Lies of P – Recensione

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Il genere dei soulslike non ha ormai più bisogno di presentazioni. I titoli di punta per questo genere nato grazie a From Software sono tantissimi, così come tantissimi sono i fan e gli appassionati. E proprio in occasione di continuare il trend di titoli volenterosi di scardinare la nomea di FromSoft spunta fuori Lies of P. Stiamo parlando di un titolo di NEOWIZ, sviluppatore coreano già responsabile per giochi come Skul o 8 doors. Il suo scopo è entrare nelle vesti impegnative del genere soulslike, sviluppando un mondo liberamente ispirato al burattino per eccellenza, Pinocchio. Come sarà andata? Scopriamolo insieme.

La Trama di Lies of P

La trama di Lies of P parte in maniera non tanto diversa da altri titoli dello stesso genere: un mondo in rovina aspetta il nostro amato burattino. Nel tentativo di scoprire cosa sia successo prima del suo risveglio e di farsi strada tra i tanti e inquietanti nemici che attaccano a vista, il nostro eroe sarà fin da subito aiutato dalla Fata Turchina e dal Grillo Parlante, qui identificati come Sophia e Gemini. Come in tanti altri giochi di questo genere, Lies of P si mostra al giocatore illuminandolo passo dopo passo con una lore sparsa in tutto il suo mondo. Oggetti, vestiti, personaggi e scritte sui muri ci accompagneranno alla scoperta di questo luogo ormai perduto e dimenticato.

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Questo è il nostro quartier generale: qui passeremo la maggior parte del tempo ad allenarci e salire di livello.

Pinocchio incontra Bloodborne

Partiamo da un presupposto molto importante: i soulslike sono forse il genere più lontano dalla mia zona di comfort. Davanti a me, in qualità di giocatore curioso ma non esperto, ho trovato sicuramente molti lati positivi, ma anche tanti, tantissimi lati negativi. Per questo motivo, data la mia ridottissima esperienza, mi sembra solo adeguato paragonare Lies of P a Bloodborne. La mia poca esperienza con altri titoli mi ha portato ad aprirmi i pareri di amici e conoscenti ben più esperti di me nel genere, che hanno paragonato i movimenti di Lies of P a quelli di Dark Souls, specialmente per quello che concerne il combat system.

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Questo gioco è spietato. Sapersi difendere è fondamentale.

I primi passi saranno abbastanza semplici: si gironzolerà nelle vaste e ben concepite aree del gioco in cerca di una via di uscita, facendosi strada tra burattini malvagi e umani pericolosi. Ogni tanto spunterà un boss, e lì le cose cambieranno del tutto. Nonostante il gioco offra una più che discreta varietà di strumenti quali armi, bracci secondari sbloccabili e, successivamente, abilità vere e proprie, Lies of P sembra arrancare proprio nel momento in cui spuntano i boss.
C’è sempre questa sensazione impellente di mancanza di equilibrio tra quello che il boss può fare e come noi giocatori possiamo rispondere di conseguenza. E, francamente, crediamo che questa sensazione peggiori finché non si sbloccheranno determinate abilità atte ad alleggerire la lentezza del nostro personaggio.

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Oltre ai burattini sono rimasti pochi umani. Molti dei quali sono impazziti, purtroppo.

Geppetto ha limato il control system

Pinocchio non è esattamente il burattino più veloce, e questo è indipendente dal peso dell’inventario o dall’arma scelta: è proprio una questione di animazioni che, se nelle prime battute rendono il gioco più accessibile, più avanti lo rendono un vero e proprio inferno per neofiti, togliendo loro l’interesse nel continuare. Nonostante questo, credo fermamente che Lies of P abbia buone qualità per chi ha già esperienza con il genere. Nonostante la discreta accessibilità delle prime battute, dunque, è giusto dire che avere accumulato esperienza in altre avventure simili potrà aiutarvi moltissimo per proseguire.

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I boss hanno attacchi semplici da capire, ma difficili da parare. Se avete già giocato giochi From Software vi sentirete a casa!

Il control system è molto simile a Bloodborne. È inedito, invece, l’effetto del sistema di parry e il sistema di difesa dei boss. Un po’ come in Dark Souls, difendendosi nel momento giusto sarà possibile parare tutti i danni. A differenza dei giochi From Software, però, il nemico non traballerà, ma resterà fermo. Per questo motivo, il parry diventa una minuscola opportunità per attaccare con un paio di fendenti per poi spostarsi indietro. Dopo qualche parry e un po’ di danni effettuati, la barra del boss potrebbe illuminarsi di bianco. In quel momento specifico, attaccando il nemico con un attacco pesante caricato, sarà possibile fargli perdere l’equilibrio, per poi colpirlo per causare ingenti danni.

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Mantenere le distanze è importantissimo!

Insomma, Lies of P non reinventa la formula – riprendendo anche il concetto dei checkpoint da sbloccare per potenziarsi e curarsi ma facendo risorgere i nemici – ma ne riscrive alcune parti nel tentativo di risultare diverso con effetti più o meno positivi. Le mappe del gioco sono, invece, molto ispirate. Le ho trovate davvero molto fresche e ben composte, quasi come se NEOWIZ fosse riuscita a trovare un ottimo compromesso tra le strade anguste e labirintiche di Dark Souls e gli ampi spazi di Bloodborne. Proprio come nei giochi di From Software, infatti, anche qui è possibile sbloccare tantissime scorciatoie che permetteranno di tagliare moltissimo la strada percorsa ad ogni vita.

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I bracci meccanici sono molto interessanti, come meccanica.

Anche a livello di tesori ed elementi sbloccabili Lies of P riesce a essere molto raffinato e divertente. È molto semplice trovarsi a ficcanasare in stradine per poi imbattersi in bauli nascosti o nemici forti. È un’ottima aggiunta che per certi versi rende Lies of P qualche passo più vicino a un Dungeon Crawler, senza mai eccedere con i tesori collezionabili.

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I burattini pattuglieranno le strade senza pietà.

Equipaggiamenti attacca-e-stacca

Per quello che riguarda gli equipaggiamenti, invece, Lies of P ci metterà nella condizione di dover scegliere uno di tre stili di combattimento, con statistiche completamente diverse l’una dall’altra. Si parte dallo spadone, alla spada ad una mano fino allo stocco. Oltre a queste saranno sbloccabili altre armi, ognuna delle quali potrà essere potenziata o smontata nel corso del gioco per rimontarla con altri pezzi e beneficiare di effetti diversi, siano essi passivi che attivi.

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Di Bloodborne è molto presente l’inconfondibile stile gotico.

La scelta dell’arma – e di conseguenza delle mosse utilizzabili – sarà rappresentativa solo delle statistiche di base di Pinocchio, indipendentemente se sceglieremo di cambiarla subito comprandone altre o se inizieremo a creare i nostri frankenstein di componenti con altre armi trovate in giro. Questa prima scelta cambia virtualmente molto poco, ma nelle prime ore sarà molto utile per passare facilmente le zone più complesse.

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L’estetica di Lies of P è a dir poco strabiliante.

Da questo punto di vista, Lies of P nasconde un’eccellente potenziale di personalizzazione. Anche perché ogni parte dell’arma nasconderà abilità e mosse quasi del tutto diverse l’una dall’altra. Montarle e smontarle frequentemente sarà vitale per creare l’arma perfetta a ogni situazione, e per fortuna è un processo davvero rapido e relativamente intuitivo.
Combattendo, infatti, sarà possibile riempire una barra che sbloccherà gli attacchi favola. Da una a tre tacche, ogni attacco o potenziamento aggiungerà bonus importanti che ci aiuteranno ad andare avanti nel gioco.
Lies of P si colloca nel mezzo degli stili affermati da FromSoft. Da un lato c’è la lentezza di Dark Souls, dall’altra l’intuitività di Bloodborne, che riescono in maniera dicotomica quasi a creare uno stile del tutto nuovo, sempre fedele ai suoi papà videoludici.

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Le zone si sviluppano intelligentemente anche in verticale.

Il Lato Tecnico di Lies of P

L’Unreal Engine viene sfruttato a dovere, in questo Lies of P. Gli effetti, soprattutto su current gen, sono stupendi, così come è stupendo il design generale delle aree e l’estetica generale dei personaggi. Musiche ed effetti sonori chiudono il cerchio con una più che discreta qualità generale, risultando davvero di atmosfera. Il doppiaggio è in lingua inglese, in linea con la media dei giochi di questo genere, mentre i testi sono completamente in lingua italiana. Giusto perché è stato possibile, abbiamo provato Lies of P sia su Series X che su Xbox One. Siamo felici di affermare che Lies of P resta godibilissimo anche su old gen, con un frame rate relativamente stabile sui 30 FPS ed una fedeltà grafica da non trascurare. Trattandosi di old gen, però, aspettatevi caricamenti del gioco più lenti.

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Xbox One e Series X si differenziano per diversi aspetti, ma il gioco resta davvero molto stabile.

Commento finale

Lies of P è sicuramente un gioco che può piacere ai fan dei soulslike di ogni genere. Riuscendo a risultare dapprima discretamente accessibile e più avanti particolarmente tosto, funge quasi da nuovo entry-level per i curiosi e gli appassionati. Raffina la formula inciampando qui e lì, ma riesce a tener testa e a farsi piacere, anche a chi non è proprio avvezzo al genere. Non solo: un altro elemento davvero di pregio lo si trova nell’espressione estetica del gioco. Lies of P è un classico esempio di come sia facile declinare estetica e gameplay di un genere popolare come questo in una storia che dovrebbe appartenere al mondo delle favole. Onestamente non lo avremmo voluto vedere in nessun’altra maniera. Detto questo, Lies of P saprà piacervi se avrete anche solo un minimo di curiosità nei suoi confronti.
Il Game Pass ha un altro gioco di tutto rispetto tra le sue fila!

Pro

Contro

– Estetica strabiliante
– Gameplay accessibile in principio
– Discretamente personalizzabile

– Difficoltà molto elevata dopo le prime ore
– Sistemi di combattimento e movimento un po’ legnosi
– Finestra di Parry un po’ stretta

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