Persona 4 Golden – Recensione

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A distanza di diverso tempo dall’uscita di Persona 5, ATLUS ha deciso di portare su console odierne i giochi meno recenti del brand. Persona 4, uscito nel 2012 su PSVita con diverse revisioni e con il sottotitolo Golden, è stato scelto come porting per la remaster multipiattaforma del gioco. Il titolo è sostanzialmente rimasto lo stesso che abbiamo potuto vedere su PSVita quasi dieci anni fa, ed è indubbiamente rimasto più fedele alla sua controparte originale rispetto a Persona 3.

Squadra che vince non si cambia!

La storia di Persona 4, un po’ come tutte quelle dal 3 in poi, inizia con il trasloco del protagonista in un posto nuovo: questa volta il protagonista si chiama Yu Narukami (anche se potremo scegliere liberamente il suo nome, come in ogni titolo del brand). Ci trasferiremo in un piccolo paesino chiamato Inaba, e verremo accolti da nostro zio, Ryotaro Dojima, e sua figlia, Nanako. La longeva introduzione del mondo di gioco ci permetterà di abituarci con calma al ritmo di Inaba, decisamente più rilassato rispetto a quello della Tokyo di Persona 5. Un misterioso cadavere trovato penzolante da un’antenna scandirà la fine del nostro primo giorno di scuola nel paesino, e di lì le cose si svilupperanno proprio come un romanzo giallo.

Persona 4 Golden non bada a spese, e come Persona 3 FES offre alcune cutscenes animate di altissima qualità.

I misteri della trama di Persona 4 Golden

Tra misteriose leggende metropolitane di canali televisivi guardati a mezzanotte durante la pioggia e strane nebbie che appaiono proprio in concomitanza a nuovi cadaveri, si nasconde una verità che trova il suo posto nel mondo della televisione. Il protagonista, infatti, è in grado di entrare letteralmente dentro la TV. Il suo primo contatto con questo mondo avverrà con i suoi due nuovi amici, Yosuke e Chie, ed è proprio in questo momento che avverranno anche i primi contatti con le Ombre e i Persona, stavolta studiati in maniera più attenta rispetto ai titoli precedenti. Persona 4 si concentra su un dungeon crawling più contenuto e suddiviso in dungeon più piccoli del Tartaro di Persona 3 o dei Memento di Persona 5. Si svilupperà anzi, come i Palazzi del cuore del titolo più recente ATLUS, culminando in prese di coscienza e importanti progressi nella storia.

Il colpo d’occhio più grande di Persona 4 Golden è decisamente lo stile e i colori, molto più sgargianti di Persona 3 e 5.

La raffinatezza del gameplay

Il combat system si sviluppa in maniera davvero simile a Persona 3, ampliando però alcune strutture in maniera intelligente. Ad esempio, oltre ai già collaudati “Turno +1” e le “Mani Arcane”, sarà possibile sbloccare grazie alle Affinità Sociali diverse abilità aggiuntive, come la possibilità di rialzare i compagni caduti durante i combattimenti o di spostarli nel caso di un corpo letale. Piccole aggiunte che rendono Persona 4 un po’ più vicino a Persona 5.

Di ritorno da Persona 3 ci sono proprio gli All-Out Attack, che infieriscono sui nemici atterrati da attacchi potenti o critici.

Nulla è rimasto indietro in Persona 4 Golden!

Essendo un porting della versione PSVita del gioco, Persona 4 Golden conserva diverse piccole aggiunte che nella versione originale su PS2 mancavano. Oltre a modifiche di trama è stata aggiunta una Guida TV virtuale, che permette di accedere a contenuti inediti e piccoli easter egg a patto di guardarla agli orari giusti. È una piccola feature figlia dei suoi tempi e pensiamo che funzioni meglio su PSVita, ma è bello che non sia rimasta intrappolata nella versione per console portatile.

Eccola qui, la guida TV di Persona 4 Golden. È fantastica e pienissima di chicche!

Lato Tecnico

Dal punto di vista tecnico Persona 4 è rimasto esattamente identico alla sua controparte su Playstation Vita: essendo una console già in alta definizione il lavoro di porting è stato decisamente minore, e si vede. La stabilità è garantita in ogni momento e non ci sono problemi di alcun tipo, neanche dal punto di vista sonoro. I 60 FPS garantiti su ogni console (120 su Series X), infine, rendono l’intera esperienza una gioia per gli occhi. Persona 4 è invecchiato tremendamente bene, complice l’ottimo porting su console portatile di Sony che ha garantito un ottimo aggiornamento degli asset. Anche la traduzione italiana (vera novità di questa riedizione) risulta ben fatta, e segue a grandi linee la stessa struttura di Persona 3, comprendendo alcune scelte (come la parola Persona declinata al femminile, per esempio) opinabili ma perdonabili.

Uno dei primi momenti di gameplay. Onestamente, è ancora più bello di come lo ricordavamo!

Commento Finale

Persona 4 è ancora oggi un titolo degno di nota. Ottimo nella struttura, leggero nonostante le tematiche, molto meno difficile rispetto agli altri titoli della serie e più coinvolgente grazie a un cast di personaggi davvero versatile. Possiamo considerarlo lo Scooby Doo della serie, con una formula investigativa che va a scavare nei sentimenti e nelle emozioni represse in ciascuno di noi, per legarci completamente ai personaggi fin dalle prime battute. Ve lo consigliamo caldamente: è il titolo perfetto per introdursi alla serie, specie se non siete attratti dai JRPG!

Pro
  • Estremamente accessibile!
  • Tecnicamente perfetto sotto ogni punto di vista
  • Ottimo Combat System
  • Level design semplice e intuitivo
  • Tradotto interamente in italiano!
Contro
  • A volte un po’ facilotto
  • Tutto bene, ma adesso vogliamo Persona 1 e 2! Dove sono, ATLUS?!

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