Ghosts ‘n Goblins Resurrection – Recensione

Si torna a combattere zombie in mutande!

Il mio amore con Ghosts’n Goblins è iniziato in sala giochi e poi si è consolidato con la sua conversione per NES. Da lì è stata una montagna russa di emozioni tra grandi soddisfazioni e cocenti disfatte. Poi 36 anni dopo ti presentano il nuovo Ghosts ‘n Goblins Resurrection in esclusiva su Switch e che fai? Hai giocato tutti i capitoli precedenti, compresa la riproposizione per GameBoy Advance, la versione Ultimate per PSP e anche gli spin-off in 3D di Maximo. L’unica grande preoccupazione era capire se il gioco fosse sempre difficile come ci si aspetta. Così lo avvio, parte l’introduzione dove rapiscono la principessa mentre Arthur riposa con i suoi soliti boxer e scelgo la difficoltà Leggenda che riporta la frase “Questo è Ghosts ‘n Goblins!”. Il secondo zombie che incontro mi compare sotto i piedi e mi lascia in mutande e dopo 30 secondi dall’inizio del livello finisco tramutato in scheletro. A quel punto sospiro e sono pronto a credere che la serie Capcom sia davvero tornata.

Per i giovani aspiranti cavalieri che non conoscono questa grande saga Capcom, basti sapere che Ghosts ‘n Goblins è considerato da sempre uno dei giochi più tosti mai creati. Nell’ armatura scintillante del prode Arthur dovremo percorrere mappe che vanno da sinistra a destra, saltando, lanciando armi contro le creature del male e superando pericolose aree per salvare una bella principessa. Per certi versi ci troviamo dalle parti di un run’n gun in cui si salta e si sparano lance, pugnali, torce e altri oggetti che in casi specifici colpiscono solo a distanza ravvicinata. A differenza delle primissime uscite, sono state inserite dinamiche prese da altre più recenti come la possibilità di attaccare sia verso l’alto che verso il basso. La storia e le dinamiche generali sono molto semplici e intuitive e ciò porta i giocatori ad avvicinarsi con spavalderia, per rimanere poi di stucco quando trappole, aree e nemici a dir poco diabolici gli sbarrano brutalmente la strada.

Come avrete capito Ghosts n’ Goblins è sempre stata una serie difficile e con Resurrection questa apprezzata qualità è stata mantenuta. La buona notizia è che il gioco è consapevole di poter diventare frustrante e per non allontanare anche i giocatori alle prime armi, propone quattro livelli di difficoltà effettivamente diversi e perfetti per padroneggiare le dinamiche e i livelli del gioco. Il più basso per esempio rende l’armatura più resistente, permettendovi di più essere colpiti quattro volte prima di morire. E se questo dovesse accadere (e accadrà…) potrete ricominciare a giocare partendo dal punto preciso in cui Arthur si è tramutato in scheletro. La difficoltà successiva elimina questa resurrezione istantanea, mantiene la resistenza dell’armatura, ed inserisce dei checkpoint relativamente vicini. La terza mantiene i checkpoint, riduce a tre i colpi necessari a far morire il povero Arthur e aumenta i nemici a schermo, mentre l’ultima, quella che come vi dicevo riporta la frase “Questo è Ghosts ‘N Goblins!” fa esattamente quello che promette: si muore con due colpi e l’unico checkpoint si trova a metà livello. Inoltre il numero di nemici a schermo aumenta ancora, creando situazioni da panico a ripetizione. Se poi volete un’ulteriore personalizzazione, nelle opzioni potete trovare il Metronomo magico che vi permette di rallentare la velocità di gioco, semplificando ancora un po’ la sfida.

Il settaggio dei livelli di difficoltà svolge un lavoro eccellente ma per funzionare al meglio servivano livelli di altissima qualità. L’idea è stata quella di prendere alcuni stage dell’originale Ghosts ‘N Goblins e alcuni del suo seguito Ghouls ‘N Ghosts e di creare così una sorta di remake che contiene livelli di entrambi. Il risultato è fenomenale, specie per quelli che conoscono gli originali e possono notare come sono state adattate e modificate situazioni iconiche come l’arrivo del demone Firebrand nel primo stage. Anche i boss sono tornati al loro ruolo, arricchiti però da dinamiche inedite e da situazioni che prenderanno alla sprovvista anche i fan più accaniti.

Per far fronte alle minacce voleranno un sacco di armi diverse, ma è stata data importanza anche all’esplorazione. Oltre ai forzieri da far comparire raggiungendo parti dello stage difficili o saltando in luoghi specifici, troverete anche diverse fatine. Alcune svolazzano avanti e indietro, mentre altre vanno inseguite prima che spariscano; entrambe però sono considerabili come una sorta di valuta magica con cui potremo comprare bonus permanenti e magie da un albero sacro che rappresenta un vero e proprio skill tree con cui migliorare Arthur prima di ogni livello. Potremo così portare con noi due diverse armi da alternare o diverse magie che ora non necessitano più dell’armatura d’oro per essere lanciate. Si ha così una progressione inedita per il proprio personaggio e si aumenta una rigiocabilità che ci spinge a cercare tutti i forzieri e le fate presenti in ogni stage. Le sorprese comunque non sono finite e continuando a giocare non mancheranno ulteriori sfide per chiunque oserà accettarle.

Il RE Engine, responsabile di Resident Evil VII, del futuro ottavo capitolo e anche dell’imminente Monster Hunter Rise, si dimostra un motore grafico davvero versatile, in grado di gestire senza alcun problema modifiche dello scenario, tanti nemici a schermo e mostri giganti, mantenendo al contempo una fluidità eccellente. I colpi vanno a segno come ci si aspetterebbe e le hit box non creano mai situazioni in cui qualcosa sembra andare storto. Il design generale è poi ottimo, riprendendo quanto fatto in passato per riproporlo con attenzione e cura, dagli stage iconici, fino a nemici che personalmente ho odiato e temuto fin dall’infanzia e che un po’ mi sono mancati in tutti questi anni. Anche la parte audio segue questa strada e iniziare il primo livello in attesa che parta la celebre soundtrack della serie è una bella sensazione. Infine vi segnalo che, anche se il titolo nasce per essere giocato in single player, contiene una simpatica componente per due giocatori in cui uno guida normalmente Arthur, mentre l’altro muove per lo schermo uno spiritello che può dargli man forte. Nulla di eclatante ma resta un modo nuovo per vivere in coop un grande ritorno dal passato.

Ghosts ‘n Goblins Resurrection è una bellissima sorpresa per tutti i fan storici ma anche per chi vuole un titolo frenetico, complesso ed esaltante. Per i giocatori che come me hanno vissuto quel periodo magico fatto di scoperte e innovazione costante, l’originale è stato il “Dark Souls” degli anni 80, con la sua difficoltà esagerata che però oggi può essere regolata in vari modi, così da permettere a tutti di fare la sua conoscenza. Gli irriducibili ameranno la sua rinnovata cattiveria, mentre tutto gli altri apprezzeranno il suo voler essere maggiormente avvicinabile. Un’ esclusiva di Nintendo Switch notevolissima sia giocata in portabilità che sullo schermo di casa, con comandi semplici e sfide tostissime. Insomma un episodio di Ghosts ‘N Goblins assolutamente da non perdere.

Pro
  • – Il ritorno di un classico rinnovato
  • – Livelli di difficoltà per tutti
  • – Gameplay ancora oggi sorprendente
  • – Tanti segreti e sfide
  • – Si gioca anche in due!
  • – Comparto tecnico validissimo
Contro
  • – Bisogna amare le sfide
  • – Chi non conosce la serie non potrà cogliere molti rimandi storici
  • – Avremmo voluto più livelli

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