Il 14 marzo 2002 (data d’uscita europea) me ne tornavo a casa con la nuovissima Xbox, convinto che avrebbe fatto strada. Insieme a quel grosso scatolone nero, ovviamente non poteva mancare Halo. Sulle riviste di settore e su tutti i pochi siti internet presenti non si parlava d’altro: gli sparatutto in prima persona, già ampiamente scoperti su Nintendo 64 tramite un certo 007 GoldenEye, erano definitivamente sdoganati con un’esclusiva devastante. I livelli della campagna erano ampi e aperti, permettevano la guida di veicoli e si poteva anche giocare in cooperativa tutta la storia tramite split-screen. Halo: Combat Evolved divenne leggenda grazie ad un gameplay ancora oggi divertente che, non a caso, è stato preso come base di partenza per il nuovo Halo Infinite. Sognato, atteso, rimandato, il gioco è arriva finalmente su sistemi Microsoft e PC, riportandoci alle origini senza però rinnegare quanto fatto in questi ultimi 20 anni.

Anche se stiamo parlando del sesto episodio ufficiale della saga, il fatto che Halo Infinite non si chiami Halo 6 la dice lunga. Il nuovo lavoro di 343 Industries non vuole essere un capitolo separato dal resto, ma prova a proporsi come una piattaforma sul quale il mondo di Halo si evolverà nei prossimi anni. Non abbiamo quindi un gioco “chiuso”, ma nemmeno un Game as a Service, con una campagna per singolo giocatore solida come una roccia che non ha bisogno di bottino, eventi settimanali o intromissioni online per funzionare. Come vedremo tra poco, anche presa da sola è una delle migliori campagne per FPS single player realizzate negli ultimi anni. Prima di approfondire, tenete presente questo: si legge in giro che molti eventi narrati in passato sono finiti in secondo piano. L’affermazione è assolutamente vera, ma per quanto ci riguarda, quello che è stato tralasciato permette ai giocatori di non ingarbugliarsi in una trama che si stava sfilacciando. Sono convinto che se anche chi ha giocato i capitoli precedenti deve andare su internet a fare un ripasso, significa quanto narrato fin qui non può offrire una buona base. Scegliere dunque di eliminare il superfluo, per quanto doloroso per i fan più integralisti, può risultare la scelta migliore e in Halo Infinite, per quanto mi riguarda, ha funzionato perfettamente.

Dopo la trama del primo Halo e quella del terzo, questa è sicuramente la storia più interessante della saga, che prende elementi del quarto e del quinto episodio e conserva solo il necessario per restituirci un’avventura più umana, appassionante e personale. E per chi se lo stesse chiedendo, Master Chief torna ad essere assoluto protagonista, riuscendo anche a mostrare un inedito spessore. Tutto inizia su una nave alleata attaccata dagli Esiliati, una razza aliena conosciuta nello spin-off Halo Wars 2. Qui il comandante nemico Atriox sconfigge facilmente Master Chief e lo lancia alla deriva nello spazio. Passano sei mesi e un pilota superstite agli attacchi degli Esiliati trova, recupera e rianima lo Spartan, il quale, poco dopo, partirà all’attacco. Farà presto la conoscenza di una nuova IA chiamata Arma che andrà a sostituire il vuoto lasciato da Cortana, vecchia compagna ormai fuori controllo. Master Chief, il pilota che lo ha salvato e Arma si troveranno così su Zeta Halo, un anello molto simile a quello visto nel gioco del 2001. Per loro fortuna alcuni marine dell’UNSC sono ancora vivi e riconquistare l’area per poi fornire supporto diventerà l’unico modo per riprendere il controllo della situazione e farla pagare a Atriox.

L’inizio dell’avventura si svolge in due aree che ricordano moltissimo i livelli classici di Halo. Eppure già nel gameplay si nota un cambio di ritmo che ci ha ricordato l’eccellente DOOM Eternal. La mobilità del protagonista è da subito accompagnata dal rampino che il nostro monta sul braccio sinistro, in grado di agganciarsi a superfici sopraelevate, così come a nemici verso cui scagliarsi. Inoltre ci siamo trovati a sfruttare fin da subito tutto l’arsenale che ci veniva offerto dalle situazioni, abbandonando senza rimorsi il classico fucile d’assalto per passare ad una pistola ad aghi o a qualche arma al plasma, utile per distruggere rapidamente gli scudi di Jackal ed Elite. Per trovare le armi più adatte ad ogni situazione torna comoda la scansione, effettuabile in ogni momento per evidenziare fucili e oggetti nei dintorni. Si spara, ci si lancia nel vuoto e si lotta anche corpo a corpo in combattimenti che dimostrano fin da subito una certa complessità anche a difficoltà “normale”, la seconda su quattro. Tutto questo, dicevo, avviene già nelle prime due aree, chiuse e limitate entro classici corridoi. Dopo un’oretta circa però il gioco si spalanca e si scopre qual è il vero potenziale di Halo Infinite.

La nuova avventura di Master Chief ad uno sguardo superficiale può sembrare un classico free roaming, genere solitamente enorme, pieno di attività e per questo anche piuttosto dispersivo. A sorpresa però, in Halo Infinite quella sensazione di stare facendo missioni senza uno scopo concreto, non l’ho mai avvertita. Il motivo è da ricercarsi nella gestione degli obiettivi e delle ricompense. Non esistono attività in cui si ottiene un qualcosa utile solo per allungare l’avventura, come troppo spesso accade in altri free roaming. Andare a recuperare un nucleo Spartan ci offre un punto abilità da investire poi nel potenziamento del nostro scudo o del rampino, così che diventi elettrificato, che possa essere più rapido il suo cooldown o che ci permetta di eseguire colpi molto potenti contro i nemici agganciati. Se scegliamo di aiutare dei marine questi diventeranno disponibili nelle basi e ci forniranno fuoco di copertura. Liberare una base sbloccherà nuovi viaggi rapidi, eliminare nemici potenti renderà disponibili le loro armi nelle armerie alleate, mentre trovare speciali casse sbloccherà personalizzazioni estetiche per il multigiocatore. Tutte queste operazioni poi ci forniranno punti Valore, una sorta di punti esperienza che sbloccheranno armi e veicoli sempre più devastanti, da recuperare presso le basi che avremo liberato. Il mondo di gioco poi, per quanto non garantisca variazioni ambientali importanti, dimostra una percorribilità eccellente anche senza veicoli. Il level design si è verticalizzato grazie al rampino e questo lo renderà un gadget che vi mancherà quando giocherete ad un altro FPS che non sfrutta questa meccanica.

In tutto questo i nemici fanno un ottimo lavoro, dimostrandosi attenti al nostro modo di agire e utilizzando sapientemente le loro differenti abilità. Anche i più piccoli, sprovvisti di scudi, ci hanno eliminato diverse volte, magari aiutati da nemici meglio equipaggiati che agivano dalla distanza, obbligandoci a muoverci in continuazione cercando di entrare al meglio nel flusso della battaglia. In Halo Infinite, così come nel già citato DOOM Eternal, muoversi, cambiare arma, lanciare una granata, scegliere il bersaglio verso cui usare il rampino o raccogliere e lanciare un barile esplosivo, sono tutte azioni che vanno effettuate in fretta e in modo istintivo, finendo per creare un balletto di proiettili ed esplosioni davvero gratificante. Ovviamente le dinamiche di recupero delle energie sono diverse dal gioco id Software, ma la sensazione di esaltazione quando tutti i nemici sono sconfitti è molto simile. Purtroppo per ora manca la campagna cooperativa, promessa per il prossimo maggio come aggiornamento gratuito, ma la cosa non deve minimamente scoraggiarvi, visto che Halo Infinite è perfetto da giocare per conto proprio. Per essere chiari, vi consiglieremmo di giocare la campagna per conto vostro anche se la coop online fosse presente dal day-one, per abbracciare al meglio la narrazione proposta e le sue sfumature.

La componente multigiocatore di Halo Infinite richiede un approfondimento a parte. Qui intorno troverete un link al nostro speciale pubblicato sul sito, ma cerco comunque di darvi qualche informazione a riguardo. Intanto, al contrario della Campagna, il multigiocatore è una componente scaricabile gratuitamente da tutti. In secondo luogo si è pensato di creare una playlist che permetta di fare pratica contro una squadra di BOT, cosa che rende questa modalità adatta anche a chi non ha tempo/voglia di fare da bersaglio mentre cerca di conoscere le aree, le armi e le migliori strategie. Ultima ma non meno importante, è la composizione delle squadre che, nella soluzione standard, prevede solo quattro giocatori da una parte e quattro dall’altra. L’ottimo gunplay e un time to kill che normalmente permette di reagire ad un attacco grazie alla presenza degli scudi che proteggono i giocatori, garantiscono sfide più ragionate e interessanti rispetto alle situazioni super frenetiche e di rapida risoluzione di altri FPS online. Poi ci sono anche scontri con un maggior numero di giocatori e in aree che comprendono mezzi di trasporto, ma la compattezza generale resta comunque un elemento cardine dell’esperienza. L’unica cosa che proprio non funziona, e su cui comunque lo sviluppatore sta già lavorando, è l’assegnazione dei punti esperienza, attualmente limitati alle sfide giornaliere e settimanali, senza alcun incentivo verso i giocatori che si comportano meglio in battaglia. Si attendono ulteriori contenuti, compresa la Forgia che permetterà di personalizzare le mappe, ma la direzione generale è assolutamente ottima e in più di un’occasione il gameplay mi ha ricordato alcuni classici del genere come Quake 3 Arena.

Terminiamo con il comparto tecnico e in special modo con quello grafico, che ha decretato il ritardo di un anno rispetto alla tabella di marcia. La scelta di posticipare l’uscita è stata saggia e ampiamente ripagata, visto che il gioco si dimostra bello da vedere ed estremamente giocabile in fatto di fluidità generale. Qualche rallentamento è saltato fuori durante fasi estremamente intense in fatto di esplosioni, effetti speciali e numerose unità in campo, ma visto che quasi sempre si viaggia a 60 fps su Xbox Series X, vi dimenticherete questi lievi inconvenienti pochi istanti dopo averli rilevati. Stiamo infatti parlando di un free roaming molto vasto, con ampi panorami che possono essere ammirati a perdita d’occhio e che vuole funzionare anche su Xbox One. Un po’ di popup è presente con gli elementi secondari, alcuni veicoli esplosi non sono proprio il massimo, ma se questo è servito per giustificare questo risultato, ben venga. Rimane il rammarico di non poter assistere ad un gioco ottimizzato per le nuove console, ma chissà se i contenuti futuri compiranno questa scelta. Notevole anche lo stile adottato, ora molto più vicino alle origini della saga in molti aspetti, compreso quello sonoro. Le musiche infatti celebrano a più riprese quanto fatto vent’anni fa da Bungie, riuscendo ad emozionare ancora oggi. Professionale e solido il doppiaggio in italiano, con il doppiatore storico Giorgio Melazzi che riprende il ruolo di Master Chief. Divertente poi quello dei vari nemici che si lanciano spesso in scambi di battute tra loro e quello di Arma, la nuova IA che si dimostra molto più cinica della vecchia Cortana e non si fa mancare alcune analisi che fanno sorridere, oltre a fare il punto della situazione.

Halo Infinite aveva tutti gli occhi addosso, ma onestamente non poteva venire meglio di così, specialmente se parliamo della modalità per giocatore singolo. Sul multigiocatore c’è da lavorare per renderlo divertente anche per chi non vuole comprare un Battle Pass e comunque riempie i server e migliora l’esperienza di chi lo compra, ma sulla campagna non ci si può proprio lamentare. Il gameplay classico beneficia della totale apertura della mappa e dell’inserimento del rampino che apre le strade anche in verticale. L’intelligenza artificiale offre scontri entusiasmanti anche a difficoltà che non prevedono frustrazione e la storia, per quanto alcuni la stiano criticando, è tra le migliori della serie. Scegliere di mettere al centro solo alcuni dei più importanti eventi del passato, ha permesso di focalizzare l’attenzione senza disperderla. Poi, se davvero Halo Infinite vorrà dimostrarsi una piattaforma per contenuti, è probabile l’arrivo di ulteriori approfondimenti sulle faccende lasciate in sospeso. Ad ogni modo Halo Infinite è già oggi divertente ed emozionante, due caratteristiche che non vi faranno pentire dell’acquisto o di un abbonamento a Xbox Game Pass.
- – Storia comprensibile e appassionante
- – Giocabilità stellare
- – Il rampino è una rivelazione
- – IA efficace e reattiva
- – Tante armi, tutte utili nei giusti contesti
- – Multigiocatore gratuito
- – Alcuni aspetti delle storie passate rimangono in stand-by
- – La progressione del multigiocatore va rivista
- – Restiamo in attesa di Campagna coop e Forgia
