Once for All, ancora una volta!
Il mondo dei manga e soprattutto degli shonen ha sempre avuto almeno una serie che catalizza l’attenzione del momento. Dragon Ball, Le Bizzarre avventure di JoJo, Naruto, ONE PIECE e ultimamente L’attacco dei Giganti, One Punch Man e My Hero Academia. Di sicuro ci sono un sacco di altre opere di rilievo, ma il fatto che queste siano tra le più famose è verificabile grazie ad almeno un videogioco a loro dedicate. Tra gli ultimi arrivati c’è My Hero One’s Justice, picchiaduro dedicato a My Hero Academia che da pochi giorni ha raggiunto il suo secondo episodio, proseguendo idealmente la strada del suo predecessore. Vediamo come e con che risultati.

Se siete tra gli appassionati che seguono l’anime di My Hero Academia, sappiate che gli eventi che prendono il via nella modalità Storia, iniziano dalla terza stagione, saltando quelli delle prime due già giocati nel primo episodio. Questa scelta creerà sicuramente un po’ di confusione a chi magari ha scoperto da poco quest’opera e si ritrova catapultato in avvenimenti che non ha ancora scoperto. Se però siete fan non correte rischi di alcun genere e anzi potreste trovare intriganti i combattimenti e i dialoghi che si alternano prima e dopo gli scontri. La Storia è suddivisa in capitoli raggiungibili da menu e a loro volta suddivisi in scenari principali e secondari. Alla fine di ognuno otterrete un voto e andando avanti arriverete anche a sbloccare la storia dedicata ai Villain, potendo quindi combattere anche con loro. Ogni scenario ha infatti un personaggio predefinito con cui fare a botte e la modalità Storia si può considerare un tour in cui ci vengono presentati i 38 personaggi che compongono il roster. Il sistema è lo stesso visto nel primo capitolo e, come vedremo, questa grande somiglianza non è sempre una bella idea.

La storia nella doppia versione Hero e Villan vi durerà circa sei ore e vi accorgerete che il suo livello di difficoltà – non modificabile – è piuttosto basso. In soccorso però arrivano parecchie modalità di gioco: c’è quella online, molto basilare ma comunque funzionante, l’allenamento, il Versus in cui potremo combattere contro la CPU, ma anche con un massimo di quattro giocatori che useranno, due i combattenti principali e due le spalle che avrete scelto. Non manca nemmeno la modalità Arcade che, anche se è solo una ssfilza di combattimenti in serie, è sempre bella da vedere nel menu di un picchiaduro. Infine abbiamo la modalità Missione, quella che alla fine sarà il motivo per cui vi troverete ad avviare il gioco anche parecchio tempo dopo aver completato la storia.

La modalità Missione è composta da una serie di sfide slegate dalla trama e per questo molto più varia in termini di scontri e di situazioni. Qui inizieremo con il protagonista Izuku Midoriya e ci verrà chiesto di svolgere missioni per farlo crescere e migliorare. Queste sono rappresentate da una serie di nemici da sconfiggere su un tabellone, in cui affronteremo ogni scontro con le energie rimaste da quello precedente. Sul tabellone ci sono anche bonus che le ripristinano ma ogni spostamento, così come ogni scontro, fa sì che i restanti nemici sottraggano punti vita al tabellone, obbligandoci a studiare bene e i movimenti nelle “mappe” più avanzati. Quella che potrebbe essere solo una playlist di scontri acquista valore quando si scopre che i soldi guadagnati permettono di reclutare i personaggi del roster, di metterli in squadra come spalle in supporto ad Izuku o, semplicemente, sostituire il protagonista e prendere il loro controllo. Ogni personaggio guadagnerà esperienza e, al level up, punti che potranno essere spesi in attacco, difesa e punti vita, rendendolo quindi sempre più competitivo e adatto a sopportare i danni dei nemici delle missioni avanzate. Completa la personalizzazione una serie di potenziamenti che potrete ottenere in questa modalità o nella storia e svariati oggetti estetici con cui abbellire Hero e Villan.

La modalità Missioni, anche se all’inizio può sembrare un po’ confusionaria, riesce ad appassionare e a prolungare la durata del gioco di decine di ore, a patto che vogliate far salire di livello tutti i personaggi presenti. Quello che però potrebbe frenare questa corsa è il sistema di combattimento che di certo non si può definire profondissimo. Intanto abbiamo a che fare con un picchiaduro ad arena, in cui ci si muove in un ambiente tridimensionale solitamente ristretto e in parte distruttibile. Con un pulsante frontale si salta, mentre con gli altri si usano attacchi e poteri che possono variare in base all’inserimento di un input di movimento o meno. Ci sono contromosse, colpi imparabili e altri dotati di effetto armatura (quelli che non si possono fermare colpendo l’aggressore), così come mosse di supporto delle spalle e addirittura colpi speciali da scatenare tutti insieme (alcune specifiche di alcuni team), ma il problema è che il sistema di combattimento resta sempre un po’ troppo semplice. Non stiamo parlando di un gioco che deve rivaleggiare con Tekken o Soul Calibur, giusto per rimanere in casa Bandai Namco, ma dopo un po’ di battaglie e passato l’effetto novità delle onomatopee da fumetto che compaiono durante le scazzottate, ci si accorge che si poteva fare qualcosa di più. Anche perché i 38 personaggi presenti avranno anche le loro mosse caratteristiche, ma questo non riesce a renderli unici come dovrebbero. Il numero è comunque elevatissimo e farà la felicità degli appassionati, senza far pesare troppo la presenza di un Season Pass che dovrebbe aggiungerne altri cinque in futuro. Va detto che non tutti i personaggi sono equilibrati e, come nel manga, qualcuno è davvero più forte di altri; questo rende più complesso usare certi Hero e Villain online, ma dopo averlo scoperto vi organizzerete di conseguenza (o giocherete in locale). Infine bisogna segnalare un’intelligenza artificiale che, un po’ come Izuku quando era alle prime armi, non sa regolarsi e finisceper alternare momenti in cui attacca come se non ci fosse un domani e altri in cui semplicemente gira per la mappa aspettando una reazione del giocatore.

Il comparto tecnico di My Hero One’s Justice 2 non si discosta molto dal primo episodio e, complice la volontà di far uscire il gioco anche su Nintendo Switch, il comparto tecnico obbligatoriamente ne ha risentito, in special modo per quanto riguarda le ambientazioni. Alcune sembrano addirittura essere state riprese di sana pianta dal primo capitolo, ma in generale si nota una complessità poligonale molto limitata. Per fortuna il comparto grafico si risolleva grazie ai personaggi, tutti bellissimi da vedere grazie al cel shading e alle animazioni che si rifanno alle mosse più iconiche dell’anime. Lo stile poi è azzeccatissimo, con il suo sparare in faccia al giocatore le onomatopee dei fumetti americani, con tanto di grana della stampa, contestualizzati però in una produzione smaccatamente nipponica. Discrete le musiche e buono il doppiaggio esclusivamente in giapponese che dà spirito alle battaglie e alle scene raccontate nella storia. Tutti i testi sono invece in italiano.

My Hero One’s Justice 2 è un picchiaduro fatto appositamente per i fan del manga/anime. Sono loro infatti che si potranno godere al massimo una modalità storia che prosegue senza guardare al passato, 38 personaggi che partono tutti da una base comune ma che si differenziano per i loro poteri, e un comparto tecnico limitato ma che passa in secondo piano grazie al modo con cui tutto è reso spettacolare e supereroistico. Se siete tra questi, potreste forse rimanere un po’ delusi dall’estrema somiglianza con il primo capitolo, con appena qualche differenza minore in termine di contenuti. Sarete comunque più che felici di giocarci per ore e ore, anche grazie alle diverse modalità presenti. Tutti gli altri, curiosi di conoscere questo fenomeno shonen, troveranno un gioco valido specialmente grazie alle missioni, ma che presenta un sistema di combattimento troppo semplice per mantenere alta l’attenzione a lungo. I personaggi potrebbero sembrare intercambiabili nonostante il loro notevole numero, ma se si è scelto di puntare su un gioco immediato, piuttosto che creare meccaniche profonde, è perché ha un target diverso da quello dei picchiaduro più blasonati. Se si chiude un occhio sulla difficoltà e sull’IA troppo altalenante, è facile appassionarsi ai personaggi e finire per andare a cercare le puntate dell’anime. A me, per lo meno, è successo.
- – Combat System spettacolare…
- – 38 personaggi
- – Tante modalità diverse
- – Modalità Missioni con innesti RPG
- – Stile da vendere
- – … ma un po’ troppo semplice
- – Arene poco curate
- – IA altalenante
- – La storia non inizia dal principio
