I picchiaduro continuano a imperversare in questo inizio di 2018 e dopo Dragon Ball FighterZ e Dissidia Final Fantasy NT, EA Sports ci riporta nel mondo reale con EA Sports UFC 3, la nuova uscita dedicata alle Mixed Martial Arts e, nello specifico alle sfide spesso brutali che si svolgono nell’Octagon. Essendo la terza uscita della serie i fan dovrebbero già immaginare cosa si possono aspettare, ma non mancano alcune interessanti novità che potrebbero dare un motivo in più per abbandonare il precedente capitolo e passare a questa nuova simulazione di combattimento.
Andando contro alla semplificazione che spesso coinvolge i giochi moderni, EA Sports UFC 3 continua a proporsi come un gioco simulativo, alla pari del mai dimenticato Fight Night che aveva dato lustro al mondo della boxe diversi anni fa. Dimenticate mosse speciali o anche solo combo che possono devastare l’avversario tramite un’aggressività costante. Il successo di questa serie sta nella gestione dello scontro, nel sapere quando e come colpire e nel sapere quando fermarsi per non consumare la preziosissima resistenza che regola la velocità dei colpi e la conseguente forza.

Già dall’introduzione che ci porta sul ring (Octagon) nei panni di Conor McGregor si capisce che il ritmo da tenere durante lo scontro non può essere perennemente elevato. I tasti frontali sono assegnati ai colpi da portare con braccia e gambe, ma per variare le tipologie e le altezze occorre tener premuto il dorsale e/o il grilletto sinistro. Quello di destra attiva la parata alta (per quella bassa occorre premere in contemporanea entrambi i grilletti) e il dorsale si occupa di un’ulteriore variazione dei colpi, che diventano ganci nel caso dei pugni. A ciò si aggiungono pressioni contemporanee dei tasti frontali che danno vita anche ai montanti.

Già così ce ne sarebbe a sufficienza per iniziare a vivere l’emozione dell’Octagon sulla propria pelle; questo fatto è poi ingrandito dal comparto scenico e dalla fisicità dei lottatori. Non è solo questione di vederli riprodotti in maniere fedelissima, ma anche di “sentire” il loro peso e la loro potenza grazie ad un sistema fisico che gestisce i colpi come solo questa serie ha saputo fare in passato.
Veder sanguinare i due contendenti, vederli accasciare al suolo dopo aver ricevuto un colpo e più in generale vederli combattere attraverso animazioni frutto di un accurato motion capture che si incastra realisticamente solo quando le distanze sono scarse, sono tutte caratteristiche che danno concretezza a quello che si combina nella gabbia, aumentando l’intensità di ogni singola sfida.
In più ora la levetta destra è interamente dedicata al movimento della testa, permettendoci di schivare colpi al volto, per essere subito pronti a contrattaccare. Ovviamente saranno innumerevoli le volte in cui il colpo vi prenderà in pieno, ma quando riuscirete nel vostro intento avrete la vostra ricompensa con qualche istante in cui l’avversario sarà inerme.

Quello che invece non è cambiato granchè è, ancora una volta, il sistema di combattimento a terra, da sempre croce e delizia di questa serie EA Sports. Scaraventare un nemico al tappeto per poi avere le possibilità di malmenarlo senza pietà o di eseguire una chiave articolare utile per la sottomissione, saranno azioni che eseguirete quando avrete già imparato molto.
Purtroppo per voi gli avversari non aspetteranno che siate pronti e già dai primi match vi troverete con la schiena al suolo. Si è pensato di inserire una serie di indicazioni a schermo che potessero offrire un qualche aiuto per capire come procedere nella presa, è stato inserito un sistema per cambiare posizione e riprendere il vantaggio, così come quello per contrastare questa mossa.
Le possibilità quindi ci sono, ma oltre ad essere legate alla resistenza del vostro atleta, dovrete fare i conti con la tempestività di esecuzione. Bloccare una transizione è infatti una questione di conoscenza delle animazioni e di rapidità sul controller, obbligando a giocare a lungo per capire le intenzioni dell’avversario. Una situazione che non fa che confermare la simulazione di cui il gioco si fa portabandiera, ma è anche un modo per frustrare il giocatore appena arrivato che spesso cade vittima di questa mossa e non sa più come uscirne per via del suo essere meccanica e meno divertente della lotta in piedi.
La complessità della manovra, unita alla tempestività nell’eseguire le transizioni giuste, rendono difficoltosa anche la componente online: da una parte c’è un net code non proprio privo di lag, ma dall’altra vanno messe in conto sconfitte che possono arrivare proprio da queste meccaniche di non facile comprensione.

Le modalità non mancano tra una campagna per giocatore singolo che vi porta a creare il vostro lottatore sia combattendo nell’Octagon, sia gestendo gli incontri, i follower, eventuali eventi che useranno un po’ del tempo in cui potreste allenarvi, per far salire la vostra popolarità. Dinamiche già viste in altri titoli sportivi e spesso sviluppate meglio, ma non è il caso di lamentarsi quando la cosa funziona.
Non aspettatevi però una carriera cinematografica come quelle viste in FIFA o in Madden. Altra aggiunta interessante è il corrispettivo dell’Ultimate Team dei titoli appena nominati, con un sistema di carte da collezionare per avere dei lottatori da usare, potenziare e con cui competere sia in stagioni single player che in altre dedicate all’online. Ci sono i contratti, i potenziamenti alle mosse e i solito sistema, solo che la minore presenza di lottatori rispetto per esempio ai calciatori, rende questa modalità un po’ meno coinvolgente.
Per chi invece inizia ci sono delle sfide di varia intensità che si occupano di darvi un’idea sulle cose da fare e sui pulsanti da premere. Diversamente, le uniche istruzioni giocabili rimangono quelle presenti nel match introduttivo che affronterete al primo avvio. Questo match è ripetibile e raggiungibile dagli extra, però è strano vedere una sezione tutorial che invece di una classica componente informativa e giocabile, presenta unicamente dei video in inglese, senza sottotitoli e, soprattutto, incapaci di farci provare all’istante quello che ci hanno appena spiegato.

Il comparto tecnico di EA Sports UFC 3 è anche questa volta un parametro di paragone per i giochi di combattimento realistici, grazie alla riproduzione di modelli che non solo sono quasi sempre fotorealistici, ma che hanno una fisicità impressionante che varia, anche di molto, in base al peso e alla stazza degli atleti. Allo stesso modo i colpi dei colossi hanno effetti molto più marcati rispetto a quelli di un peso leggero, il quale però potrà vantare una velocità ed un’agilità che lo porterà ad essere più imprevedibile.
La fisica dei colpi obbliga poi a tenere a mente il fattore “fortuna”: colpire o essere colpiti mentre uno dei due atleti sta eseguendo un’altra mossa, può portare a K.O. istantanei e imprevisti. Non è una situazione frequente, ma può essere inflitta con maggiore facilità quando la resistenza inizia ad essere troppo bassa. Anche i palazzetti e le arene sono ben diversificate, seppur si finisca a non farci davvero caso una volta chiusi nella “gabbia” insieme al proprio avversario.
Buone le musiche d’entrata (ufficiali, neanche a dirlo così come il roster degli atleti) e parecchio crudi alcuni effetti audio dei colpi a segno e dei corpi che stramazzano a terra. Il gioco è in inglese, ma i sottotitoli e le scritte dei menu sono stati tradotti in italiano.

EA Sports UFC 3 è un degno successore della serie, portando con sé tutte le caratteristiche tecniche e simulative che hanno decretato il suo successo. Non fa però nulla per attirare i nuovi arrivati che, magari attratti dal suntuoso comparto grafico, potrebbero decidere di dargli una possibilità.
In questo caso mettete in conto di riavviare un match a difficoltà normale (la seconda su quattro) anche una decina di volte prima di vincere l’incontro: ai primi tentativi sarete a corto di resistenza già verso la fine del primo round, poi inizierete a studiare le mosse dell’avversario prendendo comunque un sacco di botte e finendo al tappeto nel complesso “minigioco” del combattimento a terra.
Tutte situazioni che per un esperto di combattimenti sono normali e realistiche, ma che per un giocatore abituato ad altro, potrebbero apparire frustranti e poco divertenti. Se volete imparare a giocare impiegando tempo e dedizione, avrete grandi soddisfazioni. Diversamente potrebbe divertirvi solo se giocato con amici dello stesso livello, ma non arrivere mai ad intaccare il suo potenziale tecnico.
- – Realistico e complesso
- – Parecchie modalità interessanti
- – Roster ricco
- – Fisica dei colpi accurata
- – Il combattimento a terra rimane macchinoso
- – Tutorial troppo limitato
- – Online sporcato da un po’ di lag

Ti potrebbero interessare anche...:





