La strategia nel mondo dei Gears
Che Gears of War sia una delle serie action più famose al mondo non ci piove. Cinque capitoli e uno spin-off migliore di quanto se ne dica, lo hanno reso uno dei capisaldi di Xbox e in seguito del PC. Però, un po’ come è successo con Halo e il suo spin-off Halo Wars (che riprendeva l’idea alla base di Starcraft e Command & Conquer), Gears of War ritorna, momentaneamente solo su PC, con un episodio tutto nuovo e dal gameplay completamente diverso. Gears Tactics è infatti un’avventura che rallenta l’azione per farci concentrare sulla strategia e sulle possibili mosse da svolgere in campo.

Per essere facilmente inquadrabile anche da chi non conosce la storia finora ma vuole divertirsi con il gameplay proposto, Splash Damage ha scelto di portarci un prequel che anticipa addirittura gli eventi dell’originale Gears of War. Niente Marcus Phoenix o Dominic Santiago, ma solo nuovi personaggi che però, pian piano dimostreranno di avere un ruolo importante per lo sviluppo della serie, specie con i capitoli 4 e soprattutto 5. Fondamentalmente ci troviamo in uno scenario in cui le locuste sono emerse sul pianeta Sera e stanno distruggendo tutto. La novità è rappresentata dall’inedito cattivo Ukkon, avversario temibile a cui piace pasticciare con l’Imulsion creando soldati potenziati e altre diavolerie a cui primo o poi finirete per dover sparare. Di sorprendente in realtà non c’è molto, se non qualche interessante dettaglio a gioco inoltrato, ma le cut scene e la messa in scena sono molto simili a quanto visto nei giochi della serie regolare. Anche alcuni personaggi principali non sono male, anche se corrono costantemente sul filo del già visto.

Il gameplay che sorregge questa trama è stato pensato tenendo bene a mente la serie di XCOM, caposaldo del genere tattico, a cui però sono state aggiunte interessanti caratteristiche. Intanto, anche se immagino che lo sappiate già, in Gears Tactics si agisce a turni. Ogni personaggio della vostra squadra all’inizio del turno della squadra ha 3 punti azione. Si può usarli per muoversi, per attivare abilità e per sparare ma, a differenza di altre uscite, tra cui proprio XCOM, non c’è un’azione che termina il turno anticipatamente. Per capirci: se avete tre locuste davanti al naso e 3 punti azione, potete sparare a tutte e tre con un singolo soldato. Questa maggiore libertà offre una visione più dinamica dello scontro, permettendo di sparare con un personaggio, muoverne un altro al riparo e poi tornare a quello precedente per fargli fare qualcos’altro. L’incastro delle azioni diventa fondamentale, anche grazie alle peculiarità di ciascuna categoria di eroe.

Diaz, il personaggio principale, per esempio è un supporto, dotato di lancer e di granata medica. Potete mandarlo ad assaltare un nemico con la motosega piazzata sotto al fucile, oppure potete chiedergli di curare un alleato o di cedergli un punto azione. Il cecchino invece colpisce meglio da lontano ma, se serve può ottenere un bonus alla precisione e al colpo critico, spendendo 2 punti azione al posto di uno, quando l’abilità dedicata è carica. O ancora può ricaricare il fucile se fa fuori un nemico dopo aver attivato “Mano Lesta”. Aggiungeteci assaltatori che rigenerano energie, devastatori dotati di mitragliatrice mulcher e ranger che possono diventare invisibili per poi mostrarti da vicino il loro fucile gnasher e avrete un bel quadro delle possibili strategie. A questo si aggiungono anche gli equipaggiamenti e le modifiche per le armi, ottenibili completando missioni secondarie e sfide dentro alle missioni stesse, oltre che scovando e recuperando casse speciali sul campo, di rarità differenti. Si possono così ottenere bonus passivi extra che, uniti all’albero delle abilità di ciascun personaggio, renderanno piacevole proseguire e perdere un po’ di tempo all’interno dei menu che anticipano le missioni. Non bisogna poi dimenticare la varietà dei nemici che pian piano aumenta proponendo oltre ai più banali droni, anche cecchini, Boomer e altre minacce che ci obbligheranno a modificare l’approccio alle situazioni che li coinvolgono

La storia si articola come nelle uscite standard in più atti, composti a loro volta da vari capitoli. A inframmezzare questa routine ci pensano missioni secondarie che saltano fuori tra un capitolo e l’altro chiedendoci di compiere particolari operazioni come il recupero di risorse rimanendo accanto a delle casse, o il salvataggio di Gears catturati dalle locuste. Queste attività hanno però il grande problema di ripetersi spesso e volentieri, essendo anche poco differenziate. Il risultato è che mentre le missioni principali scorrono abbastanza bene, seppur anch’esse poco varie in termini di situazioni se non per i nemici coinvolti, quelle secondarie, dopo averne affrontate due o tre, vi appariranno estremamente ripetitive, nonostante la loro difficoltà non sia mai bassa (avrete diversi livelli di difficoltà tra cui scegliere). In questa situazione che alterna momenti discreti ad altri noiosetti, per fortuna si innestano quelli più esaltanti contro i boss. Basta raggiungere Ukkon e il suo Brumak per accorgersi che in queste situazioni, la strategia propone qualcosa di nuovo, facendoci scegliere se mirare ai serbatoi di Imulsion, attirando però l’ira del bestione su chi lo ha colpito, o concentrarsi sui suoi cannoni sulle braccia, limitando così i suoi attacchi. Il tutto mentre ci si sposta in continuazione per evitare di essere centrati dai missili che spara ad ogni turno.

Anche se è uno spin-off, Gears Tactics resta un capitolo della serie di Geas of War e dotarlo di una componente tecnica di scarso valore non è contemplato. Quindi il comparto tecnico di questa uscita si dimostra in grandissima forma, con scelte di inquadrature valide nelle fasi narrative, ma anche dinamiche a sufficienza da portarci ad ammirare da vicino le esecuzioni che eseguirete (utili a donare a tutti gli altri alleati un nuovo punto azione) o lo spezzatino che deriva dal lancio di una granata in mezzo ad un gruppo di abietti. Le animazioni sono ottime, così come le ambientazioni, anche se un po’ di varietà non avrebbe fatto male. Utili e precisi anche gli indicatori che modificano le nostre possibilità di colpire un nemico, con una visualizzazione riassuntiva generale e una più specifica che servirà principalmente a chi vuole capire come ottenere un colpo certo al 100%. Ovviamente su PC tutti giocheranno con mouse e tastiera, ma è anche possibile collegare un controller e avere un assaggio di quello che troveranno i possessori di Xbox, quando il gioco uscirà anche per questa piattaforma. Terminano il quadro generale delle musiche in linea con la serie e un buon doppiaggio in italiano. Infine, ricordo che il gioco nasce e muore con il single player, rinunciando volutamente a ipotetiche modalità multigiocatore. Non mi sento di escludere l’ipotesi che possano spuntare in futuro, ma per ora, ufficialmente, il gioco è giocabile unicamente dal giocatore solitario.

Gears Tactics è uno spin-off fatto con cura, per certi versi sorprendente nel riuscire a far coincidere l’azione frenetica con dinamiche molto più ragionate e lente. La liberta concessa dal gameplay nella gestione del proprio turno è la sua qualità più originale e riuscita, offrendo molte possibilità che però vengono ridimensionate dalle situazioni in cui ci troveremo a svolgerle. Anche i Gears originali possono essere considerati ripetitivi, così come molti giochi d’azione, ma qui, un po’ per gli scenari simili, un po’ per il modo di comportarsi dei nemici, si nota maggiormente, forse anche per via della mancanza di una modalità cooperativa. Il risultato è un gioco che con un futuro sequel potrà migliorare inserendo più situazioni e dinamiche. È più un problema di quantità che di qualità insomma. Partendo da questo presupposto spero vivamente che questa possa essere solo la prima parte di una serie spin-off a tema Gears, perché l’adattamento al materiale originale mi ha convinto in ogni situazione.
- – Fedelissimo alla saga
- – Storia semplice ma intrattiene
- – La libertà del turno è una bella novità
- – Abilità varie e azzeccate
- – Personaggi molto personalizzabili tra oggetti e alberi della abilità
- – Un po’ ripetitivo
- – Poca varietà nelle missioni
