MotoGP 18 – Recensione

on la stagione 2018 del Motomondiale in pieno svolgimento, l’italianissima Milestone ci porta il suo titolo più ambizioso. Concentrata ormai da anni sul mondo delle due ruote, siano esse in pista, su strada o su tracciati sterrati, con MotoGP 18 ha scelto di riformare completamente la serie, creando un titolo più completo e più personalizzabile riguardo l’esperienza in pista. Vediamo dunque cosa ci aspetta sui 19 tracciati di questa stagione motociclistica.

Il menu di gioco è molto classico, con l’unica vera sorpresa riguardante il MotoGP18 eSport Championship. Nel momento in cui scrivo il gioco non è ancora nemmeno uscito ufficialmente e per questo sarebbe impossibile parlare di questa modalità che comunque, a detta degli sviluppatori, è stata studiata specificatamente per permettere una competizione adeguata agli amanti di questa disciplina.

Viene comunque da pensare che le modalità online siano ben implementate e, nelle poche gare che sono riuscito a svolgere con altri colleghi giornalisti, la sensazione che tutto fili per il verso giusto quando si gareggia in rete è più che buona. Per fortuna per capire di che pasta è fatto MotoGP 18 va benissimo anche la componente offline caratterizzata da gare veloci, Time Attack, campionati personalizzabili e da una Carriera più interessante rispetto al passato.

Visto che la maggior parte di queste possibilità sono standard, buttiamoci a capofitto nella Carriera, modalità apparentemente classica che dopo alcune gare sblocca il suo vero potenziale. Stavolta la partenza del nostro pilota virtuale prende il via dalla Red Bull MotoGP Rookies Cup, una competizione a 7 gare in cui tutti i partecipanti guidano una KTM RC 250 R. Qui prendete confidenza con la moto meno potente del gioco, ma potrete già iniziare a capire il livello di simulazione che vorrete, oltre alla difficoltà degli avversari con cui gareggiare. Se si esclude la diversa guidabilità della moto rispetto al passato (di cui vi parlerò tra poco), in queste prime gare potreste pensare che la Carriera viaggi senza sorprese.

Con il passaggio alla Moto3 le cose invece cambieranno e sarà utile rivedere il proprio weekend di gara. Nelle prove libere infatti sono state inseriti dei test di sviluppo che permettono di affrontare tre diverse prove (velocità, frenata e percorrenza) utili per ottenere punti da spendere nel potenziamento della propria moto. Questi punti si ottengono anche attraverso buoni piazzamenti e qualifiche, ma completare queste prove che ricordano quelle viste in F1 2017, permettono di rendere competitiva la propria due ruote con qualche gara di anticipo e danno un senso a sessioni del weekend che invece si sarebbe portati a saltare, visto che le qualifiche, se non ci soddisfano, possono essere ripetute ad oltranza.

Quando sarà il momento di cambiare scuderia o comunque di passare ad una classe superiore, lasciando la moto lascerete anche i miglioramenti apportati, ma le statistiche del pilota che nel frattempo avrete aumentato attraverso vari level up, saranno sempre con voi. Come unica nota vi segnalo che attualmente i test di sviluppo si possono eseguire inspiegabilmente solo nella prima fase delle prove libere. È probabile che sia un piccolo bug da correggere, ma è giusto segnalarlo perché, se decidete di saltare quella parte, non li troverete nelle successive. Le modalità principali terminano qui, con un menu che non si può definire proprio ricchissimo. Se si accettano consigli per il futuro, non sarebbe male introdurre anche alcune moto storiche e qualche modalità sfida, prendendo esempio dall’ottimo F1 2017 di Codemasters.

Spendere i punti sviluppo guadagnati vi permetterà di avere miglioramenti alla moto che coinvolgono cinque diversi ambiti: motore, freni, sospensioni, telaio e aerodinamica. Ognuna di queste aree ha un numero massimo di slot, impedendo per esempio di migliorare al massimo il motore sia nell’accelerazione, sia nella velocità massima. Per sviluppare al meglio la vostra moto dovrete quindi capire come volete guidare e qual’è il vostro stile, caratteristica che potrete capire meglio che in passato grazie alla più grande modifica di questa versione. MotoGP 18 è infatti un gioco che ha deciso di dare un colpo di spugna al passato per trasformarsi in meglio. Per farlo ha cambiato il suo motore grafico e ha abbracciato il collaudato Unreal Engine 4.

La fisica delle moto in MotoGP 18 ha beneficiato da questa radicale modifica, garantendo una maggiore fluidità durante le curve e facendo agire adeguatamente le ruote sull’asfalto. Per notare queste modifiche dovrete per forza di cose impostare la fisica della moto su Pro, rinunciando ad un solo grilletto per i freni congiunti e assaporando la grande instabilità del mezzo quando si esce da una curva con l’acceleratore a manetta. Le altre opzioni per rendere più semplice guidare moto che superano i 350Km/h sono sempre al loro posto e la scelta di attivare o meno aiuti influisce solo sulla percentuale di punti esperienza che guadagnerete a fine gara ma, se attivi in gran numero, non vi permetteranno di apprezzare del tutto il grande lavoro svolto. Se posso darvi un consiglio, scegliete di sacrificare un po’ di aggressività nella IA degli avversari ma non sminuite troppo il realismo, poiché riuscire a domare i mostri a due ruote che Milestone ci propone dona grandi soddisfazioni.

Passando al comparto tecnico bisogna fare un distinguo tra il gioco che viaggia su console potenziate come PS4 Pro e Xbox One X e quello che invece viene visualizzato sulle versioni standard. Nel primo caso la grafica colpisce in positivo, con tracciati riprodotti fedelmente grazie al Drone Scanning e ad una scelta di texture che riesce a rendere bene anche i dettagli più piccoli di moto e piloti. Con le console standard invece il risultato è altalenante: nella nostra prova su Xbox One, fin dal menu principale abbiamo notato un effetto sfuocato abbastanza insolito. In pista le cose migliorano un po’, ma non mancano momenti in cui le texture vengono caricate in ritardo e altri, apparentemente tranquilli, che perdono un po’ della fluidità generale. In questo caso il frame rate sembra bloccato a 30 fps, probabilmente per evitare una fluidità scostante durante le partenze che contano oltre 20 moto tutte insieme.

Per lo stesso motivo in MotoGP 18 non è presente alcuna modalità per due giocatori tramite split-screen. Inoltre la precisione della fisica che regola le moto e la loro guidabilità non sembra aver influito sulle cadute, le quali colpiscono un po’ troppo spesso il solo giocatore, senza che gli avversari lo seguano. L’animazione di caduta è poi da rivedere poiché il pilota che fino ad un momento prima era aggrappato alla moto in modo fluido e reattivo, assomiglia un po’ troppo ad un rigido manichino. Da migliorare anche i caricamenti delle varie fasi di un Gran Premio, visto che ad ogni passaggio si passa anche più di due minuti davanti alla schermata delle solite notizie.

Quest’anno per dare maggiore peso alle sequenze del podio sono stati scansionati i volti dei campioni: il risultato è buono ma non è ancora paragonabile al fotorealismo di certi altri sportivi visti in FIFA o in NBA 2K. Non piacerà a tutti poi la scelta di impedire la creazione del proprio alter ego, con appena una decina di visi preimpostati tra cui scegliere. Infine per quanto riguardo il comparto audio, abbiamo ancora una volta il doppiaggio di Guido Meda per le fasi che precedono e chiudono le gare e il rombo dei motori che riproduce senza difficoltà le differenti moto anche in base alle categorie. Menu e testi sono ovviamente in italiano.

MotoGP 18 è un nuovo inizio per la serie e per Milestone. Come spesso accade in queste occasioni si avvertono dei miglioramenti netti (la guidabilità della moto su tutti) e alcune sviste che saranno sicuramente limate nei capitoli successivi. Il cambio di motore grafico ha pesato sull’hardware delle console classiche sporcando un po’ la resa grafica finale, ma ha giovato moltissimo sul modo in cui si comportano le moto. Ad esclusione degli incidenti ancora troppo poco realistici e ingessati, ora è più facile sentire le moto attraverso il pad, caratteristica che rende ogni gara molto più interessante anche emozionalmente. L’altissima personalizzazione con cui potete regolare ogni aspetto del gioco è poi sempre al servizio di qualsiasi fan del Motomondiale, dal più esperto che vuole giocare con il regolamento ufficiale, a chi guida solo uno scooter ma vuole lo stesso gareggiare insieme ai grandi di questo sport.

Pro
  • – Guidabilità delle moto migliorata
  • – Tutte le licenze e i nomi del Motomondiale
  • – Carriera arricchita dalle sfide e dallo sviluppo della moto
  • – Altamente personalizzabile
  • – ESport Championship dedicato
  • – Graficamente valido su console mid-gen
Contro
  • – Grafica da ottimizzare su console standard
  • – Caricamenti un po’ lunghi
  • – Qualche modalità in più sarebbe stata gradita
  • – Incidenti e cadute da rivedere

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