Ender Lilies: Quietus of the Knights – Recensione

Quanto può essere bello un mondo in rovina?

Il genere dei Metroidvania ha avuto largamente modo di riaffermarsi negli ultimi anni. Hollow Knight, Bloodstained, Ori e tanti altri titoli hanno saputo portare con onore la fiaccola accesa da Super Metroid e Castlevania: Symphony of the Night, e ci sono riusciti talmente tanto bene che il risorgimento del genere ha visto arrivare nelle case dei giocatori una gran moltitudine di titoli d’ogni tipo, sapore e stile, allargando la visione addirittura su esperienze più narrative e non solo più confinate al gameplay nudo e crudo. Ender Lilies, ricadendo in tal caso come una delle nuove idee in circolazione, si sviluppa in un misto discretamente cadenzato di storia e gameplay, facendo a volte prevalere l’uno sull’altro a seconda delle necessità.

Ender Lilies

La trama racconta la storia di una candida vestale di nome Lily, che si fa strada nel regno di Finis dopo un malinconico e confuso risveglio. Lo spirito di un cavaliere nero ormai morto da tempo è riuscito a trovarla e a parlarle per informarla, almeno sommariamente, sullo stato del mondo. Lily, soffrendo di amnesia, non ricorda esattamente quale sia il suo passato, ma sa che, in quanto vestale, ha il dovere di purificare le anime corrotte. Esplorando il mondo di Finis diverrà quasi subito lampante lo stato di totale distruzione e l’apocalisse che si è abbattuta sul mondo in passato, spesso descritta dalle numerose note e ritagli scritti dai pochi sopravvissuti dell’epoca come “necropioggia”. Tutte le vittime di questo strano fenomeno hanno contratto una misteriosa infezione che ha fatto loro rapidamente perdere il senno, portandole a soffrire e attendere la purificazione. Esplorando le prime aree ben imbastite come tutorial, Lily si imbatte presto in numerose persone completamente corrotte e sfigurate dalla pioggia, dovendo combattere perfino contro coloro che in passato l’hanno protetta e lasciata dormire, in attesa del momento giusto.

Ender Lilies

Un po’ come Hollow KnightEnder Lilies prende larga ispirazione da alcuni tratti della serie di Dark Souls. Elementi narrativi (come descrizioni dettagliate degli oggetti), varietà di mosse e sistemi di livelli sono piuttosto analoghi a quelli della serie From Software e, parlando dello stesso genere, alla struttura del gioco di Team Cherry. Dove Ender Lilies si differenzia, però, è nel combat system, che piuttosto che offrire un enorme arsenale di armi e mosse al proprio personaggio, decide di rendere la vestale inerme se da sola, ma temibile e forte se accompagnata dalle anime che purifica, che rivestono all’atto pratico il ruolo di abilità di danno o di supporto, equipaggiabili per un massimo di tre contemporaneamente. Il concetto di purificazione di Ender Lilies non è solo un espediente narrativo per progredire nella storia, ma anche una robusta giustificazione per collezionare nuove mosse e sviluppare nuove maniere non solo di combattere, ma anche di esplorare il mondo circostante e superare le zone precedentemente chiuse.

Il lato più esplorativo e di platforming di Ender Lilies prende vita e ossigeno nel momento in cui si deciderà di scoprire ogni anfratto delle numerosissime e tematicamente variegate mappe: dalla cripta in cui risiede Lily è virtualmente possibile andare ovunque senza limitazioni, proprio perché il gioco è costruito in maniera accessibile, si, ma per niente scontata o sempliciotta. 

Nonostante il ritmo del gameplay sia più lento rispetto ad altri titoli dello stesso genere, Ender Lilies nasconde un certo grado di strategia che porta il giocatore a dosare la quantità di attacchi e i momenti in cui difendersi, spesso sbagliando a causa di calcoli errati o nemici sottovalutati. Il combat system risulta estremamente leggibile e ben calibrato sia nelle boss fight che durante l’esplorazione, ma si innalza di difficoltà man mano che i nemici aumentano su schermo. Ogni nemico ha la possibilità di compiere una o due mosse ogni tot secondi, almeno durante gli scontri normali, e averne contemporaneamente più di due o tre su schermo può rivelarsi fatale se non si sta attenti, proprio perché ogni mossa ha bisogno del proprio tempo per essere sferrata. Questo però non fa altro che approfondire in maniera importante un sistema sulla carta piuttosto semplice e quasi scontato.

Ender Lilies

Ender Lilies convince pienamente dal punto di vista tecnico, che accompagna ad una grafica disegnata e dettagliata un sound design robusto e d’atmosfera, con una soundtrack decisamente coinvolgente che cattura, incanta e mantiene alta la sensazione di malinconia che pervade l’intera esperienza. Nonostante la forza dello stile grafico, però, abbiamo rilevato un po’ di mancanze sul fronte delle animazioni, a tratti un po’ semplici e poco raffinate, specialmente se messe a contrasto con i messaggi e le sensazioni che il gioco dovrebbe trasmetterci. In ogni caso, però, Ender Lilies riesce bene in ciò che fa: l’esplorazione è divertente, il gameplay, seppur sia più incentrato sul combattimento che sul platforming, riesce a convincere, la personalizzazione è profonda quanto basta, e offre la possibilità al giocatore di equipaggiare, oltre le suddette anime dei guerrieri purificati, anche dei cimeli, che apportano bonus prevalentemente passivi durante il gameplay. Ogni mossa, inoltre, può anche essere potenziata man mano che si progredisce nel gioco, rendendo ogni opzione sempre utile e mai obsoleta.

Ender Lilies

La forza di Ender Lilies sta nel lasciare al giocatore la possibilità di scegliere quale serie di mosse e abilità equipaggiare per andare avanti e scoprire altri lati della mappa, e seppur questo rappresenti un elemento piuttosto comune nei giochi del genere, possiamo affermare con sicurezza che qui, in questo gioco, tale elemento è comunque espresso in maniera davvero molto raffinata e ricercata. Nonostante qualche sbavatura qui e lì come un level design troppo poco variegato o l’assenza di momenti narrativi in determinati punti del gioco, ci sentiamo comunque di raccomandarvi Ender Lilies come uno dei Metroidvania più interessanti e raffinati di quest’anno. L’idea di un mondo post-apocalittico come questo non è di certo originale, ma se un mondo che si racconta man mano che si procede nel gioco risulta stimolante, questo vale già come motivo per l’acquisto.

Pro
  • – Stile grafico evocativo e azzeccato
  • – Sound design robusto e OST memorabile
  • – Gameplay accessibile ma complicato
Contro
  • – Level design non sempre al top
  • – Qualche animazione è da rivedere

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