Lost Judgment – Recensione

Il Giappone continua a sorprendere

Se ci seguite e siete giocatori attenti come penso, conoscerete sicuramente la serie Yakuza. Ve ne abbiamo parlato in diverse occasioni e tutte le volte finivamo per fare i complimenti a SEGA e allo sviluppatore Ryu ga Gotoku Studio che si è sempre destreggiato con storie intense e gameplay ben sviluppati. Con la conclusione della storia di Kazuma Kiryu e con la deriva da JRPG del nuovo e spettinato Ichiban Kasuga, non sembrava esserci spazio per un’altra produzione che potesse garantire la stessa qualità. E invece prima è spuntato Judgment e ora il suo sequel Lost Judgment, che ci porta nella cultura giapponese in modo inedito e appassionante.

Una grande forza di questa produzione è l’approcciabilità. Anche se non avete mai giocato al primo Judgment, o ad un qualsiasi Yakuza, potrete godervi al meglio la sua storia e tutti i contenuti che sono stati inseriti per farci vivere questa straordinaria avventura. Se invece siete veterani della serie, avrete modo di tornare in location già viste ma di scoprirle in modo diverso, approfittando dei tanti cambiamenti apportati alla struttura del gioco, pur rimanendo fedele a sé stesso. Il titolo si apre con il ritrovamento di un corpo ucciso in modo brutale, un palpeggiatore su un treno che è anche un poliziotto esemplare e una situazione di bullismo in una rinomata scuola privata. Tutto questo mentre il nostro protagonista Yagami ci porta a spasso per il quartiere di Kamurocho attraverso un tutorial mascherato da caso su cui indagare. Come si riuniranno tutti i fili lo inizierete a scoprire già nel primissimo atto dei 13 che compongono il gioco, ma state sicuri che prima di scoprire la verità avrete molto da fare. Non tanto per via della solita marea di minigiochi con cui potrete “perdere tempo” (e che comunque fruttano sempre qualcosa per potenziare Yagami), ma proprio per una scrittura che appassiona e si srotola davanti al nostro naso con eleganza. L’analisi del Giappone è molto potente, mettendo in discussione elementi come l’istituzione scolastica, quella legislativa e quella politica, senza però dimenticare mai il media che si sta utilizzando per parlarne. Non mancano quindi missioni secondarie spassose e talvolta esilaranti in cui il peso degli eventi si alleggerisce, ma stavolta è tutto meno sfilacciato rispetto al passato, facendo sentire meno lo scollamento tra attività principali legate alla storia e quelle secondarie. Ne sono un esempio i racconti scolastici, sidequest teoricamente secondarie, ma comunque connesse con gli eventi che proseguono di capitolo in capitolo.

Il gameplay di Lost Judgment si è anch’esso espanso rispetto all’originale, con un miglior equilibrio delle fasi relative ai pedinamenti o alla raccolta di indizi. Le prime si possono fallire ma riprovare immediatamente, mentre le seconde richiedono solo un po’ di pazienza per trovare tutto quello che ci serve, facendo sì che il gioco ci blocchi sul luogo dell’indagine fintanto che non avremo ottenuto tutte le prove previste. Lo stesso discorso vale per le nuove attività in cui bisogna muoversi in specifici punti dello scenario, aggrappandosi a cornicioni per raggiungere entrate obbligatorie ma non al piano strada. Prima si esamina l’ambiente e poi si procede cercando di non far esaurire la barra che gestisce la nostra presa. Anche se il gioco viene considerato un thriller investigativo, l’investigazione fa parte della trama, ma non richiede mai grandi ragionamenti per farci proseguire, facendoci scegliere opzioni finchè non si azzecca quella che manda avanti la trama. Anche svelate le sue carte, Lost Judgment si dimostra comunque appassionante da giocare, pur con le sue sessioni stealth che lasciano un po’ perplessi per via di guardie davvero poco attente. Però, diciamoci la verità, Yakuza prima e Judgment oggi, non si comprano per sgattaiolare dietro ai nemici, ma per dar loro sonore legnate! E anche in questo aspetto il buon Yagami si dimostra migliorato notevolmente.

A meno che non abbiate giocato unicamente Yakuza: Like a Dragon, saprete che i combattimenti a mani nude in Yakuza e in Judgment sono una delle parti migliori del pacchetto. Mentre compirete indagini o anche semplicemente andrete a zonzo per le strade, vi imbatterete in pessimi soggetti che vogliono solo attaccare briga. Yagami, poveri loro, era già un maestro di due diversi stili di combattimento, ma in questa nuova uscita ne guadagna uno ulteriore che incrementa ancora il suo bagaglio di mosse e le possibilità di potenziamento. Il primo dei due stili che ritorna è quello della Gru che porta una mobilità incredibile e la unisce ad attacchi che spesso colpiscono ad area e possono coinvolgere più nemici insieme. Per i combattimenti contro parecchia gente è l’ideale. C’è poi lo stile della Tigre che invece si concentra maggiormente sulla potenza dei colpi e permette anche di caricare le mosse che concludono la combo, oltre che di sfruttare con maggiore efficacia gli oggetti che troveremo nei dintorni. Infine il nuovo stile è quello del Serpente e si configura come una variante dell’Aikido, in cui si usano principalmente le proiezioni e si contrattacca le mosse gli avversari, agendo sul dorsale poco prima di ricevere un pugno. Questo è inoltre lo stile che permette di difendersi dai colpi anche se non si è rivolti verso chi li sferra. Tutto ciò si affianca alle spettacolari mosse finali che potrete eseguire una volta riempita la barra EX che sostituisce la vecchia barra Heat di Kiryu. Per sfruttare al meglio l’ottimo sistema di combattimento messo in piedi, vi consiglio di iniziare a giocare in modalità normale tanto da prendere confidenza con i controlli e poi di passare alla difficoltà “Difficile” per vivere combattimenti appassionanti e coreografati magnificamente.

I minigiochi che da sempre caratterizzano queste produzioni tornano in grande stile, con le classiche salegiochi piene di coin-op di SEGA, tra cui Virtua Fighter 5 Final Showdown, l’inedito Sonic Fighters e addirittura un SEGA Master System su cui si possono far girare giochi che potrete sbloccare trovando le cartucce. Va inoltre sottolineato che molte attività ora hanno trovato un contesto molto più utile all’immersione, con i minigiochi di ballo o le battaglie tra robot che si affrontano mentre si portano avanti le missioni secondarie dei racconti scolastici a cui ho già accennato e che ci fanno interagire con vari club e con i vari temi a cui sono legati. Diventa più importante provare questi minigame perché ora sono finalmente legati ad una quest e non solo alla voglia di giocare a qualcosa di diverso per svagarsi un po’. D’altronde impersoniamo un investigatore privato che sta indagando su questioni parecchio serie, e girare per le due mappe di gioco senza una meta o senza la voglia di vedere cosa succede dopo, è davvero raro. Tra l’altro sia la vecchia Kamurocho, sia la Yokohama che abbiamo conosciuto in Yakuza: Like a Dragon sono ora molto più veloci da attraversare, un po’ grazie ad un personaggio che non è soggetto alla stamina e può correre senza stancarsi, un po’ grazie allo sblocco di uno skateboard nelle prime fasi, che dimezza i tempi di percorrenza, e un po’ per i taxi sparsi dappertutto che, al costo di 500 yen, fungono da viaggo rapido e permettono spostamenti velocissimi, specie su console next-gen.

Abbiamo giocato Lost Judgment su Xbox Series X e abbiamo scelto la modalità normale che punta sulla fluidità. In questo modo ci siamo goduti un titolo che gira a 60fps costanti e che lascia comunque a bocca aperta, specie nella realizzazione dei personaggi. L’espressività dei volti è incredibile, così come alcuni abiti indossati da Yagami come per esempio il suo giubbotto di pelle. Le animazioni sono tantissime, eleganti e arricchite da quegli effetti speciali che le rendono ancora più esagerate, contribuendo a creare combattimenti che si dimostrano anche piuttosto tecnici, se affrontati alle giuste difficoltà. Un po’ più squadrati invece gli ambienti, con qualche rara texture leggermente fuori fuoco ma capaci comunque di creare un mondo di gioco ricchissimo di dettagli. Anche la parte sonora non manca di stupire, accompagnando la regia del gioco con intensità sia per quanto riguarda le musiche, che cambiano anche in base allo stile di combattimento che si assume, sia riguardo gli effetti speciali. Validissimo e pieno di tonalità il doppiaggio giapponese, ma anche quello inglese non se la cava affatto male, seppur venga voglia di ignorarlo visto il contesto. Molto calzanti poi i sottotitoli in italiano che permettono a tutti di seguire la vicenda rimanendo fedeli all’opera originale.

Ryu ga Gotoku Studio fa centro ancora una volta, con una storia intensa dall’inizio alla fine e per molti versi anche alternativa rispetto a quanto ci era stato proposto in passato. Le tematiche sono potenti e possono essere colte al meglio solo da un pubblico maturo, ma anche il gameplay è cambiato e ha trovato una sua strada per farci vivere il Giappone in modo diverso rispetto alle scorribande del passato. Tutta la questione dell’investigazione non funziona bene quanto la parte più action, ma sembra che la strada intrapresa possa effettivamente portare a qualcosa di ancora più vario in futuro. Lost Judgment non ha quindi veri e propri punti deboli che possano frenare dall’acquisto, ma solo componenti di gameplay che non sempre calzano a pennello. Gli appassionati di Yakuza che vogliono tornare a menare le mani in tempo reale sanno già cosa fare, ma per gli indecisi non c’è momento migliore per iniziare, specie ora che la trama consente di affezionarsi ai nuovi personaggi senza dover conoscere quello che è successo in passato. E per di più con i sottotitoli in italiano che mancavano alle avventure di Kiryu e che seppur già visti nel precedente Judgment e in Yakuza: Like a Dragon, fa sempre piacere trovare.

Pro
  • – Trama coinvolgente
  • – Combat system esagerato
  • – Tantissime attività…
  • – … anche collegate ai casi da risolvere
  • – Fluidità a 60 fps su next-gen
  • – Recitazione perfetta grazie a grafica e sonoro
Contro
  • – Alcune dinamiche di investigazione restano un po’ limitate

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