Un viaggio impressionante nella nuova esclusiva PS4
In questo inizio d’anno PlayStation 4 sta davvero facendo girare la testa ai suoi possessori, proponendo esclusive incredibili che rendono giustizia al suo hardware standard quanto a quello rivisto della versione Pro. L’anno scorso abbiamo già avuto un bell’assaggio delle sue potenzialità con Uncharted 4: Fine di un Ladro, ma quanto fatto con Horizon Zero Dawn è facilmente considerabile come fuori parametro. Dopo la sua presentazione avvenuta all’ E3 2015 e dopo averlo ritrovato anche l’anno successivo con nuove informazioni sempre più interessanti, è giunto finalmente il momento di toccare con mano l’enorme lavoro svolto da Guerrilla Games, lo studio olandese legato al marchio PlayStation grazie alla celebre saga di Killzone. Vederli dietro ad un progetto completamente nuovo e differente ha fatto sorgere qualche dubbio, ma il risultato finale saprà mettere in riga anche i più scettici.

Gli ingredienti che rendono unica questa nuova esclusiva PlayStation 4 sono parecchi, ad iniziare dalla trama. In un mondo in cui la Natura è rigogliosa e domina il pianeta, gli uomini vivono in tribù e vanno a caccia di prede con arco, frecce e lance. Potremmo definirla una sorta di preistoria come noi la conosciamo, se non fosse che oltre a cinghiali e conigli, la fauna locale è caratterizzata da macchine avanzatissime che ricordano per forme e movenze alci, cavalli, lupi e molto altro. Scoprire cosa ci facciano queste anomalie in un mondo così arretrato sarà compito di Aloi, una giovane che conosceremo fin da bambina e che verrà allevata da un cacciatore esiliato dalla sua gente per motivi inizialmente sconosciuti. Con il doppio scopo di capire chi sia sua madre e al contempo di essere finalmente accettata dalla sua tribù, Aloi intraprenderà un viaggio che la porterà fuori dalla sua valle per scoprire qualcosa di più sul suo passato e su quello del suo intero mondo. La trama si conferma di ottima qualità, nonostante possa ricordare alcuni temi già visti e alcune situazioni sia eccessivamente telefonate. Il modo in cui sono descritte le tribù, i loro usi e costumi, così come il background che pian piano si svilupperà dietro alla vicenda incollano allo schermo e fanno passare rapidamente anche le prime ore di gioco, che di fatto hanno lo scopo di farci ambientare senza però permetterci eccessive divagazioni.

Durante le fasi iniziali riceveremo dal nostro padre adottivo Rost una serie di dritte su come muoverci nell’ambiente, ma entreremo anche in possesso di uno strumento chiamato Focus che ci permetterà di vedere indicazioni invisibili ad occhio nudo e ci segnalerà eventuali minacce, analizzando l’ambiente che ci circonda. Scopriremo meccaniche stealth abbastanza classiche come eliminazioni silenziose, mimetizzazione tra l’erba alta e l’uso di pietre da lanciare per distrarre animali e farli muovere nella zona che avremo preso di mira. Non mancano però interessanti novità che ci permettono di vedere i percorsi di ronda di alcuni nemici e, andando avanti, anche l’opportunità di eseguire un override sulle belve meccaniche rendendole mansuete e cavalcabili, finendo per farle addirittura combattere al nostro fianco. Tutte queste azioni vanno ad unirsi ad un sistema di combattimento che permette approcci dalla distanza e altri corpo a corpo. Ad essere sinceri il gioco dà il meglio di sé nel primo, quando si impugna l’arco o un qualsiasi strumento con cui mirare e sparare un proiettile. Tra frecce standard ed esplosive, trappole a cavo di vario genere e proiettili elementali da scagliare con una potente fionda, avrete le basi per affrontare le minacce del caso, evidenziando l’abilità di Guerrilla Games con questo genere di meccaniche sparacchine. Diverso invece il discorso riguardo il combattimento con la lancia, basato su colpi deboli e potenti ma minato da alcuni automatismi che sembrano magnetizzare i nostri colpi versi i nemici in zona, trasformando questo genere di approccio più in un ripiego per quando le cose vanno male, piuttosto che una scelta ponderata del giocatore.

Queste meccaniche s’incontrano in un’avventura che è in tutto e per tutto un moderno free roaming, con tanto di missioni più o meno principali, attività collaterali come sfide in specifiche logge e commissioni da effettuare per i diversi richiedenti che incontrerete. Il gioco sblocca le sue aree in modo graduale, specie nelle prime ore, impedendovi inizialmente di girare liberi per l’intera mappa, ma permettendovi di esplorare ogni angolo delle zone disponibili. Affrontare una missione porta i classici benefici che ci si aspetterebbe da un RPG, tra punti esperienza, oggetti da ricavare dalle proprie prede eliminate (siano esse animali o meccaniche) e erbe di varia natura utili per ripristinare salute o per creare munizioni. Il sistema di crafting di questi oggetti è molto semplice e permette di combinare gli ingredienti richiesti anche durante i combattimenti grazie ad una ruota delle armi che, una volta aperta, rallenta in modo molto significativo il tempo, pur senza mettere in pausa il gioco. La valuta principale è rappresentata dai pezzi di metallo, ma i mercanti che si trovano in giro spesso chiederanno ulteriori oggetti speciali per offrirvi scambi con abiti più resistenti o armi più performanti. Questi poi potrebbero avere anche degli slot su cui inserire potenziamenti di vario tipo che possono offrire bonus verso specifici elementi come fuoco o fulmine, piuttosto che rendere più probabile la caduta di oggetto ad ogni colpo andato a segno. Il sistema è piuttosto semplice ma funziona bene perché non appesantisce la gestione di un inventario che saprà proporvi parecchie variabili.

Questa gestione da RPG prosegue anche nella creazione della protagonista, la quale salendo di livello guadagnerà di volta in volta dieci energie extra e dei punti abilità da investire nell’apposita schermata. Qui ci saranno 36 diversi potenziamenti che vi permetteranno di scegliere i bonus che credete più opportuni, potenziando il numero di oggetti raccolti durante un saccheggio, così come abilità passive che vi rendono più furtivi o con nuove mosse che possono eliminare rapidamente i nemici. A differenza di molti giochi di ruolo, una volta raggiunto il livello massimo di 50, avrete sbloccato tutte le abilità presenti e avrete la stessa identica Aloi di qualsiasi altro giocatore arrivato al level cap. Si capisce quindi che la creazione della build influisce in modo specifico sulla prima parte dell’avventura, finendo però per omogeneizzarsi sul finale. Ciò non vuol dire che manchi il senso di progressione o che non si noti la maggiore versatilità della protagonista, ma è un limite che è giusto segnalare. Da questo punto di vista il gioco mi ha ricordato molte delle recenti produzioni Ubisoft come Wathc_Dogs 2 o gli ultimi Assassin’s Creed e Far Cry. E proprio lo stile della casa francese sembra essere stato preso d’esempio per molte dinamiche esplorative, tra giganteschi animali da scalare per sbloccare parti inedite di mappa, fino allo stile delle uccisioni eseguibili dall’alto o dal basso. Il feeling generale mentre si percorrono le vaste aree proposte è dunque quello che in molti ormai conosciamo a meraviglia, pur con situazioni inedite gestite da nemici che si comportano in modo diverso in base alle circostanze e non solo in base alla loro categorizzazione.

Anche se ci abbiamo girato intorno per un po’, non possiamo più starcene zitti riguardo il mostruoso livello tecnico raggiunto. Ad oggi Horizon Zero Dawn è il videogioco per console più incredibile mai realizzato per quanto riguarda il comparto tecnico. I primi momenti sono da mascella sul pavimento e quando ci si accorge che quello era solo l’inizio, è impossibile non restare a guardare sbalorditi. Il livello tecnico raggiunto dal gioco è paragonabile senza problemi a quello del già citato Uncharted 4, se non fosse che quello era un titolo suddiviso in aree enormi ma chiuse, mentre questo è un free roaming che setta inevitabilmente nuovi standard grafici. La nostra prova è avvenuta sul modello standard di PlayStation 4, eppure abbiamo visto comparire sul nostro schermo paesaggi da cartolina, lo scorrere del tempo in game ci ha mostrato tramonti e notti stellate meravigliose, erba e polline sollevati dal vento, riflessi eccellenti e condizioni climatiche variabili. Oltre alla resa grafica di assoluto spessore, il gioco non difetta nemmeno nello stile, dagli indumenti agli insediamenti abitati, fino ovviamente al design dei nemici meccanici. Questi dimostrano un’anatomia fatta di cavi, pistoni, lenti ottiche e veri e propri punti deboli da prendere di mira che le prime volte lasciano sbigottiti per la cura maniacale che arriva a farci credere che se mai dovesse esistere un corsiero o un secodonte, sarebbero costruiti esattamente così. Tutto ciò tra l’altro non crea problemi al frame rate che si dimostra sempre stabile se non in qualche rarissima situazione. Pur con questa magnificenza grafica, la componente audio non ne esce sminuita, offrendo temi epici quando servono ed effetti sonori ora naturali, ora meccanici e potenti. Di ottimo livello anche il doppiaggio in italiano che si dimostra ben recitato, nonostante le fasi dialogo appaiano eccessivamente statistiche e mostrino scelte registiche con scatti sulle inquadrature dello stesso soggetto che sembrano appartenere in un altro gioco ma che probabilmente sono da imputare all’inesperienza della sviluppatore in queste specifiche situazioni.

Horizon Zero Dawn è una delle esclusive più belle e ambiziose di PlayStation 4 e del mondo console in generale. Pur non stupendo sul piano della giocabilità pura e limitandosi e riproporre meccaniche già viste altrove, le inserisce all’interno di una trama appassionante e le impreziosisce di un comparto tecnico mai visto prima. La cura dei dettagli è incredibile per un free roaming di questa portata, settando un nuovo livello di paragone che difficilmente sarà superato in breve tempo. Il suo unico vero peccatuccio è quello di non osare più del necessario, ma anche così si dimostra un acquisto imprescindibile per chiunque possieda questa grande console.
- – Storia appassionante
- – Meccaniche collaudate
- – Tante attività da svolgere e premi da ottenere
- – Tecnicamente incredibile
- – Nessuna grossa novità al gameplay
- – Qualche incertezza nel corpo a corpo
- – Dialoghi un po’ troppo statici

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