Ikaruga – Recensione

Gli sparatutto spaziali a scorrimento possono sembrare produzioni di un passato arcaico e superato nel 2018, ma in alcuni rari casi possono offrire soddisfazioni e sfide molto superiori alla maggior parte dei giochi moderni. Uno di questi “casi rari” porta il nome di Ikaruga e scommetto che chi lo ha giocato nell’epoca Dreamcast o Gamecube (2002/2003) lo ricorda ancora ora come un qualcosa di fenomenale. Quello che all’epoca veniva venduto a 60 euro nei pochi negozi che tenevano uscite così particolari, ora è facilmente reperibile sull’e-Shop Nintendo ad un quarto del prezzo originale, offrendo tra l’altro una serie di caratteristiche assenti in quella versione. Precisiamo che il gioco è già disponibile per diverse console e per PC (dove costa ancora meno), ma la qui presente versione per Nintendo Switch risulta la più completa e gestibile mai prodotta.

Ma cos’è Ikaruga? Finora l’ho presentato come uno sparatutto spaziale a scorrimento verticale ma il suo sottogenere di appartenenza è quello dei bullet hell: per farla semplice, nemici in ogni dove che sparano un gran numero di colpi letali per distruggere la vostra navicella. Di solito l’unico modo per non incontrare il game over dopo pochi secondi è schivare i proiettili in arrivo, ma in Ikaruga è stato introdotto il concetto della “polarità”; premendo un semplice tasto la vostra navicella passerà da bianca a nera e viceversa, potendo assorbire i colpi in arrivo del colore corrispondente.

Navicelle bianche vi sparano contro? Mettete la polarità bianca e i proiettili in arrivo verranno assorbiti e usati per ricaricare la super. Dopo le navicelle bianche arrivano quelle nere? Cambiate polarità e ripetete il procedimento. Facile vero? Se pensate di sì, vi sbagliate di grosso: pur disponendo di appena 5 livelli, in tutti questi anni non sono mai riuscito a completarlo usando una sola “monetina” nemmeno a livello facile. Non significa che il gioco sia impossibile, ma solo che necessita di una preparazione e di allenamenti costanti per poter avanzare sempre un po’ di più all’interno di 5 miseri stage che però sono lo stato dell’arte del level design.

Il tutto senza nominare gli imponenti boss che svolgono il loro ruolo in modo più che degno. Padroneggiare Ikaruga è molto più complesso di quanto si creda, specie se si vuole seguire il concetto di catena (chain) che può portarvi a scalare le classifiche online, potendo anche registrare il vostro replay per condividerlo con il mondo. Colpire tre navette dello stesso colore in serie dà il via ad una catena che funge da moltiplicatore. Colpirne tre bianche, tre nere, poi altre tre nere e poi tre bianche attiverà per esempio una combo da 4, ma distruggerne una del colore sbagliato prima di raggiungere le tre unità, farà azzerare il contatore costringendovi a ripartire da capo. Un modo ulteriore quindi per giocare al titolo Treasure, consigliabile però solo quando avrete iniziato a capire molto a fondo le dinamiche principali.

Prima vi dicevo che questa versione per Nintendo Switch è probabilmente la migliore mai uscita, ed è giunto il momento di spiegarvi il perché: intanto sono presenti due modalità differenti, più una di allenamento che vi permette di giocare uno stage specifico di quelli sbloccati. La prima modalità definita Arcade fa fede al suo nome e vi propone il gioco così come uscì in sala giochi nel 2001, con la possibilità di scegliere il livello di difficoltà tra facile, normale e difficile. La differenza tra queste tre possibilità sta tutto nella presenza o meno dei proiettili di ritorno dopo aver distrutto una navicella, grande o piccola che sia, e nel colore opposto o meno al vostro al momento dell’esplosione. Può sembrare cosa da poco, ma provare a giocare anche solo il primo livello a difficoltà prima facile e poi difficile, vi aprirà gli occhi in modo inequivocabile.

La seconda modalità si chiama invece Prototype e vi propone nuovamente il titolo completo aggiungendo però una nuova regola: i colpi che potrete sparare con la vostra navicella saranno contati e potranno essere recuperati solo assorbendo quelli nemici attraverso le due polarità. Esaurirli significa poter sparare dei colpi che si interrompono a pochi centimetri dal muso della navetta spaziale, rendendo a dir poco infernale anche solo finire il primo stage. Infine, per gli scalmanati totali (scusate ma non saprei come altro descrivere questa tipologia di giocatori…) c’è la modalità dual play che in pratica vi fa guidare contemporaneamente due (DUE!!!) navicelle, distribuendo i comandi sui Joy-Con. Ovviamente non può mancare la classica partita cooperativa con un altro giocatore ma, anche qui, attenzione! La sua presenza è “fisica” all’interno del gioco e ciò vuol dire che potreste scontrarlo e farlo finire accidentalmente contro il fuoco nemico o contro uno dei vari ostacoli che caratterizzano alcuni livelli con passaggi più stretti.

Anche per quanto riguarda la componente tecnica questa versione fa faville. Non tanto per quello che si mostra in game che a conti fatti è arcade perfect, compresi i rallentamenti che colpiscono lo schermo quando esplode il boss di turno (senza quindi conseguenze per la partita vera e propria), ma per le impostazioni grafiche che si possono personalizzare. Essendo uno sparatutto a scorrimento verticale dovete considerare che lo schermo wide screen di una qualsiasi TV moderna è occupato solo per un terzo dal gioco, con due enormi bande laterali che possono ospitare gli obiettivi sbloccati e i punteggi, in base ad un’opzione che può ingrandirli o rimpicciolirli.

L’unico modo per ingrandire davvero l’immagine senza rovinare il suo formato è girarla di 90 gradi. In questo modo si trasforma Ikaruga in uno sparatutto a scorrimento orizzontale, ma se volete proprio esagerare potete far ruotare anche le scritte e i comandi, dovendo però ruotare anche il televisore! Qui arriva il bello di questa versione Switch: se, come immagino, non volete ruotare lo schermo televisivo (il gioco stesso ci avvisa che alcune TV potrebbero anche danneggiarsi con questa procedura!), potete prendere Switch dal suo dock e ruotare liberamente il suo schermo. Dovrete obbligatoriamente scollegare un Joy-Con e appoggiare la console da qualche parte, ma il risultato in questo caso è assicurato!

In questa sede non ve ne ho parlato, ma Ikaruga avrebbe anche una storia, una bellissima soundtrack (ascoltabile da un menu apposito) e un design riuscitissimo, con forme geometriche di vario genere che si vanno a comporre attraverso i proiettili dei nemici. È un gioco storico per il genere ma è anche un gioco tremendamente difficile che richiede un buon allenamento per essere portato a termine anche solo nella modalità più semplice. Paradossalmente è però anche un titolo che si presta per una partita al volo, specie ora grazie alla portabilità guadagnata in questa versione per Switch, e per divertirsi con un amico al proprio fianco. Oltre ai filtri e alle varie regolazioni della visuale, tutte le modalità più complesse sono a disposizione per chi già conosce il titolo, ma per chi lo approccia la prima volta, resta un’esperienza d’altri tempi che sa ancora emozionare e dare grandissime soddisfazioni. A 15 euro poi sarebbe davvero un peccato perdere l’occasione di averlo sempre con sé per tentare di superare quella sezione così difficile ma altrettanto ipnotica.

Pro
  • – Il gameplay di sempre, anche portatile
  • – Girare lo schermo non è più un’utopia
  • – Nuove modalità per renderlo ancora più difficile
  • – Si possono scaricare i replay dei migliori giocatori al mondo per imparare
  • – Diverte anche in due
  • – Arcade perfect
  • – Soundtrack grandiosa
Contro
  • – Difficile, ma tanto, anche in modalità facile

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