Il 2023 si sta rivelando essere, mese dopo mese, un anno di grandissimi ritorni. Tra le recenti remaster di Pikmin 1 e 2 (di cui potete leggere qui la recensione di Andrea) e di Metal Gear Solid, c’è davvero tanta carne al fuoco. Tra i titoli di spicco che tornano quest’anno c’è forse una delle storie più importanti di sempre: Ghost Trick.
Dal momento dell’annuncio, lo scorso 8 Febbraio, sono passati quattro mesi. Mesi di agonizzante attesa per tutti i fan del gioco e per i curiosi come me, che ai tempi non sono riusciti a giocarlo. E dopo una manciata di ore di gioco, infine, eccomi qui, di fronte ai riconoscimenti. Con le lacrime agli occhi e un sorriso a 32 denti stampato sulla faccia. In tutta onestà, ancora adesso stento a trovare le parole giuste per descrivere il tipo di esperienza che è stato per me Ghost Trick. Torniamo indietro e vediamo di rimettere insieme i tasselli!

La Trama di Ghost Trick
Ghost Trick: Detective Fantasma è un gioco quasi del tutto incentrato su una forte componente narrativa, priva di qualsivoglia “buco di trama” o elementi raffazzonati. Ci tengo a dire subito questo perché la storia gioca con il tempo. Come mai? Beh, sapete… Il protagonista di questa storia è morto. Non solo, è anche un fantasma senza memoria di chi fosse in vita e di cosa lo avesse ucciso! L’unico indizio della sua morte è il suo cadavere, riverso in avanti per terra, e una ragazza dai capelli rossi che sembra essere l’unica testimone. A lei si aggiungeranno tantissimi personaggi davvero peculiari e interessanti. Tra criminali sui generis, detective neanche tanto misteriosi e cagnolini casinisti ci sarà davvero da restare stupiti e soprattutto divertiti.

I personaggi di Ghost Trick, per evitare gli spoiler, sono concettualmente molto simili a quelli che si potrebbero incontrare in un Deadly Premonition, ma sotto effetto di potenti steroidi. Sono tutti bizzarri e fuori di testa, e le loro interazioni sono enfatizzate dalle loro animazioni e dalle frasi che dicono su schermo. Sono tutti piuttosto stereotipati, superficialmente, ma andando avanti nella storia ci renderemo conto che Ghost Trick non si ferma all’apparenza. Anzi, va ben più in fondo. I colpi di scena sono all’ordine del giorno, in questo gioco, perciò è importante non dare nulla per scontato, anche quando sembra che la storia sia già scritta. Saprà sorprendervi come pochi titoli.

Ghost e Trick… Impariamo a gestirli!
Il gioco, tornando a monte, inizia così. Con un cadavere, una ragazza e una lampada che ci spiega le meccaniche del gameplay, che si intrecciano in maniera naturale a tutto il resto. Il protagonista, neo fantasma, dispone di un potere molto particolare: è capace di prendere possesso degli oggetti attorno a lui, come se fosse un Poltergeist, per poterli muovere e interagire con l’ambiente.
Interagiremo con gli oggetti a mo’ di gioco punta e clicca per modificare l’andamento di determinate vicende, spesso trovandoci a compiere azioni giuste nei momenti giusti. Si parte da cose semplici, come l’alzare una sbarra, fino a diventare potenti macchine di precisione. Questo gioco, man mano che andremo avanti, ci insegnerà ad acuire tutti i nostri sensi per agire in tempi brevissimi. E giusto per toglierci un po’ di pressione di dosso, dovremo agire spesso a ridosso della morte di un personaggio.

Uno dei poteri principali del nostro fido fantasma, infatti, è quello di collegarsi al “nucleo” degli esseri viventi morti da poco. Entrando in contatto con l’anima dei più disparati personaggi gli sarà perfino possibile tornare indietro nel tempo. Tornando a quattro minuti dalla morte del personaggio in questione, dovremo lavorare per prevenire il suo decesso.

Il gioco è strutturato come se fosse un diorama visto dal lato, su un piano bidimensionale. Potremo spostarci tra gli oggetti utilizzando l’analogico sinistro quando saremo in modalità “Ghost”, come dei veri e propri fantasmi. Quando ci sposteremo da un oggetto a un altro il tempo sarà fermo, mentre per metterlo in funzione sarà necessario far ripartire il tempo e lasciare che scorra per attivare il nostro “Trick”. Ecco, quindi, spiegato il titolo: “Ghost” e “Trick” sono i nomi delle due modalità di gioco che si intervalleranno costantemente in tutto il gameplay. Nonostante queste idee possano risultare semplici sulla carta, Capcom è riuscita a spremerle fino in fondo, per renderle sempre diverse e creative.

La difficoltà bilanciata e le modalità alternative di Ghost Trick
I puzzle del gioco sono sempre bilanciati, anche quando si è presi dalla frenesia del momento. Sono pochissimi i momenti in cui l’ordine delle azioni prende il sopravvento sulle soluzioni nate dall’intuito. Per questo motivo Ghost Trick è uno dei titoli più accessibili della storia, al pari di un Professor Layton o un Phoenix Wright. Forse anche di più.
Cambiando il destino dei personaggi con le nostre azioni e muovendoci con attenzione sarà sempre possibile capire qualcosa di più sul da farsi. Anche quando sbaglieremo ordine degli oggetti da muovere o resteremo inavvertitamente bloccati.

E se giocare solo i 18 capitoli della storia non fosse abbastanza, questa nuova versione di Ghost Trick contiene 30 obiettivi sbloccabili in game, oltre che 3 puzzle in stile gioco del 15 giocabili in versioni 3×3, 4×4 e 5×5.
E questo è tutto! Nonostante Ghost Trick sia originariamente uscito su DS, questo porting non risente assolutamente di alcuna problematica legata al cambio di sistema di controllo. Nonostante il passaggio di controlli da Pennino del DS ad analogici e tasti siamo sicuri di dirlo: Capcom ha davvero fatto un ottimo lavoro di adattamento alle nuove generazioni di console.

Lato Tecnico
Ghost Trick era un gioco già esteticamente stupendo su Nintendo DS. Siamo lieti di comunicarvi che Capcom ci ha tenuto a trasporre la stessa estetica anche su console molto più potenti con asset che non sfigurano affatto, neanche nel 2023. Le animazioni sono le stesse del Nintendo DS, ma la forma dello schermo, volutamente lasciata in 4:3, maschera la loro legnosità. Complice di questo mascheramento è anche il Frame Rate, fermo su 60 in tutte le versioni del gioco, old gen compresa. Noi lo abbiamo giocato su Xbox Series X e il risultato estetico è a dir poco strabiliante. I colori sono accesi, saturi e definiti, grazie anche al supporto di 4k e HDR nativo del gioco.

Ci teniamo a segnalare, comunque, che essendo un gioco originariamente per console portatile, può essere fastidioso per chi non sopporta gli effetti stroboscopici su grandi schermi. È un problema comune anche ad altri titoli originari di console portatili, come la serie di Megaman Battle Network, che abbiamo trattato qui. A parte questo non c’è altro da segnalare. Migliorie estetiche a parte, questo nuovo porting del gioco può contare anche su una soundtrack riarrangiata per l’occasione e su una corposa galleria di wallpaper sbloccabili man mano che si va avanti nel gioco e si vincono sfide alternative.

Commento Finale
Ho scoperto Ghost Trick ben dodici anni fa, quando la Rivista Ufficiale Nintendo (NRU) ne parlò nel numero 113. Incuriosito, mi buttai a cercare la demo del gioco su Nintendo Wii e la spolpai a non finire grazie al Download DS. Sono drasticamente cambiato da allora, come persona e come giocatore, ma su una cosa non c’è dubbio: sono d’accordo con il parere dei giornalisti di allora.
Ghost Trick non ha dei veri difetti, è un gioco senz’ombra di dubbio unico nel suo genere. Non ci sono altre maniere per descriverlo, anche perché dire a parole ciò che mi ha trasmesso è praticamente impossibile.
Può non piacere, questo è chiaro, ma se vi lascerete catturare anche solo per un istante dalle vicende, beh… farà breccia nel vostro cuore. Un po’ come Cupido.
Pro
Contro
- Estetica fresca e ricercata
- Soundtrack perfetta
- Lungo il giusto
- Accessibile per chiunque
- Ottima Remaster su tutti i fronti
- Gameplay rimasto intatto nonostante le differenze hardware
- Se non impazzite per gli investigativi potrebbe non catturarvi
- Potrebbe risultare a volte un po’ cervellotico
- È impossibile cancellarsi la memoria per rigiocarlo per la prima volta

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