Lego Star Wars: La Saga degli Skywalker – Recensione

La Forza del Divertimento scorre potentissima in questa uscita

Il matrimonio tra LEGO e lo sviluppatore Traveller’s Tales dura dal 2005, anno in cui arrivò il primissimo LEGO Star Wars, dedicato alla trilogia prequel appena terminata da George Lucas. Poi, a grande richiesta fu il turno della trilogia classica e subito dopo arrivarono altre saghe famose come Indiana Jones, Batman, Harry Potter, Il Signore degli Anelli e, più recentemente, il mondo Marvel e quello DC Comics. In quel periodo i nostri sistemi di gioco sono stati invasi da queste produzioni, fermandosi poi solo nel 2018 dopo LEGO DC Super Villains. In questi 17 anni le dinamiche si sono raffinate, i mondi sono diventati più complessi e ora il cerchio si chiude riportandoci dove tutto è iniziato: LEGO Star Wars: La Saga degli Skywalker ci promette il gioco LEGO più completo e ricco mai visto, anche più di quel LEGO City Undercover a cui noi di GameSailors.it dobbiamo molto. Dunque bando alle ciance, che qui c’è una galassia lontana lontana da salvare.

Non dev’essere stato facile gestire questo nuovo LEGO Star Wars: La Saga degli Skywalker. Intanto perché il gioco contiene tutte le avventure vissute in ognuno dei nove film che compongono le tre trilogie. In secondo luogo perché molte situazioni iconiche andavano ricreate modificando pesantemente quanto era già stato mostrato nei giochi passati, per garantire emozioni fresche al giocatore ma senza però snaturare le fonti originali. Infine perché Traveller’s Tales ha pensato di celebrare questa serie permettendoci di esplorare l’intera galassia, con tutti i pianeti visti al cinema trasformati in mappe giocabili e contenenti segreti, collezionabili, missioni principali e altre secondarie in cui perdersi. Uno sforzo gigantesco che ci ha fatto divertire ininterrottamente per ore e che, una volta terminati i nove film della saga, ha ancora moltissimo da raccontare.

Da dove volete iniziare?

Avviato il gioco e visionata l’epica introduzione, potrete scegliere da quale trilogia iniziare, visto che dal menu principale potrete avviare immediatamente Episodio I: La Minaccia Fantasma, Episodio IV: Una Nuova Speranza oppure Episodio VII: Il Risveglio della Forza. Come primo test per capire di che pasta fosse fatto il gioco ho scelto di iniziare dal criticatissimo Episodio I, dicendomi che “se questa trasposizione funziona, allora funzionerà tutto il resto”. Il fatto che mi sia soffermato per ore all’interno di quest’episodio dovrebbe già dirvi quanto il gioco mi abbia coinvolto fin da subito. L’umorismo LEGO è presente in ogni sequenza e funziona sempre, il doppiaggio in italiano è validissimo e l’unica nota stonata sono alcuni filmati a 30 frame per secondo mentre il gioco viaggia a 60 fps, almeno su console next-gen. Il resto è un turbinio di situazioni che ci portano ad affrontare il film facendoci passare da hub aperti in cui raccogliere indizi e collezionabili, a missioni principali che portano avanti la trama, come succedeva in passato. In questo episodio abbiamo combattuto Darth Maul con Obi Wan e Qui-Gon Jinn, abbiamo partecipato alla gara di sgusci su Tatooine e combattuto nei panni di Jar Jar Binks, trovandolo addirittura divertente nelle sue sessioni. Viene così rivelata la nuova dinamica di tutta la produzione, in cui ogni film alterna missioni principali circoscritte in un apposito livello e fasi più libere in cui si passa da un pianeta all’altro, mentre li si esplora e si cercano collezionabili come i mattoncini Kyber o le rarissime schede dati che permettono di attivare trucchi e stramberie assortite.

Benvenuti a Mos Eisley, covo di feccia e malvagità liberamente esplorabile!

Se questa dinamica convince in un film non particolarmente amato come La Minaccia Fantasma, pensate quanto possa essere divertente andare in giro per Mos Eisley, la Morte Nera, il pianeta ghiacciato di Hoth o Bespin, la citta delle nuvole di Lando Calrissian. Ogni pianeta ha anche un’area spaziale in cui trovare ulteriori contenuti, per poi passare, con un effetto speciale che richiama le pellicole, alla sua atmosfera e infine alla sua superficie. Andando sui numeri, che non sono fondamentali ma fanno subito capire l’entità della produzione, in tutto il gioco sono stati nascosti 1166 mattoncini Kyber, circa 400 personaggi giocabili, oltre 20 pianeti e circa 60 navi spaziali pilotabili. Questi elementi sono legati tra loro, visto che i mattoncini Kyber, solitamente guadagnati alla fine di una missione secondaria o nascosti all’interno delle aree libere, servono per sbloccare potenziamenti relativi alle varie classi in cui si dividono eroi e cattivi. Potremo potenziare i colpi delle spade laser degli Jedi, i blaster delle canaglie, o agire su potenziamenti comuni che aggiungono energia extra o, ancora più importante, ci mostrano le posizioni dei collezionabili. Alcuni di essi necessiteranno di speciali abilità per essere raggiunti e ottenuti, e nelle prime fasi potreste non avere ancora i personaggi adatti, ma vi basterà progredire con le storie per ottenere tutte le tipologie che vi servono e ampliare le possibilità di esplorazione.

Non potevano certo mancare le battaglie nello spazio

Per questo motivo pensavo di giocare affrontando prima tutti i film in sequenza e solo in seguito, usare il gioco libero, per tornare nelle aree già visitate e sfruttare i personaggi ottenuti nel frattempo. Poi però mi sono accorto che esplorare quei luoghi riserva così tanti segreti, commenti, battute e situazioni, che era impossibile andare dritti alla meta. Anche se le missioni principali di ogni film sono passate da 6 a 5, tutte hanno acquisito obiettivi secondari inizialmente sconosciuti da portare a termine, oltre a tre diversi obiettivi per il numero di gettoni da ottenere e la classica ricerca di pezzi di minikit: tutte attività che, se completate vi ricompenseranno anche con ulteriori mattoncini Kyber e che rendono ogni livello rigiocabile almeno una seconda volta tramite il Gioco Libero, in cui si possono usare anche personaggi che in quel film neanche erano presenti. Oltre a ciò, l’aggiunta degli hub da esplorare ha arricchito l’esperienza di ogni episodio in modo significativo, così come certe sequenze che al cinema si sbrigavano in pochi minuti e che qui possono richiederne anche trenta, senza però annoiare mai. Gran parte del merito va alla varietà proposta, che ci fa passare agevolmente da un combattimento spaziale a bordo del Millennium Falcon ad una sparatoria con i blaster o ad una scazzottata. Anche in questo caso si è scelto di limitare il semplice martellare su un tasto, inserendo combo da eseguire attraverso la pressione di colpi deboli (quelli che conosciamo da sempre), altri potenti e il tasto del salto che scaglia in aria il nemico e ci permette di colpirlo in volo. Ora infatti i nostri avversari possono bloccare i nostri colpi standard e l’unico modo per non subire un contrattacco è variare il pulsante da premere.

Tra le diverse novità, ora si può anche agire sulle menti semplici per farli ubbidire al nostro volere Jedi

Allo stesso modo l’ultimo tasto frontale rimasto libero serve per eseguire noi stessi i contrattacchi, utili quando un avversario ci si avvicina con il punto esclamativo sulla testa, un po’ come succedeva in Batman: Arkham. Il gameplay rimane semplice e per tutti, ma sono piccole aggiunte che non solo garantiscono varietà ai combattimenti grazie alle animazioni sempre diverse, ma rendono un po’ più attivi e attenti i giocatori. Anche la difficoltà resta sempre molto bassa e non c’è un cambiamento sostanziale all’approccio, ma queste modifiche, unite alle battaglie in stile sparatutto in terza persona in cui si possono far volare via i caschi dei Stormtrooper e in cui il colpo alla testa elimina subito il bersaglio, sono un ulteriore indizio della cura maniacale che si nasconde dietro a questo progetto. Inoltre Traveller’s Tales ha voluto cambiare la gestione delle energie, sostituendo i cuoricini con una barra della salute sia per noi, sia per i nemici. Infine, se ancora non bastasse, si è scelto di inserire nel pentolone anche alcune alternative per risolvere situazioni in cui solitamente si poteva solo combattere: ora per esempio alcuni personaggi possono travestirsi per passare inosservati ai soldati dell’Impero o, nel caso di Jedi e Sith, si può usare la Forza per distrarre, scatenare il panico o prendere il controllo delle “menti semplici”.

Sarò io, ma sta scena mi colpisce sempre, anche interpretata da un Darth Vader con la scritta Lego sul braccio

I giochi LEGO non sono mai stati considerati il simbolo del progresso tecnologico, eppure anche qui LEGO Star Wars: La Saga degli Skywalker ha qualcosa da dire. Stavolta l’effetto “plasticoso” degli elementi in game è ricercato e perfettamente riuscito. Gli interni delle basi imperiali sono scintillanti nella loro freddezza, così come l’X-Wing recuperato da Yoda su Dagobah è visibilmente sporco di fango, esattamente come lo sarebbe un modellino costruito con i mattoncini e poi sporcato con la terra. I dettagli dei personaggi sono incredibili, con la scritta LEGO che talvolta fa capolino sulle loro braccia e sulle pistole. Tutta questa cura si unisce all’infinità di particolari che caratterizzano eroi, cattivi, Jedi, Sith, cacciatori di taglie e qualsiasi miniatura sia stata riprodotta in game; anche le animazioni fanno parte del processo di caratterizzazione e scoprire il differente stile di combattimento di diversi Jedi (come per esempio tra l’anziano Obi-Wan Kenobi e il giovane Luke), è quanto meno affascinante. Le musiche sono quelle di sempre e quindi inappuntabili, gli effetti mischiano sonorità della saga a quelle di mattoncini rovesciati su un tavolo, mentre il doppiaggio è presente anche in italiano e si dimostra fedele a battute che definire celebri sarebbe poco. Ovviamente il gioco permette di divertirsi anche in due contemporaneamente, ma solo in locale, una caratteristica ereditata dal passato che fa sempre piacere ritrovare e che, visto il tono familiare dell’esperienza, non fa rimpiangere l’assenza di modalità online.

Cartolina dal pianeta ghiacciato di Hoth

LEGO Star Wars: La saga degli Skywalker più che un gioco è una celebrazione per un universo che a distanza di oltre quarant’anni è ancora vivissimo ed emozionante. L’esperienza maturata da Traveller’s Tales ci ha portato il gioco LEGO più grande di sempre, in cui rivivere ben 9 film è solo l’inizio. Ogni Episodio ha una percentuale di completamento, ogni pianeta mostra i collezionabili ancora da raccogliere, il menu dei personaggi avrà sempre qualcuno da farci sbloccare e prima di completare ogni area passeranno molte ore. Tutto tempo in compagnia di eroi e cattivi con cui gli sviluppatori hanno voluto e potuto scherzare, dimostrandosi i primi ad essersi divertiti con questo progetto. Potreste considerarlo un gioco per bambini, e avreste ragione, ma è anche un gioco per bambini grandi, di quelli che vogliono rilassarsi e rivivere bei momenti in compagnia di vecchi amici. Che poi questi siano interpretati da minifigure è un dettaglio, visto che anche così sanno trasmettere molte più emozioni di tante altre uscite, compresi alcuni film della saga stessa che vengono infatti presi scherzosamente in giro per scelte e dinamiche. Sicuramente è il gioco LEGO migliore mai realizzato e molto probabilmente è almeno tra i primi 3 dedicati al mondo di Star Wars. Solo chi vuole sempre essere messo alla prova sul piano dell’abilità troverà troppo semplice questa produzione, esattamente come le altre del passato. Per tutti gli altri è un gioco da non farsi scappare e che vi troverete a giocare per mesi, avendo sempre qualcosa di nuovo da fare e da vedere.

Pro
  • – LEGO Star Wars al suo apice
  • – Un’infinità di contenuti pazzeschi
  • – Gameplay arricchito e migliorato
  • – Rigiocabile e lunghissimo per chi vuole raccogliere tutto
  • – Tecnicamente il meglio della produzione LEGO
  • – Si gioca benissimo anche in 2
Contro
  • – Il livello di sfida resta quello di sempre

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