Hitman 3 – Recensione

47 conclude al meglio la trilogia

Dopo quattro anni dalla prima uscita episodica, e dopo un numero 2 rilasciato fin da subito in versione completa, arriva sui nostri sistemi Hitman 3, capitolo conclusivo della trilogia World of Assassination. Prima di passare sul franchise di 007, IO Interactive voleva proporre un terzo episodio che potesse davvero mettere il sigillo su quanto creato e con le sei missioni che ci siamo trovati a giocare ci sentiamo di dirvi fin da ora che ce l’hanno fatta. Sistematevi la cravatta e iniziamo.

Parto subito tranquillizzando tutti quelli che non hanno mai giocato un Hitman: anche se questo è il terzo episodio e anche se va a concludere una trilogia, la fruibilità è assicurata anche per i nuovi arrivati. La storia di questa trilogia infatti non è mai riuscita a catturare del tutto, creando più che altro missioni intervallate da filmati che cercano di collegarle, senza peraltro riuscirci sempre in modo chiaro. Se il primo capitolo non spiegava quasi nulla e il secondo faceva un piccolo sforzo extra, stavolta ci sono alcuni momenti più interessanti per chi si è affezionato a 47 e al suo contatto Diana, ma il finale potrebbe non colpirvi che avrebbe dovuto. Hitman però non è solo un gioco con una storia globale, bensì un titolo che racconta tante storie in ogni sua ambientazione. Ogni luogo che visiterete è stato costruito con grandissima abilità, con sottotrame che vanno da due anonimi PNG che chiacchierano tra loro e possono fornirvi un indizio, fino a vere e proprie linee narrative da seguire per portare a termine un incarico.

Ogni incarico prevede sempre l’eliminazione di qualcuno, ma il come farlo viene lasciato completamente alla vostra fantasia. Troverete armi classiche, altre improvvisate, veleni, ma anche un sacco di occasioni ambientali e situazioni che appunto, vengono a crearsi grazie a quelle che il gioco stesso definisce storie. Riuscire a portare a termine il compito senza essere mai visti, anche sfruttando i più disparati travestimenti da recuperare sul luogo, dovrebbe essere il vostro obiettivo più ambito. Intanto facciamo chiarezza su una cosa: potreste finire Hitman senza sparare un singolo proiettile. Anzi, per essere ancora più espliciti, sappiate che chi gioca davvero bene a Hitman non spara praticamente mai a nessuno. Il gioco è di genere stealth e questo vuol dire che meno darete nell’occhio, meno rumore farete e meno tracce di voi lascerete in giro e migliore sarà la vostra prestazione finale. Questa viene influenzata anche dalle attività che svolgerete, suddivise in sfide da compiere e da scoprire man mano che si esplora la mappa del momento. Considerate che nelle 6 mappe di questa uscita si contano oltre 300 sfide da portare a termine.

Qui salta fuori il tanto apprezzato fattore rigiocabilità, garantito dalle tantissime cose da fare, impossibili da vedere in un unico tentativo ed evidenziate dal livello di professionalità che farete crescere per ogni mappa, dal livello 1 fino al 20. I level up sbloccheranno nuovi luoghi d’ingresso per la missione, magari già travestiti, nuove armi e oggetti da portare con voi e nuovi punti di raccolta presso cui farvi lasciare gli equipaggiamenti più ingombranti. Potrete darvi all’esplorazione libera dell’area seguendo le sue regole relative a luoghi più o meno interdetti, e poi banalmente potrete seguire le “storie” di cui vi parlavo. Hitman si può giocare basandosi sul proprio istinto, ma se volete qualcosa di più “guidato” e rifinito, le storie di Hitman 3 faranno al caso vostro. Oltre a dare un percorso da seguire ai giocatori meno esperti, questa sequenza di azioni da portare a termine per avvicinarci ai bersagli in modo anonimo e relativamente sicuro, ci permette di conoscerli meglio, di capire quello che hanno fatto e l’ambiente in cui operano. Scegliere di travestirsi da cavia per un esperimento di una losca organizzazione cinese, o vestire i panni di un DJ per poter creare una trappola mortale ad un rave fuori Berlino, sono opzioni originali che incuriosiscono davvero chi gioca, facendogli venire voglia di ritentare il livello una seconda o una terza volta per vedere tutte queste diramazioni, per poi lasciarlo comunque libero di affrontare ancora la mappa a modo suo, sfruttando magari gli sbloccabili che ha ottenuto nel frattempo.

Oltre al gameplay stealth che ci chiede di travestirci, di piazzare trappole e, più in generale di improvvisare, sono quindi le mappe a svolgere il grosso del lavoro e se Hitman 3 funziona così bene, lo dobbiamo principalmente a loro. Oltre al prologo e al “test finale” che sono rimasti più o meno gli stessi del primo Hitman datato 2016, le sei mappe che andremo a visitare saranno una migliore dell’altra. Si parte da Dubai, con un doppio contratto da svolgere sul grattacielo più alto del mondo, si passa poi ad un’isolata magione in Inghilterra in cui c’è stato un misterioso suicidio, si arriva a Berlino dove i nostri obiettivi andranno scoperti via via che si procede con la propria missione, poi abbiamo una visita ad un quartiere in Cina che nasconde un complesso Hi-Tech sotterraneo e infine una bellissima villa in Argentina. Il sesto livello lo lascio scoprire a voi, visto che è la mappa più guidata del pacchetto. Ora qualcuno potrebbe dire: solo 6 mappe di cui l’ultima più limitata delle altre? Capisco lo scetticismo ma voglio spezzare una lancia in favore di IO Interactive poiché queste “sole” 5 mappe sono incredibilmente ricche di attività e di situazioni. L’esempio più eclatante probabilmente riguarda la “piccola” mappa in Inghilterra, in cui, tra le tante possibilità, potremo spacciarci per un investigatore e fare luce sul suicidio che ha sconvolto gli abitanti, con anche diversi colpevoli da incriminare, ingannando quindi chi ci ha assoldato. Tutto mentre esploriamo una villa a più piani, con stanze segrete e misteri che ampliano la visione di quella famiglia e del nostro obiettivo.

Di novità relative al gameplay invece non ce ne sono molte, anche perché quelle già inserite nel primo capitolo, poi raffinate con il secondo, offrivano molte possibilità e tornano senza scivoloni. Sono comunque state introdotte delle scorciatoie sbloccabili che rimangono attive anche nei tentativi successivi e che riguardano porte specifiche o scale, come succede nei soulslike, ed è stata inoltre introdotta una videocamera digitale che può servirci per evidenziare prove e raccogliere informazioni, ma anche per hackerare terminali elettronici. Rimane sempre molto chiara la visualizzazione della mappa così come i menu che ci permettono di vedere quali sfide potremmo ancora portare a termine. Prima di passare oltre, vorrei infine ricordare che, così come lo era stato Hitman 2 per il primo episodio, anche Hitman 3 funge da contenitore per le precedenti avventure di 47. Questo vuol dire che chi ha già acquistato i contenuti rilasciati fino ad ora, li ritroverà nel menu principale, potendo così scegliere di giocare tutte e 18 le missioni in fila, con lievi variazioni, il prologo, i contenuti dei DLC, i contratti creati dagli altri giocatori e anche le missioni Escalation con le loro regole sempre più complesse. Se invece partite da zero, i contenuti possono essere acquistati a parte e in questi primi giorni di lancio ci sono diversi sconti a riguardo.

Il motore grafico Glacier continua a dimostrarsi perfetto per questa produzione, rimanendo sempre fluido e agile anche su console della generazione passata. Provato su Xbox Series X ovviamente non ci sono mai stati problemi di fluidità, e anche il caricamento di checkpoint si è sempre dimostrato rapidissimo. Il dettaglio per le ambientazioni è davvero eccellente, sia che si tratti di un vicolo in Cina, sia che si ammiri il mondo da un grattacielo che supera le nuvole. Il sistema di mira rimane un po’ grezzo, ma questo non è un gioco in cui le sparatorie sono frequenti, quindi non sarà un vero problema. Davvero valida infine tutta la componente audio: il gioco è doppiato unicamente in inglese e recitato divinamente, ma propone comunque sottotitoli in italiano per qualsiasi dialogo. Assolutamente azzeccate poi le musiche, principalmente d’atmosfera ma dinamiche al punto giusto per cambiare registro quando la situazione lo richiede, o quando i bersagli sono ormai a terra e non ci resta che allontanarci dal luogo per chiudere il contratto.

Hitman 3 non è un gioco per tutti, ma è sempre stato molto onesto negli intenti. È un gioco che propone un approccio lento e ragionato, quasi da puzzle game in certe situazioni, con un ritmo che viene dettato dal giocatore e dal suo modo di approcciarsi. Studiare l’ambiente è fondamentale, così come avere un piano. Per chi non è ancora entrato in quest’ottica unica nel panorama videoludico, ci sono diverse storie per ogni mappa, così che si possa esplorare lo scenario, si possano conoscere le routine dei PNG e poi si possa giocare con un’IA il più delle volte credibile, che vacilla principalmente quando un estremo realismo andrebbe a compromettere il divertimento. Il risultato è ampiamente positivo e se vorrete recuperare anche gli scenari del passato, vi troverete con un unico gioco gigantesco che saprà appassionarvi come raramente accade. Se poi lo “spara spara” di tante altre uscite vi ha stufato e volete qualcosa di diverso dal solito, le macabre azioni di 47 a danno di criminali più o meno in giacca e cravatta, sapranno fornirvi un divertimento originale e fuori dagli schemi.

Pro
  • – Mappe meravigliose
  • – Tantissimi approcci diversi e possibilità
  • – Storie dei contratti eccellenti
  • – Altamente rigiocabile
  • – La formula è originale, se non unica
  • – Con anche le missioni precedenti vi terrà compagnia per mesi
Contro
  • – La storia principale non cattura granché
  • – IA talvolta fa qualche capriccio
  • – L’ultima mappa non è libera come le altre

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