Sono passati tre anni e una generazione di console dall’arrivo dell’originale Ni No Kuni su PlayStation 3. Nato addirittura come progetto su 3DS (e poi rilasciato su questa console solo in Giappone), la storia di Oliver e Lucciconio ritorna ora su PlayStation 4, PC e Nintendo Switch dopo un secondo capitolo che a me in particolare piacque moltissimo ma che in tanti hanno criticato perché avente una storia inferiore al primo. E quindi rigiochiamolo questo primo capitolo, quel Ni No Kuni: La minaccia della Strega Cinerea nato dalla collaborazione tra gli sviluppatori Level 5 e il talentuoso Studio Ghibli.
Non è difficile capire perché molti rimasero colpiti dalla storia del primo Ni No Kuni. La perdita della mamma è sempre un evento tragico, specie se si ha la giovanissima età di Oliver. Il bambino avrà però la fortuna di finire in un mondo magico in cui sarà possibile partire per un’avventura con lo scopo di salvare il proprio genitore. Accompagnato da una strana fata chiamata Lucciconio che parla in romanesco, il nostro si scoprirà addirittura un mago, cosa che gli tornerà molto utile per affrontare le mille insidie che si nascondono in questo salvataggio tutt’altro che semplice. Le basi da cui parte la trama sono già molto forti, ma la grande capacità degli sviluppatori è stata quella di creare un’avventura che offre continuamente nuovi spunti e idee. Il viaggio attorno al mondo è un percorso di formazione, si incontreranno personaggi, membri del party si uniranno ma ci sarà spazio sia per atti di eroismo che per momenti divertenti e pieni di gioia, anche grazie a NPC caratterizzati alla grandissima.

In quanto JRPG, da Ni No Kuni ci si aspetterebbe il classico combattimento a turni. In effetti, anche se il personaggio può muoversi per l’ambiente, attacchi, parate e magie si svolgono dopo che un indicatore si è riempito. La particolarità del combat system è però un’altra: Oliver e i suoi compagni non saranno per forza in prima linea negli scontri, potendo inviare in battaglia una serie di famigli che altro non sono che mostriciattoli in stile pokémon. Potrano essere potenziati facendoli combattere, potranno anche essere equipaggiati con vari elementi e incrementeranno anche le statistiche di Oliver, il quale condividerà con loro i punti salute e quelli magia. Usandoli però potrete beneficiare della loro fisicità e delle loro abilità, rendendo molto più varie le strategie da usare in battaglia. Con il tempo poi arriveranno anche altri protagonisti e da quel momento le possibilità di “catturarli tutti” potrebbe spingere i più appassionati a dare la caccia a queste creature, cercando di ottenerne il più possibile.

Tutte queste meccaniche, unite all’ottimo cast di personaggi e all’abilità di passare da momenti emozionanti ad altri più leggeri, rendono il viaggio di Oliver davvero memorabile. Quello che però è stato fatto con questa Remastered lo è decisamente meno. Bisogna infatti capire prima che tipo di pubblico siete per capire poi se questa versione può fare effettivamente per voi. A livello contenutistico, Ni No Kuni: La minaccia della Strega Cinerea – Remastered è identico alla sua versione uscita per PlayStation3: non troverete nuove aree da esplorare, nuovi famigli da catturare, nuovi nemici, nuove missioni secondarie, nuovi personaggi da aggiungere al vostro team. Tutta l’avventura di Oliver e Lucciconio procederà esattamente come potreste già averla vissuta. Come ho detto, la storia è molto bella e completa, ma alcune aggiunte avrebbero sicuramente fatto piacere ai tanti appassionati. Così invece bisogna farsi bastare un miglioramento tecnico che pulisce l’ambiente, rende l’aggiornamento a schermo fisso sui 60 fps e ci regala texture che arrivano fino al celebre 4K su PlayStation 4 Pro e su PC con una buona scheda video.

Parlando invece della versione Switch, la situazione si fa ancora più spinosa, visto che il gioco perde addirittura il suffisso “Remastered” e ci propone lo stesso identico gioco visto nel 2013 su PlayStation3, ad un prezzo tra l’altro maggiorato di 10 euro. Il titolo in questa versione riguadagna la portabilità del periodo in cui uscì per Nintendo DS, abbandonando le ristrettezze tecniche di una volta, però in questo caso la mancanza di un qualche extra si fa ancora più pesante. Giocarlo in portabilità è comunque uno spasso però il prezzo pieno sembra un po’ esagerato per un titolo che risulta un porting di un titolo con quasi sette anni sulle spalle.

Con o senza il 4K Ni No Kuni: La minaccia della Strega Cinerea rimane una gioia per gli occhi e per le orecchie grazie ad uno stile artistico bellissimo, creato da disegni fatti a mano e da dettagli in cui si vede chiaramente l’impronta dello Studio Ghibli, ed una colonna sonora eccellente di cui comprai anche la soundtrack su CD, tanto per darvi un’idea. Il doppiaggio selezionabile in inglese e giapponese rende moltissimo, così come la traduzione in italiano di tutti i testi, comprese le righe di dialogo di Lucciconio che, avendo scelto di farlo parlare in romanesco per via del suo particolare modo di esprimersi anche nei due doppiaggi, potrebbe sembrare strano o addirittura fuori luogo ad alcuni. Personalmente, dopo lo stupore iniziale, l’ho trovata un buffa iniziativa seppur già vista in alcuni Dragon Quest e in Final Fantasy IX, ma potrebbe anche non piacere, specie se si pensa che è abbinata ad uno dei personaggi principali, con molte righe di testo.

La riproposizione di Ni No Kuni: La minaccia della Strega Cinerea è un’ottima opportunità per chiunque voglia recuperare una bellissima avventura, ma il modo in cui è stata confezionata lascia un po’ a desiderare. Se siete nuovi giocatori non c’è nulla che dovrebbe fermarvi: la storia è appassionante, il ritmo non manca, la mappa è vasta e il gameplay generale è davvero ottimo, compresa la cattura dei tanti mostri che incontrerete. Andrete insomma a colpo sicuro. Per chi invece ha già giocato il titolo su PS3, la questione è molto diversa: il solo miglioramento grafico non giustifica una ripartenza da zero dell’avventura, specie perché non viene proposto nulla che non abbiate già vissuto. Su Switch la questione cambia ulteriormente perché il gioco non gode nemmeno dei miglioramenti grafici della remastered, finendo per essere un porting identico alla versione PS3, con la sola differenza (comunque non da poco) di guadagnare la modalità portatile. Il gioco merita moltissimo e proprio per questo ci saremmo aspettati una cura maggiore per omaggiare al meglio Oliver, Lucciconio a i suoi simpatici amici.
- – Storia appassionante
- – Gameplay magnetico
- – Artisticamente gigante
- – Audio di qualità e testi in italiano
- – Nessuna novità o extra
- – Solo miglioramenti grafici
- – Su Switch è identico alla versione PS3

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