Medievil – Recensione

MediEvil è stato uno dei giochi più amati della primissima PlayStation, un action adventure che proponeva una ventina di livelli tridimensionali, un universo gotico ben ricreato e uno degli eroi più sfortunati di sempre. Tutto ciò lo trasformò in un’esclusiva di valore per la console Sony, aprendo poi le porte anche ad un sequel. Il fascino dell’originale però non si batte e dopo aver lasciato il prode Cavaliere Sir Daniel Fortesque nella sua cripta per più di vent’anni, MediEvil torna oggi su PlayStation 4 attraverso un remake che molti speravano e attendevano.

I remake possono aggiungere e stravolgere alcune dinamiche e situazioni (un po’ come successo in Resident Evil 2 per intenderci) o possono mantenere intatto ogni singolo aspetto del gioco originale, aggiornando alcune meccaniche ritenute superate ma concentrandosi principalmente sull’aspetto tecnico. MediEvil fa sicuramente parte di questa seconda categoria, riportando di fatto il vita il gioco del 1998 con una nuova veste grafica e con alcune modifiche minori, ma non per questo poco importanti, come per esempio la rotazione libera della telecamera, oggi praticamente obbligatoria per ogni action adventure. Per apprezzare al massimo questa nuova esclusiva PlayStation 4 occorre quindi entrare nell’ottica di un gioco nuovo, che però si rifà al passato anche per quel che riguarda il gameplay.

La storia di MediEvil è sempre stata semplice, ma ha anche dimostrato quanto l’ironia sia importante per portare al successo certe uscite. Nelle terre di Gallowmere è guerra aperta tra gli abitanti del luogo e il malvagio stregone Zarok. Nella battaglia decisiva il prode Cavaliere Fortesque è in prima linea e quando la carica per il primo scontro frontale è al culmine… una freccia lo becca nell’occhio e lo rende l’unico caduto. Zarok è sconfitto mentre al povero Sir Daniel viene dedicata una cripta. Il tempo farà il resto creando la leggenda che lo trasforma in un incredibile eroe. Nel frattempo Zarok si rimette in forze e stavolta per l’attacco finale decide di usare un potente incantesimo che manderà contro Gallowmere un esercito di non morti da cui il villaggio non potrà difendersi. Peccato che tra i resuscitati ci sia anche il nostro Fortesque che, dopo essersi rimesso in sesto, più o meno, avrà la sua occasione per tener fede alla sua leggenda e liberare per davvero la sua patria dal malvagio Zarok. Così, in una ventina di livelli si consumerà il viaggio di questo  simpatico scheletro in armatura, tra boss da sconfiggere, armi da recuperare, nemici da eliminare, un bel po’ di esplorazione e qualche fase platform. Il mix è riuscito come un tempo e, dopo una decina di ore si giunge tutti allegri alla fine. Però, e non è un però da poco, la scelta di mantenere inalterato il gameplay di un tempo non ci ha convinto del tutto.

Sir Daniel Fortesque potrà impugnare varie armi nel corso della sua avventura, mulinando spade, lanciando asce, tirando con la balestra e colpendo con un martello. Queste e molte altre accompagnano un combat system veloce ma anche estremamente semplice. Non esistono combo da effettuare, così come la fisica dei colpi è praticamente inesistente, con le armi che non danno segno di colpire, fintanto che il nostro bersaglio non esaurisce le energie e finisce a terra stecchito. Se un tempo andava bene così, oggi MediEvil condivide la console con action game in cui quando si combatte si attacca, si schiva, si rotola, si eseguono contrattacchi e si usano strumenti, ed è facile capire il limite di un sistema di combattimento che sarebbe stato meglio rivedere, almeno in parte. Questo non significa che il gioco sia semplice, perché i nemici attaccano e le energie del povero Sir Daniel scendono abbastanza rapidamente (e ci è anche capitato di rimanere incastrati per colpa di un codice tutt’altro che rifinito), però abbiamo avuto l’impressione che si sarebbe potuto fare qualcosa di più moderno, mantenendo comunque inalterato il cuore del gioco. Non ci hanno convinto del tutto nemmeno le fasi platform, per via di un sistema di salto migliorato rispetto all’originale ma ancora molto rigido, che richiede tra l’altro di gestire in modo molto attento gli spostamenti. Per fortuna il numero di queste sezioni non è elevato ma qualche caduta mettetela in conto.

Le parti esplorative funzionano invece ancora bene, con ambienti ricreati al millimetro e con tutti i segreti di un tempo. Anzi, in questo caso c’è da segnalare l’introduzione di 19 anime tutte nuove che ci offriranno altrettanto missioni secondarie da risolvere come loro ultimo desiderio per farle così riposare in pace. Oltre ad aumentare la longevità dell’avventura, portare a compimento tutte queste side quest ci offrirà il contenuto extra che tutti i fan speravano di poter sbloccare. Io non vi dirò cos’è per non rovinarvi la sorpresa ma se proprio siete curiosi, internet saprà svelare il mistero in un attimo. Tenete però presente che la telecamera libera che può aiutarvi in queste sezioni non è proprio perfetta, con elementi che possono chiudere il campo visivo visto che non è stata implementata alcune trasparenza o comunque una soluzione che eviti angoli ciechi.

Avrete capito che la grafica è stata ricreata con attenzione, ridando vita ad ambienti e personaggi che oggi hanno tutto un altro fascino. Il lavoro che ha permesso di recuperare le mappe, i nemici e ogni elemento di MediEvil è stato notevole ma è ancora lontano da altre operazioni simili, tra tutte quelle dedicate a Spyro e a Crash Bandicoot. Anche il prezzo, che in questo caso si assesta sui 30 euro, è forse un po’ alto visto che i due titoli appena nominati uscirono costando 40 euro ma contenevano una trilogia e non un singolo gioco. Non ci sarebbe dispiaciuto avere anche il secondo MediEvil nel pacchetto, ma così non è stato. Dove invece è difficile lamentarsi è nel settore musicale, completamente orchestrato e suonato dall’Orchestra di Praga, coinvolgendo come non mai. Piccolo appunto infine va fatto sul doppiaggio, presente in italiano ma ripreso quasi interamente dall’uscita originale. La scelta ricade anche qui sul voler riportare sulle nostre console il gioco come ce lo ricordavamo, ma la recitazione spesso grottesca e l’uso di dialetti potrebbe non piacere a tutti.

Il fatto che MediEvil riporti in copertina lo stesso identico nome dell’originale non è un caso. Lo sviluppatore Other Ocean ha infatti puntato tutto sul fattore nostalgia, volendo ricreare lo stesso titolo del 1998, migliorando principalmente il lato tecnico. Qualche aggiunta è presente e gradita, qualche miglioramento è stato fatto, ma in fin dei conti, è la voglia di impersonare ancora Sir Daniel Fortesque che vi spingerà a portarvi a casa questa uscita. Attualmente ci sono action adventure più nuovi, moderni e migliori di questo, però solo qui potrete trovare quel gioco che vent’anni fa vi aveva emozionato e fatto ridere davanti a quella scatoletta grigia in cui si inserivano dei CD. Se avete amato l’originale siete a cavallo, se invece non conoscete questa serie, potete darle una possibilità tenendo però a mente che il gameplay è rimasto quello di una volta. Nel bene e nel male.

Pro
  • – MediEvil mai così bello
  • – È un buon gioco, ora migliorato
  • – Le anime da salvare e l’extra che regalano
  • – Colonna sonora orchestrale
Contro
  • – Il gameplay è quello di vent’anni fa
  • – Combat System piatto
  • – Fasi platform imprecise
  • – Presenta diversi glitch

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