Master Detective Archives RAIN CODE – Recensione

, , ,

L’estate è un momento perfetto per giocare e per leggere libri. Questa doppia passione può essere assolta in contemporanea grazie ad alcuni titoli che raccontano una storia intrigante attraverso molti dialoghi e allo stesso tempo ci rendono partecipi in modo attivo. Tra i casi più celebri c’è la saga di Phoenix Wright e quel Ghost Trick che ha fatto il ritorno sui nuovi sistemi pochi giorni fa (e qui recensito da noi). Ad essi si aggiunge ora Master Detective Archives: RAIN CODE. Sviluppato da Spike Chunsoft, già autori di Danganronpa, il titolo si farà apprezzare in fretta dagli amanti dei gialli e delle follie giapponesi. Vediamo come.

Una storia più originale di quanto si pensi

Master Detective Archives: RAIN CODE ha un sacco di carattere e lo vuole mettere immediatamente in evidenza. Ve ne accorgerete rispondendo ad alcune domande ancora prima di iniziare a muovere il vostro personaggio. Come le più classiche delle produzioni nipponiche faremo la conoscenza di un giovane che si risveglia in uno sgabuzzino senza ricordarsi nulla del passato.

Il primo incontro del protagonista non è dei più canonici, ma sarà molto importante per il suo futuro.

A questo mistero risponderà presto scoprendo di chiamarsi Yuma, ma per farlo dovrà sfruttare il biglietto ferroviari verso una certa Kanai Ward che si ritrova in tasca. Fortunatamente lo sgabuzzino è quello di una stazione e salire al volo sul treno è relativamente semplice. Come scoprirà però, sarà molto più complicato scendere. Qui inizia infatti una sorta di tutorial che mi viene difficile classificare tale, visto che la sua durata è di alcune ore e che di fatto propone tutto l’avvincente capitolo 0.

I detective sono i nuovi supereroi

Un gioco come Master Detective Archives: RAIN CODE basa moltissimo del suo fascino sulla storia e sui suoi sviluppi, quindi posso solo dirvi che se il capitolo 0 vi introduce a meccaniche molto originali, è con l’arrivo a Kanai Ward che le cose si fanno più libere. Sarà qui infatti che potrete muovervi liberamente per questa piovosa e misteriosa cittadina cercando di aiutare i suoi abitanti risolvendo situazioni minori e cercando di fare luce su veri e propri casi irrisolti.

L’inizio sembrerà un po’ lento, ma le sorprese non mancheranno

Certo di non fare spoiler, visto il titolo del gioco, posso dirvi che il nostro protagonista scoprirà presto di essere un detective, deciso a fare chiarezza su situazioni che non hanno ancora avuto una soluzione. Troverete casi di omicidio molto complessi e machiavellici, non adatti ai giocatori più piccoli (il gioco è un PEGI 16), ma anche estremamente fantasiosi e intriganti. Risolverli sarà il vostro scopo principale, ma dietro ad uno sviluppo verticale degli episodi, c’è anche una trama orizzontale che ci accompagnerà fino al gran finale.

L’importanza dei personaggi

Gli elementi per riuscire a raccontare una grande storia sono diversi, ma tra i principali c’è la qualità dei protagonisti. Se Yuma è spesso spaesato e confuso come noi videogiocatori che lo muoviamo, i comprimari sono caratterizzati in modo eccellente. Potrei parlarvi dei detective che incontrerete, potrei descrivervi i sospetti dei vari casi, così come i cattivi della Amaterasu Corporation, società che muove le fila di tutta Kanai Ward.

… e a proposto di follie giapponesi, benvenuti nel primo Labirinto del Mistero!

Descriverli non basterebbe però a farvi capire la cura con cui sono stati studiati, sia nei dialoghi, sia nelle voci (doppiati in inglese e giapponese), sia nel design. La loro presenza aiuta a rendere originali le situazioni presenti, ma anche le assurdità più totali non rovinano il senso di credibilità di ogni vostra azione e deduzione. E poi, ovviamente, c’è Shinigami.

Shinigami mon amour

Yuma non sarà solo nelle sue indagini. Scoprirete che altri detective lo accompagneranno di capitolo in capitolo, mettendo a disposizione i loro poteri soprannaturali, ma la sua inseparabile compagna è Shinigami. Senza mezzi termini, questo spiritello irriverente e dalla battuta sempre pronta è una dea della morte. Come Yuma ci si sia legato lo dovremo scoprire insieme a lui, ma a conti fatti, sarà una presenza costante, invisibile agli altri personaggi ed estremamente divertente da avere intorno.

Shinigami nella sua forma “definitiva”

Con lei, inoltre, si svilupperanno anche i meccanismi di indagine per affrontare i casi. Se indagare sulle scene del crimine ci porterà a raccogliere indizi concreti (un po’ come accadeva in Phoenix Wright), una volta che avremo tutti gli elementi, le cose si faranno… eccentriche. Shinigami mostrerà la sua vera natura e ci accompagnerà all’ingresso del Labirinto dei Misteri.

Un labirinto pieno di follie

Un po’ come accadeva con i Palazzi di Persona 5, i Labirinti dei Misteri sono manifestazioni fisiche dei casi che cercheremo di svelare. Avanzando in essi potremo ottenere ulteriori prove che qui diventeranno chiavi e dovremo combattere contro i fantasmi che cercano di ostacolarne la risoluzione.

Combattere sarà una sorta di minigioco in cui schivare le affermazioni inutili per poi colpire quelle che vanno a contraddire i fatti.

I combattimenti non sono paragonabili a scontri a turni come in un JRPG, ma ci vedranno schivare colpi sottoforma di frasi dette dai fantasmi, cercando di contrattaccare quelle rosse usando una spada in cui dovremo incastonare la prova che la smentisce. Sembra complesso, ma già dopo il primo scontro vi sarà chiaro cosa fare, trovandovi ad eseguire un’azione che a conti fatti ricorda la mitica “Obiezione!” del già citato Phoenix Wright.

Incastonate la chiave che contraddice l’affermazione nemica e gridate “Obiezion…” beh, più o meno…

Nel Labirinto dei misteri non mancheranno molte altre attività da risolvere attraverso una serie di minigame ben piazzati, in cui solitamente anche l’errore non rovina l’esperienza, visto che si limita a togliere un po’ di energia a Yuma. Nel mio caso il Game Over è sempre stato molto lontano, ma a fine capitolo è comunque presente una valutazione che assegna un punteggio alla nostra prestazione. Se vorrete modificarla potrete anche rigiocare il capitolo. In questo modo saprete già come muovervi, ma alcune situazioni restano comunque divertenti e piacevoli da rivivere.

Stile e caratterizzazione giapponese

Master Detective Archives RAIN CODE è un titolo che fa una gran bella figura su Nintendo Switch, unica console su cui è disponibile. Il suo stile giapponese non richiede troppo sforzo per l’hardware ormai datato e, a parte qualche caricamento un po’ lento e un po’ di pop up sui personaggi nelle fasi aperte, tutto fila via senza difficoltà.

I personaggi che incontreremo saranno tutti sopra le righe, eppure credibili. Ben fatto!

La caratterizzazione dei personaggi, dei luoghi e delle situazioni fanno un ottimo lavoro per mascherare una conta poligonale solo discreta, rendendo l’impatto grafico comunque perfetto per questa produzione. Le musiche sono azzeccate, seppur alla lunga un po’ troppo ripetute, mentre il doppiaggio è notevolissimo. Applausi a tutti, ma la menzione speciale va alle doppiatrici di Shinigami che, viste la performance, sembrano anche essersi divertite parecchio. Tutti i dialoghi – e questo è molto importante in un gioco narrativo come questo – sono completamente in italiano e ben tradotti.

Commento finale

Master Detective Archives RAIN CODE è un gioco che ci vuole raccontare una storia molto intricata, composta da casi altrettanto intricati. La riempie di personaggi stralunati e folli, ci proietta in mondi immaginari grotteschi, inserisce poteri speciali per i detective e aggiunge un sacco di ingredienti tipici delle produzioni nipponiche. Nonostante questo mix di ingredienti potesse far saltare il coperchio, il risultato è encomiabile.

La verità ci aspetta sempre alla fine del labirinto

La sfida è relativamente bassa e nonostante gli intricati crimini da risolvere, si è sempre guidati verso le soluzioni. La cosa bella è però che si viene guidati da eventi inaspettati e non da suggerimenti palesi, rendendo la risoluzione un qualcosa di comunque molto soddisfacente. Se non siete allergici alla lettura di lunghi dialoghi e le stramberie tipiche di anime e videogiochi nipponici vi intrigano, giocare a Master Detective Archives RAIN CODE sarà come leggere e vivere un ottimo libro, che ricorderete a lungo. Per un titolo da giocare (e uscito) in estate, è difficile trovare di meglio.

Qui lo potete trovare su Amazon.it

Pro

– Storia intrigante

– Personaggi ben caratterizzati

– Tante idee bizzarre, ben implementate

– Comparto artistico riuscito

Contro

– Abbastanza semplice

– Tanto da leggere

– Le follie nipponiche non sono per tutti

Ultimi articoli

Ultime news

Questo sito utilizza cookie, anche di proprietà di terze parti, che consentono di inviare messaggi pubblicitari in linea con le preferenze dell’utente. Continuando la navigazione si considera accettato tale uso. Leggi l’informativa cookie: in essa sono indicate anche le modalità con cui potrai disabilitarli in qualsiasi momento.