High Isle: The Elder Scrolls Online – Recensione

Lanciare un MMORPG come The Elder Scrolls Online è solo l’inizio dell’avventura, perché è uno di quei giochi che vanno costantemente ingranditi ed espansi per tenere alta l’attenzione dei fan. In questi 8 anni noi giocatori abbiamo vissuto molte storie, abbiamo visitato molti luoghi e abbiamo imparato a conoscere questa produzione, con i suoi fisiologici alti e bassi. Difficile quindi sorprendere un appassionato, a meno che non si scelga di puntare su qualcosa che non si aspetta. Senza scardinare il gameplay che ha reso famoso il titolo Bethesda e Zenimax e dopo aver puntato sulla nostalgia di luoghi molto amati come Morrowind e Skyrim, stavolta si è scelto di proporre qualcosa di inedito, portandoci a conoscere High Isle e l’arcipelago di Systres di cui fa parte.

La storia politica di High Isle

Per la prima volta viene fatta luce del mondo dei bretoni, razza umana che si può scegliere da anni durante la creazione del personaggio, ma che in realtà non era mai stata esplorata a fondo. Inoltre, per segnare un distacco dalle avventure del passato, i classici nemici sovrannaturali sono stati lasciati da parte per far spazio a situazioni e comportamenti tragicamente molto umani. 
Ci troveremo infatti ad High Isle per investigare su una serie di intrighi politici in cui i più ricchi cercano di ottenere sempre più potere, alle spalle dei più poveri e deboli. Sembrerà banale come incipit, ma il modo in cui viene raccontata la storia è molto efficace e finisce per specchiarsi senza difficoltà anche nel nostro mondo attuale. Bisogna ricordarsi che la trama è in crescendo, e se all’inizio le prime quest possono sembrare di poco conto, le ultime sapranno creare stravolgimenti notevoli in tutta Tamriel per i mesi a venire.

Amenos non tiene granché fede al suo nome…

High Isle e Amenos: così vicine, così diverse

La differenza dei ceti sociali non viene solo esposta tramite avvenimenti e personaggi, ma anche attraverso il mondo di gioco. High Isle è infatti il nome dell’isola principale, un luogo apparentemente pacifico, con campi di girasoli al vento, ville lussuose e spiaggette che sono una meraviglia. Qui ovviamente abita il ceto più alto e potente della regione, contrapposto con quello più povero che si trova invece relegato a vivere su Amenos, un’isola più a est che si dimostra molto più selvaggia e pericolosa, con le sue foreste e paludi. Non potrete immediatamente viaggiare su entrambe le isole, visto che Amenos si sbloccherà proseguendo con le quest principali, ma in questo modo avrete il tempo di cogliere le grosse differenze tra queste due terre, sia in termini di territorio, sia in termini di popolazione.

La vita ad High Isle sembra tranquilla e serena…

La somma dei territori esplorabili è comunque un po’ più ridotta rispetto ad altre precedenti espansioni, ma gli sviluppatori sono riusciti a rendere più godibili gli spostamenti, specie dopo aver attivato i vari viaggi rapidi. Andavano forse un po’ ripensate le strutture di alcune missioni che tendono a farci attraversare grandi spazi solo per poi farci tornare indietro con informazioni poco utili o con oggetti di scarso valore, ma con un po’ di pazienza e il desiderio della scoperta non dovreste avere problemi.

Tales of Tribune è complesso, ma una volta imparato dà grosse soddisfazione.

Con High Isle arrivano anche le carte

Oltre ad una bella mappa da esplorare e ad una storia più politica e un po’ meno fantasy, Bethesda ha pensato di introdurre un gioco di carte all’interno del suo MMORPG. La scelta può sembrare strana, visto che oggi le alternative non mancano, ma con Tales of Tribune è stato allestito un card game complesso e profondo che permette di giocare sia contro NPC di diverse abilità, sia contro giocatori umani. Sono state allestite leaderboard per gli amanti delle classifiche e, visto che le carte possono essere conquistate giocando, ma non comprandole con denaro reale, troverete ad aspettarvi diversi tornei ufficiali così come eventi casuali che si terranno nelle varie taverne di Tamriel. Non è da escludere che ci siano giocatori che ignoreranno tranquillamente questa nuova aggiunta, ma vista la sua qualità e l’impegno profuso per creare tutta l’intelaiatura, provare a disputare qualche partita, anche limitandosi a scontri con la CPU, è altamente consigliato.

Dreadsail Reef e I suoi pittoreschi (e feroci) abitanti.

…altri contenuti per l’end game

Infine non mancano contenuti più classici, alcuni per migliorare la nostra avventura, altri per farci continuare a giocare anche dopo aver finito la quest principale. Intanto si segnalano due nuovi compagni da reclutare: abbiamo Ember, una strega che vuole viaggiare e conoscere il mondo, ma che ogni tanto si mette in tasca qualcosa che non le appartiene e poi Isobel, un giovane membro dell’aristocrazia di High Isle ma con un caratterino che è tutto un programma. La cura riposta in questi due nuovi personaggi è notevole, e si evidenzia una loro maggiore complessità anche grazie ad un gran lavoro in fase di doppiaggio (in inglese, come di consueto).
Per quanto riguarda l’inserimento di nuove sfide, è stata aggiunta la nuova trial Dreadsail Reef che rappresenta un nuovo luogo a tema piratesco in cui interagire sia in PVP, sia in PVE e che si apre a meccaniche ambientali inedite. Chi invece aspettava nuovi public dungeon e delve troverà un bellissimo castello maledetto in Spire of the Crimson Coin, così come una baia infestata da non morti e navi fantasma in Ghost Haven Bay, molto diversi tra loro ma ugualmente divertenti da affrontare.

Commento finale

Dopo alcuni contenuti che strizzavano un po’ troppo l’occhio al passato, partendo forte per poi raccontare storie abbastanza classiche, la nuova espansione High Isle procede nella direzione opposta, partendo con un’isola ben ricreata ma non stupefacente per poi farci conoscere la sua dirimpettaia e creare così un quadro completo e sfaccettato. Gli intrighi politici non devono spaventare chi spera di menar le mani perché anche stavolta sarà accontentato. Solo non deve sperare in cambi significativi del gameplay perché quello resta il solito di sempre. Restiamo infine fiduciosi sul nuovo card game introdotto, visto che Tales of Tribune, se supportato adeguatamente, può riservare più di una sorpresa in futuro. Se cercate un valido motivo per tornare a Tamriel, anche quest’anno l’avete trovato.

Pro
  • – Storia in crescendo
  • – Mappa ben costruita
  • – Tales of Tribune quantomeno da provare
  • – Nuovi contenuti per l’endgame
Contro
  • – Gameplay senza novità in battaglia
  • – Alcune quest iniziali richiedono un po’ troppi viaggi
  • – Alcuni esperimenti (come le meccaniche ambientali di Dreadsail Reef), potrebbero infastidire

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