Immortals Fenyx Rising – Recensione

Quando Zelda incontra il free roaming Ubisoft

Quando si gioca con i videogame da più trent’anni non è facile sorprendersi. Il pubblico orami è indirizzato versi certi generi e i produttori tendono sempre più ad accontentarlo, mettendo un po’ da parte le idee che potrebbero apparire come rischiose, specie se cercano di seguire le orme di titoli considerati intoccabili e inarrivabili. Potete immaginare cosa è successo quando Gods & Monsters è stato accostato a sua maestà The Legend of Zelda: Breath of the Wild. Dopo aver cambiato titolo nell’ufficiale Immortal Fenyx Rising, il gioco di Ubisoft, creato dallo stesso team che ci aveva portato Assassin’s Creed Odyssey, si è presentato sul mercato in un momento complesso e pieno di uscite in questa fine di 2020. Per fortuna, come nelle belle favole, quando tutto sembra andare male, ecco che succede qualcosa che cambia le carte in tavola e trasforma lo svantaggiato in un eroe del suo tempo.

Dimostrando di trovarsi a proprio agio con l’antica Grecia, il team di Ubisoft Quebec si è smarcato agilmente dal ricreare un gioco simile al precedente Assassin’s Creed Odyssey, riversando in ogni aspetto un tono più scanzonato e divertente. La storia punta tutto sulla mitologia greca e ci racconta di quando il Titano Tifone si è liberato dalla sua prigione per vendicarsi degli dei, e in particolare di Zeus. Siccome le cose stanno andando molto male, il padre degli dei andrà a chiedere l’aiuto di Prometeo, che gli racconterà le gesta di un eroe per caso, e quello che sta facendo per salvare il suo divino didietro. Con questo stratagemma, ci troviamo a guidare un personaggio chiamato Fenix, che potrà essere sia maschile, sia femminile, attraverso una serie di compiti principali da seguire come accade spesso negli open world. La grande novità che dona al tutto un’atmosfera frizzante e divertente è la partecipazione di Prometeo e Zeus alla nostra avventura come narratori, con frequenti scambi di battute, spesso riuscite, che riescono a far sorridere e che rompono anche la quarta parete, creando un legame non solo con il personaggio e le sue gesta, ma anche con il giocatore, che si trova coinvolto in battibecchi divertenti e in momenti comici inaspettati.

Dopo un’area iniziale che può comunque richiedere anche due ore per essere completata a dovere, il mondo di gioco si aprirà e ci permetterà di esplorare tutte e sette le aree in cui si divide la mappa dell’Isola d’Oro. La liberazione delle divinità sarà la vostra priorità, con missioni principali che vi guidano attraverso un mondo meraviglioso da vedere e da giocare, ma non va dimenticato il continuo potenziamento e miglioramento di Fenyx. Prima vi dicevamo che ci sono punti di contatto tra questa produzione e Zelda: Breath of the Wild, ma per fortuna non sono tanti da rendere questa uscita un tentativo di copia. Il mondo aperto vi permette di scoprire collezionabili e luoghi d’interesse grazie ad una visuale in prima persona, per poi lasciarvi liberi di raggiungerli. Quelli che temono di perdersi nel mondo di Ubisoft non temano: avrete sempre indicatori che vi punteranno verso i luoghi migliori per proseguire, senza lasciarvi in balia degli eventi. Mentre esplorate però, ecco che arrivano le similitudini con il gioco Nintendo: scalare pareti di roccia e panare per lunghi tratti sono azioni regolate da una barra della resistenza che si esaurisce e che impedisce all’inizio di salire su montagne troppo alte o di raggiungere isole in mare aperto senza aver prima potenziato il vostro personaggio. Per farlo dovrete scendere in alcune fenditure che vi porteranno nel Tartaro per affrontare sfide al cui termine troverete ad aspettarvi un fulmine di Zeus, utile proprio ad aumentare le tacche che regolano la resistenza. Queste sfide, che ricordano i santuari del già citato Zelda, hanno una struttura dei puzzle convincente e ben strutturata, garantendo una sfida che mette in moto i neuroni in modo stimolante. Inoltre, non c’è nemmeno il pericolo di rimanere bloccati per via di un’abilità mancante (e che non si sa di dover recuperare), poiché il gioco ci avvisa immediatamente se ci sarà qualche parte di quel sotterraneo che non potremo raggiungere per colpa di una mancanza nel nostro repertorio.

Pur essendo un open world vasto, l’espansione delle terre che visiterà Fenyx non è spropositata. La scelta di ridurre gli spazi ma di condensare al loro interno un sacco di attività e di collezionabili, è stata eccellente, permettendo una fruizione più agevole che beneficia tra l’altro di un viaggio rapido che si attiva per molte delle aree che costellano la mappa. Si può così avviare il gioco anche per una ventina di minuti, tempo in cui si può recuperare un’unità di ambrosia o risolvere un enigma musicale legato alle Lire. I materiali che si ottengono possono servire per farci acquistare nuove abilità, aumentare la nostra salute, creare pozioni o farci trovare nuovi equipaggiamenti. Una volta sbloccato l’hub che dà accesso a questi potenziamenti (e sempre raggiungibile tramite viaggio rapido), potrete agire sulla progressione di Fenyx, godendo tra l’altro di facilitazioni che migliorano la quality of life senza rendere banale il processo. Un esempio lampante riguarda il potenziamento delle armi: scegliendo di potenziare le spade (che come vedremo tra poco corrispondono all’attacco leggero di Fenyx) potenzierete tutte le spade nel vostro inventario, così come quelle che otterrete in seguito. Senza dover agire su ogni singolo elemento, si velocizza il processo e si evita di focalizzarsi su un unico esemplare, mantenendo sempre validi anche gli equipaggiamenti ottenuti all’inizio del gioco e lasciando intatta la possibilità di scelta.

Fin dall’inizio l’arsenale di Fenyx si amplierà proponendo strumenti di attacco letteralmente mitici. La spada di Achille servirà per eseguire attacchi leggeri e veloci, l’ascia di Atlanta assesta i colpi pesanti che possono rompere le difese dei nemici, far salire la loro barra di stordimento, abbassando però anche la vostra resistenza, impedendovi di eseguirne in continuazione. Per ripristinarla, il modo migliore è mettere a segno colpi con la spada, alternando così attacchi deboli e potenti per lotte molto dinamiche. Per colpire a distanza c’è poi l’arco di Odisseo, con cui potete anche sparare frecce da guidare in prima persona contro bersagli che possono anche essere parte di enigmi ambientali. Altri oggetti come gli spallacci di Eracle vi saranno utili per sollevare massi o spostare blocchi, senza contare le schivate e le parate che possono aprire la possibilità di contrattacchi. Tutte queste abilità e diverse altre, dovranno essere adottate contro nemici che arrivano anche loro dalla mitologia, con gorgoni, arpie, minotauri e ciclopi, affiancati da soldati infernali. La varietà non è enorme e qualche tipologia di avversario in più non ci sarebbe dispiaciuta, ma viste anche le diverse aree in cui dovrete affrontare le battaglie e vari livelli di rarità, è difficile annoiarsi poiché è raro rivivere una battaglia simile ad un’altra.

Ancor prima del suo gameplay equilibrato e spassoso, potrebbe essere il comparto tecnico di Immortals Fenyx Rising a convincervi della bontà del gioco Ubisoft. Noi l’abbiamo giocato su Xbox Series X e siamo rimasti incantanti. Anche selezionando il gioco in modalità “Prestazioni”, perdendo un po’ di dettagli in favore della fluidità generale, il titolo di dimostra bellissimo da vivere, con colori accesi, mari, montagne e templi che si riuniscono in un unico sguardo grazie ad una distanza visiva eccellente. Il design delle creature, così come le parti dell’Isola che si rifanno alla divinità che ospitano, sono curati e ispirati, con petali che volano, ciuffi d’erba mossi dal vento e una sensazione di leggerezza eccellente. Anche la parte audio è poi curatissima, sia per le tante righe di dialogo dedicate ai due narratori Zeus e Prometeo, sia per le musiche e per gli effetti sonori, che ci trasportano in un mondo magico e ricco di avventure. Ovviamente il gioco è tutto in italiano e il doppiaggio funziona alla grande, seppur alcune battute non riescano a rendere al massimo, essendo originariamente pensate per essere giochi di parole in inglese.

Immortal Fenyx Rising è sicuramente la sorpresa dell’autunno, un gioco che potrebbe scapparvi perché meno famoso rispetto ad altre produzioni che hanno già un nome e che abbiamo continuato a sentire e a conoscere. Il gioco Ubisoft è invece un outsider, una nuova IP che arriva in un momento affollato di uscite e rischia di passare inosservato per colpa del mercato e del periodo storico, non certo per la sua qualità generale che invece sorpassa senza problemi molte altre uscite recenti e più famose. Può sembrare il solito open world ma è molto meno diluito, ha una giocabilità eccellente, una mappa ispirata e un combat system che al livello difficile impegna e appassiona. La storia poi si segue che è un piacere e si può portare avanti anche con sessioni brevi, specie su next-gen dove i caricamenti sono rapidissimi. Dategli una possibilità e non vene pentirete: potrebbe essere uno dei giochi migliori da regalare ad un bimbo, così come ad un adulto che vuole avventure in un mondo ottimamente caratterizzato.

Pro
  • – Storia narrata in modo originale
  • – Combattimenti profondi ma immediati
  • – Mondo di gioco bello da esplorare
  • – Potenziamenti ben implementati
  • – Prove del tartaro intelligenti
  • – Grafica e audio grandiosi
Contro
  • – Poca varietà dei nemici
  • – I primi collezionabili li recupererete sulla fiducia, senza sapere a che servono

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