MXGP 2020 – Recensione

Il mondiale di motocross arriva su PS5

Con un mese di ritardo sulla tabella di marcia, MXGP 2020 arriva finalmente anche su PlayStation 5. Aver saltato l’uscita di dicembre della versione Xbox Series X|S e di quelle old-gen non ha scalfito la bontà di questo nuovo capitolo che sulla nuova console Sony riesce probabilmente ad esprimersi al meglio delle sue possibilità. Il lavoro di Milestone è stato anche in questo caso migliorativo e non rivoluzionario, ma l’approccio a questa nuova stagione del Campionato mondiale di Motocross si è rivelato migliore rispetto ai già validi predecessori.

Quando ci si trova a trattare un gioco sportivo con cadenza annuale, non è semplice capire cosa sia effettivamente migliorato rispetto alla versione precedente, e la prima mezz’oretta con MXGP 2020 mi ha spinto a credere che questa dinamica si sarebbe ripetuta anche stavolta. L’idea di creare un pilota, scegliere una scuderia e farci subito scendere in pista non era nuova, così come non è stato nuovo il brutale approccio con il primo tracciato del campionato in MX2. La partenza con la frizione tirata, la bagarre di altri 19 piloti che schizzano verso la prima curva e tu, lì dietro a farti cospargere dal loro fango virtuale mentre cerchi la rimonta. Altro che ambire al Hole Shot! È già tanto se non metti la moto di traverso e non cadi malamente. È però in quei momenti, in cui ogni curva e ogni salto potrebbero vederti attivare il rewind, che impari a conoscere il tracciato e ti ricordi che, anche se hai attivato l’aiuto dei freni congiunti, il tasto X sul Dual Sense serve per frenare unicamente con la ruota di dietro, funzione che sta al motocross come il freno a mano sta nei rally. Passano i minuti e poi ti accorgi che le curve smettono di apparire spaventose e iniziano a sembrare opportunità da sfruttare. A quel punto inizia il vero divertimento e ti ritrovi più esaltato rispetto a quanto era successo l’anno precedente.

Vediamo di capire quindi che cosa funziona meglio in MXGP 2020. Come dicevo l’accoglienza è praticamente identica, così come le modalità che propongono la carriera, sfide veloci che comprendono attacchi al tempo, Gran premi singoli o interi campionati, e Playground, un’area in Norvegia in cui correre liberamente cercando sfide da completare. Ovviamente non manca il comparto multigiocatore online e in futuro arriverà anche una modalità cooperativa per affrontare insieme le sfide del Playground. Conclude il pacchetto l’editor dei tracciati, rinnovato con la funzione dedicata all’altimetria, così da poter creare piste con vere salite e discese. Tutte le modalità funzionano come ci si aspetterebbe, con la Carriera che si dimostra però troppo simile al passato: si sceglie una scuderia o uno sponsor e poi si iniziano ad affrontare gare, scegliendo la difficoltà dell’IA e la gestione del Gran Premio, passando dalla sola gara singola, fino al weekend completo di qualifiche e gare doppie. In base al piazzamento si guadagnano crediti da spendere per personalizzare esteticamente il proprio pilota o la propria moto. Scegliendo uno sponsor e non una squadra, si possono poi comprare anche componenti che vanno a migliorare le prestazioni della moto, anche se i miglioramenti si assomigliano tutti in quanto a prestazioni apportate. Scegliere un ammortizzatore piuttosto che un altro è spesso solo questione di estetica, visto che le prestazioni offerte dai produttori sono identiche.

Le differenze di cui vi parlavo arrivano quindi tutte in pista. La fisica può essere scelta tra standard e avanzata, ma già quella consigliata ai principianti potrà far faticare i nuovi arrivati visto che un’accelerazione troppo aggressiva in curva può portare a cadute inaspettate. La gestione della moto non va mai sottovalutata, così come la conoscenza dei tracciati; purtroppo alcuni ostacoli a bordo pista non sono stati regolati al meglio e, per esempio sul circuito olandese, mi è capitato più volte di vedermi resettare la moto solo per essere passato troppo vicino ad una di queste protezioni, pur rimanendo chiaramente in pista. Questi reset, legati anche a tagli di una qualche curva, tendono a rompere il realismo di un titolo che invece si comporta alla grande quando deve mettere in scena salti e atterraggi. Ora la manovra dello scrub funziona meglio che in passato dopo aver capito che bisogna muovere le levette analogiche nella stessa direzione subito dopo un salto, e la loro riuscita si concretizza fin dalle primissime gare. Quello che però fa davvero la differenza è la gestione di acceleratore e freno, grazie al feedback che ci viene restituito dal nuovo Dual Sense di PlayStation 5: oltre alla resistenza dei grilletti per quando si accelera e si frena, ci vengo restituiti meglio che in passato le vibrazioni e i contatti con il terreno, così da poter gestire meglio il mezzo. Vi basterà tener premuto il grilletto per accelerare mentre siete in aria per sentire il motore andare fuori di giri e capire che durante questa fase è meglio rilasciarlo per poi ripremerlo non appena si atterra. Anche l’IA avversaria mi è sembrata migliorata, con sorpassi che tengono conto della nostra posizione e che vengono effettuati nel modo corretto, senza investirci se siamo più lenti in una curva o sua una serie di dossi. La stragrande maggioranza delle volte che cadrete, sarà perché avete dosato male acceleratore e sterzo, o avrete eseguito male un atterraggio.

Altri grandi miglioramenti di questa edizione PlayStation 5 stanno nella grafica, nella fluidità e nella velocità dei tempi di caricamento. Per quanto si possa definire “pulita” la realizzazione di tracciati da motocross, la qualità degli asset è migliorata e, anche se non si può definire “next-gen” al 100%, si vede che è stato fatto del lavoro extra per rendere migliore questa edizione. Ancora più della pulizia, il miglioramento più evidente si riscontra con l’attesissima fluidità a 60 fps: ora correre tra i 20 tracciati di MXGP è davvero un piacere che non viene meno nemmeno quando piove. In questo caso il fango si fa più pesante e la guidabilità ne risente in modo evidente, aumentando l’impegno necessario ma anche il divertimento che ne deriva. Manca ancora lo split screen ma non è detto che non venga inserito in futuro, insieme alla cooperativa che coinvolgerà il Playground. Infine sono stati incredibilmente ridotti i tempi di caricamento grazie al SSD interno della console, garantendo passaggi da un Gran Premio all’altro in pochissimi secondi. Nulla di nuovo per quanto riguarda il comparto audio, con pochissime musiche ma con motori credibili. Il gioco è completamente in italiano, con un doppiaggio molto limitato nella quantità ma con tutti i menu tradotti.

L’arrivo di MXGP 2020 su PlayStation 5 ci ha davvero convinti, grazie ad una serie di miglioramenti possibili solo dalle nuove console e, nello specifico, dal nuovo Dual Sense. Come dicevo all’inizio non è una rivoluzione, ma un modo migliore di giocare che passa dalla maggiore fluidità e dai caricamenti più rapidi, fino ad una perfezionata guidabilità e controllo dei mezzi. Ci vuole qualche giro di pista per imparare a muoversi tra curve a gomito e salti ma, anche approfittando dell’ottima scalabilità degli aiuti, le soddisfazioni non mancheranno. Considerando che è uno dei primissimi racing game per PlayStation 5 potrebbe attirare qualche estraneo verso queste gare off-road: se siete tra questi, sappiate che dovrete imparare un nuovo modo di guidare, ma avrete tutti i mezzi per farlo e per divertirvi alla grande. Se invece siete dei fan di questa disciplina, avete davanti la sua migliore incarnazione digitale. Ora che si guida a meraviglia chiediamo a Milestone di concentrarsi sul contorno, con un occhio di riguardo ad una carriera che andrebbe arricchita ed espansa, per farci sentire ancora più immersi in questo ulteriore modo di vedere le corse su due ruote.

Pro
  • – Si guida meglio che in passato
  • – Buona personalizzazione per imparare
  • – Tracciati vari e da imparare
  • – Tanti miglioramenti da next-gen
Contro
  • – Carriera senza sorprese
  • – Ancora niente split screen
  • – Reset in pista talvolta ingiusti

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