Un loop dopo l’altro tra carte e bottino
Quando c’è di mezzo Devolver Digital, c’è sempre da aspettarsi titoli indie dal sapore particolare. Ammetto quindi che è stato il loro coinvolgimento a portarmi a provare il nuovo Loop Hero dello sviluppatore Four Quarters, un rougelite decisamente atipico che è comunque riuscito a catturare me e molti giocatori per molte ore. Vediamo quali ingredienti ha usato per riuscire nell’impresa.

In Loop Hero c’è lo stregone non morto chiamato Lich King che decide di annientare tutto il creato. A dispetto del celebre Thanos della Marvel però non si limita agli essere viventi, ma decide di colpire ogni singolo elemento, comprese le foreste, le montagne e tutto quello che compone il mondo. Nonostante il suo impegno, qualcuno sfugge a questo tragico destino e all’avvio noi fare la conoscenza del classico cavaliere che proverà a sconfiggere il malvagio mostro per ripristinare l’ordine delle cose. Fin qui nulla di nuovo, ma se vi dicessi che voi non guiderete il cavaliere e nemmeno il Lich King? Se il cattivo resta nell’ombra, il cavaliere si muoverà automaticamente su una strada più o meno circolare che rappresenta il Loop del titolo. Sulla sua strada incontrerà inizialmente degli slime, ma anche in quel caso li combatterà in automatico attraverso quella che sembra un JRPG classico che però non possiede i menu da cui normalmente i giocatori scelgono le azioni.

Se siete perplessi state tranquilli, perché anche io ero nella vostra stessa condizione. Ho iniziato capire cosa stavo facendo davanti allo schermo quando il primo mostro abbattuto ha rilasciato un equipaggiamento e una misteriosa carta. L’equipaggiamento l’ho subito inserito nel menu del mio personaggio, andando così ad aumentare alcune sue statistiche, ma carta rappresentava un elemento del mondo da aggiungere al circuito circolare che stava compiendo il cavaliere. Solo più avanti ho capito che l’aggiunta di elementi concorre ad aumentare una barra in alto a sinistra che, una volta riempita, fa apparire il boss del livello e ci permette di sfidarlo per passare al successivo. Il problema è che se alcuni elementi come la pianura o delle rocce fanno da sfondo e possono fornirci oggetti da portare con noi una volta tornati alla base, altri come il nido dei ragni, il cimitero o la casa del vampiro, renderanno più complicato ogni nostro giro in questo scenario. Tutte le volte che si compie un giro e si torna all’accampamento, i mostri salgono di livello, ma se abbiamo un buon equipaggiamento e i mostri lungo il loop sono ancora deboli, possiamo ottenere più carte, più possibilità di ricevere equipaggiamenti potenti (divisi in categorie comuni, rare, epiche e leggendarie come in Diablo) e più chance di potenziarci ulteriormente in previsione dei successivi giri attorno alla mappa. Va ricordato infine che prima di ogni spedizione potrete scegliere quali carte del mondo far comparire durante l’esplorazione, creando un deck che possa offrirvi elementi che interagiscano tra loro, facilitando il vostro operato.

Può sembrare strano, lo ammetto, ma dopo lo scetticismo iniziale, arriva quel momento in cui si fa proprio il meccanismo che ci spinge a rende più complesso il percorso dell’eroe, con il solo scopo di aumentare le sue possibilità di miglioramento; tutto ciò cercando di non far salire troppo rapidamente il livello dei mostri che altrimenti finirebbero presto per avere la meglio su di lui. Se questo succede, manterrete solo una piccola parte delle risorse ottenute, altrimenti potrete scegliere di abbandonare il livello in ogni momento (tranne che durante i combattimenti) per tenerne una parte maggiore. Se invece vorrete uscire a ridosso dell’accampamento potrete portare con voi tutto quanto avrete raccolta tra rocce, legna, metalli dalle armi scartate una volta che l’inventario si riempie e altri materiali che vi serviranno per ampliare la base e di conseguenza le vostre capacità. Tutti i vostri equipaggiamenti come armi, scudi, elmi ed armature, andranno invece persi una volta tornati alla base, ma con il tempo e le risorse potrete scegliere quali strutture costruire e ottenere i benefici che garantiscono. Le abilità dell’eroe si ottengono così, che siano pozioni di cura che userà a sua discrezione o la possibilità di ottenere esperienza dall’uccisione dei mostri per salire di livello e sbloccare potenziamenti temporanei all’interno dei quel livello.

Il gioco è pensato per funzionare su un PC attraverso il mouse, fondamentale per poter gestire ogni dinamica in game. Pur con l’hardware dei moderni computer, Loop Hero si conferma un gioco indie all’estrema potenza, con una pixel art fortissimamente grezza, ma anche incredibilmente chiara. Dire che il design è semplice sarebbe un eufemismo, ma al tempo stesso, non si avverte la necessità di avere una qualità grafica migliore o la sensazione che il gioco sia incompiuto. Se l’eroe e i mostri che si aggirano sulla mappa sembrano usciti da un gioco per Vic 20, quando si svolgono i combattimenti si nota un maggiore dettaglio per gli sprite utilizzati e per i diversi attacchi che si scatenano. Tutte animazioni semplici e basiche, ma l’idea che il gioco sia stato creato volutamente così, è chiara. Simpatiche anche le musiche e i diversi jingle di quando si posiziona un elemento sulla mappa, mentre i testi per ora rimangono in inglese e in tante altre lingue, senza però includere l’italiano. Non è una grande perdita perché l’inglese usato è piuttosto semplice, però un po’ comunque dispiace e si spera che possa venire integrato in futuro.

Il più grande limite di Loop Hero è il suo volersi mostrare subito come un gioco strambo. Con quella grafica e quelle dinamiche automatiche, il giocatore potrebbe sentirsi inizialmente troppo passivo davanti agli eventi e alle dinamiche che si susseguono sul suo schermo. La presenza degli automatismi diventa chiara quando ci si ritrova frequentemente ad utilizzare la pausa tattica per studiare il miglior equipaggiamento da indossare o un buon punto per piazzare una trappola piuttosto che una risorsa. Superato questo scoglio iniziale, troverete un’altra piccola gemma pubblicata da Devolver Digital in grado di farvi passare ore e ore in un’avventura che coinvolge il giocatore e che di passivo ha davvero ben poco.
- – Strategico e impegnativo
- – Creare il deck giusto è fondamentale
- – Crescita costante
- – La grafica può frenare
- – All’inizio sembra andare avanti da solo
- – Molti dettagli non vengono spiegati
