Final Fantasy XIII – Recensione

Final Fantasy é una delle tante serie che negli anni ha inevitabilmente perso un po’ di smalto. Fatto inevitabile quando si arrivano a partorire cosí tanti episodi. Siamo ormai arrivati al tredicesimo capitolo, quello che -forse piú di ogni altro- ha diviso critica e pubblico. Da un lato c’é l’innegabile volontà da parte di Square Enix di rinnovare alcuni elementi per svecchiare la saga, dall’altra miriadi di critiche da parte dei fan piú tradizionalisti. Non ci resta che dare un’occhiata ad un gioco che, nel bene e nel male, ha comunque lasciato un segno in questa generazione di console ormai agli sgoccioli.
Fin dal primo episodio, la serie Final Fantasy ha saputo coinvolgere il giocatore trasportandolo in mondi onirici e fantasiosi, sull’onda di personaggi variegati e trame spesso fantascientifiche. Altro vero marchio di fabbrica della serie é la costante presenza, dal settimo episodio in avanti, di un comparto tecnico curatissimo e di sequenze filmate sempre spettacolari. Final Fantasy XIII non fa affatto eccezione, e dopo uno splendido filmato di apertura ci porta in un nuovo universo. Qui saremo catapultati nella guerra fredda fra Cocoon e Pulse, due mondi contrapposti. Il primo é un enorme guscio sospeso nel cielo, al cui interno esiste una gigantesca e moderna cittá. Il secondo é il mondo sottostante, selvaggio e caratterizzato da immense praterie e sparuti villaggi dove vivono umani non ancora progrediti. Come se non bastasse, Pulse sembra traboccare di belve feroci e mostri.

La vita a Cocoon assomiglia ad una classica utopia, con i suoi abitanti chiusi nella cittá a condurre esistenze tranquille e perfette. La cittá é sotto il governo del Sanctum, un’organizzazione che sembra piú interessata a creare un sistema basato sull’ordine e sulla sudditanza psicologica che a mantenere la pace. Infatti, ha diffuso notizie false su Pulse, parlandone come di un luogo i cui abitanti hanno un solo desiderio: annientare e distruggere Cocoon e tutti coloro che ci vivono. Ragion per cui tutti coloro che vivono a Cocoon odiano tenacemente Pulse e lo temono, guardandosi bene dal disubbidire agli ordini del Sanctum, che riesce cosí a tenere ogni cosa sotto controllo. Le vere divinitá di questo mondo sono chiamate fal’Cie, entitá sovrannaturali che ogni tanto, senza una ragione apparente, affidano alcune missioni a persone che a quel punto diventano i cosiddetti l’Cie. Gli l’Cie sono condannati in partenza, poiché se non compiono la missione affidatagli sono destinati a diventare mostri, ma in caso riescano nell’intento, vengono invece trasformati in cristalli.
Una volta iniziato il gioco, seguiremo le vicende di sei personaggi che, per un motivo o per l’altro, seguono tutti lo stesso destino: prescelti dai fal’Cie, essi divengono l’Cie e devono fuggire da Cocoon. Braccati, ricercati, odiati e temuti da tutti, i sei dovranno farsi coraggio a vicenda e capire cosa c’é dietro i fal’Cie e dietro il Sanctum, ribellandosi cosí al proprio destino. Questi personaggi sono le protagoniste del gioco, Lightning, e i suoi amici: Snow, Hope, Sazh, Vanille e Fang. Col tempo il loro legame si rafforzerá, e contrariamente ai tipici eroi dei videogames, senza macchia e senza paura, i sei amici sono piú “umani” che mai. Ognuno di loro ha debolezze, sensi di colpa e qualcosa da per cui combattere.

L’avventura si svolgerá procedendo lungo splendide ambientazioni disseminate di nemici ben visibili nel mondo di gioco e, una volta che entrerete in contatto con uno di essi, partirá l’immancabile battaglia che ci teletrasporterá in una sorta di arena. Ed è proprio in battaglia che si evidenzia il vero fulcro del gioco. Esistono ben sei ruoli da ricoprire durante i combattimenti: attaccante, occultista, sinergista, sabotatore, sentinella e terapeuta. Gli attaccanti sono coloro che menano fendenti e danneggiano pesantemente i nemici, mentre gli occultisti offrono supporto magico lavorando i mostri ai fianchi; i sinergisti rinforzano i compagni grazie ad alterazioni di stato vantaggiose che li rendono piú veloci, potenti o resistenti, mentre i sabotatori infliggono stati svantaggiosi ai nemici indebolendoli. Le sentinelle provocano i nemici distraendoli e permettendo ai compagni di rifiatare, mentre infine i terapeuti si occupano di curare i compagni feriti.

Potremo portare solo tre personaggi per volta in battaglia, e ogni personaggio ha le sue caratteristiche peculiari e interpreta al meglio alcuni ruoli in particolare. Lightning e Fang per esempio sono ottimi attaccanti, mentre Hope é un bravo sinergista e Vanille dá il meglio come sabotatore o terapeuta. Inizialmente ogni personaggio partirá da un ruolo preciso, ma nelle fasi piú avanzate del gioco sará possibile impiegarli a nostro piacimento, fermo restando che daranno il meglio soprattutto in un paio di ruoli specifici. Le azioni eseguibili saranno dettate dalla barra ATB, i cui segmenti si riempiono automaticamente: ogni azione o magia consuma i segmenti, e perció per agire dovremo aspettare che si ricarichino. Procedendo nel gioco la barra ATB si arricchirá di nuovi segmenti permettendoci di eseguire azioni sempre piú lunghe e di concatenare magie e attacchi. Inoltre non solo potremo scegliere cosa fare, ma per una maggiore comoditá potremo lasciare che l’AI decida per noi le mosse migliori in base ad esperimenti compiuti in battaglie analoghe.

La vera chiave del successo saranno peró gli Optimum, impostazioni prefissate di ruoli per il trio di combattenti che schiereremo. Dopo aver deciso che combinazione di ruoli dare ai nostri personaggi, li potremo cambiare in ogni momento della battaglia con la semplice pressione di un tasto. Molto comodo, considerando che gli Optimum sono vitali. Senza un’accurata pianificazione degli Optimum e senza un’idea precisa di cosa fare, nelle battaglie un minimo impegnative il nostro destino sará quellio di soccombere. Gli scontri coi boss, per esempio, sono spesso assai ostici. Bisognerá agire in fretta e con criterio, altrimenti basteranno pochi secondi e saremo fritti. Di fronte ad un nemico forte, per esempio, potremo dover partire con una sentinella per distrarlo e con un sabotatore e un sinergista per potenziare la squadra e indebolire il mostro; subito dopo, passando a un Optimum con attaccanti e occultisti, potremo dedicarci alle botte vere e proprie, pronti comunque a inserire un Optimum con uno o due terapeuti in caso di pericolo.

Questo é solo un esempio, perché il variegato bestiario di nemici e la loro ferocia ci costringerá ad adottare tecniche sempre diverse. Un’altra caratteristica di cui tener conto é il livello di crisi: ogni mostro possiede una barra, ed attaccandolo senza sosta -soprattutto alternando colpi fisici a magie- la barra andrá riempiendosi finché il mostro andrá in crisi, un periodo di tempo durante il quale sará alla nostra mercé, incapace di attaccare e difendersi. Scontata la presenza delle evocazioni, qui chiamate Esper, creature mostruose e potenti pronte a combattere al nostro fianco ma ovviamente non disponibili in ogni momento. La grande varietá di situazioni dá luogo a battaglie dinamiche, sempre diverse e mai noiose grazie anche alle inquadrature dinamiche. E nonostante la grande quantitá di possibilitá, il gioco introdurrá ogni sfumatura poco per volta, spiegandocela e dandoci il tempo di impratichirci e imparare ogni finezza. Al posto dei classici livelli e punti esperienza, combattendo guadagneremo punti cristallo: essi saranno spendibili in ogni momento nel Cristallium, un sistema pensato per evolvere i personaggi scegliendo i ruoli in cui migliorarli. Avanzando sará possibile imparare nuove tecniche e guadagnare alcuni bonus come l’aumento dell’energia vitale e del potere d’attacco.

Tolte le sessioni di combattimento, purtroppo, FFXIII non ha molto altro da offrire a livello di gameplay. L’impostazione, piuttosto diversa dagli altri capitoli, é estremamente lineare. Questo é uno dei punti su cui i fan sono rimasti piú delusi: niente piú paesaggi sconfinati open-range dove scorazzare o vaste cittá piene di abitanti con cui parlare. Solo in un punto del gioco (verso la fine) ci verrá data la possibilitá di svolgere alcune subquests o di muoverci liberamente in uno spazio aperto, per il resto si tratterá solo di procedere per strade prefissate e di combattere quando necessario. Una volta trovato un punto di salvataggio potremo giusto fare acquisti al negozio (soprattutto nuove armi, di tanto in tanto), ma poiché non si trova denaro in giro l’unico modo sará di guadagnare crediti vendendo gli oggetti lasciati cadere dai nemici sconfitti. Sará quindi il caso di ponderare oculatamente i propri acquisti, dato che per mettere da parte un po’ di soldi ci vorranno ore. Per farla breve, la trama del gioco giustifica in qualche modo la sua linearitá (il fatto di essere dei fuggiaschi non offre certo tempo per vagare tranquilli per le lande), ma questa é fin troppo accentuata. Così facendo, ben presto il gioco diventa leggermente monotono perché non c’é niente da fare al di fuori che combattere. Per fortuna il battle system é davvero interessante e la sceneggiatura é, comunque, ottima.

Da un punto di vista tecnico, non possiamo lamentarci: FFXIII non é certo il picco di questa generazione di console, ma si difende bene grazie a un comparto grafico davvero ispirato, fantasioso e onirico. Ogni tanto manca qualche poligono qua e lá, e alcune textures palesano alcuni nei, ma la resa generale é ottima. Senza contare la grandiosa qualitá dei filmati e i personaggi ottimamente caratterizzati e animati. Il sonoro fa la sua parte, con musiche magari non al livello di altri episodi della serie ma comunque di grande impatto. Il doppiaggio (inglese sottotitolato in italiano) é di ottima fattura e perfettamente sincronizzato col labiale dei personaggi. La durata dell’avventura si attesta sulle 30/40 ore per portare a termine la trama, ma queste possono abbondantemente raddoppiare se, una volta finito il gioco, si decidesse di “livellare” e/o tornare a svolgere le subquests (esse sono presenti solo nella sessione dell’avventura open-range): queste ultime sono superflue ai fini della trama ma estremamente appaganti, poiché i mostri piú potenti del gioco si possono affrontare solo in questo modo. Insomma, FFXIII andrá giocato per molto tempo ma non riesce comunque a raggiungere le ore richieste dagli altri episodi della saga.

Final Fantasy XIII rappresenta senza dubbio uno sforzo notevole da parte di Square Enix. Molti hanno avuto da ridire sulla linearitá dell’avventura. Ciò è impossibile da negare ma il risultato finale appare accettabile considerando che l’impostazione del gioco é pensata per focalizzare le nostre attenzioni sullo splendido e profondo battle system, sicuramente il suo cavallo di battaglia. Per quanto riguarda i personaggi invece abbiamo apprezzato la caratterizzazione che è stata data a ciascuno di loro. Ognuno ha una psicologia profonda, é portato ad agire per motivi personali spesso drammatici e non nasconde le sue debolezze e la sua umanitá. Innegabilmente c’è stato un notevole taglio col passato e un distacco notevolmente dagli ultimi episodi. Per quanto ci riguarda il coraggio di cambiare va premiato e vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno. Dotato fra l’altro di splendidi filmati, momenti commoventi e un buon comparto tecnico, consigliamo il gioco a tutti gli appassionati di JRPG. L’unica remora è che se non amaste il genere, questo gioco potrebbe essere troppo complesso e impegnativo.

Pro
  • – Battle system sfaccettato, profondo e appassionante
  • – Personaggi profondi e ben caratterizzati, storia e sceneggiatura appassionanti
  • – Splendidi filmati
  • – Comparto tecnico curato
Contro
  • – Eccessivamente lineare
  • – Non piacerá a chi non ama i JRPG
  • – Meno longevo di altri episodi della serie



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