Final Fantasy XII: The Zodiac Age – Recensione Switch

La riproposizione della gran parte dei Final Fantasy “moderni” è culminata il 30 aprile scorso, data in cui Final Fantasy XII: The Zodiac Age è approdato anche su Xbox One e Nintendo Switch, a distanza di appena quindici giorni da quella collection di Final Fantasy X/X-2 che ci ha conquistato oggi come allora. Dotati anche questa volta della versione per Nintendo Switch (la soluzione migliore per giochi come questi, e tra un po’ vi spiego il perché) ci siamo tuffati ancora una volta nel titolo più rivoluzionario della serie, quello che all’epoca aveva lasciato perplessi molti giocatori per via dei suoi cambiamenti e che oggi però si dimostra anche il più vicino ai gusti moderni.

Qui sotto potete vedere la nostra videorecensione della versione PS4, uscita due anni fa.

Uscito ormai tredici anni fa per una Playstation 2 che aveva già mostrato tutto quello che poteva, Final Fantasy XII si dimostrò un po’ stretto nelle maglie di quell’hardware sul viale del tramonto. Nel suo sviluppo lungo diversi anni le idee furono moltissime, alcune sfruttate per dare vita all’episodio più diverso di sempre, altre abbandonate per problemi tecnici ancora insormontabili. Pur con questi limiti, il mondo di Ivalice si dimostro da subito diverso da quelli visti nelle precedenti uscite, sia per i personaggi e le motivazioni che li muovevano, sia per quello che li avrebbe aspettati all’interno degli scenari. La storia narrata si dimostra fin da subito più ampia rispetto al viaggio di molti personaggi dei capitoli precedenti, con dinamiche politiche e sociali ben più radicate di quanto non fosse per esempio nella Spira di Final Fantasy X. Una trama quindi meno vicina al giocatore “tipo” di Final Fantasy, in grado di offrire personaggi carismatici ma meno immediati rispetto a quelli che avevamo conosciuto fino ad allora. E questo non era che l’inizio delle novità.

Una volta che la trama prende il via, vi accorgerete che nella mappa non sono presenti solo oggetti con cui interagire o NPC, ma anche i mostri. Inoltre, una volta che ci si avvicina, non parte la solita schermata che “spezza” lo schermo e ci istanzia per il combattimento, ma i personaggi estraggono automaticamente le armi e iniziano a menar fendenti in autonomia. L’aver infranto la sacra regola dei turni, tanto apprezzati e strategici nel decimo capitolo, portò molti giocatori, me compreso, a considerare Final Fantasy XII come “il capitolo strano”. Che gusto c’era a incontrare i nemici se tanto poi i personaggi combattevano da soli? Andando oltre la superficie ci si accorgeva che a questa domanda rispondevano i Gambit, regole da impostare manualmente sui personaggi che attivavano mosse specifiche ogni qualvolta si verificava la condizione scelta. Far attaccare a un personaggio il nemico più debole, così come automatizzare le cure quando gli HP scendono sotto il 50 o il 30%, sono tutte scelte tattiche che rendono partecipe il giocatore, anche senza che debba necessariamente selezionare un attacco rispetto all’altro. Può comunque farlo, ma non si può negare che vedere la propria squadra combattere “in autonomia”, seguendo i propri ordini è comunque una bella soddisfazione.

Tutte le caratteristiche del passato, grazie al loro essere visionarie nei primi anni del 2000, oggi sono perfettamente assimilabili dal giocatore moderno, compresi i mostri che gironzolano visibilmente sulla mappa di gioco eliminando gli incontri casuali (fu la prima volta in un Final Fantasy principale, tanto per dare un idea). Queste scelte rivoluzionarie ai tempi ma ancora fresche oggi, beneficiano di ulteriori miglioramenti grazie a questa nuova versione denominata The Zodiac Age. Questi segni zodiacali altro non sono che dodici possibili specializzazioni da assegnare ai vari personaggi. Ciascun membro del party potrà averne solo due (al contrario di quanto accadeva in origine e comunque resettabili), ma questo limite incrocia la strategia con la possibilità di mischiarli e di ottenere così personaggi molto diversi da sviluppare, anche grazie all’introduzioni di nuove variabili.

Per quanto riguardo la crescita dei personaggi è stata inserita un’altra interessante aggiunta, ossia la possibilità di accelerare la velocità del gioco anche di quattro volte. Grazie alla presenza dei gambit, i personaggi possono combattere senza il nostro intervento diretto, accelerando notevolmente le fasi di grinding che potreste voler effettuare, trasformando una sessione di farming da 40 minuti, in una molto più tollerabile di appena 10. Oltre ai combattimenti, anche gli spostamenti sono accelerati, velocizzando così gli spostamenti, specie nelle prime fasi dell’avventura. Infine, non va dimenticato il miglioramento grafico e sonoro, godibile specialmente su Xbox One e, fattore che mi ha fatto propendere per la versione Nintendo Switch, la portabilità dell’intera opera. In questo caso tutto il gioco sarà presente sulla scheda, evitando di pesare come invece è accaduto con Final Fantasy X/X-2 in cui il secondo capitolo era presente solo tramite codice da scaricare.

In versione TV si avverte un po’ la differente resa grafica che intercorre tra la remastered PS4/Xbox One e quella Switch, ma quando si scollega la console dal dock, è facile innamorarsi di quanto mostrato sul piccolo (e più generoso con le imprecisioni) schermo del gioiellino Nintendo. Se invece possedete un Xbox One X, potrete scegliere di giocarlo a 60 fps, scelta non certo fondamentale per questo tipo di produzioni, ma comunque presente e godibilissima. Il gioco è anche questa volta doppiato in inglese con i sottotitoli in italiano e presenta una colonna sonora che può essere ascoltata in versione originale, o in quella riarrangiata e suonata dal vivo con tanto di codifica True Audio 5.1.

Final Fantasy XII The Zodiac Age è un ottimo esempio su come si dovrebbero fare le remastered. Oltre a proporre un gioco così avanti con i tempi da essere moderno ancora oggi, abbiamo una serie di accorgimenti che lo rendono migliore di quanto già non fosse. Oltre ai miglioramenti tecnici apprezzabili, si evidenziano una serie di accorgimenti che rendono più accessibile, strategico e vario un titolo già ricchissimo, che acquisisce così ancora più importanza. Anche se su PS4 questa remastered è presente da un bel po’ e si trova a prezzi più bassi, poterla giocare anche in portabilità dovrebbe essere il motivo principale per (ri)comprarla a prezzo pieno per la console Nintendo.

Pro
  • – Meccaniche fresche ancora oggi
  • – Storia coinvolgente e “diversa”
  • – Personalizzazione del party
  • – Tante novità e miglioramenti
  • – Tecnicamente aggiornato e potenziato
Contro
  • – Potrebbero mancarvi i turni
  • – Prezzo più alto rispetto alla versione PS4

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