Hades – Recensione

Osate voi sfidare la furia di Ade?

Una cosa che ho sempre apprezzato del mondo Indie è la trasparenza con cui gli sviluppatori riescono a mostrare la crescita e l’evoluzione di un loro titolo passo passo, anche grazie alla formula dell’accesso anticipato. È questo il caso di Hades, rilasciato preventivamente nel dicembre 2018 da Supergiant Games in uno stato embrionale ed ora arrivato finalmente alla tanto ambita versione finale.

Hades è un roguelike action, anche se quest’ultima definizione è un po’ riduttiva. Sarebbe meglio affibbiarli il termine “frenetico” perché la maggior parte del gameplay è veramente veloce e dinamico, ma su questo ci soffermeremo dopo. Per ora meglio parlare di tutto quello che c’è dietro al titolo, perché sorprendentemente Hades è molto meno criptico dei suoi cugini “di genere”, risultando anzi molto esplicito, con veri e proprio dialoghi tra i vari personaggi che strutturano una trama, anche ben studiata ed avvincente, che procede, quasi a farlo apposta, dopo ogni vostra morte. L’azione si svolge nell’ambito della mitologia greca, con i più disparati riferimenti alle storie dell’epica antica; noi giocatori, però interpreteremo un personaggio di nicchia, Zagreus, figlio di Ade e principe degli inferi. Il nostro, come ogni buon teenager che si rispetti è disubbidente e per nulla rispettoso dell’autorità paterna, tanto che cerca incessantemente di fuggire dal regno delle anime perdute per raggiungere l’Olimpo e il posto che secondo lui gli spetta, anche considerando che tutto il Panteon non era a conoscenza della sua esistenza fintanto che non ha iniziato i suoi tentativi di fuga. Presso le stanze infernali sono molti i personaggi noti, tra Achille, Hypnos e Nyx; proprio quest’ultima, molto in confidenza con il ragazzo, gli rivelerà un retroscena del suo passato che trasformerà gli obiettivi di Zagreus, spingendolo sempre a cercare la fuga, ma aggiungendo un fine più alto. Arrivare al grande finale non sarà di certo facile, ma i vari dialoghi e colpi di scena che ci aspettano durante ogni partita rendono tutto il percorso molto più leggero di quanto ci si potrebbe aspettare da un tale scenario, mostrando ironia e facendoci sentire in un ambiente vivo, in cui anche un dialogo che si avvia nelle fasi procedurali potrebbe collegarsi ad un altro avvenuto nella stanza precendente.

Parliamo ora di quella che è la parte più corposa di Hades ovvero il gameplay. Essendo un roguelike sappiamo che buona parte di ogni fuga è dettata dai fattori di casualità e fortuna, ma molto è lascito alla vostra abilità e alle vostre scelte. È infatti presente anche una buona componente per la build e la gestione di Zagreus, proprio come in un gioco di ruolo. Intanto prima di iniziare ogni tentativo di risalita potremo scegliere quale arma portare con noi per spodestare chi ci sbarra la strada; all’inizio avremo a disposizione solo uno spadone, ma pian piano otterremo le risorse necessarie per sbloccarne di nuove, come lancia, arco e scudo. Ogni arma in media ha tre tipologie di colpo, con attacchi standard, altri speciali e quello in scatto, da eseguire subito dopo un dash; oltre a questi è presente anche un attacco a distanza definito come “lancio” in cui scaglieremo effettivamente una sorta di prisma verso i nemici che andrà recuperato una volta uccisi (ma ci sono modifiche al gameplay anche in questa meccanica). Appena scesi nella prima area, rappresentata dal Tartaro, una divinità dell’Olimpo casuale ci offrirà il suo aiuto, donandoci il primo potenziamento a nostra scelta tra tre diversi; solitamente questi vengono suddivisi in miglioramenti dell’attacco standard, degli attacchi speciali ed effetti extra al nostro dash oppure al lancio. Ovviamente ogni divinità darà potenziamenti caratteristici, da Zeus che garantirà poteri elettrici, passando per Ermes che aumenterà notevolmente la nostra velocità, fino a Dioniso che fornirà “sbornia” ai nemici, in pratica avvelenandoli. Non sarà però garantito un potenziamento divino ad ogni stanza, ma sarà possibile ottenere altri strumenti al completamento di un incontro (è così che vengono definite le stanze nel gioco): potremo prendere monete che si possono spendere durante la nostra fuga presso alcuni personaggi come Caronte e che vengono persi quando si muore, così come altre valute spendibili solo una volta tornati a palazzo. Non mancano un sacco di altre variabili tutte da scoprire giocando e rigiocando.

Non è di certo finita qui, perché il gameplay è effettivamente la parte più interessante di Hades. La difficoltà degli scontri è abbastanza alta, ma non siamo sprovvisti di trucchetti per sfuggire alla sconfitta, acquistabili prima di partire come lo “sfuggire dalla morte” che di fatto è una sorta di vita extra, seppur con energia dimezzata. Altro fattore molto importante da tenere conto è quello ambientale: ogni stanza è cosparsa di trappole e colonne da distruggere per farle piovere sui nemici. Ulteriore aggiunta  approdata con gli ultimi aggiornamenti, è il Caos: anche questo è un patto divino, ma si può trovare casualmente in una stanza a patto di sacrificare un bel po’ di vita. Una volta dentro e accettando il patto avremo tre proposte dal potere decisamente spropositato, ma non attivabili nell’immediato. Queste prevedono un malus della durata di qualche stanza, come per esempio i nemici che infliggono più danno o la nostra velocità diminuita, ma superati gli incontri previsti attiveremo il patto stipulato, trovandoci senza dubbio più forti e prestanti. Va detto che i piani da affrontare per raggiungere la vittoria non sono molti, ma sono decisamente intensi, come i boss che ci sbarreranno la strada. Senza fare eccessivi spoiler devo dire che sono senza dubbio ben realizzati, caratteristi e davvero tosti, alcuni di questi anche con più fasi, anche se non ho apprezzato l’eccessiva presenza di nemici normali durante questi scontri, poichè a mio parere creano una difficoltà aumentata e non sempre giustificata.

La cosa più importante che bisogna sapere è che il gioco risponde in maniera eccellente agli input, con controlli semplici ed intuitivi che però permettono di destreggiarsi alla grande contro i tanti nemici. L’impressione di essere davanti ad un gioco “alla Diablo” dura appena pochi minuti al primo avvio, giusto il tempo di capire quanto Hades sia molto più arcade e necessiti di prontezza nei riflessi e nella gestione della folla. Bisogna tener presente quali potenziamenti si hanno a disposizione per gestire al meglio ogni potere e sentirsi sempre un po’ più vicini alla meta. Va infine detto che, al contrario di altri roguelike, il titolo di Supergiants Games propone una crescita costante e sempre rilevabile da giocatore, facendolo effettivamente sentire migliore ad ogni nuovo tentativo di fuga. Un fattore determinante per rendere Hades un titolo difficile ma mai frustrante. Sapere di tornare a casa e poter usare un po’ di oggetti raccolti nel precedente tentativo, a volte, paradossalmente, fa anche piacere.

Infine è giusto spendere due parole sull’aspetto tecnico, che si presenta molto semplice, ma incredibilmente efficace. La grafica in stile cartoon lascia molto spazio per giocare con la gamma cromatica, presentando paesaggi cupi, così come altri più idilliaci che non mancano mai di stupire. Ottimi poi gli artwork dei personaggi che appaiono durante i dialoghi, capaci di lasciarvi a bocca aperta per la cura. Anche la scelta della visuale isometrica non è affatto scontata, anzi fornisce una maggiore dinamicità a tutto il comparto.  Le musiche poi sono proprio la ciliegina sulla torta: azzeccate, rockeggianti e coinvolgenti in ogni frangente offrono una colonna sonora che difficilmente vi uscirà dalla testa dopo il primo ascolto.
Un’ultima precisazione: abbiamo provato il gioco sia su PC che su Nintendo Switch e in entrambe le situazioni il gioco si è rivelato eccellente. La pulizia grafica è ovviamente migliore sugli hardware più potenti, ma anche su Switch la fuga dall’Inferno di Zagreus si dimostra fluida e sempre leggibile, anche in portabilità, rendendolo uno dei migliori roguelike per questa console.

Hades è la rappresentazione perfetta di come un gioco indie veramente ambizioso andrebbe sviluppato. C’è  chiarezza, innovazioni di gioco visibili ad ogni riavvio, cura nel dettaglio e un comparto artistico semplice, ma al contempo memorabile. Il titolo è si frenetico e per nulla facile, ma se vi piace la sfida non ci vorrà molto per farvi diventare dei buoni giocatori. Inoltre, la presenza di una trama ben sviluppata all’interno di un rougelike non è cosa da sottovalutare, e anzi rappresenta un’altro grande elemento distintivo di questo titolo. Su qualsiasi sistema vorrete giocarlo, fatelo senza problemi. La fuga dagli inferi è bella tosta ma con il senso di progressione che offre e con questo validissimo gameplay, non vedrete l’ora di ricominciare una nuova partita.

Pro
  • – Moltissime ore di gioco grazie all’alta rigiocabilità
  • – Gameplay molto action e intuitivo
  • – Comparto tecnico e artistico curato al dettaglio
  • – Completamente tradotto in italiano
Contro
  • – Abbastanza difficile per i nuovi arrivati
  • – Troppi nemici standard in alcune boss fight

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