differenziati per cominciare a plasmare le nostre mire espansioniste. Cominciare dalla classica Rivolta dei Turbanti Gialli, piuttosto che dalle lotte più intense tra Shu e Wei, permette di ottenere qualche curioso e differente punto di vista tra i vari giochi di potere, ma all’atto pratica non cambia un risultato che per ovvi motivi rimane abbastanza lineare e ripetitivo anche in questo capitolo più ibrido.

Ovviamente è possibile creare un generale da zero, ma non andrà a influenzare le ramificazioni narrative

Come anticipato, in Dynasty Warriors 9: Empires abbiamo la possibilità di consultare una mappa dalla quale decidere le nostre mosse, così come – attraverso meccaniche estremamente semplificate – gestire risorse ed eserciti prima di buttarci sul campo di battaglia. Si tratta di meccaniche piacevoli e accompagnate da un layout dei menù estremamente accessibile fin dalle prime partite, ma che già dopo una manciata di ore mostra alcune incertezze, evidenziando una struttura strategica per certi versi superficiale. Nello specifico, un turno equivale a un mese e ogni sei mesi si riunisce un consiglio di guerra fondamentale per porre obiettivi bellici e alcune strategie opzionali, ma al netto di una buona varietà di opzioni legate alla gestione delle risorse, delle battaglie, dello spostamento dei generali o delle possibilità per rafforzare i legami con i commilitoni, saremo obbligati a effettuare scelte eccessivamente limitate. Questo perché tutte le possibilità sopra descritte valgono come azione di round ed ogni turno ne concede esclusivamente una, obbligandoci di mese in mese a scelte che danno priorità quasi esclusivamente al contesto bellico per invadere o difendere un territorio specifico. Una soluzione non facilitata da un’IA nemica che nella fase gestionale si dimostra basilare per routine e tattiche.

I combattimenti sono sempre divertenti, ma non manca un po’ di (sano) caos

Guerra e pianificazione

Il gameplay effettivo riprende invece i capisaldi tipici della serie, riproponendo quegli scontri contro una moltitudine spropositata di nemici dove, con pochi fendenti, si possono falciare decine e decine di soldati dall’IA non proprio brillante. Il classico uno contro tutti che in Dynasty Warriors 9: Empires, però, amalgama alcuni elementi più tattici utili a smorzare un rischio ripetitività evidente durante gli scontri. Le battaglie, però, mantengono obiettivi decisamente classici e per certi versi lasciano pensare a un passo indietro rispetto al precedente capitolo, visto che non vanno oltre la semplice eliminazione del generale nemico. Fortunatamente si segnala la possibilità di sfruttare alcuni obiettivi e tattiche segrete che possono ribaltare le sorti delle forze in gioco, andando a introdurre alleati o magie sul campo di battaglia. Parliamo di tattiche selezionabili singolarmente prima di ogni scontro dal comodo menù riepilogativo; considerando che durante la battaglia è possibile sventare le tattiche segrete nemiche entro un tempo limite, non possiamo non apprezzare gli sforzi profusi dal team per variare l’approccio dei giocatori.

Se si impersonano generali di rango minore si avranno meno possibilità decisionali, ma potremmo ambire a una carriera militare

Sarà fondamentale tenere bene a mente il livello di potenza del proprio schieramento rispetto alle forze nemiche ben visibile sulla parte alta dello schermo, variabile a seconda del numero di basi in possesso o successo dei piani segreti; scelte che vanno un po’ contro le logiche dei giocatori più solitari, almeno in questo modo spronati nell’aiutare i propri commilitoni in più fronti. Rimangono ovviamente i limiti sottolineati sul fronte della ripetitività degli scontri. Accompagnati da un comparto tecnico che, ancora una volta, registra più bassi che alti, tra una telecamera ballerina durante le mosse speciali e più nemici su schermo, così come un’IA troppo basilare. Il tutto sottolineato da una mole di dettagli soddisfacente solo per quanto riguarda gli eroi principali da poter impersonare in Dynasty Warriosr 9: Empires. Invece per le truppe generiche e le ambientazioni si registrano dei passi indietro evidenti rispetto al predecessore open world. Situazioni evidente soprattutto durante le passeggiate, momenti di transizione dove poter incamminarsi tra le città e interagire con i propri generali, così come cercare di arruolarne di nuovi, tra strade ed edifici spogli che ben presto abbandoneremo in favore delle azioni più dinamiche.

Tra pochi minuti quella fortezza cadrà sotto le lame dei nostri soldati

Commento finale

Dynasty Warriors 9: Empires è un prodotto discreto, ma che al netto di alcune buone premesse non riesce a rappresentare quel salto qualitativo per la serie che ci auguriamo da tempo. Rispetto al progetto open world, il tornare sui binari più conservativi – misti ad alcune timide aperture gestionali – troverà un buon consenso da parte dei fan di più vecchia data, consapevoli del poter andare oltre gli storici difetti legati alla ripetitività o la difficoltà. Rimane un po’ di rammarico, soprattutto perché la componente gestionale ha del potenziale, ma rimane estremamente limitata per le possibilità di azioni effettuabili in ogni round. Bene, ma non benissimo.

Pro
  • – Il classico stile musou divertente per tutti gli appassionati…
  • – La gestione della fazione passa per alcune interessanti implementazioni
  • – Obiettivi e tattiche segrete danno quel tocco in più durante le battaglie
  • – Roster variegato per campioni e armi da utilizzare
Contro
  • – … ma che si porta dietro i soliti difetti storici legati alla ripetitività
  • – Il comparto strategico rimane estremamente limitato
  • – Tecnicamente soffre su più aspetti

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