Creare un racing game al giorno d’oggi è un’impresa incredibilmente complicata. Lo sa bene Milestones, storico sviluppatore italiano che nel mondo delle corse ha sempre trovato la sua strada fin dal mai dimenticato Screamer del 1995. Da molti anni però il suo interesse si è spostato dalle quattro ruote alle moto, aggiudicandosi anche la prestigiosa licenza della MotoGP. I successi sono stati alterni ma l’anno scorso, con la scelta di utilizzare l’Unreal Engine, è stato fatto il primo passo verso un’importante evoluzione. Quel passo si concretizza per davvero con MotoGP 19, nuova versione della bagarre motociclistica che ci vede scendere in pista con le versioni digitali di campioni come Dovizioso, Marquez, Petrucci e – ovviamente – Rossi. Scopriamo insieme perché il 19 è meglio del 18.
Per raccontarvi perché MotoGP 19 è migliore rispetto alla precedente versione potrei iniziare subito parlandovi della gestione della moto, ma già dal menu iniziale scoprirete che Milestone ha imparato dai propri errori. La grafica dei menu è più pulita e chiara, mettendo immediatamente in mostra l’offerta qui a disposizione. Carriera, Partita veloce, Sfide storiche, multigiocatore standard ed e-sport, opzioni e personalizzazioni grafiche di caschi, numeri e scritte, sono immediatamente raggiungibili, aprendosi ad ulteriori sottomenu e rivelando una profondità notevole. La carriera per esempio si divide in standard e Pro, con quest’ultima che impedisce personalizzazioni dopo l’avvio, così come la ripartenza in una gara andata male, rendendosi particolarmente interessante per quei giocatori che vogliono una sfida degna della fisica studiata per questa uscita. Per tutti gli altri invece c’è la versione standard che permette variazioni e modifiche agli aiuti di guida, così come alla gestione della fisica, qui più convincente che in passato, anche grazie ad una migliore resa degli pneumatici e del loro comportamento in pista. Il resto di questa modalità si sviluppa senza grossi cambiamenti, ma è importante segnalarvi che ora, l’avvio della carriera può avvenire da una qualsiasi categoria tra Red Bull MotoGP Rookies Cup, Moto 3, Moto 2 o MotoGP, senza obbligarvi a partire dalla prima e più lenta per poi raggiugere la vetta gara dopo gara.

Se è vero che volendo potrete partire immediatamente dalla classe regina, è anche vero che, specie se volete un comportamento delle moto il più possibile aderente alla realtà, faticherete parecchio a prenderci la mano. La differenza tra queste quattro classi di potenza mi è sembrata più marcata che in passato, con possibili “scodate” anche nella Moto 3, specie se le gomme iniziano a sentire l’usura dei giri effettuati. L’entrata in curva va preparata, così come la frenata va anticipata e accompagnata senza mai “pinzare”, specie in curva, pena una caduta e relativa perdita di secondi sul cronometro. Questo accade anche con l’aiuto dei freni congiunti e con la fisica settata a normale (poi c’è anche Pro) rendendo ogni parte di pista che non sia un rettilineo una piccola sfida da superare. E anche quando la strada è dritta, le accelerazioni vanno eseguite con criterio poiché le impennate sono tanto belle da vedere, quanto dannose al tempo sul giro. La corsa dei grilletti va usata interamente e modulata, facendo anche caso alle vibrazioni del controller che solitamente precedono uno slittamento e conseguente caduta se non si interviene in qualche modo sull’andatura. In tutto questo la struttura delle moto è molto più avvertibile che in passato, con lo spostamento del peso che si sente sia visivamente, sia nel pad. Il bello è che tutte queste sensazioni cambieranno man mano che in carriera potenzierete le moto, attraverso i test da effettuare nelle gare libere, ma anche grazie alle tante categorie presenti che vanno ben oltre a quelle ufficiali del 2019.

L’anno scorso i contenuti in game erano giusto lo stretto indispensabile per ricreare il Campionato in corso, ma con MotoGP 19 si è scelto di ripristinare una delle modalità più amate dai giocatori: le Sfide Storiche. Dietro a questo nome si nascondono quattro diversi pannelli che vogliono proporci dalle 10 a 16 sfide ciascuno, dedicate ai più grandi campioni degli ultimi trent’anni circa. Si passa dagli Eroi della 500cc con Doohan e Scwantz, si vivono i duelli Rossi-Biaggi, si omaggiano campioni come Stoner, Capirossi e la leggenda Simoncelli, il tutto in 60 scenari prestabiliti che ci chiedono di portare a casa risultati specifici, assegnandoci medaglie di bronzo, d’argento e d’oro in base al tempo impiegato nel superarle. Questo permetterà di sbloccare adesivi ma anche moto e piloti da usare in gare o interi campionati personalizzati nelle Modalità veloci, godendo appieno del diverso comportamento dei mezzi. E per non farsi mancare proprio nulla, è stata inserita anche la categoria della Moto-E, due ruote elettriche che, per via di una grossa e pesante batteria, si distinguono dal resto del gruppo per la necessità di anticipare la frenata (per contrastare l’inerzia data dal maggior peso) e per una più immediata erogazione di potenza in accelerazione. Non possono essere utilizzate su tutti i tracciati, ma sono un notevole surplus ad un titolo già molto ricco.

La gestione della moto è stata perfezionata rispetto all’anno scorso, garantendo una sfida soddisfacente che spinge a migliorarsi giro dopo giro. In pista però non si corre da soli e per questo è stata sviluppata una nuova intelligenza artificiale chiamata A.N.N.A. che regola i comportamenti dei piloti rendendoli i più credibili possibili. Dite quindi addio ai trenini di moto e preparatevi ad un’esperienza maggiormente complessa. Per godervi appieno questa evoluzione dovete però tenere a mente queste semplici regole: la prima cosa che dovrete fare per notare cosa può combinare davvero A.N.N.A. in pista è settare il livello di abilità dei piloti intorno al 100% (il massimo è 120%). In questo modo potrete notare le staccate, le accelerazioni e le traiettorie dei piloti gestiti dall’IA, molto più “fallibili” rispetto al passato, ma anche sorprendenti, seppur mai così aggressivi da spingervi a cadere (cosa che nel 2018 accadeva). La seconda cosa che dovrete fare sarà semplicemente giocare: questo tipo di IA impara dai propri errori ma anche dal comportamento del giocatore, adattandosi al suo modo di guidare e di impostare le curve. Solo che gli serve un po’ di tempo per “osservarvi” e trovare le vostre debolezze in pista.

Il comparto multigiocatore di MotoGP 19 è anch’esso molto valido, permettendo una grande personalizzazione per chi desidera creare eventi appositi, così come una buona stabilità grazie al supporto dei server Amazon che ospitano l’infrastruttura online del titolo. In questa edizione è stata anche introdotta la funzione che vede un giocatore interpretare il commissario di gara e un altro alla gestione delle telecamere, opzione perfetta per gli streamer che vorranno creare gare ad alto impatto televisivo. Il comparto dedicato all’e-Sport è integrato nei menu di gioco ma per ora ci sono solo gare di qualificazione contro il tempo. Neanche in MotoGP 19 troviamo una qualsiasi modalità split-screen, visto che la pesantezza del motore grafico non sarebbe gestibile raddoppiando il numero di giocatori contemporaneamente in pista. Chissà che con le nuove potenti console in arrivo nel 2020 questo trend non possa finalmente cambiare. A questo riguardo posso tranquillizzarvi dicendovi che i problemi tecnici riscontrati nella versione 2018 (sfocature e rallentamenti) sono qui state risolte, anche se la fluidità a schermo, almeno su console, è fissata a 30 fps. Non il massimo per godere di un’adeguata sensazione di velocità, ma almeno non ho riscontrato tentennamenti su console mid-gen. Le telecamere sono ora più gestibili, specie alcune interne che rendono più semplice seguire la gara dalla moto, senza incorrere nel problema del disallineamento tra pilota e veicolo quando si curva, mentre i piloti ora sono più realistici sia quando sono a bordo delle loro moto, sia durante le cadute, con movimenti più plausibili e meno ingessati in stile “manichino”. Menzione più che obbligatoria per il comparto audio che propone ottimi suoni dei motori (migliorati anch’essi rispetto all’anno scorso), alcune musiche nei menu e il solito commento di Guido Meda per quanto riguarda la presentazione delle varie sessioni e alcuni semplici commenti ai box. In molti continuiamo a sperare in un suo commento anche a gara in corso, ma sembra che i tempi non siano ancora maturi per una telecronaca così dinamica.

MotoGP 19 è un notevole perfezionamento rispetto al capitolo scorso. Lo si vede in pista grazie alla rinnovata IA e alla fisica ancora più realistica (ma personalizzabile), lo si vede dai server utilizzati per il multigiocatore e lo si vede dai contenuti che, attraverso le Sfide Storiche, propongono 60 scenari tutti da giocare per sbloccare piloti e moto del passato, con relative differenze di comportamento rispetto a quelle attuali. Avremmo preferito un gioco che corresse a 60 fps almeno sulle console “potenziate”, ci sarebbe piaciuto avere lo split screen, avremmo gradito una carriera più dinamica… tutti miglioramenti su cui Milestone potrebbe lavorare, così come ha fatto dal passaggio tra il capitolo 18 e questo 19. Per ora però possiamo divertirci con un capitolo ricco e sfaccettato, che dimostra il continuo miglioramento di queste uscite e di uno sviluppatore che, ad ogni giro, migliora il suo risultato.
- – Modello di guida migliorato
- – IA notevole e dinamica
- – Tanti tipi di moto, anche da sbloccare
- – Carriera ben integrata
- – Finalmente tornano le Sfide Storiche
- – Visuali più semplici da utilizzare
- – Multigiocatore online stabile
- – Solo 30 fps su console
- – Niente split screen
- – La carriera andrebbe potenziata
