Little Nightmares 2 – Recensione

Piccoli (grandi) incubi

Qualche anno fa gli svedesi di Tarsier Studios hanno saputo creare un titolo evocativo e misterioso che ha preso il nome di Little Nightmares. L’avventura della piccola bimba dall’impermeabile giallo ciha tenuto sulle spine, tra ambientazioni cupe e sinistre e nemici inesorabili da cui fuggire per non farsi acchiappare e… subire terribili conseguenze! Il suo immaginario tetro poteva ricordare quello dell’originale Tim Burton con il suo Nightmare Before Christmas, ma aveva una qualità e dei dettagli innegabilmente originali. A quattro anni dalla sua uscita arriva Little Nightmares II, secondo capitolo che si ripromette di portarci nel suo mondo da incubo per rifarci viveresituazioni inquietanti e disturbanti, senza mai sfociare nel gore più palese.

La trama quindi non solo è presente, ma funziona a meraviglia, lasciando che siano le immagini e gli avvenimenti a parlare, al posto dei protagonisti che sussurrano e si chiamano senza mai emettere davvero una parola. La progressione tra l’altro è ottima, con variazioni di ambienti che spingono a continuare nonostante gli orrori a cui andrete incontro. Dicevamo che si inizia in un bosco, ma si finirà presto in una città e, più nello specifico in una scuola e in ospedale. Ci sarà poi qualche altra ambientazione da scoprire, ma in generale ci troveremo in ambientazioni apparentemente comuni, se non familiari, viste però dall’occhio distorto degli sviluppatori, che non si faranno problemi ad inserire nemici implacabili come maestre e dottori a dir poco spietati molto. Ci sono poi allegorie importanti, come l’uso della TV, letti sospesi nel vuoto lungo i corridoi dell’ospedale o il fatto che alcuni pericolosi nemici all’interno della scuola siano bulli fatti però di porcellana; tutto questo rende il gioco molto maturo per un occhio attento, rendendolo adatto ad un pubblico adulto.

La trama quindi non solo è presente, ma funziona a meraviglia, lasciando che siano le immagini e gli avvenimenti a parlare, al posto dei protagonisti che sussurrano e si chiamano senza mai emettere davvero una parola. La progressione tra l’altro è ottima, con variazioni di ambienti che spingono a continuare nonostante gli orrori a cui andrete incontro. Dicevamo che si inizia in un bosco, ma si finirà presto in una città e, più nello specifico in una scuola e in ospedale. Ci sarà poi qualche altra ambientazione da scoprire, ma in generale ci troveremo in ambientazioni apparentemente comuni, se non familiri, viste però dall’occhio distorto degli sviluppatori, che non si faranno problemi ad inserire nemici implacabili come maestre e dottoria dir poco spietati molto. Ci sono poi allegorie importanti, come l’uso della TV, letti sospesi nel vuoto lungo i corridoi dell’ospedale o il fatto che alcuni pericolosi nemici all’interno della scuola siano bulli fatti però di porcellana; tutto questo rende il gioco molto maturo per un occhio attento, rendendolo adatto ad un pubblico adulto.

La storia funziona, le ambientazioni sono evocative e con ampi risvolti horror (più che nell’originale); ora bisogna parlare del gameplay e qui le cose si fanno un po’ più delicate. Little Nightmares II è un’avventura che prende moltissimo dal caro vecchio Limbo, con livelli che alternano “stanze” in cui possono esserci puzzle da risolvere, sezioni platform da completare, sezioni stealth e fughe al cardiopalma. Il tutto si svolge su uno scenario che si sviluppa quasi sempre in orizzontale, ma non manca qualche area in cui si deve affrontare la profondità della zona. Le fasi che funzionano meglio in assoluto sono quelle legate alla risoluzione di puzzle: essendo più lente non scontrano con un sistema di controllo non precisissimo, come invece talvolta accade con le fasi platform. Quando si deve agire di nascosto, viene spesso a galla il problema del trial and error, con una sequenza di morti in serie dovute alla mancata conoscenza della situazione e delle reazioni dei nemici presenti. Per quanto riguarda le fughe invece, alcune funzionano senza difficoltà, mentre altre richiedono mosse specifiche ed eseguite con estrema precisione per essere portate a termine e questo va un po’ contro a quanto sperimentato finora. Il punto più problematico è risultato però il combattimento: il nostro protagonista troverà talvolta qualche strumento d’offesa come un martello o un tubo di piombo, ma il suo utilizzo è estremamente scomodo. Lo scoprirete per la prima volta quando incontrerete gli scalmanati alunni a scuola, contro cui dovrete avere una precisione e un tempismo calcolatissimi. Mancarli infatti significa essere fatti fuori istantaneamente, e quando vi troverete a doverne eliminare un po’ prima di passare al checkpoint successivo, la frustrazione potrebbe saltar fuori in fretta.

Quando si parla di Little Nightmares è impossibile non nominare il comparto artistico e tecnico. Il gioco è stato creato con l’Unrel Engine e il suo uso della fisica per le cadute, i colpi inferti e per i puzzle che si sviluppano su peso e pressioni, dimostra un grande lavoro. È però la grafica stilizzata, onirica e spesso disturbata a rendere davvero eccellente la componente tecnica. Abbiamo un titolo che fa un ottimo uso della luce per creare ambienti spaventosi e situazioni molto inquietanti, con sequenze che vi resteranno impresse per parecchio tempo. A questo si aggiunge una colonna sonora spesso vuota, in cui riecheggiano rumori ambientali di vario genere, uniti ai piccoli piedi nudi dei protagonisti che corrono sulle tante superfici. La colonna sonora non è però totalmente assente e saprà farsi valere nei momenti più tesi, così come in momenti meno opprimenti ma anche più solitari. Non c’è un vero doppiaggio nel gioco, ma i sottotitoli per i menu e per i tutorial dei comandi sono comunque in italiano.

Little Nightmares II è un gran bell’episodio. Approfondisce alcuni aspetti di questo lugubre mondo, fa riflettere e rende alcuni passaggi davvero opprimenti e spaventosi. Purtroppo sceglie di proporre una maggiore sfida, chiedendo molto al giocatore in determinate sequenze, ma senza offrirgli un sistema di controllo adeguato. Prima o poi si riesce a fare quanto viene richiesto, ma dovrete passare per diversi riavvii, tenendo bene a mente che serve parecchia pazienza. A parte questo piccolo inciampo il gioco offre diverse ore intense e, una volta completato in circa cinque o sei ore, potrete comunque scegliere di rigiocare un livello per cercare tutti i collezionabili persi. Non è moltissimo, ma per i 30 euro a cui il gioco è venduto, è più che abbastanza. Consigliato agli amanti degli horror, ai curiosi che vogliono mettersi alla prova con puzzle intelligenti mentre si prendono qualche spavento e, soprattutto, a chi ha amato il primo episodio.

Pro
  • – Tiene sulla corda dall’inizio alla fine
  • – Puzzle intelligenti
  • – Diverse dinamiche di gioco
  • – Artisticamente eccellente
Contro
  • – Godibile al massimo da chi ha giocato il primo episodio
  • – Sistema di controllo inadatto per certe sfide
  • – Relativamente breve

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