Dopo aver giocato in lungo e in largo al nuovo Monster Hunter World siamo pronti ad aggiungere la nostra opinione a quelle già uscite. Nel momento in cui scrivo questo articolo il gioco è già a quota sei milioni tra copie fisiche e digitali, diventando il titolo più venduto di Capcom in due sole settimane. È quindi evidente che la caccia ai mostri stia spopolando, ma per raggiungere tali cifre è altrettanto evidente che molti nuovi giocatori si sono uniti a chi si è fatto le ossa su PSP prima e su console Nintendo poi. Per questo abbiamo provato a suddividere questa recensione in due parti, tra opinioni e pareri dedicati ai nuovi giocatori e altri che invece possono essere utili per tutti gli esperti della saga che hanno temuto da subito una semplificazione eccessiva per venire incontro ai novellini.
La prima cosa che sembrerà tanto naturale ai novizi, quanto strana per i veterani, sarà la presenza di una storia. Non che in passato mancasse una trama di fondo per collegare le nostre varie caccie, ma oggi c’è una marcia in più che rende la progressione di Monster Hunter World molto più lineare. Il nostro personaggio e i suoi colleghi cacciatori raggiungono un nuovo mondo per scoprire il motivo per cui ogni dieci anni i draghi anziani migrano verso queste terre. Arrivati in questo inedito continente inizieremo a dare la caccia allo Zorah Magdaros, un nemico temibile che abbiamo avuto modo di incontrare prima di approdare.

Da qui in poi si susseguiranno missioni principali chiamate incarichi e una marea di missioni secondarie che si attiveranno proseguendo con la storia o parlando con i PNG presenti al villaggio di Astera che funge da HUB principale. Gli incarichi non saranno ripetibili ma non è una gran perdita: il mostro che si affronterà in queste missioni diventerà infatti cacciabile nelle richieste facoltative, così come nelle taglie che inseriscono anche alcune varianti alle caccie stesse. Cacciare più volte un mostro sarà infatti il vostro modus operandi standard, vista l’importanza delle componenti che si possono ricavare da queste prede e unici strumenti per migliorare concretamente il vostro personaggio.

Anche se troverete statistiche di ogni tipo, ricordando a più riprese un RPG, Monster Hunter permette di migliorare le condizioni del vostro cacciatore unicamente attraverso la creazione e il miglioramento degli equipaggiamenti. Far salire il proprio grado cacciatore non aumenta la salute o l’energia del vostro alterego, ma si limita a sbloccare nuove missioni, nuovi mostri e nuove aree. Attraverso il loro completamento, eliminando o catturando le pericolose creature, recupererete parti che, una volta portate dal fabbro, potranno essere investite per creare nuove armature o potenziare l’attacco e le caratteristiche della vostra arma preferita.
Qui occorre aprire una parentesi: le armi che potrete creare sono centinaia ma fanno tutte parte di quattordici categorie distinte e profondamente diverse tra loro. Iniziare con un classico spada e scudo può essere una buona idea, specie se si vuole perdere un po’ di tempo per imparare le combo e le mosse concatenabili a disposizione. Queste mosse e alcune abilità peculiari rendono molto diversi gli stili di combattimento e gli approcci da adottare, fungendo quasi come le classi dei vari RPG già menzionati. Scegliere una balestra o un arco richiede di giocare in modo molto diverso rispetto a chi impugna uno spadone, un martello o ad una più esotica Spadascia o Lama caricata. Ogni arma potrà essere utilizzata senza problemi fin dall’inizio, permettendo così di scegliere senza limitazioni quella a voi più congeniale.

Il potenziamento delle armi come dicevo richiede parti di mostro che via via saranno rilasciate da creature sempre più potenti, ma la possibilità (o forse dovrei dire l’obbligo) di fermarvi a combattere più volte contro gli stessi mostri vi darà l’occasione di far pratica con le armi menzionate poco fa, passando anche per configurazioni apparentemente meno interessanti che potrebbero celare gradite sorprese. Inizierete presto a crearvi un percorso di costruzione del personaggio tutto vostro, così da fabbricare quello spadone che tanto desiderate, piuttosto che quell’elmo che vi fornisce più difesa.
Se le armi si migliorano con parti di mostro, finendo per evolversi e trasformarsi in attrezzi dotati anche di effetti di status come veleno, o stordimento o di attacchi elementali che comprendono fuoco, acqua, ghiaccio tuono e“drago”, le armature si miglioreranno usando delle sfere apposite che potrete ottenere sia dai mostri, sia soprattutto da una serie di richieste del centro di coordinamento di Astera. Raccogli 4 piante, piuttosto che Uccidi due mostri grandi vi forniranno punti risorsa da spendere al villaggio per farvi preparare un pasto o per accelerare la creazione di erbe, funghi o insetti, così come sfere con cui potrete alzare il livello di protezione di ogni armatura.

Tutte queste caratteristiche rendono Monster Hunter World un gioco incredibilmente longevo, fosse solo per la continua ricerca di materiali per inseguire quell’arma o quell’armatura che, una volta ottenuta, diverrà il punto di partenza per ottenere qualcosa di ancora più potente. Ripetere missioni che possono avere una durata di 50 minuti è una pratica solo apparentemente noiosa, per via delle materie prime da raccogliere, delle richieste da soddisfare e delle varie situazioni che potremo incontrare o provocare. I mostri principali, sono infatti incredibilmente curati e se qualcuno torna dal passato della serie (e fa comunque piacere), l’essere arrivati in un nuovo mondo ha richiesto la creazione di ulteriori mostruosità da sconfiggere.
Il loro modo di comportarsi, la tana dove andranno a nascondersi, così come le animazioni che precedono gli attacchi, sono tutti elementi che imparerete a conoscere giocando e affrontando più e più volte il bestione. Inoltre questa conoscenza personale è stata tradotta anche in qualcosa di visualizzabile in game, attraverso una guida dei mostri che si arricchisce grazie alle tracce che potrete trovare sul terreno e che vi permetteranno di individuarlo le prime volte che lo affronterete.
Quello che potrebbe non piacere ai nuovi giocatori è una complessità iniziale di attività e indicatori che viene gestita da numerosi tutorial non sempre esplicativi come si spererebbe, una telecamera che saltuariamente prende il controllo d’azione per inquadrare un grosso mostro in arrivo, una certa legnosità nei movimenti del cacciatore e una serie di compenetrazioni poligonali che arrivano dai vecchi episodi e che proprio non ne vogliono sapere di sparire. Ah! E poi c’è la questione della durata complessiva: se siete quei giocatori che comprano un gioco per finirlo e passare ad altro, qui noterete una progressione molto più lenta rispetto ai titoli mordi e fuggi. Tutta manna per le orecchie dei veterani!

Chi ha mangiato pane e Monster Hunter negli ultimi dieci anni, sa che la più grande novità di questo capitolo sta nella nuova esplorazione della mappa. Se prima ogni area era suddivisa in zone numerate il cui passaggio dall’una all’altra dava il via ad un breve caricamento, ora la situazione è molto più attuale, con un totale di cinque ambienti differenti e incredibilmente complessi per quantità di oggetti ottenibili e per strade alternative e secondarie (anche sopraelevate) per raggiungere un punto piuttosto che un altro.
Per facilitare la navigazione, specie durante le prime ore in cui si affronta una nuova zona, sono stati inseriti gli insetti guida, una sorta di GPS per mostri che inizialmente indica gli oggetti d’interesse nei dintorni, poi arriva ad evidenziare le tracce lasciate dai bestioni che dovete cacciare e infine segnala non solo la loro posizione sulla mappa, ma anche la zona dove si stanno dirigendo.
Quindi è tutto più facile in Monster Hunter World? La risposta per fortuna è no, perché le mappe ora permettono molte più variabili, compresi elementi che possono essere usati per intrappolare i mostri, rospi che rilasciano una nube stordente e piante pronte ad avvelenare chi capite nella pozzanghera tossica che sanno creare. Inoltre il non avere più un perimetro di sicurezza oltre il quale il mostro impiega un po’ di tempo per raggiungerci, obbliga a fughe più creative e all’utilizzo di oggetti in modo più assennato.
Proprio questi sono stati protagonisti di piccoli grandi cambiamenti: usare ora una pozione non blocca sul posto il cacciatore obbligandoci a vederlo assumere pose da culturista mentre viene ridicolizzato da un Rathalos che gli sputa contro una palla di fuoco; ora potremo muoverci mentre assumeremo un antidoto o mangeremo una bistecca cotta. Inoltre alcuni oggetti di supporto come canna da pesca e picconi sono ora indistruttibili e non più visibili nell’equipaggiamento.
Un’altra novità sono i mantelli come per esempio quello mimetico che non avrà un numero di utilizzi fissi, ma si baserà unicamente su un cooldown prima di rifarcelo usare. Pollice alzato anche per la creazione degli oggetti che ora può anche essere automatizzata ogni volta che si ottiene un suo ingrediente. Per creare una pozione per esempio ora serve solo dell’erba; raccoglietene una con la creazione automatica attiva e questa sarà immediatamente convertita in una pozione.

Se pensate a queste modifiche come facilitazioni, ricredetevi. È vero che prima bisognava preoccuparsi di creare i propri oggetti ed era necessario ricordarsi di mettere in borsa qualche piccone, ma la soluzione adottata per evitare queste attività è incredibilmente silenziosa e, nel caso della creazione automatica degli oggetti può anche essere disattivata. Difficile quindi lamentarsi di avere finalmente una cote infinita. Sarebbe stato più grave se i mostri fossero stati noiosi o non all’altezza ma così non è.
Alcuni appartengono a classi già visti (il Kulu-ya-ku ricorda il Qurupeco tanto per citarne uno), ma gli attacchi sono comunque diversi. Inoltre il sistema di caccia funziona a meraviglia e la possibilità di cambiare il percorso di potenziamento di un’arma tornano indietro e recuperando anche i materiali impiegati fino a quel momento, sono tutte comodità che fanno bene a quest’uscita. È anche impossibile lamentarsi del sistema di gioco online: ad ogni avvio si può scegliere di essere inseriti in lobby con un massimo di 16 giocatori che convivono tra loro.
A meno che non siate impegnati in missione, in Monster Hunter World potrete scegliere di partecipare alle cacce di altri giocatori online, vedendone comunque spuntare qualcuno nel caso abbiate aperto la vostra missione sparando un razzo S.O.S. Se volete giocare con amici non dovrete fare altro che invitarli attraverso la dashboard della vostra console, mentre se volete giocare da soli e godervi la caccia in solitaria, non avrete limitazioni di sorta visto che potrete anche creare una sezione completamente privata e solo su invito.
I mostri si adatteranno al numero di giocatori facenti parte alla missione e la sfida sarà sempre garantita. Infine potete stare tranquilli riguardo agli oggetti da raccogliere poiché sono istanziati. In altre parole ogni oggetto che visualizzerete, sia un cespuglio d’erba che un grosso mostro morto, potranno essere raccolti senza che un collega cacciatore ve li soffi da sotto il naso.

Chi credeva che Monster Hunter World si fosse ammorbidito per accontentare l’utenza meno esperta può dormire sogni tranquilli. È vero che il nuovo titolo di Capcom concede dei lussi prima assenti ma più che facilitazioni, vanno visti come agevolazioni che migliorano il gameplay risolvendo problemi oggigiorno poco digeribili; l’animazione mentre si beve una pozione o il caricamento tra un’area e l’altra della mappa non avrebbero fatto bene ad un’uscita che invece sta mietendo consensi grazie ad una formula che oggi sta splendendo come non mai.
Ci sono talmente tante cose da fare, da vedere, da sconfiggere e da potenziare in questo nuovo mondo di Monster Hunter che almeno un centinaio di ore vanno messe in conto. Questo e la necessità di “imparare a giocare” possono essere i suoi più grandi pregi ma anche i suoi più grandi difetti, in base al vostro modo di approcciare i videogiochi: se siete fruitori occasionali lasciate perdere, ma se siete tra quelli che si divertono a sudare con sfide intense e mai banali, magari da condividere (anche) con amici online, avete trovato il primo must have del 2018.
