Fango USA per le due ruote di Milestone
Come un po’ tutti i titoli sportivi, anche Monster Energy Supercross tenta la strada dell’uscita annuale. Il campionato americano non aspetta nessuno, così come la licenza, e quindi Milestone, che da anni sta lavorando sui racing game a due ruote, migliorando pian piano l’approccio al modo di guidare i diversi tipi di moto, si è ritrovata a dover rispettare una deadline, cercando al contempo di proporci qualcosa di nuovo e migliorato. Vediamo se queste corse nel fango USA hanno portato qualcosa che possa poi essere ripreso anche dalle altre uscite della casa milanese.

Il primo approccio con il gioco non è dei più semplici, specie se non avete mai provato un titolo di motocross recente. Le corse si svolgono su tracciati solitamente larghi appena qualche metro e la presenza di numerosi salti obbliga a studiare traiettorie, frenate e accelerazioni così da non finire troppo corti tra i dossi o troppo lunghi in prossimità di una curva. Tutte pratiche che necessitano attenzione e che, specie per chi non conosce i tracciati, richiedono numerosi giri per poter essere appresi. Quello che ci viene in aiuto è una fisica della moto solitamente credibile ma difficilmente considerabile realistica, nel bene e nel male. Se per esempio si entra in contatto con altri piloti mentre si lotta per guadagnare posti, difficilmente si cade, anche nel caso in cui la loro ruota davanti colpisca la vostra posteriore in curva. È più probabile cadere invece quando si colpiscono gli oggetti a bordo pista, quasi a voler rimarcare che se l’errore lo commettete voi il gioco vi punisce, altrimenti, se ci si mette di mezzo un’IA non particolarmente brillante, allora la fisica chiude un occhio. Una scelta apprezzabile se si parla di gameplay ma un po’ meno benvoluta da chi desidera il realismo generale. Poi sì, si può alzare il livello della fisica, ma il risultato che si ottiene si concentra unicamente sulla guidabilità della moto, senza coinvolgere altre dinamiche un po’ lasciate in disparte come per esempio l’IA che si limita a correre più o meno velocemente senza considerarvi più di tanto.

I contenuti di gioco in fatto di modalità sono molto classici, inserendo piccole novità all’interno di quanto era già presente lo scorso anno. Nella Carriera per esempio ora potrete anche entrare nei team ufficiali del campionato 2019 (che poi è quello su cui si basa il gioco), oltre a poter scegliere il vostro sponsor come in passato. Non è una scelta che cambia una modalità comunque molto statica fatta di gare e menu, ma può coinvolgere maggiormente i veri appassionati di questa disciplina. Non mancano ovviamente gare singole personalizzabili in più modi, così come campionati separati rispetto alla carriera e il più classico dei time attack, utile per studiare al meglio le traiettorie di cui vi parlavo poco fa. Torna anche quest’anno il compound, area libera in cui ci si può divertire in varie attività e che, in questa edizione, è rappresentato dal Supercross Test Area, zona californiana che può essere anche affrontata insieme ad alcuni amici, così da condividere l’esperienza. Infine, oltre alle modalità online che comprendono anche l’opzione Race Director in cui potrete gestire le gare che avrete creato, assegnando penalità, posizioni di gara e telecamera da utilizzare, torna l’editor dei tracciati, potenziato e ampliato per farvi creare la vostra pista o farvi scaricare quella creata da altri, per affrontarla sia online che offline.

La modifica delle moto è possibile grazie a crediti di gioco guadagnati salendo di livello e vincendo gare, con variabili che si rispecchiano sia sulla cilindrata 250 che sulla 450. Troverete cambiamenti meccanici ed altri estetici, con i primi che offrono realmente alterazioni prestazionali da scegliere in base alla gara che starete per affrontare. Importante in questo senso anche il setup della moto con una decina di parametri da regolare tramite un classico selettore. Andando invece sulla parte estetica, oltre alle varie marche di caschi, tute e quant’altro possiate indossare, credo sia importante far notare che, fin dalla creazione del pilota, potrete scegliere tra uomo e donna, così da permettere la parità di genere anche in questo ambito. Purtroppo la personalizzazione del pilota rimane vincolata a una dozzina di volti dai lineamenti preconfezionati su cui potrete intervenire aggiungendo o colorando componenti come occhi, barba e capelli.

I passi avanti in campo tecnico non sono particolarmente rilevanti rispetto alla scorsa versione o all’ancora più recente MXGP 2019, ma mi è sembrato più rapido il caricamento delle varie gare. Oltre a ciò, i tracciati veri e propri, rappresentati da diciassette piste ufficiali, sono ben ricreati, anche se il fango che li anima non è interattivo come avremmo voluto, cambiando conformazione grazie a solchi che vengono effettivamente creati dal passaggio delle moto, ma senza mostrarci la modifica in modo palese. Inoltre il solco, non crea quasi mai difficoltà alla guida, se non in situazioni molto rare in cui il buco è stato scavato a fondo. Ottima e convincente la modellazione delle moto, così come le animazioni del pilota quando è in sella. Durante le cadute, come già evidenziato in altri articoli dedicati ai giochi Milestone, il pilota perde completamente il controllo e si trasforma in un manichino che rende poco plausibile quello che gli è accaduto. Buona invece la fluidità anche con 22 piloti in pista, ma va detto che abbiamo provato il gioco su Xbox One X, quindi non garantiamo lo stesso effetto anche su console standard e Nintendo Switch. I testi sono tradotti in italiano, mentre il doppiaggio durante le presentazioni, rimane in inglese, scelta saggia visto che il gioco si basa su un campionato a stelle e strisce. Musiche elettronica e rombi credibili concludono il quadro “grafica e sonoro”, mentre per la parte online si segnalano server dedicati per rendere migliore il servizio.

Monster Energy Supercross 3 è un racing game dedicato principalmente agli appassionati. A questo consiglio quasi ovvio per via dello sport e del campionato che riproduce, si aggiungono alcune caratteristiche che lo rendono migliore del secondo capitolo, ma non così tante da consigliarlo al suo posto. L’IA non sfrutta quella vista in MotoGP19, la fisica è pressoché la stessa vista in passato e i tracciati bene o male sono quelli. Poi è un gioco che può divertire tutti grazie ad un approccio bilanciato, ma la cadenza annuale ha fatto un po’ soffrire un gioco che, con più tempo a disposizione, avrebbe potuto fare quel passo extra che gli avrebbe permesso di diversificarsi maggiormente dal passato.
- – Modello di guida ben ricreato
- – Richiede tempo per essere padroneggiato
- – Tracciati e piloti ufficiali della stagione 2019
- – Diverse modalità in cui correre
- – Carriera monotona, al di fuori delle gare.
- – Fisica altalenante
- – IA poco evoluta
- – Niente split screen

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