Qui in Italia siamo tutti amanti delle due ruote e Milestone continua a tenere alta questa passione producendo da anni titoli che riguardano i vari aspetti di questo mondo. L’anno scorso c’è stato il passaggio dal motore proprietario della casa milanese all’usatissimo e molto più performante Unreal Engine, con miglioramenti che hanno coinvolto tutte le serie, lasciando un po’ di amaro in bocca giusto con la primissima uscita che non aveva ancora potuto beneficiare della padronanza di un software complesso e sfaccettato come quello. Il primo Monster Energy SuperCross ha sofferto un po’ l’aver aperto questo nuovo percorso, ma ora dopo i validi Moto GP 18 e Ride 3, Monster Energy Supercross 2 vuole dimostrare quanto lo sviluppatore possa trovarsi bene anche nel fango delle arene americane.
Correre su circuiti fangosi pieni di salti, cunette e curve strette a 180° sono tutte azioni che appartengono principalmente alla cultura americana e l’impostazione stessa di questa uscita rispecchia quella filosofia. A meno che non siate davvero appassionati a questo mondo difficilmente vi diranno molto i nomi dei piloti ufficiali che affollano il completo roster.

Riserverete invece un’accoglienza sicuramente migliore ai tracciati, anch’essi ufficiali e assolutamente americani, divisi in base alla categoria delle moto e alla locazione geografica. In altre parole, la cilindrata 250 sarà divisa in East Coast e West Coast con specifici tracciati, mentre la cilindrata 450, che potremmo definire la classe regina di questo mondo, girerà per tutti gli USA proponendovi campionati lunghi il doppio. Questa diversificazione la vivrete principalmente nella Carriera, il modo più rapido per farci creare un pilota personalizzato e per farci entrare in questo mondo di salti e scrub.

Prima di addentrarmi nella descrizione delle varie modalità mi sembra più che giusto darvi alcune informazioni sul tipo di gameplay che ci aspetta. Monster Energy Supercross 2 è ovviamente un racing game ma la natura della disciplina obbliga a rivedere tutto quello che avete imparato in materia. Arrivare primi è l’obiettivo di ogni gara, ma il modo per farlo non è mai aprire a tavoletta il gas e pennellare le curve. Partendo dal tipo di terreno fangoso o sabbioso, abbiamo veicoli molto leggeri che possono portarci fuori dal tracciato se non impostiamo bene una traiettoria, ma considerando che passerete parecchio tempo in aria, dovete tener conto anche dei salti e, soprattutto, degli atterraggi. Arrivare troppo veloci in una serie di salite e discese potrebbe farvi atterrare male o comunque in salita, facendovi perdere velocità per sfruttare poi il salto che ne sarebbe conseguito. Conoscere il tracciato e dosare la velocità saranno due fattori importantissimi a cui si aggiungono però i già nominati scrub, una tecnica aerea che, mettendo la moto di traverso mentre si è in volo, abbassa il salto e permette un atterraggio più rapido per riguadagnare aderenza e riprendere ad accelerare. Eseguibili spingendo gli stick in direzioni opposte, queste manovre permettono di guadagnare secondi sul giro, diventando anche un ottimo modo per ottenere punti esperienza extra durante le gare.

Il sistema di guida è stato pensato su due livelli, con uno più permissivo e uno che sfrutta maggiormente la fisica e che rende un po’ più complessa la gestione del mezzo. La differenza si sente, ma non mi è parsa marcata come per esempio in Moto GP 18, dove si può cadere anche solo sterzando troppo bruscamente quando si è in accelerazione (cosa assolutamente reale, specie sulle alte cilindrate). Non mancano però altri aiuti per rendere più professionale la guida: non potendo contare su ABS, TCS e altri sistemi analoghi, questi aiuti puntano sulla gestione del peso del pilota durante i salti tra automatica o manuale, sul cambio manuale o meno e sulla presenza di un indicatore del cosiddetto Flow. Sostituendo completamente le traiettorie colorate per le curve viste in qualsiasi racing game recente, questi indicatori segnalano la traiettoria ideale dei salti, aiutando a capire dove ne dovrebbe iniziare uno e dove dovrebbe finire, per indicarci la migliore fluidità del nostro giro in pista. L’idea è ottima perché aiuta a conoscere il tracciato, ma il loro colore statico, senza adeguarsi alla nostra velocità, rende queste frecce meno utili di quanto avremmo sperato. È invece stato migliorato il sistema di contatto tra le varie moto, con quella che guideremo che non sarà più in balia degli avversari; essere scontrati dagli altri piloti non ci fa più cadere spesso, mentre può capitare che anzi siamo noi a poter mandare qualcuno con la faccia nel fango dopo aver scontrato la sua ruota posteriore durante una curva. Non spaventatevi quindi della bagarre all’inizio di ogni gara e buttatevi tranquillamente nella mischia; al massimo, se dovesse andarvi male, potrete sempre usare la funzione rewind per riavvolgere il tempo e sistemare un errore grossolano.

La carriera di Monster Energy Supercross 2 è sicuramente la parte più importante del gioco, ma il suo sviluppo è inferiore a quanto visto in Moto GP 18 e soprattutto in Ride 3. Oltre a poter scegliere se vivere ogni fase della gara con qualifiche di vario prima di raggiungere l’evento principale, piuttosto che affrontarlo immediatamente, dovrete pianificare ogni settimana tra giorni di riposo inamovibili e altri liberi in cui allenarvi, sfidare un altro pilota, o partecipare ad attività promozionali. Gli allenamenti sono molto brevi ma possono andare a migliorare alcuni parametri del vostro pilota facilitando l’esecuzione di particolari manovre come gli scrub, piuttosto che la velocità di partenza e la precisione nei salti. Le sfide sono invece brevi gare 1 contro 1 tra gare dirette o time attack da battere, mentre le attività promozionali sono dei mini filmati (questione da pochi secondi, comunque skippabili) che vi daranno soldi extra per acquistare oggetti estetici o fan per sbloccare nuovi elementi. Purtroppo non essendoci potenziamenti da applicare alla moto, la progressione si basa unicamente sull’affrontare gare sempre nuove, passando da uno sponsor all’altro cercando di portare a termine alcune richieste. Abbiamo visto quindi modalità Carriera sicuramente migliori, ma probabilmente la disciplina qui riprodotta non ha così tanto margine come accaduto con altri titoli sempre di Milestone.

Anche le restanti modalità di Monster Energy Supercross 2 non offrono chissà quale novità, tra gare singole, campionati slegati dalla carriera, time attack e il compund, un’area teoricamente free roaming in cui muoversi in moto facendo salti e prendendo confidenza con il mezzo. Qui sono presenti anche alcune attività come gare e time attack specifici ma per affrontarli occorre sbloccare alcune aree inizialmente off limits, proseguendo con la carriera e con specifici compiti. La più interessante novità è invece l’editor dei tracciati, un ottimo strumento che permette di creare piste di vario genere e pubblicarle online dopo che un pilota gestito dalla CPU avrà completato un giro, convalidando la vostra creazione. Se però non vi sentite costruttori non preoccupatevi, poiché potrete sempre scaricare le creazioni degli altri giocatori. Valido e ben realizzato infine anche il comparto online, con gare veloci e altre da creare secondo i propri parametri. Il numero massimo di giocatori in pista sarà di dodici partecipanti, ma se il numero non dovesse essere raggiunto, i posti vuoti saranno occupati da piloti guidati dalla CPU.

La creazione di stadi ben delimitati rende il lavoro dell’hardware più semplice rispetto a tracciati di vari chilometri visti in altri titoli su due ruote, ma ciò non significa che le arene manchino di dettagli. Intanto il terreno su cui correremo si modifica un po’ durante le gare, tracciando solchi che possono creare qualche problemino extra alle moto che inseguono. Nulla di trascendentale, ma la modifica si nota, così come ci si accorge del passaggio dal fango alla sabbia quando la si percorre. Le moto sono ben ricreate e durante la partenza è facile rimanere stupiti da come il loro numero venga gestito senza difficoltà (noi però abbiamo testato il gioco su Xbox One X e non so dirvi se la fluidità è garantita anche sulle console “standard”…). Durante i replay si nota un po’ di scattosità riguardo le sospensioni quando le moto spiccano il volo, ma è proprio un dettaglio per chi vuole cercare il pelo nell’uovo. Continuano invece ad essere poco credibili le cadute in stile manichino del nostro povero pilota, così come le sue animazioni quando non è in sella. Inoltre talvolta il gioco tende a rimetterci in pista nonostante non ci sia stata un’infrazione del regolamento o un fuoripista dichiarato, rendendo un po’ stranianti alcuni respawn poco chiari. La musica che ci accompagna in questo mondo è ben ritmata e si affida ad una colonna sonora molto energetica, mentre i commenti pre-gara sono rimasti in inglese, scelta perfetta per una disciplina ancorata agli USA. Tutti i testi sono invece stati tradotti in un ottimo italiano (e visto lo sviluppatore coinvolto, ci mancherebbe altro!). Infine segnaliamo che abbiamo notato alcuni bug all’audio, con alcune gare in cui sono spariti gli effetti sonori e altre in cui abbiamo gareggiato con l’effetto sonoro del denaro intascato in un evento promozionale precedente alla gara stessa.

Monster Energy Supercross 2 è un ottimo secondo capitolo, in grado di far dimenticare alcune imprecisioni del passato grazie ad un gameplay che convince su tutta la linea. Il suo limite più grande sta probabilmente nell’appeal che potrebbe avere sul pubblico italiano, considerando che la disciplina qui riprodotta ha un po’ legato le mani agli sviluppatori che non hanno potuto creare una carriera ricca e varia come accaduto in altre recenti uscite. L’appassionato di motocross avrà comunque da gioire poiché la fisica dell’Unreal Engine ricrea con cura questa disciplina senza renderla eccessivamente complessa, unendo i desideri di chi vuole una riproduzione realistica e di chi vuole solo provare un modo nuovo di correre, facendo anche quattro salti.
- – Sistema di guida ben sviluppato
- – Fisica equilibrata
- – Tutte le piste e i piloti del campionato
- – Editor dei circuiti
- – Grafica e sonoro funzionali
- – Carriera un po’ limitata
- – Cadute da rivedere
- – Alcuni respawn poco chiari
- – Qualche bug sonoro

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